Relatori: dr.ssa Gabriella Vergani, dr. Matteo Mari

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Transcript della presentazione:

Relatori: dr.ssa Gabriella Vergani, dr. Matteo Mari BES Bisogni Educativi Speciali Presupposti teorici e normativa di riferimento Lecco, 28 febbraio 2014 Relatori: dr.ssa Gabriella Vergani, dr. Matteo Mari 1

LA NORMATIVA INCLUSIVA: il percorso 1977: Legge 517 1978: Legge 180 (Legge Basaglia) 1992: Legge 104 1999: DPR n.275 sull’autonomia scolastica 2003: Legge 53 2004: D.lvo 59 2009: Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità 2009: Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (2009) 2010: L. 170/2010 2012: Indicazioni nazionali per il curriculum 2012: Direttiva ministeriale sui BES 2013: Indicazioni operative 2013: “Strumenti di intervento per alunni con BES USR Lombardia”

UNA STRADA VERSO… SI TRATTA DI UN LUNGO PERCORSO CHE HA PORTATO LA SCUOLA ITALIANA VERSO UN CONCETTO SEMPRE PIU’ ARTICOLATO DI INCLUSIONE

DALL’INSERIMENTO ALL’INCLUSIONE

Principi dell’inclusione (C. De Vecchi, 2013)

LA CENTRALITA’ DELLA PERSONA IL CONCETTO CHIAVE E’ LA CENTRALITA’ DELLA PERSONA

UN VIAGGIO … … DENTRO LA NORMATIVA

LEGGE 517/1977 ABOLIZIONE DELLE CLASSI SPECIALI INTRODOTTA LA FIGURA DEL DOCENTE DI SOSTEGNO

LEGGE 104/1992 RIGUARDA TUTTO L’ORIZZONTE DELLA VITA DI UN DISABILE NON E’ ESPRESSAMENTE LEGATA AL CONTESTO SCOLASTICO

DECRETO LEGISLATIVO 297/94 «L'esercizio del diritto all'educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap»

DPR 275/ 8 MARZO 99 AUTONOMIA SCOLASTICA Interventi mirati allo sviluppo della persona umana tenendo conto delle caratteristiche specifiche dei soggetti, al fine di garantire loro il successo formativo. Possibilità di attivare percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo

Convenzione ONU Ratificata dal Parlamento Italiano in data 24 febbraio 2009 (Legge 3 marzo 2009, n. 18) Ratificata dall’Unione Europea in data 23 dicembre 2010 Diritto alla vita indipendente e all’ inclusione nella società  Diritto a un sistema di istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un apprendimento continuo lungo tutto l’arco della vita Diritto al lavoro e all’ occupazione (a potersi mantenere con un lavoro scelto o accettato liberamente)   Diritto alla partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport 

LEGGE 53 del 2003 Diritto di tutti alla personalizzazione dell’insegnamento Piani personalizzati per tutti i singoli alunni Rispetto dei ritmi, delle differenze e dell’identità di ciascuno Cooperazione fra scuola e famiglia

D.lv 59/2004 piani personalizzati LE CARATTERISTICHE: Organizzazione degli argomenti in forme adeguate ai livelli di competenza effettivamente raggiunti Programmazione di attività per successivi stadi di sviluppo Adattabilità e flessibilità

FATICA DELLA «SPECIALE NORMALITÀ»

LINEE GUIDA MIUR (2009) Riconoscimento L. 517/77 e L. 104/92 Riconoscimento della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità (Legge 18/2009) Riconoscimento/assunzione del “modello bio- psico-sociale della disabilità”: “Il modello ICF prende in considerazione i molteplici aspetti della persona, correlando la condizione di salute e il suo contesto, pervenendo così ad una definizione di “disabilità” come ad “una condizione di salute in un ambiente sfavorevole”.

ALCUNE CONSEGUENZE (DALLE LINEE GUIDA MIUR) Tutti possono avere difficoltà di interazione con il contesto Intervenendo sul contesto riduco la disfunzionalità La scuola deve cominciare a tener conto di questo orientamento

CIRCOLARE MIUR DEL 5/6/2010 SULL’ADHD Definire strategie metodologico-didattiche per favorire l’adattamento scolastico e lo sviluppo emotivo e comportamentale del soggetto Continuo rapporto con la famiglia Predisposizione di un contesto didattico adeguato Uso di tecniche educative efficaci come aiuti visivi, introduzione di routine, tempi di lavoro brevi o con piccole pause, gratificazioni immediate, procedure di controllo degli antecedenti e conseguenti.

INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO 2012 Attenzione agli alunni con disabilità o bisogni educativi speciali Utilizzo di adeguate strategie organizzative e didattiche come normale progettazione dell’offerta formativa. Apporto di professionalità specifiche come quelle dei docenti di sostegno e di altri operatori.

Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento: istituti tecnici Secondo ciclo: FINALITÀ EDUCATIVE E COMPITI FORMATIVI DEI DIVERSI LIVELLI DI SCOLARITÀ Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento: istituti tecnici Nessuno deve essere escluso Ognuno deve essere valorizzato Valorizzare le potenzialità di ciascuno Soddisfare le aspettative di crescita e miglioramento Individuare percorsi rispondenti ai bisogni

Diversificare i percorsi formativi in base alle Secondo ciclo: FINALITÀ EDUCATIVE E COMPITI FORMATIVI DEI DIVERSI LIVELLI DI SCOLARITÀ Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento: istituti professionali Diversificare i percorsi formativi in base alle caratteristiche personali degli studenti Ogni studente ha propri tempi e modalità di apprendimento, oltre che attitudini personali e propensioni da sviluppare

Indicazioni per i licei Secondo ciclo: FINALITÀ EDUCATIVE E COMPITI FORMATIVI DEI DIVERSI LIVELLI DI SCOLARITÀ Indicazioni per i licei La validità delle strategie e metodologie adottate è testimoniata non dall’applicazione di qualsivoglia procedura, ma dal successo educativo.

NORME IN MATERIA DI DSA Legge 170 dell’ 8 ottobre 2010 - Norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico Decreto Ministeriale n. 5669 del 12.07.2011 Articolo 5 - Interventi didattici individualizzati e personalizzati (PDP) Linee guida allegate al decreto strumenti compensativi e misure dispensative

DIRETTIVA MINESTERIALE SUI BES COSA SI INTENDE PER BES?

CHI VI RIENTRA TRE SOTTOCATEGORIE Disabilità (L. 104/1992) Disturbi evolutivi specifici Svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale

NON SOLO DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (L.170/2010) MA ANCHE: E QUINDIUINDI NON SOLO DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (L.170/2010) MA ANCHE: Deficit del linguaggio Deficit delle abilità non verbali Deficit della coordinazione motoria Problemi di attenzione e di iperattività Funzionamento intellettivo limite Condizioni di svantaggio socioeconomico e culturale

LE VARIE TIPOLOGIE DI DIFFICOLTA’ GLOBALI E PERVASIVE – come quelle dell’autismo SPECIFICHE come quelle di lettura e scrittura GRAVI LIEVI PERMANENTI TRANSITORIE

QUALI TIPOLOGIE DI INTERVENTO TECNICI – specificati nel PDP o nel PEI in funzione del Progetto di vita INFORMALI – delicatezze, attenzione alla particolare situazione che l’alunno sta vivendo PSICOEDUCATIVI – come nel caso di comportamenti-problema

è lo strumento per eccellenza QUALE STRUMENTO UTILE Necessità di leggere i Bisogni Educativi Speciali in un’ottica di salute globale, in modo olistico e da diverse prospettive Necessità di comprendere gli ambiti di difficoltà e gli ambiti di risorsa ICF è lo strumento per eccellenza

Il concetto di salute che sta alla base del modello ICF SALUTE COME STATO DI COMPLETO BENESSERE FISICO, PSICHICO E SOCIALE, NON SOLO ASSENZA DI MALATTIA O INFERMITA’

LA FILOSOFIA DELL’ICF TEORIA DEI SISTEMI MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE OTTICA OLISTICA CHE CONSIDERA LA GLOBALITA’ DELLA PERSONA SUPERAMENTO DEL MODELLO MEDICO VERSO UN MODELLO SOCIALE INTERAZIONE E RECIPROCITA’ COSTANTE FRA PERSONA E AMBIENTE

ICF

QUANDO SI PARLA DI BES? Quando il soggetto osservato presenta problemi di funzionamento rispetto ad una o più polarità del modello

CONSEGUENZE DELL’ICF Tutti possono avere difficoltà di interazione con il contesto Intervenendo sul contesto si riduce la disfunzionalità La scuola deve cominciare a tener conto di questo orientamento

