Seminario regionale Verona 13 aprile 2007 Maria Piscitelli

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Istituto Statale Istruzione Superiore “E U R O P A” Pomigliano d’Arco
Advertisements

LA SCUOLA DEL FUTURO: “Indicazioni per il nuovo curricolo”
Dagli obiettivi alle competenze
Istituto Comprensivo di Montecarlo Offerta formativa A.S Spunti per un consuntivo e nuove proposte.
Il progetto SAPA - Diffusione
QUADRO DI SINTESI Ministero della Pubblica Istruzione Dipartimento per lIstruzione Direzione Generale per il personale della scuola PROGETTO NAZIONALE.
2°- 4°- 5° Circolo di Piacenza 16 novembre 2007
Incontro formativo del 13 ottobre 2011
AIMC La complessità della valutazione Bruno Losito Università Roma Tre AIMC, Convegno nazionale Firma dAutore Roma, 29 Novembre 2008.
Convegno Nazionale AIMC - Acireale, 19 e 20 marzo 2011
Il progetto SeT nella provincia di Bari:punti di forza e punti di debolezza. A cura della dott.ssa Rosaria Ammaturo.
Università della Calabria
Dai BISOGNI FORMATIVI richiesti dalla Società all OFFERTA FORMATIVA proposta dalla Scuola allAUTONOMIA MENTALE di un soggetto-persona in grado di operare.
Piani di studio personalizzati Percorsi didattici annuali
ambiente educativo di apprendimento
Gli Apprendimenti come si realizzano e cosa producono.
Università della Calabria Corso di laurea: Scienze della Formazione Primaria anno accademico Dr. Mario Malizia TEORIA E METODI DI PROGETTAZIONE.
Presentazione di esperienze di ricerca curricolare Maria Piscitelli.
I MODELLI DIDATTICI DELL’APPRENDIMENTO
Per una pedagogia delle competenze
La costruzione e lo sviluppo delle competenze a scuola
“Umanesimo tecnologico e formazione degli orientatori
INDICAZIONI PER IL CURRICOLO (strumento di lavoro)
LE COMPETENZE E GLI ESITI FORMATIVI PER LIRC NELLA SS 1° E 2°
Processi innovativi 27 novembre 2003
“Le parole della qualità pedagogica” Esiti di un progetto di ricerca
1 Progetto FARE SCUOLA FINALITA E CONTENUTI © ISPEF 2001.
Qualcosa cambia nella scuola ?
Struttura logica del curricolo tra obiettivi, competenze e finalità
COMPETENZE CHIAVE Dottoressa Maria Ieracitano.
Seminario provinciale 15 aprile 2013 Indicazioni Nazionali 2012
Gruppo 4 Formazione docenti Rete 4 A Città di Perugia a.s
Istituto Comprensivo ENZO BIAGI Roma IDENTITA’ E VERTICALITA’
Orientamento e life skills
IL CURRICOLO VERTICALE DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO
Irc e competenze rinnovamento nella continuità
PROGETTAZIONE EDUCATIVA
Progetto di Formazione
Obbligo di istruzione – linee guida Decreto 22 agosto 2007 Decreto 22 agosto 2007 Liceo Ginnasio Statale Mario Cutelli - Catania Collegio Docenti 27/02/08.
Dalle conoscenze … alle padronanze Conoscenze Capacità Contesti Scolastici Padronanza Abilità Competenza Contesti Personali Azioni.
DIDATTICA LABORATORIALE
Educare e insegnare nellintegrazione: quali opportunità ci offrono le flessibilità di sistema in una scuola ormai intesa come comunità di sostegno Rita.
Maria Piscitelli Firenze, 3 dicembre 2010
LEGGERE LE INDICAZIONI PER
Il curricolo Le Unità di apprendimento
Il percorso del gruppo di lavoro - quadro di riferimento culturale e normativo - Brainstorming: parole chiave Autonomia Collegialità Contenuti Metodi Risorse.
Differenziare in ambito matematico
P.E.CU.P. le conoscenze disciplinari e interdisciplinari (il sapere)
CAMMINO PER UN CURRICOLO VERTICALE
Costruire le Competenze nella continuità: curricolo verticale
Progetto Formazione Istituto Comprensivo di Subiaco (RM)
dalle abilità alle competenze
ROVIGO 29 – 30 settembre 2014 Elaborazione di Simulazioni di Seconde Prove relative agli Esami di Stato a conclusione del primo quinquennio.
Dirigente Scolastico Lombardia
Il curricolo ?... Spunti di riflessione.
D.D. Bussoleno (To) VIAGGIO VERSO IL CURRICOLO Temevo il mio ritorno tanto quanto avevo temuto la mia partenza; entrambi appartenevano all’ignoto e all’imprevisto.
Grottaferrata 24 marzo 2015 Esami di Stato a conclusione del primo quinquennio di applicazione delle Indicazioni Nazionali Gestire il cambiamento.
SVILUPPOAPPRENDIMENTO QUALI POSSIBILI CONTAMINAZIONI? PSICOLOGIA NEUROSCIENZE EVENTI PSICHICI MANIFESTAZIONI QUADRO ESISTENZIALE FENOMENOLOGICO L’ATTIVITÁ.
Il CURRICOLO per COMPETENZE
ISTITUTO COMPRENSVO DI ALI’ TERME POF
Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte Direzione Generale IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Maria.
CHE COS’E’ IL CURRICOLO DI ISTITUTO
LA BUSSOLA ORIZZONTE DI SENSO QUALE PERSONA QUALE ALUNNO/BAMBINO QUALE INSEGNANTE QUALE SCUOLA QUALE METODOLOGIA QUALE SAPERE QUALE APPRENDIMENTO.
AZIENDA ULSS 20 DI VERONA LA DISABILITA’ COME RISORSA PER LO SVILUPPO DI COMPETENZE RELAZIONALI, SOCIALI, EMOTIVE L’AZIENDA ULSS PROMUOVE I LABORATORI.
Progetto “Ti accompagno…” Il disagio tra prevenzione e riparazione Circolo Didattico “Michele Coppino”- Torino Relatori: Ins.te Antonella Castagno Ins.te.
Il Tirocinio nel rapporto scuola e università
Scuola delle competenze, alleanza educativa tra genitori e insegnanti Prof.ssa Floriana Falcinelli.
MASTER DSA LUMSA 6 settembre 2012
Istituto Comprensivo Fibonacci Le scuole che lo compongono: - due plessi di scuola dell’infanzia (M. Betti e G. Rodari) - due plessi di scuola primaria.
Trento 16 gennaio Competenza conoscenzeabilitàatteggiamenti.
Transcript della presentazione:

Seminario regionale Verona 13 aprile 2007 Maria Piscitelli La ricerca sul curricolo degli Istituti Comprensivi Progetto MIUR D.D.G. I grado 9/11/1999 prot. n.18616 Seminario regionale Verona 13 aprile 2007 Maria Piscitelli

La ricerca sul curricolo degli Istituti Comprensivi Modalità e criteri per la revisione del curricolo verticale Una testimonianza sull’esperienza dei comprensivi toscani

La ricerca sul curricolo degli Istituti Comprensivi Azioni svolte a livello nazionale 1. Riflessione su alcune tematiche legate alla ricerca (5-8s) 2. Implicazioni della ricerca (9s). 3. Organizzazione della ricerca ( 10-11s)

La ricerca sul curricolo degli Istituti Comprensivi Azioni svolte a livello regionale toscano La realizzazione del progetto di ricerca in Toscana. Ambiti d’intervento ( 12-19s) Condizioni di fattibilità Alcune condizioni di fattibilità (20-21s)

Livello nazionale 1. Riflessione su alcune tematiche legate alla ricerca Il significato di curricolo verticale all’interno dell’Istituto Comprensivo Al di là delle innumerevoli definizioni, proposte dalla letteratura specifica, il Curricolo è la risultante dell’interazione (valoriale, culturale, didattica, pragmatica) tra docente e alunno. Il suo sviluppo va inteso come un processo di ricerca continuo che vede gli insegnanti protagonisti principali. Un curricolo per essere educativamente efficace non deve essere sentito come estraneo e lontano dal discente. “ll posto migliore per programmare un curricolo è quello in cui l’insegnante e l’alunno si incontrano” (Reynolds, Skilbeck, 1976, p.117).

Livello nazionale Il luogo e gli attori della progettazione curricolare La scuola è il luogo privilegiato per progettare il curricolo (cogliere meglio i bisogni formativi che una comunità esprime, leggere in modo più realistico i bisogni conoscitivi dei propri alunni, di stimolare il loro apprendimento in situazione). Ruolo del docente. Si arricchisce di compiti che vanno al di là di quelli tradizionali (rivalutazione del ruolo che all’interno della progettazione curricolare viene esercitato). Questo traguardo può essere raggiunto se si soddisfano alcune condizioni.

