Giudizi sull’operato di Mori S. Lupo sostiene che solo un regime autocratico come quello fascista avrebbe potuto contribuire a mettere in crisi la mafia. Per alcuni storici, Mori annientò la mafia Però essa rinacque nel 1943 (nel frattempo molti mafiosi diventarono pentiti e altri scapparono negli USA dove diedero il loro contributo alla mafia americana). Per altro storici i suoi interventi colpirono solo la piccola delinquenza e non i reati più gravi.
Metodo Mori Partire dai “pesci piccoli” per arrivare ai capi della mafia. Usare tutti i mezzi, a volte anche illeciti per via della violenza, per carpire le informazioni necessarie. Cercare un’alleanza con la popolazione locale Individuare i rapporti illeciti tra le istituzioni statali e la mafia (Mori in pensione)
Dal secondo dopoguerra alla fine degli anni ‘70 Rientro in Italia dei mafiosi che si erano rifugiati negli USA per sfuggire a Mori (legami stretti mafia italiana e americana) La mafia si afferma come forza: Antisindacale Anticontadina Anticomunista La riforma agraria fallisce e la mafia conferma il proprio dominio agrario Strage di Portella della Ginestra (1 maggio1947) Blu notte, La strage di Portella delle Ginestre
Gli interessi della mafia nel secondo dopoguerra Una volta affermato il proprio dominio nelle campagne, la mafia si apre a nuovi settori: La ricostruzione urbana Gli appalti pubblici I finanziamenti che provengono dalla cassa del Mezzogiorno (ente pubblico istituito con l’obiettivo di promuovere opere economiche e sociali finalizzate allo sviluppo dell’Italia meridionale) La mafia si appoggia politicamente al partito politico della DC
Le guerre interne alla mafia All’interno della mafia siciliana si combattono due guerre: 1962/63 e 1978/84 per il controllo dei traffici di droga (eroina) e l’affermazione al potere dei corleonesi. A capo dei corleonesi vi è LUCIANO LIGGIO (che verrà arrestato) e due luogotenenti: SALVATORE RIINA e BERNARDO PROVENZANO. Riina diventa il capo dei corleonesi e per affermare il suo potere usa qualsiasi mezzo sia nei confronti dei boss rivali che delle forze dell’ordine.
Il pentitismo I boss concorrenti di Riina preferiscono consegnarsi alla giustizia piuttosto che venire trucidati e parlano … Giuseppe di Cristina Rivela che la mafia ha in Sicilia un potere più incisivo ed efficace dello Stato Descrive l’organizzazione interna della mafia e denuncia l’operazione dei corleonesi I carabinieri che raccolgono le sue dichiarazioni non lo prendono sul serio Leonardo Vitale Svela il codice d’onore della mafia Descrive la cerimonia di iniziazione Fornisce informazioni su Riina, Pippo Calò (cassiere della mafia) e Vito Ciancimino (ex sindaco di Palermo) Viene considerato pazzo e rinchiuso
Cerimonia e codice d’onore Si diventa affiliati della mafia attraverso una cerimonia di iniziazione alla presenza di 3 uomini d’onore: Uccisione di un animale (simbolo della violenza omicida che si utilizzerà) Patto di sangue Bacio sulla bocca Il codice d’onore della mafia prevede: saper uccidere, rispettare la vendetta, non avere consanguineità con i rappresentanti dello Stato, non ricorrere in nessun caso alla legge dello Stato e soprattutto tacere
La struttura della mafia La mafia è un’organizzazione con una struttura fortemente gerarchica COMMISSIONE REGIONALE COMMISSIONE O CUPOLA MANDAMENTO FAMIGLIA Si riunisce raramente, solo in caso di decisioni vitali per la sopravvivenza della mafia (es. stragi del 1992/1993) Riunisce tutti i capi di mandamento e prende le decisioni più importanti Territorio sottoposto al controllo di 2/3 famiglie che eleggono un capo-mandamento Unità di base guidata da un capo-famiglia che controlla un quartiere, una borgata , un Paese
Gli uomini che hanno combattuto la mafia - Indaga sui delitti di mafia (caso De Mauro) - Mantiene stretti contatti con New York - Capisce che la Sicilia stava diventando lo scacchiere internazionale del traffico di droga (bisogna cercare le raffinerie) - si era creato una preziosa rete di informatori - AVEVA CAPITO CHE I CONTI BANCARI E I DEPOSITI RAPPRESENTAVANO LE PROVE PER INCASTRARE LA MAFIA BORIS GIULIANO Capo della squadra mobile della polizia di Palermo alla fine degli anni ’70 (ucciso dalla mafia nel 1979)
