Corso di Antropologia Culturale a.a

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Transcript della presentazione:

Corso di Antropologia Culturale a.a. 2014-2015 LA RICERCA SUL CAMPO L’ANTROPOLOGIA INTERPRETATIVA, L’ANTROPOLOGIA IN ITALIA GIOVEDI 23 OTTOBRE 2014

Dal campo al testo: Clifford Geertz Antropologia interpretativa = uno dei più grandi indirizzi di ricerca contemporanei Critica al metodo “positivista” di un modello unico e universale per spiegare le culture. Critica alla divisione tra etnografia ed antropologia

Approccio più concreto che teorico. Fonti di riferimento: Boas, Benedict, Sapir, particolarismo storico 1973: L’interpretazione di culture: spostamento interesse dal comportamento sociale al simbolo e al significato

“L’esperienza è sempre più complessa della sua rappresentazione” Importanza metodologica della ricerca sul campo, concetto di traduzione delle culture

“coglie la loro visione con il suo vocabolario” 2 Concetto di interpretazione Etnografo = trova risorse nel suo linguaggio/cultura per capire fenomeni altri Ricostruirsce i significati altri con i significati della propria cultura “coglie la loro visione con il suo vocabolario” Interpretazione di culture: l’etnografo deve essere un interprete. Idea che l’interpretazione è sempre frutto di altre interpretazioni (dei nativi, per esempio)

Clifford Geertz e il combattimento dei galli a Bali

Studio dei contadini della penisola dello Yucatan Robert Redfield e Oscar Lewis: come la ricerca sul campo può dare esiti diversi Studio dei contadini della penisola dello Yucatan Lewis (1951) Tepotzlan: luogo pieno di fazioni, antagonismo, violenza Redfield (1930) Tepoztlan: luogo tranquillo e pacifico Cambiamenti avvengono non solo nelle società analizzate, ma anche nel punto di vista dell’antropologo

Il problema dell’oggettività e della soggettività Difficoltà a comprendere totalmente una cultura, perché la visione di un antropologo sarà sempre parziale, così come la visione di un nativo Approccio interpretativo = strumento per fondare negoziazione di significati tra antropologo e nativo

Conclusione: quali osservatori e quali osservati? Informatore = si mette in relazione con osservatore Informatore = non più primitivo, ma in grado di intervenire ed eventualmente modificare la ricerca (es. informatori antropologi) Continuo problema dell’asimmetria dei rapporti tra osservatore e osservato e delle monografie che seguono

L’antropologia in Italia

FOLKLORE ITALIA INGHILTERRA folk = popolo lore = tradizioni termine impiegato per la prima volta nel 1846 indica i fatti culturali e della cultura materiale degli strati popolari delle società complesse indica i fatti culturali degli stadi evolutivi più remoti: i fatti delle tradizioni orali diventa l’equivalente di tradizioni popolari negli ultimi decenni diventa un genere (minore) di musiche e spettacoli, per fini turistici e televisivi in seguito al superamento delle concezioni evoluzionistiche = studio delle tradizioni orali, sia delle società complesse, che di quelle tradizionali

ITALIA dal 1815 all’unificazione interesse verso resti dell’antichità conservati nella tradizione popolare: inchieste su natura di usi, costumi, credenze, superstizioni 2 popolarismo romantico: nozione romantica di popolo, esaltazione autenticità culturale, esaltazione bontà del popolo interesse per la musica e la poesia popolare (N. Tommaseo, C. Nigra) 3

Italia dopo la Prima Guerra Mondiale con la Prima Guerra Mondiale, si scioglie la Società di Etnografia Italiana 1 gli studiosi italiani si occupano prevalentemente di tradizioni popolari: nasce la demologia 2 studia i fatti culturali della cultura materiale e immateriale degli strati popolari delle società complesse

LA SITUAZIONE EUROPEA ED ITALIANA TRA LE DUE GUERRE

TEORIE ANTROPOLOGICHE EMERGENTI IN EUROPA contrasto con concezioni evoluzionistiche (che però sono alla base dei nuovi approcci) affermazione della Scuola Etnologica Francese e del Funzionalismo Britannico sviluppo della teoria diffusionista generale opposizione all’ idea di una ricostruzione cronologica su scala evolutiva e nuova attenzione allo studio dei sistemi: relazioni che legano tra loro parti diverse della società. accento sul metodo sincronico = si studia una società in un dato momento del suo processo evolutivo

figura anomala, non si lega a nessun indirizzo precedente ERNESTO DE MARTINO figura di maggior rilievo nella tradizione italiana di studi demologici figura anomala, non si lega a nessun indirizzo precedente parte da un punto di vista filosofico che domina tra gli anni ‘30 e ‘40: storicismo idealista di Benedetto Croce Tra i suoi scritti: Il mondo magico (1948); Morte e pianto rituale (1958); Sud e Magia (1959); La terra del rimorso (1961); Furore Simbolo Valore (1962); La fine del mondo (1977, postumo).

Ernesto de Martino e La spedizione etnologica in Lucania (1952) Obiettivo spedizione: studiare le sopravvivenze delle “più rozze pratiche di magia” al fine di capirne la struttura

Obiettivo analisi di de Martino: Determinare la struttura delle tecniche magiche, la loro funzione psicologica, il loro perdurare Rapporti tra queste “sopravvivenze” e la forma egemonica di religione

Magia = fascinazione Malocchio, legatura, ostacolo Fascinazione dei bambini Fascinazione del latte materno Fascinazione amorosa e/0 coniugale Precettare il tempo malattia Non riconducibile a cause scientifiche ma solo del “sentirsi agito da”

Le maciare Talvolta concepite come esseri immaginari che “visitano” le vittime di notte (esseri dell’incubo) 1 Talora donne in carne ed ossa che vivono nella comunità e che agiscono per invidia. Curatrici 2 Figure a metà tra proiezioni oniriche ed eventi reali. Similitudini con streghe e con le masche della tradizione piemontese 3

Ipotesi sulla natura degli episodi di fascinazione Le vittime si procurano da sole i segni sul corpo, capelli tagliati, lividi da sole: episodi oniroidi vissuti però come reali Sono i parenti ad effettuare sulle vittime la fascinazione in una rappresentazione ai danni della vittima

Alcune conclusioni elaborate da de Martino Conclusione più “articolata”: Pratiche magiche esistono perché hanno una funzione protettiva “La magia lucana è un insieme di tecniche SOCIALIZZATE e TRADIZIONALIZZATE rivolte a proteggere la presenza dalle crisi di “miseria psicologica” (E. de Martino, 1959) Conclusione più “superficiale”: Lucania è arretrata e le pratiche magiche esistono a causa della sua arretratezza

In conclusione: Magia lucana solo apparentemente combatte le manifestazioni del negativo, ma protegge la presenza individuale 1 Importanza del contesto sociale, mai considerare un fenomeno staccato dal suo contesto 2 3 Importanza rapporto e raccordo con classe/credo dominante