La scalata alla montagna della santità (1)

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La scalata alla montagna della santità (1) vetta 3a tappa 2a tappa Campo base 1a tappa sorgente

La sorgente (si parte) Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. (Is. 55,10-11) Per iniziare la scalata dobbiamo ritemprare le nostre forze, essere allenati, aver fiato. La scalata della vita non può essere affrontata con superficialità: dobbiamo studiare il percorso, preparare bene lo zaino, portare solo l’essenziale, rifornirci d’acqua. Quale sorgente migliore della Parola di Dio per affrontare tale scalata? Sì, perché la Parola di Dio è sempre efficace: l’esempio della pioggia è calzante. Non è il terreno che chiede la pioggia, ma la riceve. Se è un terreno fertile, la immagazzinerà per il futuro; se è solo roccia, spunterà qualche filo d’erba che velocemente seccherà. Se siamo in grazia di Dio, la Sua Parola porterà grande frutto... Se siamo col cuore indurito dal nostro peccato, la Sua grazia potrà solo provare ad ammorbidire tale durezza. Cosa posso dare agli altri, se non ho prima ricevuto niente? E come posso ricevere, se non sono disposto ad accettare i doni che mi vengono fatti, se non sono capace di sfruttare al massimo le occasioni che il Signore mi pone sul cammino?

1a tappa (prime istruzioni) Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria... saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri... alla sua destra e ... alla sua sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando ...? Il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete (mai) dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete (mai) dato da bere; ero forestiero e non mi avete (mai) ospitato, nudo e non mi avete (mai) vestito, malato e in carcere e non mi avete (mai) visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando...? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. (Mt 25, 31-46) Una piccola riflessione su questo arci-noto passaggio del Vangelo, che forse, proprio perché così noto, tendiamo a leggere con troppa superficialità. Ho segnato in neretto le due frasi che mi hanno colpito: il Signore ha preparato il suo Regno per gli uomini, e l’inferno per il diavolo e suoi angeli. Il Signore non vuole nessuno all’inferno, non rientra nei suoi piani, non è la sua volontà, perché Lui ci ama! Leggendo questo brano in inglese, ho trovato un never (mai) che ho aggiunto alla traduzione italiana, dove non c’è. Forse non c’è neanche nel testo originale, ma riempie di speranza in questa versione... perché l’inferno è solo per chi ha sempre rifiutato di fare il bene, non solo qualche volta, come credo che capiti e sia capitato a tutti gli uomini vissuti, che vivono e che vivranno su questa terra. Se qualche volta, recitando il “confesso” e ripetendo quelle parole: «in pensieri, parole, opere e omissioni»... pensate che le ultime sono proprio quelle di cui Gesù parla in questa stupenda parabola.

Campo Base (quel che serve alla scalata) Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. (Mt 6, 7-15) Prima della scalata vera e propria si monta il campo base: è l’ultima occasione per revisionare lo zaino, per lasciare tutto ciò che non serve... per liberare il cuore da ogni peso, e affidarsi compleatamente al Signore della nostra vita. Sì, perché Lui sa già di quali cose abbiamo bisogno prima ancora che gliele chiediamo! Ecco, nella nostra scalata alla santità ci basta la preghiera che Gesù stesso ci ha dato, in cui cè già tutto: è l’espressione più grande con cui ci possiamo rivolgere a nostro Padre, come figlioli pieni di fiducia. - Venga, Signore, il tuo regno, anche nei cuori di chi ti rifiuta, di chi pone al di sopra di tutto solo se stesso. - Dacci oggi il nostro pane quotidiano, non solo quello che nutre il corpo, ma anche quello che nutre la nostra anima, Gesù Cristo, tuo figlio. Donaci la capacità di perdonare, per essere a nostra volta perdonati. - Liberaci dalle tentazioni che offuscano la nostra mente, che induriscono il nostro cuore…

2a tappa (prime difficolta’) Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. (Mt. 7, 7-12) La salita comincia a farsi dura, ed ecco le prime difficoltà! Chi non cerca il sentiero della sua vocazione… non la scoprirà mai! Chi continua a chiedere egoisticamente solo per se stesso… nulla riceverà se non vento e sabbia. Chi non bussa al cuore del Signore, con la fiducia del figlio… non sentirà mai altro che la propria voce come risposta! Imparare a trattare gli altri come vorremmo che gli altri trattino noi… Servire gli altri per essere poi serviti da loro… Amare il prossimo per essere poi oggetto del loro amore… Nel rapporto con Dio, il primo passo è sempre suo. Ma con il nostro prossimo, tocca sempre a noi fare il primo passo!

3a tappa (in vista della cima) Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. (Mt 5, 21-24) Un altro passo verso la meta, verso la vetta, verso la perfezione: non conformiamoci a quello che il mondo propone, a quello che il mondo, adulandoci, ci fa credere sia giusto, solo perché tutti fanno così, o solo perché è scritto così nelle leggi… andiamo oltre, cambiamo alla radice il nostro modo di pensare. Non è tanto l’esteriore da cambiare, da convertire, ma il cuore, quello che solo il Signore, nel segreto, vede. Ed è solo se il cuore si trasforma, da cuore di pietra a cuore di carne, che ci dà fastidio il parlare male degli altri, il giudicare per sentito dire, il pettegolezzo, le maldicenze… E’ solo se abbiamo un cuore capace di amare che sentiamo l’esigenza di riconciliarci coi fratelli, anche se sono loro ad aver qualcosa contro di noi… perché solo così diventiamo costruttori di pace… E’ utopia chiedere a noi stessi di convertirci fino in fondo, di vivere nel mondo ma non essere del mondo? A me piacerebbe crederlo, senza esser tacciato di vivere fra le nuvole… perché il voler raggiungere la santità è la sola follia che ci fa capire meglio il nostro vivere!

La vetta (la perfezione dell’amore) Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. (Mt 5, 43-48) Eccoci arrivati alla vetta, alla perfezione dell’amore: non solo amare chi ci ama, ma chi ci odia; pregare non solo per chi è con noi, ma per chi ci mette i bastoni fra le ruote. Questa è la perfezione! E in questo Dio non ci guadagna né ci perde niente: Lui rimane Dio. L’altro ne ricava un arricchimento se noi lo amiamo, ma non lo impoveriamo se non lo facciamo, perché anche prima non aveva il nostro amore. Gli unici a rimetterci siamo noi: perché nell’amare esiste la legge che chi non va avanti, non è che stia fermo, ma regredisce. Sì: più amiamo, più il nostro cuore si dilata. Meno amiamo, più il nostro cuore diventa duro, si raggrinzisce… Amare è la via della nostra personale santità, ognuno nel suo campo, ognuno nell’ambiente dove vive, lavora, studia… Non siamo noi a scegliere le persone che vivono intorno a noi, sono anch’esse un dono di Dio.