DISTURBO DA DEFICIT DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (ADHD) PROF. MARIO G.L. DE ROSA
Attention Deficit Hyperactivity Disorder (ADHD) E’ presente la triade sintomatologica caratteristica che colpisce il 5% dei giovani: Disattenzione Impulsività Iperattività
DISTURBI SPESSO ASSOCIATI DISTURBO OPPOSITIVO-PROVOCATORIO DISTURBO ESPLOSIVO-DIROMPENTE DISTURBI DELLA CONDOTTA
ADHD Il soggetto non riesce a stare fermo, ha bisogno continuamente di muoversi e parlare interrompendo il discorso dell’Altro. Non è in grado di rimanere attento e concentrato, si distrae frequentemente. Questo «status» condiziona in maniera importante il suo rendimento scolastico e la sua vita di relazione. Spesso viene considerato uno svogliato, di fatto secondo gli studiosi la ADHD è una malattia di cui non si conoscono ancora le cause.
DIAGNOSI (DSM) DEFICIT ATTENTIVI: errori di distrazione, difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti e sul gioco, tendenza a non ascoltare, difficoltà nel seguire le istruzioni, difficoltà di organizzazione, incapacità di concentrarsi a lungo su un compito, tendenza a perdere le cose, facile distraibilità, sbadatezza eccessiva
DIAGNOSI (DSM) IPERATTIVITA’: irrequietezza, difficoltà a rimanere seduto, tendenza a scorazzare e a saltare ovunque, difficoltà a giocare tranquillamente, agisce come se fosse animato da un motorino, parla eccessivamente.
DIAGNOSI (DSM) IMPULSIVITA’ Tendenza ad intervenire rispondendo prima che la domanda sia completata Difficoltà a rispettare il proprio turno Tendenza ad interrompere gli altri e ad essere invadente
DIAGNOSI (DSM) Per fare diagnosi i sintomi devono comparire prima dei 7 anni ed essere presenti da più di 6 mesi e non ci deve essere un quadro di schizofrenia o di autismo. I sintomi devono essere presenti in almeno due contesti: scuola, casa, ambienti esterni Di fatto è possibile fare una diagnosi a partire dai 6 anni.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE Attenzione: i problemi di attenzione e concentrazione sono presenti in altre patologie: nei disturbi psicotici, nell’autismo, nei disturbi d’ansia e affettivi, nel disturbo ossessivo. L’iperattività e l’impulsività sono presenti anche nei disturbi di personalità, nel consumo di sostanze psicoattive, nel disturbo bipolare.
DIAGNOSI (DSM) Si distinguono forme con disattenzione prevalente con almeno 6 sintomi di disattenzione e meno di 6 sintomi di iperattività e impulsività, forme con iperattività e impulsività con almeno 6 sintomi di iperattività e impulsività e meno di 6 sintomi di disattenzione, forme combinate con almeno 6 sintomi di disattenzione e almeno 6 sintomi di impulsività e iperattività
DIAGNOSI ANAMNESI: è la storia di bambini difficili fin da piccoli, anche in età prescolare: attivi e irrequieti, insonni, litigiosi, con scarsa percezione del pericolo. In età scolare si evidenzia la triade diagnostica: deficit dell’attenzione, impulsività e iperattività. Alle elementari si presentano le difficoltà scolastiche, la scarsa autostima, il senso di inadeguatezza associato a difficoltà nelle relazioni sociali. VALUTARE: se c’è dislessia, disortografia, discalculia, il QI, problemi psichiatrici, le funzioni esecutive.
DIAGNOSI: TEST TEST SPECIFICI PER ADHD: CBCL (Achembach, 1991); CONNER’S T e P (Conners, 1997); SCOD-I e SCOD-G (Marzocchi, 2001); ADHD-RS (duPaul, 1998); SNAP-IV (Swanson, 1992; Conners, 2001). DSM 5 ALTRI TEST: test per DSA; Schizophrenia-PL (Kaufman, 1997); Children Depression Inventory (CDI, Kovacs, 1992); WISC-R
EPIDEMIOLOGIA E’ presente nel 5-10% della popolazione scolastica Sono colpiti maggiormente i maschi: M/F = 3/1
CAUSE Non sono chiare Fattori biologici di rischio: evidenze di riduzione di alcune strutture del lobo frontale che di norma è implicato nelle funzioni esecutive (memoria di lavoro, regolazione del comportamento, consapevolezza, attenzione) Presenza di Familiarità anche per dist. antisociale che fa ipotizzare una costellazione genetica Ipotesi dopaminergica
CAUSE Fattori temperamentali di rischio: possono essere riscontrati nei soggetti con ADHD ma non sono patognomonici al 100%. Tra questi la Novelty Seeking, la difficoltà nell’autocontrollo Fattori ambientali di rischio nella madre: alcol, fumo, sostanze psicoattive in gravidanza, il peso < 1,5 kg alla nascita Fattori precipitanti su fattori di rischio: genitori iperstimolanti (internet-multitasking)) e intrusivi, abusi, maltrattamenti
COMORBILITA’ Disturbi specifici dell’apprendimento (15-40%): l’iperattività, la disattenzione e l’impulsività inficiano l’apprendimento. Disturbi della condotta (35-50%) Disturbi d’ansia (25%) Disturbi depressivi (15%) Disturbi del linguaggio ((15-75%) Rischio Dipendenze!!!!!!!!!!!!!