- Durante la sua attività di magistrato capì la pericolosità dei corleonesi e tentò di farli condannare dopo l’arresto, ma vi riuscì solo con Liggio - Come deputato fece parte della Commissione antimafia - Ritornò a Palermo come giudice istruttore CESARE TERRANOVA Magistrato palermitano e deputato del parlamento italiano per il PCI (ucciso dalla mafia nel 1979)
- Dopo aver militato nella CGIL, entra in politica - A Roma come deputato fa parte della Commissione antimafia e si fa promotore di un disegno di legge per introdurre il crimine di associazione a delinquere di stampo mafioso e per la confisca dei beni illeciti. - Ritorna a Palermo come Segretario Regionale del PCI continua la guerra contro la mafia PIO LA TORRE Esponente politico del PCI e sindacalista (ucciso dalla mafia nel 1982)
- Come colonnello dei carabinieri indagò su Cosa Nostra cercando di individuare i principali esponenti delle cosche e i rapporti mafia – Stato. - Riuscì a far arrestare 76 boss mafiosi - Collaborò proficuamente con la Polizia di Stato e con Boris Giuliano per il caso De Mauro. - Durante i 100 giorni riuscì a portare a termine due importanti operazioni colpendo gli interessi mafiosi CARLO ALBERTO DALLA CHIESA Colonnello dei Carabinieri di Palermo fra il 1966 e il 1973. Prefetto di Palermo nel 1982 (ucciso dalla mafia dopo 100 giorni dalla nomina)
IL POOL ANTIMAFIA “Lavorando insieme la mano destra deve sapere cosa fa la mano sinistra. Da noi questo succede” (dichiarazione di Paolo Borsellino) Viene ideato dal magistrato ROCCO CHINNICI ed è composto da un gruppo di magistrati fra cui Falcone, Borsellino, Di Lello, Guarnotta e da alcuni poliziotti della Squadra Mobile di Palermo Cassarà e Montana. L’esperimento nasce all’interno della Procura di Palermo alla fine degli anni ‘70. Nuova visione del fenomeno mafioso: la mafia non è composta da bande che agiscono in modo autonomo, ma è un’organizzazione unitaria con una testa e tante braccia (LA PIOVRA) Da sinistra: G. Falcone, P. Borsellino e A. Caponnetto.
LA NUOVA STRATEGIA DELLA MAFIA Le morti illustri 1980: Piersanti Mattarella (Presidente della regione Sicilia) 1983: Rocco Chinnici (capo del pool antimafia) 1982: Generale Dalla Chiesa (prefetto straordinario di Palermo)
I SUCCESSI DEL POOL ANTIMAFIA Smantellata una fitta rete di raffinerie della droga (rapporto dei 162 di Dalla Chiesa) Nuova guida per il pool: Antonino Caponnetto (condivide gli obiettivi, ha fiducia nei suoi uomini e li stimola a proseguire) Affermazione del “Metodo Falcone” Le confessioni di Buscetta L’arresto di Vito Ciancimino (ex sindaco di Palermo): rapporti Stato-Mafia Istituzione del maxiprocesso
Lo smantellamento del pool antimafia la solitudine di Falcone Dopo il maxiprocesso, Caponnetto va in pensione Tutti pensano che il Csm nomini Falcone come successore invece viene eletto Antonino Meli (perché???) Visione vecchia e superata della mafia come accolita di bande (le indagini vengono spezzettate e i giudici del pool divisi) Falcone rimane a Palermo, ma la sua immagine viene screditata e il suo operato ostacolato. Falcone collabora a importanti indagini internazionali con il procuratore di New York, Rudolph Giuliani. Nota bene: Negli USA si chiedono come una mente straordinaria dal punto di vista investigativo come quella di Falcone possa venire messa in secondo piano
FALCONE A ROMA Le difficoltà del Palazzo di Giustizia portano Falcone alle dimissioni Falcone si trasferisce a Roma come Direttore degli affari penali del Ministero di Grazia e Giustizia Principali provvedimenti: Direzione Nazionale Antimafia (Superprocura) 41 bis cioè il carcere duro per i mafiosi Aumenta l’odio della mafia nei confronti degli esponenti del pool.
