L’acqua nella media valle del Liri

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L’acqua nella media valle del Liri Liri e Sacco “ ieri ed oggi”

Ciociaria La Ciociaria è una vasta regione geografica del Lazio meridionale, si estende per circa 3.400 kmq ed in larga misura coincide con l'attuale provincia di Frosinone.   Il suo territorio, anticamente abitato dalle popolazioni ausoniche, erniche, volsche e sannite, comprende anche aree limitrofe, quali quelle a ridosso della Via Casilina, l'antica via Latina, delle zone montuose degli Appennini, degli Aurunci, dei Lepini, degli Ernici e degli Ausoni, quelle lungo le valli del Liri e del Sacco fino a giungere al golfo di Gaeta. Chi giunge in Ciociaria, specialmente se a primavera inoltrata, avrà l’impressione di immergersi in un fresco bagno di verde. La Ciociaria, infatti, per gran parte del territorio, è terra ricca d’acque e perciò verde per buona parte dell’anno. Maestosi boschi di faggi, piante resinose, castagni, querce, frassini e carpini ricoprono gran parte delle zone montuose, scrigni preziosi per la flora e la fauna locale, mete ambite dagli appassionati della natura, itinerari tonificanti lontano dal frastuono quotidiano della nostra civiltà.   E’ possibile risalendo sentieri, torrenti e corsi d’acqua disseminati lungo i monti, o attraversando immensi boschi, imbattersi in angoli dalla vegetazione impenetrabile e selvaggia con grotte laghetti e cascate che riportano alla nostra mente paesaggi descritti in fiabe e racconti d’altri tempi. Le montagne che, nella parte più a nord della Ciociaria si presentano maestose ed imponenti, offrono luoghi incantevoli e affascinanti, che appieno meritano il rispetto e l’ammirazione che si riconosce alle vette più belle.  

Nella catena dei Monti Ernici, delimitata dalle valli dei fiumi Liri ad est, Sacco a sud e dall'alto corso dell'Aniene a nord,  sono di sicuro richiamo le vette del Monte del Passeggio (2056 m), ai piedi del quale si estende “Prato di Campoli” un incredibile anfiteatro erboso dall’incantevole fascino e il Monte Pizzodeta (2037 m), meta d’appassionati d’escursionismo alpino. Monti Simbruini, gruppo montuoso al confine tra Lazio e Abruzzo, limitato dall'alta valle del Liri a nord-est, da quella dell'Aniene a sud-ovest e dai Monti Ernici a sud, costituiti da rocce calcaree, culminano nel Monte Contento (2014 m).  Le Mainarde, insieme ai Monti della Meta appendice ciociara del “Parco Nazionale degli Abruzzi”, si   sviluppano fra il Lazio, l’Abruzzo e il Molise. Ricercata dagli appassionati di sport invernali, Prati di Mezzo (Picinisco) è situata ai piedi del Monte Meta che con i suoi 2241 m. svetta tra tutti. Da ricordare per gli appassionati  di sport invernali anche le stazioni sciistiche di Campo Catino e Campo Staffi. I Monti Aurunci, gruppo montuoso della Ciociaria sud-orientale, così chiamato dal nome degli antichi abitatori. Situato a ridosso della costa tirrenica,  è limitato all'interno dalle valli del Liri-Garigliano e del Sacco, ad ovest la piana di Fondi lo separa dai Monti Ausoni, da taluni considerati come la loro naturale prosecuzione. Costituito in massima parte da rocce calcaree, la vetta più importante è il Monte Petrella (1535 m). 