CONSEGUENZE Disturbo della condotta in adolescenza Disturbo antisociale in età adulta Dipendenze Bassa scolarità Ridotto successo professionale
TRATTAMENTO Nei piccoli che frequentano ancora il nido o la scuola materna e presentano i primi sintomi temperamentali si può intervenire potenziando le funzioni attentive e di auto-regolazione, formando e informando in maniera opportuna genitori e insegnanti Nei bambini che frequentano la scuola primaria l’intervento deve prevedere la formazione dei genitori, la formazione del personale scolastico e un intervento individuale di tipo cognitivo-comportamentale col bambino (modello multimodale)
TRATTAMENTO INDIVIDUALE Rispetto allo sviluppo di un auto-controllo dell’impulsività è importante che il soggetto impari a riconoscere le proprie emozioni per poter definire comportamenti alternativi nell’espressione emozionale E’ importante che venga aiutato a sviluppare procedure cognitive utili per affrontare i problemi che gli si presentano: ad esempio all’inizio deve identificare bene il problema e descriverlo, quindi lo si aiuta a sviluppare delle alternative per risolverlo.
TRATTAMENTO CON I GENITORI PARENTAL EDUCATION: spesso i genitori non hanno una conoscenza della malattia del figlio per cui esprimono giudizi inadeguati rispetto al figlio che minano l’armonia familiare e la crescita del giovane. Perciò è importante fornire loro delle informazioni corrette.
TRATTAMENTO CON I GENITORI PARENTAL TRAINING: si lavora con la coppia genitoriale per ristrutturare la loro percezione del figlio alla luce della «parental education». Si analizzano così le loro aspettative come genitori e il loro vissuto di frustrazione rispetto al comportamento del figlio. Si istruiscono inoltre su strategie da tenere col figlio: dare istruzioni semplici e chiare, dare rinforzi positivi e negativi
IL COMPORTAMENTO DELL’INSEGNANTE Il giovane con ADHD mette a dura prova l’armonia della classe e degli insegnanti che spesso non sono ben informati sulla problematica del giovane alunno Il soggetto affetto da ADHD è meno instabile nella prima metà della lezione per cui è bene in questa fase proporgli i compiti che richiedono una maggiore attenzione, mentre nella seconda parte della mattinata tende a destabilizzarsi per cui si possono proporre i compiti meno impegnativi o situazioni maggiormente ludiche
IL COMPORTAMENTO DELL’INSEGNANTE Rispetto ai compiti più impegnativi mettere in preventivo un maggior tempo di esecuzione. Scomporre l’argomento che si propone in micro-unità didattiche
IL COMPORTAMENTO DELL’INSEGNANTE Individuare un compagno di classe come tutor e mediatore con gli altri alunni: deve essere il bambino con cui il piccolo con ADHD ha una maggiore affinità Tutti gli insegnanti devono seguire lo stesso criterio di disciplina verso il giovane. Token economy: rinforzi positivi e negativi che devono essere effettuati ravvicinati rispetto al comportamento problematico del giovane
IL COMPORTAMENTO DELL’INSEGNANTE Spiegare alla persona con ADHD in modo semplice e chiaro cosa può e non può fare e le conseguenti punizioni e ricompense Manifestare un sincero coinvolgimento: chiamarlo per nome.
IL COMPORTAMENTO DELL’INSEGNANTE Il giovane può utilizzare «oggetti anti-stress» come elastici da tendere, portachiavi da far ruotare etcc…. Per allentare la tensione può fare esercizi motori da seduto come sollevarsi con le mani dalla sedia del banco per un tempo stabilito o premere le mani una sull’altra per 10 secondi
IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO La terapia farmacologica è efficace nell’80-90% dei casi Il farmaco più usato è il Metilfenidato (RITALIN) che inibisce la ricaptazione della dopamina. Sono cpr. da 10 mg. Si dà al dosaggio di 0,3-o,6 mg/Kg/die suddiviso in 2-3 somministrazioni. Non si prescrive mai sotto ai 6 anni.
IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO Altri farmaci sono amfetaminici (atomoxetina: nome commerciale Strattera: sono cpr. da 10- 18-25-40 mg. Si prescrive solo sopra i 6 anni al dosaggio di 0,5 mg/Kg/die in una sola somministrazione).
IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO Sia il metilfenidato che l’atomoxetina riducono la disattenzione, l’impulsività e l’iperattività ma devono essere associati a interventi psicoeducativi, inoltre si deve fare una valutazione cardiologica preliminare. Negli USA circa 1,5 milioni di bambini e ragazzini assumono questi farmaci