Il contesto socio-culturale I Temi Le Forme

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Transcript della presentazione:

Il contesto socio-culturale I Temi Le Forme Lo Stilnovo Il contesto socio-culturale I Temi Le Forme

Affermazione della corrente poetica Periodo di massima fioritura: tra il 1280 e il 1310 I luoghi: le città di Bologna e Firenze Retroterra culturale Presenza dell’Università a Bologna Diffusione del genere lirico Contatti con poeti locali in lingua d’oc Accreditamento della tradizione siciliana

Precursore/ fondatore dello Stilnovo Il bolognese GUIDO GUINIZZELLI, ricordato da Dante come “padre mio”, Purg. XXVI, 97-98 Successivamente lo Stilnovo si sviluppa in Toscana, in particolare a Firenze, dove è presente: Una classe dirigente borghese, ricca e raffinata che fa riferimento ad una nuova idea di nobiltà, non più legata alla discendenza, ma basata sulle qualità morali e intellettuali dell’individuo

Origine della denominazione “Stilnovo” È una terzina dantesca: «0 frate, issa vegg’io», diss’elli, «il nodo che ‘l Notaro e Guittone e me ritenne di qua dal dolce stil novo ch’ì’ odo» (Purg. XXIV, 55-57) Dante fa pronunciare queste parole a Bonagiunta Orbicciani, il poeta che per primo aveva avvertito – e contestato polemicamente – il mutamento di maniera nei versi di Guinizzelli (Voi, ch’avete mutata la maniera) La denominazione si impone a partire da De Sanctis alla fine dell’Ottocento

Corrente o Scuola? L’idea che lo Stilnovo sia stato una scuola poetica è attualmente rifiutata da alcuni critici perché: si rilevano radicali diversità tra le esperienze poetiche riunite sotto tale definizione e, in particolare tra quella cavalcantiana e quella dantesca

Motivi ricorrenti La “gentilezza” come nobiltà d’animo (cfr. Guido Guinizzelli, Al cor gentil) nobiltà = propensione naturale al bene, alla perfezione etica, qualità attinente alla sfera spirituale e non più a quella sociale. L’Amore come unico tema Pur vivendo in una realtà comunale ed essendo impegnati attivamente nelle vicende politiche del tempo, gli stilnovisti rifiutano di trattare qualsiasi altro tema che non sia quello amoroso, uniformandosi al modello siciliano L’amore quale oggetto di indagine filosofica Se ne discutono origine e fenomenologia

Centralità della figura femminile La sua funzione è di donare “saluto-salute” È smaterializzata/ stilizzata perché: i suoi attributi fisici sono convenzionali o del tutto assenti le sue azioni sono limitate a: Incedere (passare per via) Dirigere il saluto e lo sguardo è degna di lode per le sue virtù spirituali e non mondane o estetiche

Riflessione sulla natura dell’Amore L’amore è concepito come “accidente” che interessa l’anima sensitiva dell’individuo, cioè la parte irrazionale (pensiero aristotelico averroista) Amore = forza che si impadronisce delle facoltà intellettuali dell’uomo provocando un profondo stato di angoscia (specie in Cavalcanti)

Rapporto contenuto-forma Un passo dantesco (Purg. XXIV, vv. 52-54), rappresenta una vera e propria dichiarazione di poetica: «I’ mi son un che, quando \ Amor mi spira, noto, e a quel modo \ ch’ e’ ditta dentro vo significando»: L’amore fornisce l’impulso a “poetare”

La lingua e lo Stile La frattura rispetto alla tradizione è piuttosto netta La sintassi è piana e lineare La lingua è quella cittadina, parlata dai ceti più colti e raffinati Viene rifiutato il modello di Guittone d’Arezzo e dei suoi seguaci, inclini all’adozione di un lessico oscuro e ricco di provenzalismi e all’uso insistito di figure retoriche

