parlare in pubblico CO.IN.FO. Consorzio Interuniversitario sulla Formazione c/o Università degli Studi di Torino, Via Verdi, 8 – 10124 TORINO tel. 011.6702290/1 Fax 011.8140483 e-mail: coinfo@etabeta.it parlare in pubblico
parlare in pubblico Obiettivo: Sensibilizzare i partecipanti sulle dinamiche della Comunicazione interpersonale e fornire gli strumenti della Comunicazione in pubblico. La comunicazione: spontanea e/o intenzionale I presupposti della comunicazione La comunicazione verbale La comunicazione non verbale La progettazione della comunicazione in pubblico I supporti visivi alla comunicazione La gestione degli imprevisti La gestione degli interventi L’ascolto Obiettivo: Contenuti:
La Comunicazione Spontanea È la comunicazione che trae impulso dalla propria volontà. Deriva infatti dal latino SPONTE, ovvero volontà, impulso. È dunque la modalità “istintiva” che utilizziamo per entrare in contatto con gli altri. E La Comunicazione Intenzionale È la comunicazione propriamente volta, tesa, diretta ad un preciso obiettivo. Deriva infatti dal latino INTÈNDERE, composto da IN verso e TENDERE, ovvero dirigere, volgere i sensi, l’animo, le cure, la mente ad un dato termine. È dunque la modalità “guidata” che mettiamo in pratica per entrare in relazione con gli altri.
I presupposti della comunicazione impossibilità della non-comunicazione meta-comunicazione modalità comunicativa empatia
"non si può non comunicare" IMPOSSIBILITÀ DELLA NON-COMUNICAZIONE "non si può non comunicare" Mi vorrà dire che è stanco? La comunicazione spontanea esiste sempre, ha obiettivi impliciti e dunque ampi margini di interpretazione. La comunicazione intenzionale esiste solo in presenza di un obiettivo esplicito e in assenza di spazi interpretativi. .
noi comunichiamo il contenuto e la nostra relazione META-COMUNICAZIONE noi comunichiamo il contenuto e la nostra relazione con questo contenuto. Il "COME" noi comunichiamo (relazione) è una comunicazione sul "COSA" comunichiamo (contenuto). Se contenuto e relazione sono coerenti, la comunicazione non presenta ostacoli. Se non c’è coerenza tra ciò che viene detto e come viene detto, siamo portati a credere maggiormente alla relazione (COME) che al contenuto (COSA). La comunicazione intenzionale deve essere coerente.
MODALITÀ COMUNICATIVE noi comunichiamo utilizzando una modalità verbale e una modalità non verbale Ti amo Utilizziamo in modo privilegiato: la modalità verbale per comunicare contenuti, la modalità non verbale per comunicare relazioni. La comunicazione verbale è volontaria e sotto il nostro diretto controllo. La comunicazione non verbale è spontanea e sfugge in buona parte al nostro controllo. .
L’empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, dimostriamo empatia, se comunichiamo all'altro la nostra volontà di comprendere il suo punto di vista Ho ragione io!! No, Io! No,Io! L’empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, e comprendere meglio il suo punto di vista. Riconoscere unicamente il proprio punto di vista significa solo “comunicare se stessi” e non comunicare con gli altri.
La comunicazione verbale ACCESSIBILITÀ Scelta dei termini Semplicità PERTINENZA Logicità Contestualità CHIAREZZA Sequenzialità Essenzialità ADATTIVITÀ Scelta dei contenuti Reciprocità FEEDBACK Disponibilità Tempestività SIGNIFICATIVITÀ Importanza Innovatività
La comunicazione non verbale Un individuo entra nel nostro spazio visivo e si muove verso di noi… …notiamo il suo atteggiamento … …lo guardiamo in volto… …ci concentriamo sugli occhi… …ascoltiamo la sua voce… …vediamo i suoi gesti… …osserviamo i suoi simboli.