I Monti Lepini, gruppo montuoso dell'antiappennino laziale, allungato tra i Colli Albani, la valle del fiume Sacco, che lo separa dall'Appennino, i Monti Ausoni e l'Agro Pontino. Svetta a 1536 metri il monte Semprevisa. La popolazione, in queste zone, vive in centri raccolti su alture ed è dedita all'agricoltura e alla pastorizia. La Ciociaria offre molte altre attrattive per gli appassionati della natura. E’ di richiamo sicuro l’oasi naturalistica del lago di Posta Fibreno. Sono da ricordare con interesse anche il parco naturale della Selva di Paliano, il lago di Cardito, la pineta di Vallerotonda, il lago di Canterno, il castagneto monumentale di Terelle, le grotte di Pastena e di Collepardo, le cascate del fiume Liri ad Isola del Liri. Paesaggi stupendi si possono ammirare ancora nei vari paesini che conservano intatte tutte le tradizioni e le caratteristiche dei paesi rurali di una volta, arroccati sui colli o sulle asperità ai piedi dei monti della Ciociaria, o  in vicinanza delle valli incantevoli percorse dai fiumi Amaseno, Aniene, Melfa, Rapido, Sacco e Liri. Tra i bacini fluviali merita un cenno tra tutti il fiume Liri, ricordato fin dai tempi più remoti per le sue verdi acque. Il più importante della Ciociaria e tra i più noti dell’Italia centrale, sorge ai piedi del Monte Cappadocia in Abruzzo, e dopo un tortuoso percorso iniziale, dove conserva ancora le caratteristiche d’acque pulite ed incontaminate, riceve nei pressi di Ceprano le acque del fiume Sacco, per poi confluire in prossimità di Cassino nel fiume Gari. Da qui con il nome di Garigliano, prosegue fino a terminare la sua corsa nel Mar Tirreno in prossimità di Minturno.

Verde Liri

Cenni morfologici Lungo la Valle di Nerfa si trova il fiume Liri, uno stretto ruscello che si getta in cascate argentine su un letto roccioso lungo la sinuosità di questa bella valle. Il suo inizio è formato da fantastiche colline delimitanti una profonda gola su un lato della quale si trova il villaggio di Petrella e sull’altra quello di Cappadocia. Le sorgenti del Liri zampillano in numerose distinte fonti dal rapido fianco di una massa conica di roccia calcarea e confluiscono alla sua base in un bacino circolare.

Il Liri ieri La sorgente riceve acqua proveniente da falde idriche contenute nelle brecce calcaree mioceniche affioranti. Le cavernosità diffuse in seno alle brecce consentono un notevole assorbimento delle acque di superficie ed un rapido deflusso sotterraneo delle stesse verso le sorgenti.

Il Liri oggi I fenomeni di inquinamento non sempre corrispondono a quelli di intorbidimento delle acque. Intorno all’880 alle foci del Liri-Garigliano si stanziò una colonia fortificata araba, base di incursioni verso l’interno, distrutta nel 915.

Il Sacco ieri Il fiume Sacco scorre nel Lazio orientale, tra la provincia di Roma e quella di Frosinone, è lungo una ottantina di Km, si getta nel Liri - Garigliano ed insieme arrivano nel Tirreno, segnando il confine tra Lazio e Campania.

Fiume Sacco oggi Nei primi giorni del mese di aprile si scopre che il latte prodotto da bovini ed ovini, in aziende che hanno il pascolo lungo la media valle del fiume, è inquinato dal beta-esaclorocicloesano, un antiparassitario simile al DDT, vietato da anni. Ne sono state trovate concentrazioni fino a 2000 volte la soglia ammessa per legge.(!) I comuni direttamente coinvolti, con aziende chiuse, latte ritirato e distrutto, abbattimento dei capi , sono Colleferro, Segni, Gavignano, Paliano, Morolo, Sgurgola, Supino.

Scandalo Sacco Venticinque povere mucche morte tra atroci sofferenze dopo aver bevuto acqua del torrentello Mola Santa Maria che finisce poi nel già tristemente famoso fiume Sacco nel frusinate. “Si cerca l’autobotte colpevole” titola ”Il Messaggero” in cronaca nazionale. Si ipotizza infatti che da un veicolo cisterna qualcuno abbia riversato nel rio il contenuto di micidiali liquami industriali.

Fine