Le strutture compositive Canzone dottrinale Sonetto (anche nella forma del Plazer) ballata

Gli esponenti dello Stilnovo Guido Guinizzelli Guido Cavalcanti Lapo Gianni Cino da Pistoia

Guido Guinizzelli Precursore dello Stilnovo, afferma l’identità di AMORE e COR GENTILE L’amore si origina esclusivamente in un cuore gentile Ogni cuore gentile contiene in sé una naturale predisposizione all’amore Riconosce alla donna la stessa funzione delle intelligenze angeliche in quanto intermediaria tra Dio e l’uomo (avvia il desiderio maschile alla sublimazione, conciliandolo con la legge morale) Libera la metafora dalla sua iniziale funzione decorativa

Guido Guinizzelli: Testi cinque canzoni e quindici sonetti, tramandati direttamente dai grandi canzonieri (i manoscritti che racchiudono le più vaste antologie medievali di poesia lirica) due frammenti di canzone citati dal poeta trecentesco Francesco da Barberino nell’opera Reggimento e costumi di donna. Non è possibile determinare la cronologia dei testi.

Guido Cavalcanti La fama del poeta →già largamente consolidata ll primo poeta fiorentino a risentire delle novità tematiche e stilistiche di Guinizzelli la cui fama fu superata solo da quella di Dante, che fondò proprio sotto il suo magistero il suo personale “stilnovo” Fonti letterarie coeve o di poco posteriori, Dante (nella Vita nuova e in Inf X), Dino Compagni, Giovanni Villani, Boccaccio (Dec., VI, 9), Franco Sacchetti (Trecentonovelle, LXVIII) lo definiscono uomo inquieto e impetuoso, di modi aristocratici e rigorosamente laico, FILOSOFO. La fama del poeta →già largamente consolidata intorno al 1283↓ Dante lo annoverò fra coloro «li quali erano famosi trovatori in quello tempo» (Vita nuova, III, 14-15)

L’amore cavalcantiano come conflitto interiore l’amore sfugge al controllo razionale e assume una potenza devastante nei confronti dell’animo del poeta È esperienza disgregatrice dell’interiorità individuale il poeta la rende attraverso l’immagine dei cosiddetti «spiriti» (o spiritelli), ossia la personificazione delle funzioni vitali dell’io che vagano come realtà a se stanti le passioni (Pietà, Amore, Dolore, Angoscia); le parti del corpo (occhi, cuore, mente ); gli atti (sguardi, voce, sospiri) coinvolti nell’innamoramento sono personificati e agiscono come attori sulla scena = DRAMMATIZZAZIONE dell’AMORE

Rapporti con Dante Dante designò ripetutamente Cavalcanti “lo primo de li miei amici”. In Dante troviamo riprese di concetti e di stilemi cavalcantiani Corrispondenza poetica fra i due amici (cfr. il sonetto dantesco Guido, i’ vorrei che tu e Lapo e io)

Dante stilnovista Sulla poesia cortese il giudizio di Dante è complesso: Essa è da un lato poesia lontana dalla spiritualità quando canta solo l’amore terreno - in tal modo porta Francesca alla dannazione - ; d’altro canto essa è l’espressione letteraria che precede direttamente la poesia moderna La poesia stilnovistica rende attraverso segni ciò che l’amore detta nel cuore: qui sta la differenza con la poesia precedente (Pg. XXIV, 52-54) E’ poesia dolce (Purg. XXIV, 43-62) e leggiadra espressa in volgare( Purg. XXVI, 99, 112) E’ una poesia che esprime una nobilitazione dell’animo attraverso l’amore (Purg. XXVI, 112-114; Purg. XXX, 121-123) a cui il cuor gentile non può sottrarsi (Inf. V, 100-105)

Composizione dell’antinomia amore-religione Guinizzelli aveva intravisto la possibilità di superare il conflitto amore-religione Ma è con Dante che tale dissidio non ha più ragion d’essere