La comunicazione non verbale 1 LA POSIZIONE DEL CORPO NELLO SPAZIO 2 L’ATTEGGIAMENTO 3 IL VOLTO 4 LO SGUARDO 5 LA VOCE 6 LA GESTUALITÀ 7 I SIMBOLI
COMUNICAZIONE NON VERBALE 1 LA POSIZIONE DEL CORPO NELLO SPAZIO GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE 1 LA POSIZIONE DEL CORPO NELLO SPAZIO MOVIMENTI DISTANZA CON GLI OGGETTI GESTIONE DELLO SPAZIO ORIENTAMENTO SPAZIALE forniscono informazioni sulla relazione dell’individuo rispetto allo spazio in cui si muove
COMUNICAZIONE NON VERBALE GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE 2 L’ATTEGGIAMENTO POSTURA DISTANZA INTERPERSONALE ORIENTAMENTO PERSONALE forniscono informazioni sulla relazione che l’individuo ha con se stesso nella relazione con gli altri
COMUNICAZIONE NON VERBALE GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE 3 IL VOLTO CONFORMAZIONE DEL VOLTO COLORE DELLA PELLE ESPRESSIONE DEL VISO forniscono informazioni sulla relazione dell’individuo rispetto alla situazione emotiva
COMUNICAZIONE NON VERBALE GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE 4 LO SGUARDO DIREZIONE DURATA INTENSITÀ COINVOLGIMENTO forniscono informazioni sulla relazione che l’individuo intrattiene gli altri Per farsi capire dalle persone, bisogna parlare prima di tutto ai loro occhi. Napoleone
COMUNICAZIONE NON VERBALE GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE 5 LA VOCE TONO INTENSITÀ DELLA VOCE TIMBRO contribuiscono a identificare le modalità che l’individuo utilizza nell’entrare in relazione con gli altri RITMO PAUSE SILENZI INTERRUZIONI ESITAZIONI contribuiscono a identificare le modalità con cui l’individuo lascia che gli altri entrino in relazione con lui
COMUNICAZIONE NON VERBALE GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE 6 LA GESTUALITÀ BRACCIA GAMBE MANI PIEDI VISO INTENSITÀ COERENZA INVASIVITÀ forniscono informazioni sulla relazione che l’individuo intrattiene con la dimensione emotiva dei contenuti della sua comunicazione
COMUNICAZIONE NON VERBALE GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE 7 I SIMBOLI ABBIGLIAMENTO ORNAMENTI ACCONCIATURA OGGETTI ASPETTO ESTERIORE forniscono informazioni sulla relazione che l’individuo ha con l’immagine di sé
La progettazione della comunicazione in pubblico PREPARAZIONE (controllo) Profilo del pubblico Contenuto Preparazione psicologica APERTURA (decollo) Presentazione del relatore Presentazione del pubblico Presentazione dell’intervento Presentazione delle modalità dell’intervento CORPO (volo) Obiettivo Contenuti CHIUSURA (atterraggio) Conclusione Dibattito
PREPARAZIONE A. PROFILO DEL PUBBLICO: Informazioni significative sul pubblico Conoscenza delle condizioni di contesto Livelli di interesse e di significatività della comunicazione per il pubblico CONTENUTI: Copione Scaletta Mappa mentale PREPERAZIONE PSICOLOGICA Consapevolezza Autocritica Empatia
APERTURA B.1. PRESENTAZIONE del relatore: Nome e Cognome Professione e Organizzazione di appartenenza Competenza professionale sulla materia Qualcosa da ricordare… Variante di contesto PRESENTAZIONE dei partecipanti: Nome e Cognome Professione e Organizzazione di appartenenza Competenza professionale sulla materia Aspettative Qualcosa da ricordare…
