Comunicazione e Mass media

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Transcript della presentazione:

Comunicazione e Mass media

DEFINIZIONE COMUNICAZIONE CANALE messaggio INFORMAZIONE FORMA RICEVENTE EMITTENTE CONTENUTO (INFORMAZIONE) CODIFICA DECODIFICA RISPOSTA COMUNICAZIONE + azione + interazione sociale CONTESTO

FUNZIONI - AZIONI COMUNICATIVE funzione referenziale trasmettiamo informazioni funzione interpersonale o espressiva manifestiamo la nostra relazione verso l’interlocutore, il messaggio ed il contesto ed il nostro stato interiore funzione auto ed eteroregolativa regoliamo le nostre azioni e quelle degli interlocutori, attraverso richieste, ordini, comandi, persuasioni funzione coordinativa delle sequenze interattive gestiamo l’alternanza tra emittente e destinatario funzione meta comunicativa comunichiamo sulla comunicazione

statuto semiotico del segno SEGNALI ANALOGICI VS DIGITALI OGGETTO SIGNIFICATO SIGNIFICAZIONE (relazione segno-significato) traccia segnali analogici il significato si assume per analogia al referente Continui INDICE proiezione diretta del loro significato OGGETTO SIGNIFICATO qualità ICONA presenta delle qualità simili all'oggetto rappresentato comunità SIGNIFICATO (e valore) sociale segnali digitali la relazione tra segno e significato è arbitraria e convenzionale Discreti arbitrio/ convenzione il significato si assume per convenzione ed arbitrarietà rimanda a contesto culturale linguistico di significati più ampio SIMBOLO

Pragmatica della comunicazione Sintassi (questioni relative alla trasmissione dell’informazione: codificazione, canali di comunicazione, rumore, ecc.) Semantica (significato: convenzione semantica) Pragmatica (influenza sul comportamento)

Assiomi della comunicazione (Watzlawich; Beavin; Jackson) È impossibile non comunicare Es. comunicazione ANALOGICA (NON VERBALE) “…le posizioni del corpo, i gesti, l’espressione del viso, le inflessioni della voce, la sequenza il ritmo e la cadenze delle stesse parole, e ogni altra espressione non verbale di cui l’organismo sia capace, come pure i segni di comunicazione immancabilmente presenti in ogni contesto in cui ha luogo un’interazione”

Assiomi della comunicazione (Watzlawich; Beavin; Jackson) 2. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione “Sto solo scherzando” “I clienti che credono che i nostri camerieri sono scortesi dovrebbero vedere il direttore”

Assiomi della comunicazione (Watzlawich; Beavin; Jackson) 3. La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti Es. marito e moglie che litigano Corsa agli armamenti

Assiomi della comunicazione (Watzlawich; Beavin; Jackson) 4. Gli uomini comunicano sia con il modulo digitale (numerico), sia con il modulo analogico. Il linguaggio digitale ha una sintassi complessa e molto efficace, ma manca di una semantica adeguata nel settore della relazione; mentre il linguaggio analogico ha la semantica,ma non ha alcuna sintassi adeguata per definire in un modo che non sia ambiguo la natura delle relazioni

Assiomi della comunicazione (Watzlawich; Beavin; Jackson) 4. Gli uomini comunicano sia con il modulo digitale (numerico), sia con il modulo analogico. Il linguaggio digitale ha una sintassi complessa e molto efficace, ma manca di una semantica adeguata nel settore della relazione; mentre il linguaggio analogico ha la semantica,ma non ha alcuna sintassi adeguata per definire in un modo che non sia ambiguo la natura delle relazioni Es.lacrime di dolore o di gioia

2 approcci di studio MEDIA-CENTRICI: si riconosce autonomia propria all'influenza dei media SOCIO-CENTRICI: considerano i media come emanazione delle forze politiche ed economiche

politica Mass media cultura

2 approcci di studio MEDIA-CENTRICI: si riconosce autonomia propria all'influenza dei media SOCIO-CENTRICI: considerano i media come emanazione delle forze politiche ed economiche

Interazione sociale tramite messaggi (Gerbner)‏ comunicazione Interazione sociale tramite messaggi (Gerbner)‏

