Seminario di presentazione dei lavori del progetto di ricerca

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Seminario di presentazione dei lavori del progetto di ricerca sulle infrastrutture Regolazione decentrata e servizio concentrato: le ferrovie regionali viaggiano su un binario stretto? SPUNTI DI INDAGINE Giorgio Stagni Perugia, S.A.Di.Ba., 15.10.2010

Una ferrovia eco-compatibile Perché ci occupiamo di ferrovia e di trasporto regionale? Semplicemente perché la ferrovia è “di più” : più ecologica, più utile, più globalmente efficiente per i suoi utenti e per i cittadini.

Una riforma a metà Nel 2000 i servizi regionali sono “spacchettati” alle Regioni. Dal 2001 i contratti di servizio sono stipulati tra Regioni e Trenitalia. Le Regioni a statuto ordinario si dividono una torta di 1222 M€/anno, che resta immutata fino al 2008. I bilanci regionali non aggiungono alcuna risorsa propria, salvo le eccezioni di Toscana, Lombardia e pochi altri casi minori. Il framework normativo non è stato pensato per una ferrovia “in divenire” e solo poche Regioni (Toscana, Lombardia, Alto Adige) provano realmente a programmare i servizi. Teoricamente i servizi andrebbero messi a gara, ma nessuno risolve la questione del materiale rotabile. Nel 2009, con tre leggi – il cosiddetto pacchetto del monopolista – lo Stato assicura a Trenitalia risorse non destinabili a nessun altro concorrente (L 2/2009), contratti da 6 anni (L 33/2009) e la cancellazione dell’obbligatorietà della gara (L 99/2009). A margine, tra le Regioni a statuto speciale, solo Trento, Bolzano e Friuli nel 2008/09 hanno ricevuto le competenze ferroviarie. Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta per ora le hanno rifiutate.

Precariato ferroviario La scadenza per la messa a gara dei servizi è fissata via via al 31 dicembre 2003, 2004, 2005 e 2007. Il mancato adeguamento delle risorse statali, l’orizzonte della messa a gara e il modesto apporto dei bilanci regionali contribuiscono a impoverire (drammaticamente) i bilanci Trenitalia. Trenitalia attua un progressivo deterioramento dei servizi regionali più remunerativi (in particolare gli Interregionali a fine 2005) impoverendo il sistema sussidiato, a vantaggio di quello a lunga percorrenza. A fine 2007 Trenitalia rivendica più risorse, introducendo un nuovo prezziario obbligatorio, il cosiddetto Catalogo. Per tutto il 2008, si vive sotto la minaccia concreta dei tagli al servizio, fino all’arrivo dei 480 M€ della L 2/2009. Nel 2009, ad una ad una, tutte le regioni accettano di firmare il contratto a catalogo. A metà 2010 il D.L. 78/2010 taglia 4000 M€ alle Regioni (ma in una maniera a tutt’oggi non quantificabile analiticamente) e riporta la scure dei tagli su tutto il TPL.

Due pesi e due misure /1 Negli ultimi 5 anni, il prezzo dei treni AV è cresciuto fino al 91%. Nel medesimo periodo le tariffe regionali, nei casi più fortunati, sono state solo adeguate all’inflazione. 89 € per fare Milano-Roma corrispondono a 15,7 cent€ a viaggiatore·km 4,20 € per fare Milano-Bergamo corrispondono a 7,9 cent€ a viaggiatore·km (e appena 2,8 cent€ se con abbonamento)

Due pesi e due misure /2 I “viaggiatori necessari” sono quelli che permettono di coprire un costo di 15 €/km (“break even”). Nel caso con sussidio, la quota di costo da coprire è stata ipotizzata di 6 €/km. Gli introiti a viaggiatore·km dell’Eurostar sono fino a 7 volte maggiori di quelli di un abbonamento regionale. La rigida separazione dei due mercati impedisce che la ricchezza dell’uno vada a compensare l’intrinseca povertà dell’altro. Se per scelta politica, le tariffe regionali sono “intoccabili”, questo non può che generare una necessità sempre maggiore di sussidio pubblico. Ma poi arrivano i tagli della Finanziaria...

Perché costruiamo binari? In Svizzera il progetto di potenziamento ferroviario viene presentato mostrando i “nodi di corrispondenza” che permette di creare. In Italia il progetto viene presentato perché... appartiene al “corridoio Lisbona-Kiev”. Tutti i viaggiatori ne saranno sicuramente interessati...

Il binario stretto La ferrovia è un sistema estremamente vincolato, molto più degli altri vettori già liberalizzati, come quello aereo. L’assenza di competizione non è legata solo a strategie protezionistiche del monopolista, ma anche alla natura intrinseca del sistema ferroviario. In ferrovia, se non si pongono regole di utilizzo e ripartizione della capacità, “il primo che arriva fa quello che vuole, il secondo si adatta, il terzo resta fuori”. Le doverose questioni economiche non possono far dimenticare (e anzi dovrebbero enfatizzare!) le regole tecniche di progettazione del servizio, senza le quali l’ “entropia” del sistema non può che aumentare.

Una ferrovia per tutti La ferrovia non funziona “da sola”. Funziona se si rispettano alcune regole: regole di progettazione degli orari (cadenzamento, simmetria, ...) livelli minimi di servizio (sotto i quali, tanto vale chiuderla) livelli minimi di prestazione (velocità commerciale e frequenza) servizio - ferro - cemento (in quest’ordine, non nell’ordine opposto!) sinergia di rete; vendita di un unico sistema (e non antagonismo tra sistemi di trasporto pubblico in competizione fra loro) reale competitività verso il concorrente-automobile (e non tra ferrovia e ferrovia) In questo modo la ferrovia è realmente un bene per tutti.

Una soluzione: il sistema ordinato “Mettere ordine nel servizio” “A ciascuno il suo treno” “Linee chiamate per nome” Un numero per ogni linea: lo stesso percorso, la stessa frequenza, le stesse fermate

Grazie dell’attenzione e... buon viaggio! Per saperne di più: www.miol.it/stagniweb