APERTURA B.2. Presentare l’INTERVENTO: Titolo Obiettivi Articolazione dell’intervento Variante di contesto Descrivere gli OBIETTIVI tenendo in considerazione (contratto psicologico): Obiettive e aspettative della committenza Aspettative dei partecipanti Proposta comunicativa Variante di contesto Presentare le MODALITÀ DELL’INTERVENTO: Tempi Aspetti logistici Metodologie didattiche Gestione delle domande
CORPO C. Esporre i CONTENUTI attraverso una modalità: Deduttiva Induttiva Per problemi Storico-sequenziale
modalità deduttiva 1. PREMESSA PRINCIPI GENERALI SVILUPPO ARGOMENTI CONSEGUENZE PRATICHE/ESEMPI
modalità induttiva 2. CASO PARTICOLARE RIFLESSIONI CONCETTI CONSEGUENZE
PERCHÉ È IMPORTANTE PARLARNE modalità per problemi 3. DOMANDE SIGNIFICATIVE PERCHÉ È IMPORTANTE PARLARNE SOLUZIONI E CONCETTI CONCLUSIONI E CONSEGUENZE
modalità storico-sequenziale 4. Consiste nel ripercorrere o ricostruire: le tappe storiche l’iter procedurale il processo tecnico FASE 1 FASE 2 FASE 3 FASE 4
CHIUSURA D. Giungere ad una CONCLUSIONE: Sintetizzare i contenuti presentati Ribadire i messaggi chiave Presentare gli sviluppi Variante di contesto Gestire il DIBATTITO: Progettare spazi di intervento Rispondere alle domande
La progettazione della comunicazione in pubblico Domande di controllo RELATORE Come devo presentarmi? Come posso stimolare interesse? Cosa mi aspetto dai partecipanti? Quali sono i tempi a disposizione? PARTECIPANTI Chi sono i miei interlocutori? Cosa può interessare loro della mia comunicazione? Quanto sono interessati al dettaglio? Quali sono le loro motivazioni sul tema trattato? Qual è la conoscenza pregressa dell’uditorio sull’argomento? Quali premesse e informazioni di base devo fornire loro per facilitare la comprensione della mia comunicazione?
La progettazione della comunicazione in pubblico Domande di controllo DURANTE L’APERTURA, COME POSSO …: Costruire la mia credibilità ? Catturare l’interesse della platea ? Sintonizzarmi sulla loro stessa lunghezza d’onda ? Mettere a proprio agio il pubblico? DURANTE L’APERTURA, COME POSSO “ROMPERE IL GHIACCIO”? Con una domanda? Con una storia o citazione? Stimolando la curiosità? Con un “giro di tavolo”?
I supporti visivi alla comunicazione Dimmi e io dimentico! Insegnami e io ricordo! Fammi partecipe e io apprendo! Benjamin Franklin I supporti visivi nella comunicazione servono per: MIGLIORARE L’ATTENZIONE SEMPLIFICARE IL MESSAGGIO CONSENTIRE LA COMPRENSIONE FAVORIRE LA MEMORIZZAZIONE FACILITARE L’APPRENDIMENTO
I supporti visivi alla comunicazione NOI STESSI OGGETTI FILMATI LAVAGNA A FOGLI MOBILI LAVAGNA LUMINOSA PROIETTORE ALCUNE REGOLE: VERIFICARNE PREVENTIVAMENTE IL FUNZIONAMENTO UTILIZZARE UN SUPPORTO ALLA VOLTA CONSIDERARLI SOLO DEI SUPPORTI !
I supporti visivi alla comunicazione I LUCIDI che vengono proiettati con la lavagna luminosa o con il proiettore devono essere: SCHEMATICI SEMPLICI COLORATI LEGGIBILI CON IMMAGINI CON TITOLO
LA GESTIONE DEGLI IMPREVISTI La gestione di episodi di: DISATTENZIONE INTERRUZIONE PROVOCAZIONE CONFLITTO Ogni episodio imprevisto richiede di metterci dal punto di vista dei partecipanti e di focalizzarci meglio sui loro bisogni.
