Il Dolce Stil Novo AREA BOLOGNESE E TOSCANA

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Transcript della presentazione:

Il Dolce Stil Novo AREA BOLOGNESE E TOSCANA 1280 - 1300 Prof. Luca Manzoni

Dante, Purg., XXIV (golosi): Qui Bonagiunta Orbicciani (che in un sonetto a Guinizzelli aveva accusato la nuova poesia di intellettualismo) dopo uno scambio di battute con Dante dice: “…vegg’io… il nodo che’l Notaro e Guittone e me ritenne di qua dal dolce stil novo ch’i’odo!”

..e ancora (vv.55-60): “Io veggio ben come le vostre penne di retro al dittator sen vanno strette, che delle nostre certo non avenne” DITTATOR = AMORE Il Dolce Stil Novo Nella Firenze comunale della seconda metà del secolo XIII, aperta a rinnovate forme di cultura per molte cause (la caduta degli ideali universalistici, a esempio, e l’affermarsi della nuova borghesia mercantile; i fermenti teorici del pensiero tomista e averroista, o della mistica francescana e platonica; e soprattutto la nuova coscienza individuale in opposizione alla virtù aristocratica), nasce il “Dolce Stil Novo'', un movimento poetico in cui la tradizione cortese medievale viene approfondita secondo originali criteri estetici e tecnici. Contrariamente ai poeti siciliani, i rimatori stilnovistici hanno ognuno un rilevato e nettissimo profilo poetico, che tuttavia non è impossibile descrivere nei confini d'una più ampia recinzione di 'scuola'': comune a tutti è intanto una particolare nobiltà espressiva, una selezione raffinata di parole e di ritmi, quella “voluta ricerca di levità fantastica e di rarefazione spirituale, per cui ogni immagine e ogni parola ci trasportano in un mondo irreale e raffinato”, della quale ha giustamente parlato Sapegno. Anche la polemica opposizione al modello ermetico guittoniano è un dato che, insieme ad una certa esigenza teologico-flosofica, viene espresso da tutti questi poeti, E ancora un altro motivo di incontro è nell'amore concepito come estasi, come turbamento totale dell'anima e dispersione dei sensi della vita. Per quanto riguarda poi tematica amorosa, specialmente considerata dall'angolo visuale del modello provenzale, si può dire che alla donna fa riscontro, nelle rime degli Stilnovisti, una concezione più spiritualizzata (ma anche meno schematica) della donna: ella qui tiene “d'angel sembianza” ed è sostanzialmente figura analogica di Dio, espressione di un vero e proprio ascensionale percorso teologico. La tecnica rappresentativa dei Provenzali e dei Siciliani diventa introspettiva, e il profilo stesso della donna (pur nella sua stilizzazione cortese) si apre a una certa inquietudine conoscitiva, assente nel modello originario. Finalmente va ricordato come alla corte reale, che era lo sfondo immaginario della poesia provenzale e siciliana, si sostituisce qui una corte ideale di spiriti eletti, orgogliosamente uniti intorno a un mito rinnovato dell'aristocrazia intellettuale: con l'evoluzione sociale del Comune infatti, il concetto stesso di gentilezza ha perduto quel significato di “nobiltà di stirpe” che ebbe nella società feudale e mantenne alla Curia federiciana ed ha assunto un significato nuovo di “perfezione morale e spirituale”, fondata sull'”altezza d’ingegno” G. Getto, G. De Rienzo, G. Ficara, R. Tessari; Antologia e storia della letteratura italiana, La scuola, 1981

Gli stilnovisti non si riconoscono in una scuola, perché caratterizzati da elementi personali e originali PUNTI DI COESIONE SONO: l’appartenenza a uno stesso ambito intellettuale la coscienza di costituire un’elite intellettuale la polemica nei confronti del vecchio modo di fare poesia i legami fra loro di amicizia e solidarietà Dante e il Dolce Stil Novo Con questo termine Dante Alighieri indicò, propriamente, la sua poesia, maturata nella canzone “Donne che avete intelletto d'amore”, posta al centro della sua Vita Nuova. Nel Purgatorio Dante introduce un suo colloquio con l'anima del guittoniano Bonaggiunta Orbicciani che gli domanda spiegazioni sulla natura del nuovo stile iniziato con tale canzone; e Dante risponde che la novità del suo stile consiste nel mettersi completamente a disposizione dell'amore, e nello scrivere secondo che esso “ditta dentro”: questo è ciò che né Giacomo da Lentini né Guittone d'Arezzo hanno saputo fare (Purgatorio XXIV, 49 e seg.). E’ una posizione umile e superba insieme : Dante dice che l'armonia e il valore della propria poesia non è invenzione propria, ma docilità e obbedienza alla superiore dettatura (nel senso nostro, e, insieme nel senso di arte retorica) di Amore: le belle rime di Dante non sono tanto sue, quanto di amore stesso (dell'ispirazione poetica come dono divino). Il termine dolce stil nuovo è quindi, qui, usato da Dante per la propria poesia; ma, poiché, poco dopo, incontrando, verso la fine del Purgatorio (XXVI, 97), Guido Guinizelli , Dante lo chiama “il padre / mio e degli altri miei miglior, che mai / rime d'amor usar dolci e leggiadre”, noi posteri abbiamo raggruppato i poeti di questo stile in una sola “famiglia”: Guido Guinizelli , Guido Cavalcanti (ca. 1258-1300), Dante Alighieri (1265-1321), Lapo Gianni (coetaneo di Dante), Gianni Alfani (ca. 1275-1300), Dino Frescobaldi (ca. 1271-1315), Cino Sighibuldi (ca. 1265-1336). Sono tutti fiorentini o almeno toscani, tranne il Guinizelli; ma tra Firenze e Bologna le relazioni erano intense. F. Montanari, M. Puppo; Storia della letteratura italiana, SEI 1980

