CRISTIANESIMO E IMPERO ROMANO

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Transcript della presentazione:

CRISTIANESIMO E IMPERO ROMANO

INTRODUZIONE Intorno alla fine del I sec. a.C. in Palestina, nacque Gesù di Nazareth. Questa figura, affermava l'inizio del regno di Dio che avrebbe accolto tutte quelle anime , che grazie a una trasformazione interiore, avevano posto come unica ragione di vita l'amore per Dio e per il prossimo. Col tempo Gesù trovò approvazione, e la gente si convinse che lui era il Messia, Il sinedrio lo fece arrestare, lo processò e lo fece condannare a morte, fu presentato davanti a Ponzio Pilato, che confermò la sentenza. Il Messia morì all'età di 33 anni, con la crocifissione, pena inferta ai banditi.

INTRODUZIONE Alla sua morte, gli apostoli, continuarono a diffondere il suo messaggio in tutto il territorio dell'impero romano; poiché questa nuova religione si rivolgeva a tutti gli uomini e donne senza fare distinzioni. Proprio per questo trovò subito seguito nei ceti poveri, poi in quelli "aristocratici" e anche gli intellettuali accolsero positivamente questo cambiamento. Ma non sempre i cristiani trovarono vita facile, sotto Nerone vissero la prima persecuzione ma ne seguirono molte altre operate da altri imperatori …

PERSECUZIONI ROMANE Nelle fonti agiografiche cristiane (vite dei santi e dei martiri) si ricordano tra la seconda metà del I secolo e gli inizi del IV secolo 10 principali persecuzioni contro i cristiani, avvenute sotto gli imperatori Nerone, Domiziano, Traiano, Marco Aurelio, Settimio Severo, Decio, Valeriano, Aureliano e Diocleziano. La prima persecuzione, quella di Nerone, testimoniata anche da Tacito, scoppiò nel 64 quando i cristiani furono accusati di avere appiccato l'incendio che distrusse gran parte della città di Roma. Secondo la tradizione, in questa persecuzione furono uccisi gli apostoli Pietro e Paolo. Martirio di S. Pietro

PERSECUZIONI ROMANE Nei successivi due secoli e mezzo il cristianesimo rimase sempre formalmente una religio illicita (religione proibita): i suoi fedeli venivano accusati, in particolare, di empietà in quanto si rifiutavano di compiere i sacrifici, obbligatori per legge, agli dei della religione romana ufficiale. Tuttavia l'intensità e i modi della sua repressione variarono nel tempo: alle dieci "grandi persecuzioni" sopra elencate si alternarono periodi di tranquillità in cui la fede cristiana era tacitamente tollerata.

I LAPSI Tale termine veniva regolarmente usato nel III secolo per definire i cristiani che erano ricaduti nel paganesimo, specialmente per coloro che, durante le persecuzioni, avevano mostrato la loro debolezza di fronte all'idea della tortura ed avevano rinnegato la loro fede sacrificando agli dei pagani o con altre azioni. Molti dei lapsi, in realtà la maggior parte dei numerosi casi che si verificarono durante la persecuzione della metà del III secolo, certamente non tornarono al paganesimo per convinzione, ma, minacciati di spoliazione e di severe punizioni (esilio, lavori forzati o morte), non ebbero il coraggio di confessare fermamente la loro fede ed il loro unico desiderio era di salvarsi dalla persecuzione attraverso un atto esteriore di apostasia, in modo da conservare le loro proprietà, lo loro libertà e la loro vita.

LE CATACOMBE Le catacombe di Roma sono antiche aree cimiteriali sotterranee ebraiche e cristiane. Erano solitamente scavate nel tufo al di fuori dell'antica cinta muraria della città, all'interno della quale non era possibile seppellire i defunti (hominem mortuum in urbe neve sepelito neve urito, "Non si seppellisca né si cremi nessun cadavere in città"). Catacombe cristiane

LE CATACOMBE Sono costituite da gallerie sotterranee (ambulacra), lungo le cui pareti erano ricavate le tombe (loculi). I loculi, generalmente disposti su file verticali (pilae), potevano contenere uno o più cadaveri. Un'altra tipologia di sepoltura, tipica delle catacombe romane, è l'arcosolio (arcosolium), costituito da una nicchia arcuata sovrastante una lastra marmorea posta in orizzontale, che chiudeva la tomba. Lungo i corridoi non sono infrequenti cubicoli (cubicula), camere sepolcrali contenenti loculi destinati a famiglie, e cripte (cryptae), cappelle decorate con affreschi. Per ragioni di spazio alcune tombe erano scavate anche nel pavimento dei corridoi (formae).

ETA’ COSTANTINIANA Costantino il Grande, figlio di Costanzo Cloro (Cesare di Diocleziano e successivamente Augusto in Occidente)  e di Elena, nominato nel 307 imperatore in Gallia,  emanò a Sardica, nell’ aprile  311 un editto di tolleranza nei confronti dei cristiani. Quindi,  dopo aver sconfitto nel 312  Massenzio  a Ponte Milvio,  divenne unico arbitro della parte occidentale dell'Impero (in Oriente era imperatore suo cognato Licinio) e con l'editto di Milano del febbraio 313, confermò libertà religiosa già di fatto esistente Busto dell’ Imperatore Costantino

ETA’ COSTANTINIANA L'Editto del 313 (affiancato dalle lettere di Licinio,  del 13 giugno 313 che, oltre ad assicurare la libertà di religione  e di culto disponevano  la restituzione dei beni confiscati alla Chiesa)  costituì l'inizio  di una alleanza che portò la Chiesa a divenire da religio illicita a Chiesa cattolica imperiale e, infine, religione ufficiale  dell'impero  (editto di Teodosio febbraio 380), costringendo così l'antica religione  a ritirarsi nelle campagne (da cui il termine paganesimo, religione  dei pagi). L'opera di cristianizzazione dell’ impero si intensificò a partire dal 324, quando Licinio Augusto, cognato di Costantino, che aveva ripreso a opprimere i cristiani, fu sconfitto e fu così restaurata la monarchia assoluta durata fino alla sua morte avvenuta nel 337.

CONCILIO DI NICEA Il Primo concilio di Nicea è stato il primo concilio del mondo cristiano, secondo la prassi del Concilio di Gerusalemme di età apostolica. Convocato (e presieduto) dall'imperatore Costantino I, preoccupato dalle dispute tra cristiani che si facevano sempre più aspre,se prima infatti tali dispute erano tenute all'interno di luoghi di culto quasi in sordina,o confinate nelle sedi ecclesiastiche,ora che Costantino aveva dato al Cristianesimo un autorità all'interno dello stato queste dispute erano diventate anche una questione di stato e come tali andavano trattate,se queste infatti non fossero state risolte avrebbero dato un ulteriore impulso centrifugo all'impero in una fase in cui esso si trovava sulla via della disgregazione.Con queste premesse,in un clima di grande tensione il concilio ebbe inizio il 20 maggio del 325; i partecipanti provenivano in maggioranza della parte orientale dell'Impero.

CRISTIANESIMO E IMPERO ROMANO ITIS “Severi” – Ins. Lorenzo Masiero