Livello nazionale Il rapporto tra istanze nazionali e locali Tuttavia rivendicare un ruolo preminente alla progettualità delle scuole non significa mettere da parte le istanze curricolari nazionali. Queste ultime si prefiggono di costituire le strutture di una cultura comune in grado di sviluppare, mantenere e, se occorre, diffondere una comune identità nazionale.

Livello nazionale Il rapporto tra istanze nazionali e locali Un curricolo deve rispettare le istanze della oggettività scientifica, della universalità etica, della generalizzazione normativa e quelle della integrazione di maggiori e sempre più vaste connessioni non solo tra gli attori della scelta didattica, ma anche tra gli altri aspetti che caratterizzano l’istruzione ( Scurati, 1994. Semeraro, 1988 ).

Livello nazionale 2. Implicazioni della ricerca La selezione e scelta dei contenuti essenziali, attorno ai quali avviare una progressiva articolazione delle conoscenze. L’individuazione di abilità strumentali e procedurali che consentano poi di sviluppare progressivamente strategie di controllo del proprio apprendimento. La messa in luce di atteggiamenti, motivazioni, orientamenti che invitino i ragazzi a diventare responsabili della propria voglia di apprendere.

Livello nazionale la lingua italiana; 3. L’organizzazione della ricerca La ricerca è stata organizzata sugli assi fondamentali di un curricolo “essenziale”: la lingua italiana; il sapere scientifico; l’area antropologica; il sapere matematico. Si considerano le 4 aree disciplinari del progetto (gli attesi curricoli verticali) come la trama sulla quale costruire l’ordito delle scelte curricolari specifiche, perché lo sguardo pedagogico consenta di avvicinarsi all’idea di curricolo inteso come l’intero arco delle esperienze, consapevoli o inconsapevoli, che si verificano nell’ambiente educativo della scuola ( Scurati,1998).

Livello nazionale Obiettivi sottesi ad ogni gruppo Sviluppare alcune indicazioni provenienti dal Documento sui saperi essenziali per la scuola di base (1999); Confrontarsi con il filone di ricerca accademica che affronta il tema del “core curriculum”, cioè degli insegnamenti che sviluppano “ conoscenza generativa” e dai quali non si può prescindere (Cerini, 1988).

Livello regionale toscano La realizzazione del progetto di ricerca in Toscana. Ambiti d’intervento Si è tenuto conto di: riferimenti normativi; esperienze esistenti negli I. C.; documento di orientamento elaborato dal Gruppo Nazionale del progetto.

Livello regionale toscano Ambiti di intervento Si è operato su più ambiti: 1. acquisizione di un linguaggio comune; 2. identificazione dei riferimenti teorici sottesi al curricolo di lingua italiana; 3. ricognizione e valorizzazione delle buone pratiche, accompagnate dalla negoziazione di una gamma di percorsi.

Livello regionale toscano Primo ambito di intervento 1. Acquisizione di un linguaggio comune (Cosa intendiamo per curricolo? Quali requisiti dovrebbe possedere? Cosa significa costruire un curricolo in verticale? Cosa si intende per verticalizzazione? Se indichiamo competenze in uscita a quale concetto di competenza ci riferiamo?)

Livello regionale toscano Costruzione di un lessico più attento alle esigenze formative degli alunni (parole chiave: successo formativo, motivazione, autostima, eterogeneità, responsabilità, autonomia, creatività, imparare a imparare) attribuendo un maggior peso alla conoscenza delle caratteristiche degli allievi (stili, disposizioni, atteggiamenti, comportamenti, interessi, etc.), alla dimensione affettiva, relazionale e ai loro bisogni (curricolo implicito).

Livello regionale toscano Secondo ambito di intervento 2. L’identificazione dei riferimenti teorici sottesi al curricolo di una determinata area, cercando di esplicitare e condividere il quadro di riferimento, relativamente non soltanto al sapere (linguistico, matematico, scientifico, antropologico), ma anche agli approcci psico-pedagogici e comunicativo-relazionali.

