LIMITI DEL RATING QUALE ELEMENTO SEGNALATORE DELL'EVENTUALE DEFAULT E LIMITI DELLE TRADIZIONALI ANALISI PROPOSTE DAGLI INTERMEDIARI AI FINI DELLA VALUTAZIONE DI INSOLVENZA Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it Università degli Studi di Parma Dipartimento di Economia
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Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it I rating I rating rappresentano una valutazione del rischio di perdita conseguente all’insolvenza di una controparte, basata su informazioni qualitative e quantitative. In base ai rating i prenditori sono classificati in una tra più classi di rischio creditizio predefinite, contigue e ordinali, indicate con lettere o numeri. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Il rating esterno: finalità I rating possono essere assegnati direttamente dalla banca chiamata a concedere un finanziamento (rating interni) oppure attribuiti da soggetti terzi (rating esterni), al fine di ridurre le asimmetrie informative tra investitore e debitore. EMITTENTE DI UNO STRUMENTO FINANZIARIO DI DEBITO AGENZIE DI RATING Asimmetrie informative INVESTITORE Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Il rating esterno: le classi dei modelli MOODY’S STANDARD & POOR’S SOLVIBILITA’ Aaa AAA Assoluta Aa AA Molto elevata A Elevata Baa BBB Improbabile Ba BB Non adeguata B Nel breve termine Caa CCC Immediata Ca CC Scarsamente probabile C Quasi nulla D Insolvenza Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Il modello di business delle agenzie di rating GRANDI AGENZIE DI RATING INTERNAZIONALI Elevata forza contrattuale: il loro giudizio influenza il costo di ampi volumi di indebitamento; Elevata reputation, indispensabile per rimanere sul mercato; Trasparenza. AGENZIE DI RATING NAZIONALI Specializzate nel rating di piccole e medie imprese; Offerta in outsourcing di acquisizione e analisi di informazione standardizzata pubblica (bilanci); Limitati costi operativi dell’analisi. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Il modello di business delle agenzie di rating I rating emessi dalle agenzie internazionali rispecchiano attese qualitative sull’affidabilità generale di un debitore o di uno specifico prestito obbligazionario. Le condizioni finanziarie richieste per un determinato livello di rating, in uno specifico settore, sono diverse da quelle richieste per lo stesso livello di rating a un emittente appartenente a un altro settore. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Metodologia e criteri di analisi L’approccio metodologico scelto da Standard & Poor’s prevede: La valutazione della posizione attuale e prevedibile dell’azienda nell’ambiente in cui opera (rischio industriale). L’analisi finanziaria vera e propria, finalizzata a valutare la capacità dell’impresa di ripagare i propri debiti e di corrispondere gli interessi in modo puntuale (rischio finanziario). Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Metodologia e criteri di analisi All’interno del rischio industriale vengono esaminati: Il rischio settoriale (prospettive della domanda, ciclo di vita del settore, grado di ciclicità, intensità della concorrenza, minacce e opportunità). La posizione concorrenziale (punti di forza e di debolezza dell’impresa, quota di mercato, grado di diversificazione geografica e settoriale, dimensione, qualità del management). Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Metodologia e criteri di analisi L’analisi del rischio finanziario si basa sulla verifica di: Capacità di reddito della società; Grado di indebitamento; Livello e composizione dei cash flow; Grado di liquidità; Politica finanziaria prospettica. La valutazione del rischio finanziario richiede: la predisposizione del rendiconto finanziario dell’impresa; il calcolo dei principali indici di redditività, liquidità e solidità finanziaria. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Rating esterni e interni Quali differenze esistono tra i rating emessi dalle agenzie specializzate rispetto ai rating interni prodotti dalle banche? Natura dei soggetti oggetto di valutazione; Disponibilità di input informativi; Orizzonte temporale di valutazione; Definizione di default; Costi. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it Natura dei soggetti Le agenzie di rating specializzate presentano come controparti tipiche grandi aziende, in genere quotate sul mercato dei capitali. Una quota rilevante della clientela delle banche italiane è costituita da piccole-medie imprese. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Disponibilità di input informativi Le banche possono contare su una maggiore varietà di input informativi rispetto alle agenzie di rating internazionali. Gli intermediari finanziari possono infatti vantare una maggiore customer proximity e possono valutare il comportamento quotidiano dell’azienda nei confronti del sistema bancario, attraverso l’analisi andamentale. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Rating interni: aree di input quantitative Indicatori dell’equilibrio economico d’azienda Indicatori dell’equilibrio finanziario d’azienda Indicatori dell’equilibrio patrimoniale d’azienda Dati andamentali Dati di Centrale Rischi Variabili macro-economiche Performance settore Rischiosità settoriale Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Rating interni: aree di input qualitative Struttura settore Posizionamento dell’azienda nel settore Diversificazione operativa Assetto proprietario e gruppo appartenenza Storia, aspetti generali di rischio Articolazione organizzativa Qualità management Qualità bilancio Rischio Paese Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