COSA CLASSIFICA L’ICF? NON CLASSIFICA LE PERSONE MA DESCRIVE LA SITUAZIONE DI CIASCUNA PERSONA SIA CON DISABILITA’ CHE SENZA

LA TERMINOLOGIA ICF ATTIVITA’= esecuzione di un compito PARTECIPAZIONE = coinvolgimento in una situazione di vita LIMITAZIONE DELL’ATTIVITA’ = difficoltà che l’individuo incontra nell’eseguire l’attività RESTRIZIONE DELLA PARTECIPAZIONE = problemi che un individuo sperimenta nel coinvolgimento nelle situazioni di vita

Protocollo d’intesa tra MIUR e Ministero della Salute “tutela del diritto alla salute e del diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disabilità” 12 luglio 2012 Garantire l’integrazione degli interventi per l’affermazione del diritto alla salute e all’istruzione Applicare progressivamente il modello ICF adeguato alla realtà italiana Favorire iniziative di formazione comune e congiunta per operatori di scuola e sanità

QUALI INTERVENTI PER I BES Personalizzazione come previsto dalla Legge 53, ma soprattutto dalla Legge 170 “Presa in carico” da parte di tutti i docenti di classe Percorso individualizzato e personalizzato Possibilità un PDP individuale o di classe

COSA SI CHIEDE AI DOCENTI ESTENDERE A TUTTI GLI STUDENTI IL DIRITTO ALLA PERSONALIZZAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI (L. 53/2003) ANCHE ATTRAVERSO L’UTILIZZO DI MISURE DISPENSATIVE E STRUMENTI COMPENSATIVI PER UNA PRESA IN CARICO COMPLESSIVA ED INCLUSIVA

QUALE ATTEGGIAMENTO MA NON FABBRICARE ALUNNI DIVERSI COGLIERE LE VARIE DIFFICOLTA’ E RISPONDERVI ADEGUATAMENTE

I BISOGNI EDUCATIVI DI TUTTI BISOGNO DI SVILUPPARE COMPETENZE BISOGNO DI APPARTENENZA BISOGNO DI IDENTITA’ BISOGNO DI VALORIZZAZIONE BISOGNO DI ACCETTAZIONE

DOVE GUARDARE Occorre porre attenzione a ciò che ostacola l’apprendimento e la partecipazione alla vita scolastica

COSA COMPORTA LA TRASFORMAZIONE DELLA SCUOLA PER POTER RISPONDERE ALLE ESIGENZE DEGLI ALUNNI

LA DIDATTICA L’inclusione di qualità passa attraverso la riqualificazione della didattica. La didattica quotidiana è sempre speciale nella misura in cui ogni individuo ha dei bisogni speciali

LA DIDATTICA DI QUALITA’

METODOLOGIA DIVERSIFICATA’ Modalità e stili di apprendimento diversi richiedono metodologie didattiche diversificate Mediatori didattici Insegnamento cooperativo Tutoring Didattica laboratoriale Didattica frontale

COME PROCEDERE’ OSSERVARE L’ALUNNO VALUTARE IL SUO FUNZIONAMENTO PREDISPORRE UN PDP

COSA E’ IMPORTANTE OSSERVARE LO STILE COGNITIVO DEGLI ALUNNI I LORO PATTERN COMPORTAMENTALI LE LORO MODALITA’ RELAZIONALI

SU QUALI BASI? VALUTAZIONI CLINICHE RESOCONTI DELLA FAMIGLIA CONSIDERAZIONI DI CARATTERE PSICOPEDAGOGICO E DIDATTICO DEGLI INSEGNANTI STESSI

FINALITA’ DEL PDP ESSERE UNO STRUMENTO DI LAVORO IN ITINERE PER GLI INSEGNANTI DOCUMENTARE ALLE FAMIGLIE LE STRATEGIE DI INTERVENTO SPECIFICARE I LIVELLI ESSENZIALI E IRRINUNCIABILI PER LE COMPETENZE IN USCITA

QUALI TIPOLOGIE DI INTERVENTO INDIVIDUALIZZATO: gli obiettivi sono comuni, si adattano le metodologie tenendo conto delle caratteristiche individuali degli alunni PERSONALIZZATO: gli obiettivi, percorsi, contenuti, metodi e risultati sono diversificati tenendo conto delle potenzialità degli alunni