Livello regionale toscano Ciò ha indotto a: ragionare intorno ad alcuni orientamenti ricorrenti nella prassi scolastica; interrogarci sulla necessità di mettere in rapporto (nei processi di insegnamento/ apprendimento) gli aspetti cognitivi (conoscenze dichiarative e procedurali) con quelli affettivi- motivazionali (disposizioni, stili,atteggiamenti, comportamenti)?

Livello regionale toscano concordare che un orientamento costruttivo è preferibile ad una didattica unidirezionale, trasmissiva, imitativa e addestrativa. evitare di cadere nel riduzionismo di una concezione di competenza intesa esclusivamente come applicazione di conoscenze e sottolineare anche la dimensione di maturazione e personale che lo sviluppo di ogni competenza comporta. “Lo sviluppo di una competenza implica anche la costruzione nell’allievo del significato di tale competenza”. Si tratta di riuscire a combinare il percorso dello sviluppo della competenza con il percorso personale dell’esperienza di apprendimento.

Livello regionale toscano Terzo ambito di intervento 3. Ricognizione e valorizzazione delle “buone pratiche”, accompagnate, in un contesto di scambio, dalla negoziazione di una gamma di percorsi, dalla sperimentazione di piccoli segmenti e dal monitoraggio, attraverso l’individuazione di descrittori (fattori costitutivi del curricolo, area italiano). Sollecitazione di atteggiamenti consapevoli e metacognitivi rispetto al proprio fare scuola.

Condizioni di fattibilità La costituzione di laboratori di ricerca e sperimentazione permanenti. Presenza accanto al docente, del sapere “esperto” sui vari ambiti che vanno tenuti presenti nella progettazione curricolare. Lo sviluppo del curricolo è, infatti, un’esperienza di selezione-decisione e di collaborazione pluralistica, sia in senso epistemologico che ideologico-valoriale. Investimenti materiali per la creazione delle migliori condizioni possibili sul versante della formazione, dell’aggiornamento, della documentazione.

Condizioni di fattibilità La presenza di dirigenti scolastici sensibili alla tematica e culturalmente attrezzati per far fronte a dinamiche professionali più complesse. Esistenza di un clima positivo all’interno delle singole scuole che affrontano la progettazione curricolare (motivazione, corretto ed efficace circuito comunicativo tra i vari attori, presenza di una buona leadership d’istituto, etc.). La motivazione ed il senso di appartenenza all’istituzione degli insegnanti, consapevoli di partecipare ad un’impresa comune. La passione civile, nel dialogo costante con il territorio e nell’integrazione delle diverse opportunità formative.

Come organizzare la ricerca e la sperimentazione sul curricolo verticale? Gli sviluppi in Toscana L’intervento della Regione e degli Enti locali Regione - nella legge regionale del 2006 si stabilisce che entro il 2010 tutte le scuole di base diventino Istituti Comprensivi.

Come organizzare la ricerca e la sperimentazione sul curricolo verticale? Gli sviluppi in Toscana Provincia Firenze Ha realizzato nel 1999 un importante convegno sugli Istituti Comprensivi a cui hanno partecipato 6-700 persone, da cui è scaturito sia un volume sul curricolo verticale, pubblicato dalla Tecnodid (Idee per il curricolo verticale), attualmente in ristampa, sia l’aiuto ai laboratori di ricerca e sperimentazione attivati nelle scuole, finanziando gli esperti esterni.

Come organizzare la ricerca e la sperimentazione sul curricolo verticale? Gli sviluppi in Toscana Provincia Pisa Nell’arco di alcuni anni ha trasformato in Istituti Comprensivi tutte le scuole della provincia. In questa fase ha proposto alle scuole di avviare una ricerca e sperimentazione sul curricolo verticale con il supporto di esperti esterni finanziati dalla provincia. A conclusione del percorso è stato pubblicato un quaderno delle sperimentazioni effettuate.

La ricerca sul curricolo negli Istituti Comprensivi Riferimenti bibliografici Cerini G. ( 1988), Verticalità, riforme e istituti comprensivi, in “Gli Istituti Comprensivi”, Studi e documenti degli Annali della Pubblica Istruzione, n.83, Roma. Reynolds J., Skilbeck M. (1976), Culture and the classroom, London. Scurati C. (1994), Curricoli, flessibilità e progettazione, anpnotizie, n.6-7-8. Semeraro R. (1988), I saperi in una nuova concezione del curricolo, in “ Gli Istituti Comprensivi”, Studi e documenti degli Annali della Pubblica Istruzione, n. 83- Roma.