LA GESTIONE DEGLI INTERVENTI GLI INTERVENTI DEL PUBBLICO DEVONO ESSERE: STIMOLATI (se non ne vengono fatti) GESTITI (se ne vengono fatti troppi) CONTENUTI (se vengono monopolizzati solo da qualcuno) GENERALIZZATI (se troppo personali) CONTESTUALIZZATI (se troppo generali) RIFORMULATI (se poco chiari)
L'ASCOLTO ASCOLTARE È COMUNICARE ALL’INTERLOCUTORE LA NOSTRA INTENZIONE A CAPIRE E COMPRENDERE PRIMA DI FORMULARE UNA RISPOSTA.
È possibile attraverso: L'ASCOLTO È possibile attraverso: OSSERVAZIONE UTILIZZO DI DOMANDE RICAPITOLAZIONE RIFORMULAZIONE
NON BISOGNA FERMARSI ALLE PAROLE, L'ASCOLTO OSSERVAZIONE NON BISOGNA FERMARSI ALLE PAROLE, MA È NECESSARIO DEDICARE ATTENZIONE ANCHE AI COMPORTAMENTI CHE ESPRIMONO EMOZIONI, ATTEGGIAMENTI, INTENZIONI COME TONO DI VOCE, SILENZI-ASSENZI, GESTUALITÀ-POSTURA, SGUARDO, ESPRESSIONI MIMICHE
L'ASCOLTO UTILIZZO DI DOMANDE LE DOMANDE SONO IL MODO PIÙ DIRETTO PER: COINVOLGERE CHIARIRE APPROFONDIRE CONFRONTARE ENTRARE IN SINTONIA
L'ASCOLTO RIFORMULAZIONE CONSISTE NEL: RIPROPORRE CIÒ CHE È STATO DETTO USANDO PAROLE E CONCETTI DIVERSI O ESEMPI DI SITUAZIONI DIVERSE. RIPRENDERE L’INTERVENTO DELL’ALTRO COLLEGANDOLO A SITUAZIONI COMPARABILI O A INTERVENTI PRECEDENTI. DEDURRE E TRARRE CONSEGUENZE LOGICHE CHE AGGIUNGONO VALORE A QUANTO GIÀ DETTO.
L'ASCOLTO RICAPITOLAZIONE CONSISTE NEL RIBADIRE O SINTETIZZARE I PUNTI ESSENZIALI DELLA COMUNICAZIONE PER IMPRIMERE MAGGIORMENTE NEL RICORDO LE PRIORITÀ.
IPSE DIXIT L'arte oratoria “IL SEGRETO DELL’ARTE DI ESPRIMERSI CONSISTE NEL DIRE LA STESSA COSA TRE VOLTE: SI DICE CHE LA SI DIRÀ, LA SI DICE, SI DICE CHE LA SI È DETTA” GUITTON “L’ARTE VIVE SEMPRE CON LA CONVENIENZA. BISOGNA QUINDI CONOSCERE BENE SE STESSI E, PER DECIDERE LA PROPRIA AZIONE, REGOLARSI NON SUI PRINCIPI GENERALI, BENSÌ SULLE DISPOSIZIONI NATURALI” QUINTILIANO
le emozioni che volevo comunicare” IPSE DIXIT Emozioni “Non ho mai cercato di ispirare agli altri dolore, pietà, invidia o rancore senza che io stesso, giunto il momento di colpirli, sentissi vivamente le emozioni che volevo comunicare” Cicerone “Quando si parla, senza una profonda partecipazione d’amore, quel che si dice non merita di essere riferito” Goethe “A mio parere un oratore, sia pur eccellente, dotato di una eloquenza duttile ed elegante, se non è emozionato ed un po’ intimorito al momento dell’esordio, è uno sfacciato o poco meno”” Cicerone