SUL CAPITALISMO ITALIANO

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Strategie di prezzo e qualità delle esportazioni italiane: i settori tessile-abbigliamento, calzature e gioielleria Giorgia Giovannetti Dirigente Area.
Advertisements

Lindustria alimentare cresce anche in una difficile situazione congiunturale Guido Pellegrini- Università di Bologna Il punto sul settore alimentare:
La situazione economica della Toscana nel 2006 La ripresa dell'industria fra congiuntura e processi di trasformazione strutturale Firenze, 28 giugno 2007.
I HAVE A DREAM LE VIE DEL SOTTOSVILUPPO ITC “E. BELTRAMI” CREMONA
ECONOMIA DEL TERRITORIO anno accademico
Reti tra imprese Le imprese tendono a concentrarsi sulle proprie core competences e ad affidare ad altri attività, processi non solo materiali ma sempre.
EVOLUZIONE STORICA DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE
Che cos’è la globalizzazione?
Il trattato di Maastricht Firmato il 7 febbraio 1992, fu lo strumento di base per la creazione dellUnione economica e monetaria europea. Dal 1° gennaio.
Piccola e grande impresa in Italia La globalizzazione: il contesto Università Cattaneo Castellanza – LIUC a.a
Olivetti Laboratorio di innovazioni organizzative e produttive
X CONFERENZA NAZIONALE DI STATISTICA Roma, 15 dicembre 2010
1 RICERCA, SVILUPPO TECNOLOGICO E ALTA FORMAZIONE I PUNTI DI FORZA 1. Presenza capillare delle università e degli enti pubblici di ricerca 2.
Danco Singer Larga Banda Master in Editoria Multimediale La velocità di trasportare contenuti.
La seconda rivoluzione Industriale
Lindustria Italiana Una breve sintesi Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni.
Andrea Bernardi Università degli Studi di Roma, III stanza 3.16.
ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO. CAMBIAMENTI CHE CI RIGUARDANO NEI SISTEMI EDUCATIVI NEL MERCATO DEL LAVORO NELLE ORGANIZZAZIONI DI LAVORO NELLA GESTIONE DELLA.
INNOVAZIONE E COMPETENZE ORGANIZZATIVE NELLE IMPRESE AGRO-ALIMENTARI
A cura di Marco Bianco Convegno AIRI/Tecnoprimi – Milano, 28 ottobre 2008.
DE P. Gazzola PMI, GI e territorio Una proposta per linnovazione.
Beni culturali: produttività, domanda di lavoro e valore economico
Gestione degli eventi e delle attività culturali
Beni culturali: produttività, intervento pubblico e valore economico.
Crescita i fatti principali
Le vie del sottosviluppo
I L LAVORO. D ISOCCUPAZIONE E FINE DEL LAVORO Problema odierno: riduzione strutturale dei posti di lavoro Differenza fra riduzione congiunturale e riduzione.
APPUNTI DELLE LEZIONI Lezione 03 Il lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine saremo tutti morti. J. M. Keynes 1.
L’ITALIA E LE MIGRAZIONI
Il Piano per la ricerca e l’innovazione: priorità e linee di azione
«ITALIA DELLA PICCOLA IMPRESA» I DISTRETTI INDUSTRIALI
Lo scenario sociale contemporaneo
Il Sistema Paese a supporto dei rapporti economici italo-cinesi Macerata, 14 febbraio 2014 Elisabetta Muscolo.
L’economia italiana La struttura dell’economia italiana
Ritratti. Karl Marx: dinamismo e fragilità del capitalismo
Università degli Studi di Macerata Facoltà di Scienze Politiche
Strategia per la ricerca e l’innovazione per la smart specialisation Regione Marche Assessorato Attività produttive Ricerca e Innovazione.
Corso di Economia Aziendale