Comunicazione di massa Comprendono le istituzioni e le tecniche grazie alle quali gruppi specializzati impiegano strumenti (stampa, tv, radio, film...) per diffondere un contenuto simbolico a pubblici ampi, eterogenei e fortemente dispersi (McQuail)‏

POCHI CASI Macro-sociale (es. comunicazione di massa)‏ istituzionale/aziendale (es. sistema politico, impresa)‏ Tra gruppi e associazioni (es. comunità locale)‏ All'interno del gruppo (es. famiglia)‏ Interpersonale (es: coppia; amici)‏ Intrapersonale (es: conversazione interiore)‏

L'istituzione “mass media” Insieme delle attività e delle organizzazioni mediali, aventi regole formali o informali di funzionamento, all'interno di quadri giuridici e politici imposti dalla società

Caratteristiche dell'istituzione mass media È collocato nella sfera pubblica: tratta materie pubbliche di interesse generale, in particolare questioni su cui si forma un'opinione pubblica Godono di ampia libertà a livello istituzionale, come soggetti economici politici e culturali

Caratteristiche dell'istituzione mass media L'istituzione media è priva di potere, anche se può esercitare una certa influenza e avere determinati effetti La partecipazione all'istituzione media è volontaria, senza vincoli sociali; c'è un forte legame tra uso dei media e distacco dal lavoro, tempo libero

TIPI DI MEDIA - LIBRO - GIORNALE - CINEMA - RADIO/TV - MUSICA REGISTRATA - NUOVI MEDIA

NUOVI MEDIA - INTERNET è un nuovo mezzo di comunicazione di massa? (non ha esistenza concreta come entità legale; non è soggetto a leggi (lo sono gli utenti); la diffusione è ancora limitata; non è chiara la sua diffusione)‏

Il potenziale euristico dell'immagine Vedo l'immagine (input sensoriale)‏ OGGETTIVAZIONE RIFLESSIVITÀ: mi chiedo (o mi chiedono)‏ che cosa rappresenta l'immagine per me CATEGORIZZAZIONE/ SELEZIONE SIGNIFICAZIONE: attribuisco un senso all'immagine INTERPRETAZIONE

2 livelli di significato per l'immagine fotografica: - significato denotativo: si riferisce al contenuto dell'immagine (input sensoriale, oggettivazione)‏ - significato connotativo: processo di significazione/interpretazione

Teorie sui mass media: Lasswell Ispirandosi alla psicologia comportamentista, Lasswell propone la teoria dell’AGO IPODERMICO, nella quale il messaggio persuasivo dei mass media è assimilato ad uno “stimolo” che, se opportunamente predisposto, può indurre nel destinatario una “risposta” nella direzione voluta dalla fonte: ad es. la modificazione di un comportamento elettorale, o d’acquisto.

Tra gli anni ’40 e ’50, la teoria “degli effetti limitati” di Lazarsfeld dimostra che l’influenza dei media non può prescindere dall’influenza del contesto sociale e dalle opinioni pregresse dei fruitori Nella seconda metà degli anni sessanta la crescente diffusione delle comunicazioni di massa, l’indebolimento della dimensione comunitaria e della funzione di mediazione svolta dai gruppi sociali, creano le condizioni per un recupero della nozione di powerful mass media (definizione coniata da Noelle-Neumann)‏

McLuhan: il medium è il messaggio L’espressione sta ad indicare che il vero messaggio che ogni medium trasmette è costituito anche dalla natura del medium stesso. Ogni medium va quindi studiato in base ai criteri strutturali in base ai quali organizza la comunicazione. È la particolare struttura comunicativa di ogni medium che lo rende non neutrale, perché essa suscita negli utenti-spettatori determinati comportamenti e modi di pensare e porta alla formazione di una certa forma mentis

The Medium is the Massage Oggi, le tecnologie della comunicazione – come un tempo gli alfabeti e la carta stampata – esercitano un effetto gravitazionale sulla cognizione umana. McLuhan afferma: “Tutti i media ci investono interamente. Sono talmente penetranti nelle loro conseguenze personali, politiche, economiche, estetiche, psicologiche, morali, etiche e sociali, da non lasciare alcuna parte di noi intatta, vergine, immutata. Il medium è il massaggio. Ogni interpretazione della trasformazione sociale e culturale è impossibile senza una conoscenza del modo in cui i media funzionano da ambienti. Tutti i media sono estensioni di qualche facoltà umana psichica o fisica.”

