Appunti da R. Boudon «Il posto del disordine»

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Pisa 2006: Approfondimenti tematici e metodologici.
Advertisements

Introduzione alla statistica
Il modello organizzativo della scuola: aspetti essenziali
RICERCA - AZIONE Macro-concetto Portatore di
Incontro n. 1 - Significato e scopo della formazione (o educazione?)
La filosofia interroga la fisica
PROCESSI DI RICERCA deduttivo induttivo TEORIA DATI idee
Metodologia come logica della ricerca
CURRICOLO D’ISTITUTO IPOTESI DI LAVORO ZELO BUON PERSICO.
Organizzazione e programmazione
I. Teoria e metodo normale competenza sociale;
A COSA SERVONO LE TEORIE DELLO SVILUPPO
1 Una relazione di autorità è caratterizzata dalla sospensione o cessione di alcuni propri diritti di decisione da parte di un attore e laccettazione delle.
Raccolta dei dati e relazioni tra variabili
Sociologia dei processi culturali Sociologia della cultura
Economia e direzione delle imprese La programmazione: contenuti, processi e tecniche.
Studio della politica turistica
Il processo di apprendimento non è accumulo nella mente di una serie di dati acquisiti a ttivare la partecipazione d dellalunno al processo che rende.
L’organizzazione scientifica del lavoro:
Sociologia della cultura - 3
Approfondimenti del corso di Sociologia della devianza 2008/09 Prof.ssa Anna Maria Leonora Università di Catania Facoltà di Scienze della Formazione.
Lezione di economia e direzione
La ricerca sociale: oggetto e finalità. Cosa imparerete in questa lezione La distinzione tra ricerca e teoria La distinzione tra micro e macro sociologia.
Metodi di ricerca in Psicologia
Progettare una ricerca: approcci e metodologie
La costruzione e lo sviluppo delle competenze a scuola
Quindi possiamo dire che il geologo è uno scienziato
La rivoluzione scientifica
Che cos’è la Psicologia sociale?
L’interpretativismo.
Linterpretativismo. Linterpretativismo - Ontologia: costruttivismo e relativismo. - Epistemologia: non-dualismo e non-oggettività limitato (criterio limite);
La teoria sociologica.
Le teorie sistemiche.
I paradigmi della ricerca sociale
Ricerca quantitativa e ricerca qualitativa. Contenuti della lezione Lapproccio quantitativo Lapproccio quantitativo Lapproccio qualitativo Lapproccio.
Psicologia della GESTALT:
PROSPETTIVA ECOLOGICA
Da Pisa 2003 a Pisa 2006: elementi di valutazione e prospettive Bruno Losito Università di Roma Tre NPM PISA 2006.
1 II problema dellHomo sociologicus come chiave interpretativa delle teorie sociologiche della prima modernità
Lopinione pubblica non esiste (1973) Analisi dell'opinione pubblica 2010/11.
Approccio concertativo
PREMESSE METODOLOGICHE
Un senso di appartenenza alla comunità: un’identità collettiva.
Scienza e scientificità
Il Gruppo di Lavoro.
Metodologia come logica della ricerca
ROVIGO 29 – 30 settembre 2014 Elaborazione di Simulazioni di Seconde Prove relative agli Esami di Stato a conclusione del primo quinquennio.
CAPITOLO 1: INTRODUZIONE ALLA SOCIOLOGIA
Metodologia della ricerca sociale
PERCEZIONE Processo psicologico di creazione di un’immagine interna del mondo esterno.
Alcuni chiarimenti concettuali e metodologici  paradigma, teoria, ipotesi  valutazione monitoraggio assessment (diverso da evaluation) audit benchmarking.
La ricerca-azione nella ricerca psico-sociale Barbara Pojaghi Università di Macerata
Che cos’è la valutazione Come si fa valutazione Diverse impostazioni teoriche, diversi obiettivi, diversi approcci metodologici, diverse tecniche Ruolo.
Docente: Alessia Bertolazzi Ricevimento: Giovedì, ore
Teorie sociologiche: una introduzione
Prof. Barbara Pojaghi Psicologia sociale Prof. Barbara Pojaghi
 INVALSI   Sviluppato da: Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD – OCDE – OCSE)  PISA-Programme for International.
1 “Teoria e metodi della ricerca sociale e organizzativa” Corso di Laurea in Scienze dell’Organizzazione Facoltà di Sociologia Università Milano-Bicocca.
La scienza economica Concetti generali e definizioni
Ragionare per paradigmi
Conoscenze, abilità, competenze
Ecologia dello sviluppo umano
RICERCA QUALITATIVA VS QUANTITATIVA Federico Batini – Giulia Toti
METODI E STRUMENTI DELLA SCIENZA POLITICA
CORSO DI SOCIOLOGIA GENERALE Cos’è la Sociologia Marco Ingrosso.
ISTITUTO PROFESSIONALE SASSETTI-PERUZZI Sede coordinata di Scandicci A.S Classe VA Economia politica Prof.ssa Nicoletta Grossi.
La «bomba» demografica Fonte: M. Livi Bacci, Banca mondiale 1804 = 1 md 1902 = 2 md 1974 = 4 md 2000 = 6 md 2012 = 7 md 1785 : ha inizio la Rivoluzione.
I MODELLI DI SPIEGAZIONE 1. Modelli deterministici unicausali ▼ influenza unidirezionale sul comportamento umano ▼▼ ambiente fattori biologici ambiente.
Caratteristiche distintive dell’approccio contestualista sono:
La comprensione della società – Cap.1 Wallace e Wolf Teoria: paradigma concettuale generale La ricerca sociologica si basa su un modo di osservare le cose.
Transcript della presentazione:

Appunti da R. Boudon «Il posto del disordine» Il mutamento sociale Appunti da R. Boudon «Il posto del disordine»

Alcune grandi teorie del mutamento sociale? Conflitto di classe (Marx) Etica protestante (Weber) Nuclearizzazione della famiglia (Parsons) Espansione dell’istruzione (Breen, Goldthorpe) ……

Cos’è il mutamento sociale? Che cosa deve cambiare? Che cosa causa il mutamento? Che cosa produce il mutamento? Quali conseguenze ne devono derivare?

Una possibile definizione di mutamento sociale: La modificazione di meccanismi della struttura sociale, caratterizzata dal cambiamento di simboli culturali, regole di comportamento, organizzazione sociale o sistemi valoriali. Il mutamento può essere innescato da contatti con altre società (diffusione), cambiamenti ecologici (il cambiamento climatico e la peste nera hanno contribuito alla crisi del feudalesimo nel XIV secolo), cambiamenti tecnologici (Rivoluzione Industriale), cambiamenti demografici (la crescita della popolazione ha innescato flussi migratori e innovazione tecnologica nell’Inghilterra del XVIII secolo), cambiamenti ideologici (etica protestante, marxismo), economici (la catena di montaggio), politici (la rivoluzione francese).

Guardare i fenomeni sociali dal punto di vista dei processi di mutamento significa assumere come centrale la variabile temporale: Che cosa ha fatto sì che il fenomeno sociale X al tempo t1 sia cambiato rispetto al tempo t0? Il processo di mutamento sociale è: Universale  riguarda tutte le società umane Costante  le società umane sono in costante mutamento Limitato  non riguarda mai tutta la società ma solo alcune sue parti

Paradosso dell’azione umana: la società è prodotta dall’azione individuale, ma la stessa azione individuale è prodotta dalla società. Due prospettive teoriche in sociologia: sociologia dell’azione sociologia del sistema sociale Il legame tra azione e struttura è il processo: in questa dimensione processuale l’azione diventa istituzione, che a sua volta incorpora le azioni e ne viene modificata.

Una conoscenza scientificamente fondata dei fenomeni sociali è possibile solo a partire dalle azioni individuali; queste però sono influenzate dai dati macrostrutturali, rispetto ai quali gli attori adottano strategie di adattamento e ottimizzazione in base alla rappresentazione della situazione nella quale compiono azioni.

Il mutamento è il prodotto di un insieme di azioni individuali Il fenomeno M è una funzione M(mi) di un insieme di azioni individuali mi. Queste sono funzioni mi(Si) della struttura Si della situazione nella quale si trovano gli attori sociali. La funzione mi(Si) va interpretata come avente per l’attore i una funzione adattiva alla situazione Si. La struttura Si è una funzione Si(M’) di un insieme M’ di dati macro. Spiegare Mi significa precisare i termini di: M = M {m[S(M’)]} Semplificando: M = MmSM’ Il fenomeno M è una funzione delle azioni m, le quali dipendono dalla situazione S dell’attore, e questa situazione è a sua volta influenzata dai dati macrosociali M’.

Per seguire questo paradigma bisogna: avere un momento fenomenologico (semplificato) che consenta di comprendere il comportamento dell’attore in base alla situazione in cui si trova: si ottiene così m(S); m(S) è essenziale per spiegare M [la struttura]: comprensione e spiegazione sono aspetti legati nell’analisi; è quindi necessario porsi sia al livello m per verificare che i meccanismi psicologici corrispondano a realtà, sia al livello M per verificare che le conseguenze aggregate delle ipotesi micro m siano conformi ai dati dell’osservazione empirica. La domanda è: perché M? laddove M è l’oggetto delle scienze sociali METTERE UN ESEMPIO

Qual è la natura dell’attore? Le scienze sociali non mirano a spiegazioni “psicologiche” Si formulano enunciati microsociologici che: 1. individuano ciò che ha in mente in quel momento ciascun individuo 2. spiegano il fenomeno aggregato in oggetto Necessità di riferirsi ad una nozione di razionalità, in genere di razionalità limitata  spesso le informazioni sono troppo costose. Il momento microsociologico m(S) di un’analisi consiste nell’evidenziare il carattere adattivo di un comportamento o di un tipo di comportamento in rapporto ad una situazione: nella stessa situazione avrei agito nello stesso modo

Quando un insieme di individui effettua un’azione m, ne risulta un effetto di aggregazione M. L’operazione di disaggregazione consiste nel cercare il modello microsociologico responsabile dell’effetto aggregato M. Esempi?

