Rischi per la coesione sociale
La strategia di flexicurity
La flexicurity è una strategia politica che tenta, in modo consapevole e sincronico, di migliorare la flessibilità dei mercati del lavoro, delle organizzazioni lavorative e dei rapporti di lavoro da una parte, e di migliorare la sicurezza sociale e dell’occupazione, in particolare per i gruppi deboli dentro e fuori dal mercato del lavoro dall’altra parte (Wilthagen)
Significa in sostanza: meno sicurezza nel posto che si occupa, più sicurezza di trovarne un altro; ossia, instabilità occupazionale compensata da una maggiore facilità di re-impiegarsi attraverso servizi per l’impiego più efficaci e attraverso più frequenti occasioni di formazione e aggiornamento delle competenze (Streeck)
Esempio danese (golden triangle)
Approcci alla flexicurity
Limiti Non sono considerati tutti i costi dell’instabilità occupazionale (come per esempio quelli relativi alle difficoltà di carriera, di relazioni sociali, di identità) Accettazione della logica neoliberista dell’adattabilità del lavoratore
Limiti Approccio semplicistico alla questione della sicurezza, che è l’esito del dell’integrazione (coordinata) di una serie di politiche/iniziative
Rischi per le imprese
Produttività, capacità innovativa Motivazione
Insoddisfazione per il lavoro in somministrazione – Indagine sui lavoratori interinali, 2010
Soddisfazione - Indagine Carrieri/Damiano, 2010
Contro-tendenze «Un utilizzo eccessivo dei contratti interinali o a tempo determinato può diventare critico per l’azienda. Perché non è certo sui costi che possiamo competere» (imprenditore veneto)