ESTENSIONE DELLA LEGGE 170 Nel PDP devono essere specificati gli strumenti compensativi che si ritengono utili oltre alle eventuali misure dispensative

INTERVENTI PREVISTI DAL MIUR ATTIVAZIONE PRESSO LE UNIVERSITA’ DI CORSI DI PERFEZIONAMENTO PROFESSIONALE E/O MASTER PER IL PERSONALE DELLA SCUOLA PER LA DIFFUSIONE DI UNA DIDATTICA INCLUSIVA (NON SPECIALE)

E SUL TERRITORIO? RUOLO STRATEGICO SVOLTO DAI CTS NELL’ OFFRIRE ALLE SCUOLE SUPPORTO E CONSULENZA ATTRAVERSO EQUIPE DI DOCENTI FORMATI O CON PARTICOLARI COMPETENZE IN TALE SETTORE

AZIONI DEI SINGOLI ISTITUTI Il GLHI estenderà le proprie competenze alle problematiche relative ai BES Cambierà la propria denominazione in GLI – Gruppo di Lavoro per l’Inclusione

GLI: GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE E’ COSTITUITO DA: Funzioni strumentali Insegnanti per il sostegno Assistenti alla comunicazione e all’autonomia Docenti “disciplinari” Genitori Esperti istituzionali o esterni in regime di convenzione con la scuola

ARTICOLAZIONI DEL GLI SOTTOCOMMISSIONI SPECIFICHE PER: D.A. D.S.A STRANIERI DISAGIO SCOLASTICO

I COMPITI DEL GLI Rilevazione dei BES presenti nella scuola Raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola Elaborazione di una proposta per il PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITA’ che tiene conto di tutte le situazioni BES rilevate nella scuola

IL PIANO ANUALE DELL’INCLUSIVITA’ PAI E’ redatto dal GLI Prevede un’ipotesi di utilizzo globale e funzionale delle risorse per l’incremento del livello di inclusività

IL VALORE DEL PAI Occasione per: Ripensare comportamenti e scelte Individuare punti di forza e di criticità degli interventi di inclusione

I COMPITI DEI CONSIGLI DI CLASSE/TEAM’ Individuare i casi in cui si ritiene sia necessaria un’individualizzazione della didattica sulla base di elementi oggettivi verbalizzando accuratamente Redigere il PDP Redigere il PEI

I COMPITI DEL COLLEGIO DEI DOCENTI Delibera il PAI su proposta del GLI Nel POF esplicita: L’impegno programmatico per l’inclusione I criteri e le procedure di utilizzo funzionale delle risorse professionali L’impegno a partecipare a corsi di formazione e prevenzione a livello territoriale

I RISCHI SOTTESI Rendere adempimento quello che è lavoro condiviso e progettazione mirata Evitare gli automatismi Dare spazio ad una confusa prassi di interventi superficiali

LE RISORSE CIRCOLARE n. 8 del 6 marzo 2013 … L’organico di sostegno e’ assegnato complessivamente alla scuola o a reti di scuole allo scopo costituite, tenendo conto della previsione del numero di tali alunni in ragione della media di un docente ogni due alunni disabili

COSA OCCORRE PER AVERE IL SOSTEGNO Non più solo diagnosi funzionale MA Verbale di accertamento dell’apposita commissione ASL

CERTIFICAZIONI PER ALUNNI CON DSA NORMATIVA REGIONALE DEL 21.11.2012 Modulistica specifica Istituzione elenchi di soggetti autorizzati Processo diagnostico multiprofessionale Basta un’unica firma

CHI FA COSA, COME , QUANDO… SCUOLA FAMIGLIA SERVIZI Interventi precoci identificazione Attività recupero mirato Persistenti difficoltà Comunicazione della scuola alla famiglia Richiesta di valutazione Iter diagnostico Diagnosi Comunicazione alla famiglia che decide Flessibilità didattica – misure dispensative – strumenti compensativi > PDP

IL LAVORO DEL C.d.C.

FUNZIONI E FIGURE DI ISTITUTO La scuola può individuare una o più figure per: Effettuare consulenze Curare il rapporto con gli Enti Territoriali Supportare i C.d.C./ team docenti Raccogliere e aggiornare la documentazione Organizzare momenti di approfondimento/formazione

Grazie a tutti per la cortese attenzione …