PROCESSI EDUCATIVI E RIEDUCATIVI IN CARCERE prof.ssa Paolina Mulè

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PROCESSI EDUCATIVI E RIEDUCATIVI IN CARCERE prof.ssa Paolina Mulè Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

PROGETTO inserito nell’ Ordinaria Riabilitazione’ realizzato dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria – Direzione Generale Detenuti e Trattamento, a seguito di un Accordo di programma di collaborazione siglato con il Dipartimento Nazionale per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Intervento di contrasto alla diffusione delle sostanze stupefacenti negli Istituti penitenziari e dell’opera di recupero socio-sanitario delle persone detenute tossicodipendenti. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

L’obiettivo primario è stato quello di creare uno spazio d’intervento in cui il soggetto potesse sperimentare modelli di vita e di relazione diversi da quelli usuali ‘di piazza’, rendendo la carcerazione un momento della ‘catena terapeutica’. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Ricerca- azione sul campo Pedagogia pratica – categoria di cura, di attenzione, attraverso un approccio plurale, dinamico, fondato sulla relazione interpersonale tra operatori e soggetti-persona coinvolte. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

L’essere umano non sarebbe pensabile senza la categoria della cura: cura di sé, degli altri, delle cose del mondo. Il nostro essere uomini si realizza attraverso il prendersi cura di sé come soggetto e degli altri. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Il presupposto di fondo dei molteplici percorsi presenti negli IP e CC è quello della tutela della dignità della persona; la dignità è il valore della persona, è caratterizzazione dell’umano, valore di tutti. Ciò implica che i valori fondamentali della persona vanno trasposti dal piano ideale, cognitivo, al livello esperenziale attraverso un adeguato percorso formativo-educativo. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

I valori della persona si concretizzano nella storia individuale e sociale. La pedagogia in carcere dà senso e significato ai valori umani della persona nella prassi attraverso gli interventi che si organizzano. L’educatore in carcere è figura centrale per migliorare la qualità della vita dell’utente recluso, per rendere funzionale alle richieste del contesto sociale la promozione di uno stato esistenziale di armonizzazione della persona. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

La visione che il carcere sia un luogo di reinserimento, una ‘istituzione soiale’, si connota per essere un luogo di promozione del modello comunitario, della comunità carceraria, pronta ad accogliere e ad educare, piuttosto che ad escludere ed emarginare. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Direttore del carcere funge da coordinatore Gruppi di ascolto Gruppi esperienziali Gestiti dall’èquipe Agenti di polizia penitenziaria: è assegnato anche il compito di osservare i detenuti, riferendo le informazioni raccolte al Direttore AP, che funge da supervisore di tutti gli operatori Direttore del carcere funge da coordinatore Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Teatro:strumento di cultura/rieducazione ma anche di cura/terapia nel senso di arteterapia di gruppo La messa in scena dei propri vissuti all’interno di un gruppo, con il supporto di alcuni principi di presenza scenica derivati dall’arte dell’attore, implicando l’educazione alla sensorialità e alla percezione del proprio movimento vocale ecorporeo. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Autoformazione e autoanalisi, favorendo la stima e la cura della persona, la salute corporea e mentale, la sensibilità, l’esperienza cognitiva di ciascuno. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Mezzo terapeutico che ha consentito di: canalizzare emozioni e vissuti esistenziali; Creare confronti con modelli di riferimento diversi e altri dal loro mondo, dalla loro realtà sociale, Motivare, rieducare e riabilitare i detenuti coinvolti; innescare un processo formativo globale Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

dare opportunità ai soggetti partecipanti di conoscere e sviluppare capacità linguistiche, motorie ed espressive; Fornire gli strumenti per la conoscenza e la lettura critica delle problematiche sociali, che sono posti in essere durante una rappresentazione teatrale. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Modello di Comunicazione tradizionale in carcere aspetti prescrittivi e normativi = organizzazione-istituzione penitenziaria Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

I.P. Struttura gerarchica Obiettivo: escludere ed isolare gli individui pericolosi dalla società Presupposto: qualunque tipo di bisogno del ristretto può essere soddisfatto CONSEGUENZE: - Rinuncia della persona ristretta alla propria autonomia, identità, valori Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Nel carcere non c’è spazio alla libera iniziativa; all’espressione di ogni singola individualità; Perché LUOGO in cui Parola e Linguaggio vengono rarefatte allora la Comunicazione non verbale diventa la REGOLA Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