Il villaggio globale Quello del "villaggio globale" è un ossimoro adottato da McLuhan per indicare come, con l'evoluzione dei mezzi di comunicazione, tramite l'avvento del satellite che ha permesso comunicazioni in tempo reale a grande distanza, il mondo sia diventato piccolo ed abbia assunto di conseguenza i comportamenti tipici di un villaggio.

La scuola di Francoforte Secondo Adorno e Horkheimer le caratteristiche principali dell’industria culturale derivano dal fatto che si impone dall’alto: sono la standardizzazione dei prodotti, la razionalizzazione della distribuzione e l’integrazione dei consumatori nell’ideologia capitalistica. L’inganno di massa: illusione di una cultura libera, limpida, facile ed accessibile a tutti

L’industria culturale è quel complesso di strumenti con cui il sistema sociale veicola un determinato insieme di valori e modelli di comportamento Degradazione del significato intrinseco e della funzione sociale dell’opera d’arte come espressione artisticoculturale I mass media non sono veicoli imparziali: essi non trasmettono, ma sono ideologia, indipendentemente dai contenuti particolari

IL DIVERTIMENTO NELL’INDUSTRIA CULTURALE Il divertimento è una promessa di felicità non mantenuta e sempre differita Il divertimento si trasforma, rispetto al lavoro, da dimensione alternativa a dimensione complementare “Divertirsi significa essere d’accordo”

Habermas e l’opinione pubblica L’industria culturale ha soffocato il dibattito democratico. Lo sviluppo dei mass media e dell’intrattenimento di massa ha limitato la sfera pubblica. L’opinione pubblica non può quindi formarsi liberamente, ma è sottoposta al controllo, alla mistificazione e alla manipolazione

La televisione Come nel resto d’Europa, guardare la tv è la principale attività nel tempo libero, sia per numero di persone che mediamente guardano la televisione nel corso della giornata, sia per tempo mediamente dedicato a tale attività In un giorno medio settimanale la popolazione tra 20 e 64 anni dedica alla tv 1h32’ (1h54’ di domenica).

Impiego del tempo libero (Istat, 2006)‏

Teorie educative: Bernstein Ragazzi di estrazione socio-culturale diversa sviluppano codici linguistici diversi ragazzi delle classi inferiori acquisiscono un codice ristretto , legato all’ambiente culturale di nascita; sono socializzati attraverso ricompense e punizioni e per mezzo della comunicazione dell’esperienza pratica ragazzi delle classi medie acquisiscono un codice elaborato, che permette generalizzazioni e l’espressione di idee astratte

Influenza dei media Flusso della comunicazione a 2 stadi (Katz, Lazarsfeld) Tra emittente e ricevente c’è la mediazione dei contesti di relazione (es. ruolo degli opinion leaders)

Possibili effetti negativi dell’esposizione alla tv nei bambini rappresentazioni deformate del mondo sociale, stereotipizzazioni Concezione edonistica del mondo Aumenti di impulsività e di comportamenti aggressivi

Le immagini violente trasmesse dalla tv possono influenzare il comportamento dei bambini? Clinton: “I nostri bambini sono stati nutriti da una dose quotidiana tossica di violenza. Ed è una cosa che si vende bene. Ora trent’anni di studi hanno mostrato che questo desensibilizza i bambini alla violenza e alle sue conseguenze. Adesso sappiamo che al momento in cui un tipico ragazzo americano raggiunge l’età di 18 anni, ha visto 200mila scene di violenza, 40mila di omicidio”

La violenza in tv influirebbe sul comportamento dei bambini in più modi: de-sensibilizzerebbe i bambini al dolore e alla sofferenza altrui aumenterebbe le loro paure verso il mondo che li circonda renderebbe più probabile un loro comportamento aggressivo e violento verso terzi