LA MAFIA HA VINTO? Strage di Capaci (23 maggio 1992) Falcone, moglie e scorta Strage di via D’Amelio (19 luglio 1992) Borsellino e scorta LA MAFIA HA VINTO?
ESEMPIO MORALE E CIVILE E COMPETENZA PROFESSIONALE ARRESTI ILLUSTRI Falcone e Borsellino sono esempi di altissimo valore umano e civile Hanno lasciato ai propri eredi (Grasso, Ingroia, …) gli strumenti d’indagine e legislativi per continuare la lotta Hanno trasmesso un concetto fondamentale: la mafia si può sconfiggere 1993: arresto del Capo dei Capi (Totò Riina) 1996: arresto di Giovanni Brusca (esecutore materiale della strage di Capaci) 2006: arresto di Bernardo Provenzano E continua …. LA MAFIA NON HA VINTO
Proposte di lettura Per i ragazzi Per chi vuole approfondire Luigi Garlando "Per questo mi chiamo Giovanni", editore Bur Andrea Gentile 'Volevo nascere vento' editore Mondadori Antonio Nicaso 'La mafia spegata ai ragazzi' editore Mondadori Francesco D'Adamo 'Falcone e Borsellino' editore Einaudi Gherardo Colombo e Anna Sarfatti 'Educare alla legalità' editore Salani Luigi Garlando 'O' malu, una storia di judo e di camorra' editore Piemme Marco Rizzo 'Mafia spiegata ai bambini' editore Beccogiallo Maria Tronca 'Rosanero' editore La Tartaruga Martina Zaninelli 'Mio padre è un uomo d'onore' editore Specchio Maginco Pina Varriale 'Più forti della mafia' editore Piemme Pina Varriale 'Ragazzi di camorra' editore Piemme Silvana Gandolfi 'Io dentro gli spari' editore Salani Benigno Francesco “La mala setta. Alle origini di mafia e camorra ,1859-1878” Einaudi Corlazzoli Alex “ L’eredità “ Altraeconomia Enrico Deaglio “ Raccolto rosso” Il sagggiatore Giacomo Bendotti “Giovanni Falcone” Becco Giallo Giacomo Di Girolamo “ Cosa grigia : una nuova mafia invisibile all’assalto dell’Italia” Il saggiatore Giampiero Rossi “La regola” Laterza Giulio Cavalli 'Mio padre in una scatola da scarpe' editore Rizzoli Giuseppe Di Lello 'Giudici' editore Sellerio Maria Falcone “ Giovanni Falcone. Un eroe solo” Rizzoli Nando Dalla Chiesa 'Manifesto dell'antimafia' editore Einaudi Nino Di Matteo 'Collusi' editore Bur Salvatore Borsellino 'Il muro dell'omertà' editore Bur Salvatore Lupo, Storia della mafia, Donzelli editore Saverio Lodato “Quarant’anni di mafia. Storia di una guerra infinita “ Rizzoli Walter Molino “ Taci infame : vite di cronisti dal fronte del Sud” Il saggiatore Proposte di lettura
IL METODO FALCONE “La nostra filosofia di giudici palermitani deve essere questa: se l’eroina finisce negli USA … o se questa viene pagata in dollari, a noi non resta che cercare dove finiscano quei dollari … La droga può anche non lasciare tracce, il denaro le lascia sicuramente” Falcone colpisce la mafia al cuore: l’economia Le indagini si basano sugli accertamenti bancari che seguono percorsi tortuosi in Italia e all’estero (superamento del segreto bancario) Processo Spatola Arresto di Vito Ciancimino (rapporto Stato-Mafia) Il sistema ideato da Falcone è oggi riconosciuto e utilizzato a livello internazionale come lo strumento più efficace per combattere la criminalità organizzata Aspre critiche soprattutto da parte degli istituti di credito siciliani: Falcone mette in ginocchio l’economia dell’isola
LE CONFESSIONI DI BUSCETTA Chiamato anche Boss dei due Mondi perché è a capo dell’organizzazione che gestisce il traffico di stupefacenti tra il Sud America, l’Europa, e gli USA. La guerra di mafia che porta al potere i Corleonesi decima la sua famiglia e nel 1983 diventa collaboratore di giustizia e confidente di Falcone. Principali rivelazioni: Cosa Nostra: nome con cui i mafiosi chiamano l’organizzazione Struttura interna della mafia Seconda guerra di mafia e presa del potere dei Corleonesi Rivelazioni sul rapporto mafia- politica
Il MAXIPROCESSO La storia siamo noi