IL Corpo diventa espressione di ATTi creativi, L’esasperata rimuginazione verbale sostituisce la parola Sguardo- Postura- Gesti- Espressioni del volto- Paralinguistica- Abbigliamento = Espressione della personalità COMUNICANO Emozioni e Atteggiamenti IDENTITÀ contro il processo di omologazione Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Processi di spersonalizzazione Destrutturazione del Sé Aggressività Nell’I.P. Relazioni sociali ed affettive dei ristretti non trovano uno spazio libero per esprimersi Generando Processi di spersonalizzazione Destrutturazione del Sé Aggressività AZIONI: gesti autolesivi a carattere dimostrativo assicura la vicinanza/presenza di persone per il soccorso Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

ingestione di lamette da barba protette da stagnola; Le azioni autolesive a carattere dimostrativo sono: ingestione di lamette da barba protette da stagnola; Tentativi d’impiccagione Autolesionarsi le braccia con lievi ferite dall’aspetto eclatante Rifiuto sistematico di alimentarsi (sciopero della fame) Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

soprattutto con quelli dell’Area trattamentale Azioni rappresentano una ‘modalità relazionale’ apprese nel contesto per comunicare con gli operatori penitenziari soprattutto con quelli dell’Area trattamentale Dopo si assiste ad interventi di routine che lo stesso ristretto già si attende Apre un canale per arrivare alla comunicazione diretta con gli operatori Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Si scopre di fare parte di una massa che non ha il potere delle masse ‘Uno come tanti Uno dei tanti Uno fra tanti’ I suoi bisogni, immediati e non, sono quelli di tanti altri come lui Le ragioni sono le ragioni di tutti quelli come lui Si scopre di fare parte di una massa che non ha il potere delle masse Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Azione autolesiva assolve la funzione di annullare i tempi di attesa La questione Tempo. I tempi di attesa sono talmente prolungati ed insostituibili da non rispecchiare la corrente percezione temporale, tanto più che i bisogni del detenuto – impellenti e in una situazione di limite e di restrizione HANNO Carattere d’urgenza. Azione autolesiva assolve la funzione di annullare i tempi di attesa Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Sistema penitenziario Una Rete centrata Sulla relazione con l’altro Eterogeneità professionale Diversità di linguaggio Crea un clima informale non utile alla corretta decodificazione dei messaggi provenienti dagli utenti Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Complessità del sistema P. Regole penitenziarie europee allegate alla Raccomandazione n.(87) 3, approvata dal comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, Strasburgo, 12 febbraio 1987 Rapporto al Governo Italiano circa la visita effettuata dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o dei trattamenti inumani o degradanti in Italia dal 15 al 27 marzo 1992 (Strasburgo, 31 gennaio 1995) Complessità del sistema P. Riqualificazione del personale penitenziario Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Benessere dei detenuti dipende dal benessere del personale A radicali riforme P. non corrisponde sempre un’attenzione verso il Personale Penitenziario sul piano: -della gratificazione; -delle reali offerte di promozione professionale; -della costante informazione dell’opinione pubblica sul lavoro ‘usurante’ Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Un problema di forma mentis -funzione del carcere come luogo di recupero sociale e di reinserimento Il cambiamento del detenuto Questione cambiamento del carcere Cambiamento è difficile: quello corale, vero, condiviso, profondo. Programmazione integrata di iniziative trattamentali Teatro Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

ma in circostanze diverse e sotto l’influenza di altre condizioni, Umanità del detenuto Ogni essere umano realizza se stesso nel tempo e nello spazio della propria esistenza, ma in circostanze diverse e sotto l’influenza di altre condizioni, può realizzare la propria umanità in modo diametralmente opposto. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale

Non bisogna perdere di vista i limiti del sistema detentivo, incapace di sottrarsi dall’immaginario collettivo secondo cui bisogna scontare la pena per vendicarsi, annullando nei fatti ogni ipotesi pedagogico-riabilitativa dell’esperienza carceraria Cost. art. 27 - La pena e la detenzione dovrebbero favorire, la rieducazione morale e la reintegrazione sociale del reo, in quanto in carcere entra ‘il reo e non il reato’. Prof.ssa Paolina Mulè, prof. Straordinario di Pedagogia Generale e Sociale