La scelta della lirica d’amore è segno di eccellenza culturale E’ il genere che nell’età precedente si era segnalato per impegno intellettuale e nobiltà delle elìte Gli stilnovisti sono intellettuali di primo piano (rapporti con l’Università di Bologna) Partecipano alla vita politica delle loro città (rappresentano l’emergente civiltà urbana)

“NOVO” I TEMI Tratti in parte dalla poesia trobadorica e siciliana, ma con fisionomia nuova

Elementi provenzali PERMANENTI: iconografia d’amore; temi come l’amore non corrisposto… RISEMANTIZZATI: termini come “servitore, signore” non più feudali, solo amorosi ASSENTI: termini feudali/cavallereschi, topos primavera, marito, maldicenti...

Siciliani e Stilnovisti AMORE ASSOLUTO, DIO NOVITA’: Amore e poesia = valori assoluti L’amore è strumento di elevazione spirituale Scopo dell’amore non è la sua realizzazione pratica (conquista dell’amata), ma la “continua tensione verso un valore inafferrabile” (Ferroni) CONQUISTA AMOROSA SICILIANI STILNOVISTI

LODE DELLA DONNA > ineffabilità della sua bellezza, scomparsa dei dati fisici APPARIZIONE DELLA DONNA > miracolo (“tenne d’angel sembianza”) SALUTO > non è solo segno di benevolenza, ma causa di salvezza

GENTILEZZA d’animo, non di nascita Superamento della concezione feudale/cortese della poesia amorosa

CARATTERE ASTRATTO DELLA LIRICA STILNOVISTICA Amore purificato da riferimenti autobiografici, con valore conoscitivo Descrizione del processo di affinamento/nobilitazione prodotto dall’amore nel “cuor gentile” dell’amante

Le scelte linguistiche Volgare depurato dai municipalismi Abbandono dei toni aspri e polemici e delle oscurità da trobar clus Ricerca di dolcezza > lessico alto e nobile - regolarità sintattica - melodicità del dettato poetico - compostezza, ordine, proporzione, armonia “DOLCE”

Vere e proprie DICHIARAZIONI DI POETICA sono le CANZONI- MANIFESTO: DANTE, DONNE CH’AVETE INTELLETTO D’AMORE GUIDO GUINIZZELLI, AL COR GENTIL REMPAIRA SEMPRE AMORE GUIDO CAVALCANTI, DONNA ME PREGA

Guido Guinizzelli GUIDO GUINIZZELLI Pg. XXVI, 92 cit. Pg. XI, 97 Cornice VII - Lussuriosi Di Guido Guinizzelli, rimatore bolognese del secolo XIII, non si conoscono con esattezza la data di nascita e la famiglia di origine. L'esiguità dei componimenti suoi rimastici non consente di stabilire un'esatta evoluzione del suo stile. Di certo sappiamo come, partendo da uno stile poetico che si ricollegava all'esperienza della Scuola poetica siciliana ed era ispirato alla poesia di Guittone d'Arezzo, Guido si sia poi staccato da questo modo di poetare con la canzone "Al cor gentil rempaira sempre Amore", preludendo, così, allo stile stilnovistico. Dante, infatti, lo riconosce come "padre / mio e de li altri miei miglior che mai / rime d'amor usar dolci e leggiadre" (Pg. XXVI,97-99) ed apprezza molto la sua poesia, rivolgendosi a Guido, come a Brunetto Latini (Inf.), con il "voi". Pg. XXVI,112-114 ... Li dolci detti vostri, che, quanto durerà l'uso moderno (fino a che durerà l'uso di poetare in volgare) faranno cari ancora i loro incostri. (renderanno preziosi i manoscritti che li contengono)