BCC E CONFIDI GARANTIRE CREDITO PER LA CRESCITA Prof. CLAUDIO CACCIAMANI Università degli Studi di Parma Convegno.
Il FORMEZ al passo coi tempi. Il Formez domani Il Formez oggi Il Formez ieri.
Le ondate della globalizzazione
Lezione 9 Globalizzazione e economia industriale Corso Analisi dei settori produttivi Dott.ssa Sandrine Labory.
I “nuovi” distretti agroalimentari tra i “nuovi” distretti industriali
Sulla via della ripresa: l’economia del Piemonte nella relazione annuale dell’Ires Intervento di Vittorio Ferrero.
Storia dello sviluppo locale Le istituzioni. Istituzioni = possono avere un ruolo importante a sostegno dello sviluppo locale. Istituzioni = possono avere.
La pentola d’oro Perchè l’Italia, pur avendo una ricchezza immobiliare e mobiliare molto elevata non la investe in lavoro italiano?
LA DOMANDA DEL LAVORO NELLA SOCIET À DEI SERVIZI Sociologia del Lavoro e delle Organizzazioni
MA NON FINISCE LA REGOLAZIONE FORDISTA. ECONOMICHE : CRESCE L ’ INFLAZIONE INSIEME ALLA DISOCCUPAZIONE SATURAZIONE DEI MERCATI ALTI SALARI.
Società di capitali e processi di ristrutturazione industriale Firenze, 7 luglio 2009 Riccardo Perugi Unioncamere Toscana - Ufficio Studi.
IL POTERE DEI GIGANTI PERCHÉ LA CRISI NON HA SCONFITTO IL NEOLIBERISMO COLIN CROUCH.
L’economia e il mondo.
IMPRESA E TERRITORIO 1 1.
Ritratti. Karl Marx: dinamismo e fragilità del capitalismo.
LEZIONE DI STORIA Prof. Banfi Rita e Prof. Bonaventura Maria.
Lezione 19 Il sistema creditizio italiano. Una chiave di lettura L’Italia può dirsi un paese industrializzato solo dal secondo dopoguerra Restano contraddizioni.
Capitolo 27 La politica economica nell’era della globalizzazione
Corso di Gestione e controllo imprese di servizi- prof. Bronzetti Giovanni 1 Lezione N ° 5 L’Impresa.
Prof.ssa Sonia Ferrari1 Corso di Marketing del Turismo La politica distributiva Concetto molto diverso rispetto alle imprese manufatturiere Si può parlare.
La struttura dimensionale delle imprese ( ) storia dell'impresa
Report delle Sessioni parallele Sergio De Luca Direttore Centrale Comunicazione e Immagine Confcommercio-Imprese per l’Italia Bari, giugno 2014.
Intervento dello Stato per lo sviluppo economico.
OSSERVATORIO ECONOMICO PROVINCIALE DI PISTOIA La congiuntura 2007 e le previsioni 2008 : il punto di vista delle imprese Relatore Corrado Martone – Area.
Il caso Cina nel contesto locale ed internazionale: come l’impresa locale reagisce alla sfida Repubblica San Marino S CUOLA S ECONDARIA S UPERIORE Liceo.
Imprese italiane tra ripresa e fragilità commento alla Relazione annuale BdI Andrea Landi Modena 9 giugno 2016.
IL DOCUMENTO STRATEGICO PRELIMINARE DELLA VALLE D’AOSTA Nadia Savoini - Luigi Malfa Aosta, 20 marzo 2006.
Sviluppo, crescita delle imprese, benessere dei cittadini Guido Caselli, Direttore Area studi e ricerche Unioncamere Emilia-Romagna.
COMPOSIZIONE % V.A. ITALIA ( ) storia economica LM Valore aggiunto in Italia per settori, prezzi costanti (2005=1)
Un capitalismo collusivo: i gruppi Come conciliare la ridotta concentrazione con il carattere collusivo del capitalismo italiano? Come in altri paesi ritardatari.
DISTRETTI INDUSTRIALI ITALIANI -1 MODELLO DI SVILUPPO RICONOSCIUTO A LIVELLO INTERNAZIONALE.
Obiettivi e struttura della lezione Obiettivo della lezione Approfondire l’analisi dell’ambiente competitivo, delle forme prevalenti di mercato e delle.
Transcript della presentazione:

SUL CAPITALISMO ITALIANO Giuseppe Berta

Che tipo di capitalismo industriale è quello italiano? Realtà composita, nella quale coesistono varie esperienze Stretto rapporto tra il capitalismo “imprenditoriale” (Baumol) ed il processo della crescita economica Il capitalismo “imprenditoriale” è determinante per lo sviluppo Nel caso italiano, negli ultimi vent’anni il nucleo vitale dello sviluppo va ricondotto alle medie imprese I primi dieci anni di euro hanno scandito un periodo di trasformazione per l’Italia Le medie imprese sono riuscite a far fronte alle sfide dell’euro e della globalizzazione

Queste “multinazionali tascabili” hanno rappresentato il segmento più brillante dell’Italia industriale buoni risultati nell’export La crisi del 2008 ha colpito duramente anche questo segmento imprenditoriale L’Italia ha sofferto per una struttura produttiva frammentata Tuttavia, le imprese esportatrici hanno reagito con efficacia Il nucleo delle medie imprese non ha ancora sufficienti connessioni con il resto del sistema economico Il capitalismo imprenditoriale odierno non possiede i legami che nel passato ne hanno determinato l’efficacia

L’ evoluzione del capitalismo italiano Il capitalismo degli anni ’70 può essere rappresentato come una clessidra Alla base si trovava la massa vastissima di piccole imprese A metà vi era uno strato esiguo di medie imprese In alto si trovavano le grandi imprese pubbliche e private Oggi i contorni dell’Italia produttiva sono informi Il nucleo delle grandi imprese storiche si è quasi dissolto Rimane la vasta distesa delle piccole imprese Il segmento delle medie imprese si è invece ampliato

Lo sviluppo industriale nella prima Repubblica Il disegno storico del capitalismo italiano coincide con un assetto di economia mista, quello che resse il suo sviluppo negli anni Cinquanta e Sessanta (Ciocca) La nuova Repubblica ha ereditato dal fascismo Un sistema economico in cui dovevano convivere pubblico e privato, stato e interessi imprenditoriali Il principio secondo cui l’industria era la forza in grado di promuovere la modernizzazione del paese Inoltre, l’industria era diventata un decisivo anello di congiunzione rispetto all’economia internazionale

Lo sviluppo industriale nella prima Repubblica L’Italia del “miracolo economico” era costituita da: Una base composta da piccole imprese Un vertice rappresentato dalle grandi imprese pubbliche e private La struttura del credito riprendeva questa divisione, con una precisa demarcazione tra le grandi banche ed i circuiti del credito locale L’equilibrio economico della nazione venne affidato allo Stato e alle grandi imprese, le quali divennero parte della costituzione materiale della Repubblica

Durante la crisi degli anni ‘90 si appannavano le prospettive delle grandi imprese che avevano guidato lo sviluppo nel dopoguerra Tuttavia, nel 2005 The Economist mette in evidenza il fatto che, fra le nazioni sviluppate, soltanto Italia e Germania mantenevano un’occupazione nell’industria superiore al 20% Da oltre un ventennio il processo di economia mista ha subito un processo di destrutturazione, e oggi la nostra economia è priva di una forma definita

Un nuovo modello industriale è quello della “manifattura intelligente” Affiora una sorta di neutralità quanto all’assetto economico e produttivo Bisogna ridisegnare la carta della geografia e delle funzioni dell’Italia industriale, considerando che: Si sono ridotte le distanze tra i vari tipi di organizzazione industriale Si richiedono strutture snelle ed integrate ed elevati volumi di investimento Un nuovo modello industriale è quello della “manifattura intelligente” Combina la produzione con alti livelli di servizi e assistenza

Esiste un circolo vizioso di alimentazione reciproca tra produzione manifatturiera e terziario Esso ha però bisogno di essere sostenuto I diversi attori del sistema economico ed industriale devono agire secondo schemi cooperativi Ciò dipende anche dall’impasse della politica e dei partiti In luogo delle filiere verticali si configurano imprese più ridotte, legate orizzontalmente Non si individua in ogni caso un modello di produzione alternativo

L’Italia e la “Nuova Rivoluzione Industriale” (P. Marsh) L’Italia potrebbe trovare nuove vie per affermarsi Economia mondiale sempre più concentrata sui mercati di nicchia Tecnologie di produzione più versatili Per fare ciò occorre: Flessibilità operativa Padronanza delle nuove tecnologie Specializzazione del capitale umano Far confluire il risparmio in direzione dell’attività produttiva Allo stato attuale non si può prevedere se si riuscirà ad intraprendere questo percorso di trasformazione