Sovrappopolazione nei PVS come effetto di aggregazione di scelte micro razionali Disuguaglianze scolastiche come e.d.a. dello scarso investimento scolastico dei soggetti svantaggiati Conflitto sociale come effetto delle politiche pubbliche

Il pregiudizio nomologico afferma che obiettivo della ricerca scientifica è la scoperta di enunciati empirici di validità universale (quindi anche delle teorie del mutamento). Quando 2 elementi A e B sono legati da una legge condizionale “se A, B” significa che A induce gli attori coinvolti a comportamenti che per aggregazione producono B  B = MmS (M’, A)

Il problema è che A, in generale, non è né la condizione necessaria né la condizione sufficiente  devono verificarsi anche tutte le condizioni intermedie Gli enunciati sociologici hanno, quasi sempre, una validità locale, la cui frontiera per altro è spesso incerta

Distinzione tra legge e modello: Legge  ha un’applicazione generale «La probabilità di essere povero per un bambino i cui genitori sono a bassa istruzione, che lavorano in modo irregolare, che vive in una famiglia numerosa in un quartiere degradato di Napoli è del 75%» Distinzione tra legge e modello: Legge  ha un’applicazione generale Modello  si applica a situazioni ideali, cioè particolari. Muove dalle condizioni K che, in alcuni casi, consentono di trarre a priori conclusioni su m(S) «Per i nati in Italia tra il 1930 e il 1970 la probabilità di acquisire una posizione sociale superiore a quella del padre è stata dell’80%» Le nostre leggi sono quindi: “se A, qualche volta B”, “se A, in certe condizioni B”. Non leggi ma modelli  regolarità sotto la clausola delle condizioni costanti. Effetti di aggregazione

I parametri (strutturali, istituzionali o congiunturali) che caratterizzano il campo d’azione dell’individuo non determinano direttamente il suo comportamento: forniscono le motivazioni e le ragioni delle azioni È necessario che il mutamento incida sul campo d’azione degli individui, e cioè dipende dal sistema di interdipendenze nel quale si muovono gli attori.

Programma di irrigazione in India, 2 villaggi: uno coinvolto, uno no (p. 135) In seguito ad un mutamento esogeno, alcuni elementi della struttura sono cambiati, altri no: non c’è stato un mutamento completo della struttura. Questi cambiamenti hanno modificato il contesto d’azione degli individui. L’aggregazione dei comportamenti individuali ha modificato la struttura sociale dei 2 villaggi. I cambiamenti non erano tutti prevedibili.

DETERMINISMO BEN TEMPERATO Si vuole che dato lo stato di un sistema in t, questo stato dipende da un insieme di dati, esterni o interni al sistema, in t-1 (determinismo)  problema dell’osservatore onnisciente. È possibile concepire processi sociali elementari totalmente determinati (che danno luogo a situazioni chiuse), sia processi totalmente indeterminati (situazioni aperte). Ma non dimentichiamoci il ruolo del caso!

Non possono esistere teorie generali del mutamento sociale  è possibile trovare nella realtà esempi in grado di confortare qualunque teoria del mutamento sociale Però, anche le teorie del mutamento possono rispondere a criteri di scientificità a condizione che i dati di cui si occupa costituiscano un insieme ben definito  sono di necessità teorie locali e parziali

Teoria formale  non si applica a nessuna situazione reale, non se ne può trarre nessuna previsione; essa è generale non perché può spiegare tutte le situazioni osservabili, ma perché può essere utilizzata per spiegare situazioni molto diverse a condizione di fornirne le opportune precisazioni. Il problema è che spesso molte teorie che andrebbero utilizzate come modelli si pretende che abbiano una validità empirica generale.

Teoria della logica dell’azione collettiva di M. Olson «anche se i membri di un gruppo latente hanno un interesse ad agire in vista di un bene collettivo, essi tendono a non fare niente perché 1) il contributo marginale di ciascuno è irrilevante, 2) se il bene viene prodotto comunque può essere fruito (free riding)» Questa teoria non ci dice nulla sulla realtà, ci fornisce un punto di partenza per analizzare la realtà.

Teoria della logica dell’azione collettiva di M. Olson Perché i lavoratori si iscrivono al sindacato? Perché i cittadini della Val di Susa si mobilitano contro la TAV? La teoria di Olson è formale e metateorica: ci suggerisce quali elementi prendere in considerazione per spiegare un fenomeno di mobilitazione  evitare la trappola del realismo!