L’orizzonte temporale L’orizzonte previsionale dei rating può risultare pari: a un anno; alla durata del prestito; alla durata della relazione con la banca. Diversi orizzonti temporali di riferimento possono comportare sia una diversa attribuzione del rating iniziale sia un mutamento nel tempo dello stesso. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
L’orizzonte temporale La banca emette in genere rating “point in time”, rivisti con cadenza annuale o, per le posizioni maggiori, anche semestrale. Le agenzie dichiarano di assegnare rating validi “through the cycle”. Il rating non segue le performance di breve periodo, ma traguarda la valutazione del debitore in un orizzonte temporale protratto, comprendente più fasi del ciclo economico settoriale o nazionale. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
La definizione di default Le banche adotteranno nel prossimo futuro una definizione stretta e oggettiva di default. Sarà considerato in default il debitore per il quale si verifichino uno o entrambi i seguenti eventi: La banca considera improbabile che il debitore onori interamente i suoi debiti. Il debitore sia moroso da oltre 90 giorni su una qualunque esposizione (termine portato per l’Italia e per 5 anni a 180 giorni). Più ampia è invece la definizione di default adottata dalle agenzie di rating. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it I costi Gli elevati costi di analisi determinano in banca la presenza di modelli di rating differenti per i singoli segmenti di mercato serviti. I sistemi di rating possono essere fondati su logiche a elevato contenuto “judgmental” oppure possono poggiarsi su tecniche di stima a base empirica. All’interno delle agenzie di rating specializzate, la deliberazione del giudizio spetta sempre a un rating committee. Le valutazioni espresse non derivano da un processo automatico e dall’applicazione di tecniche statistiche. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it I rating e Basilea 2 In Italia l’esigenza di dotarsi di un sistema di rating si manifesta dalla seconda metà degli anni Novanta nelle unità di risk management delle maggiori banche. Un forte impulso allo sviluppo dei sistemi di rating interno è giunto alle banche di minore dimensione dalla revisione dell’Accordo di Basilea. Anche in assenza di tale normativa, le banche non possono sottrarsi all’adozione di sistemi orientati a discriminare il livello del rischio di credito, pena l’assoggettamento ai fenomeni di selezione avversa. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it I rating e Basilea 2 Dalla fine del 2006 le banche dovranno adottare una politica di copertura patrimoniale dei propri rischi di credito, basata sull’affidabilità della controparte. Per le banche vi sono due tipologie di rating utilizzabile alternativamente: Il rating esterno, pubblico, riferito alle imprese sottoposte a rating da agenzie specializzate. Il rating interno, derivante da un sistema di rating aziendale. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it I rating e Basilea 2 Metodo standard Metodo rating interni RISCHIO DI CREDITO Base Avanzato METODO RATING INTERNI: Il Comitato di Basilea riconosce come i rating interni possano incorporare informazioni supplementari, normalmente al di fuori dalla portata delle agenzie. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it I rating e Basilea 2 Basilea 2 richiede che i sistemi di rating utilizzati a fini regolamentari siano quotidianamente utilizzati anche a fini gestionali, per le decisioni individuali di affidamento. I rating vanno istruiti, proposti e deliberati congiuntamente al credito, come da regolamento fidi della banca. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
I rating e l’analisi di fido tradizionale Il processo di assegnazione dei rating può risultare: fondamentale, senza modifiche rilevanti all’attuale sistema di valutazione dei crediti; avanzato, con profonde innovazioni in termini di approccio analitico e statistico adottato. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Applicazioni dei rating in banca Reportistica sulla situazione del portafoglio; pricing dei crediti; collegamento con i sistemi di valutazione delle performance delle unità organizzative e con gli schemi di incentivazione del personale; deleghe di autonomia; accertamento delle condizioni di redditività delle operazioni. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it Conclusioni E’ necessario dichiarare e uniformare la definizione di insolvenza. Problemi rilevanti per le classi intermedie di rating, con giudizi diversi da parte di differenti soggetti. Chiarire l’orizzonte temporale di riferimento. Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it Conclusioni Non sempre esplicitata la metodologia di assegnazione del rating: quale ponderazione e quali variabili utilizzate. I modelli di scoring di bilancio, spesso alla base del rating, hanno notevole grado di spiegazione passata, ma non futura. E ALLORA? Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it Conclusioni Se non dici niente, non ti chiederanno di ripeterlo… J. Bartlett Familiar quotations Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it
Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it Conclusioni GRAZIE! Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it Prof. Claudio Cacciamani claudio.cacciamani@unipr.it