CONSEGUENZE Assimilazione di modelli comportamentali impulsivi e  aggressivi ( effetto suggestivo o mimetico)  Desensibilizzazione alla violenza reale  Promozione di una rappresentazione persecutoria della realta' sociale  Valorizzazione del comportamento violento  come mezzo per l' affermazione di se' ( promozione del bullismo)

Variabili che incidono sull’influenza del consumo di tv nei bambini Quantità e selezione del consumo Qualità dei programma Contesti della fruizione Età e caratteristiche individuali Livello socio-cultutale della famiglia Educazione all’uso dei media

Homo videns (Sartori)‏ La televisione (dis)educa e il problema riguarda non solo l’educazione dei bambini, ma anche degli adulti. “La televisione sta producendo una permutazione, una metamorfosi, che investe la natura stessa dell’homo sapiens… la televisione non è soltanto strumento di comunicazione; è anche al tempo stesso paideia” La televisione “sta allevando l’uomo che non legge, la torpidità mentale, il ‘rammolito da video’, l’addetto a vita ai videogames”

Secondo Sartori la violenza in tv e l’influenza che può esercitare nei confronti dei bambini è soltanto una parte del problema. Altrettanto preoccupante è la questione della “politica videoplasmata”, cioè la cattiva (in)formazione che genera un’opinione pubblica di bassa qualità

Gli effetti dei mass media Prima fase (fino anni '30): media onnipotenti Seconda fase (fino anni '60): teoria degli effetti limitati; “la comunicazione di massa non funge in genere da causa necessaria o sufficiente degli effetti sul pubblico, ma agisce semmai attraverso un complesso di fattori intermediari” (Klapper)‏

Gli effetti dei mass media Terza fase (anni '50-'60): avvento della tv; ritorno all'idea dei media potenti (Noelle- Neumann)‏ Quarta fase (dopo la fine degli anni '70): effetti negoziati dei media, o teoria del “costruttivismo sociale”: i media “costruiscono” la realtà selezionando determinati immagini o contenuti; il pubblico costruisce una propria visione della realtà, negoziandola con le costruzioni simboliche offerte dai media

Tipi di effetti Conversione, piccolo cambiamento, rinforzo (Klapper)‏ Reciproco, boomerang, per gli altri (Lang e Lang)‏ Effetti intenzionali, non intenzionali; a breve termine e a lungo termine (Golding)‏

Effetti dei mass media (McQuail)

Effetti sulla socializzazione La teoria del modellamento venne formulata negli anni ’60 dallo psicologo A. Bandura. Egli, partendo dall’osservazione che i mass media presentano moltissime descrizioni della vita sociale, indicò le fasi del processo di modellamento: un singolo membro di un pubblico osserva nel contenuto mediale un modello (una persona) che esplica un certo tipo di azione; l’osservatore si identifica col modello, che ritiene quindi degno di imitazione; l’osservatore riconosce che il comportamento osservato è funzionale, ovvero produce effetti desiderabili, se imitato in una certa situazione; l’individuo ricorda e riproduce il comportamento del modello (risposta) quando si trova in circostanze pertinenti (stimolo); in questo modo, l’individuo trae delle gratificazioni, così il legame stimolo – risposta (suggerita dal modello) è rinforzato positivamente; questo rinforzo aumenta le probabilità che l’individuo dia ripetutamente la medesima risposta a stimoli simili.

L’influenza indiretta e a lungo termine sull’azione collettiva (cioè sulla società) è spiegata dalla teoria delle aspettative sociali, di derivazione sociologica. In breve, essa afferma che i mass media danno delle rappresentazioni affidabili o meno dei modelli consolidati di vita di gruppo, rappresentazioni che in ogni caso diventano l’insieme appreso di aspettative sociali circa il modo in cui ci si aspetta che agiscano i membri dei vari gruppi che compongono la società. Queste aspettative forniscono dunque da un lato delle indicazioni sul comportamento da tenere verso gli altri membri del proprio gruppo, dall’altro delle conoscenze sul comportamento dei membri degli altri gruppi.