L’ascesa di Costantino 305: Diocleziano abdica 312: Costantino sconfigge Massenzio a Ponte Milvio 324: Costantino sconfigge Licinio Costantino riunisce le due parti dell’Impero
La politica religiosa di Costantino Diversamente rispetto a Diocleziano Costantino si rende conto dell’importanza del Cristianesimo per l’unità dell’impero: In oriente la maggior parte della popolazione è cristiana Diversamente rispetto il sincretismo romano, il cristianesimo è in grado di dare unità alla popolazione
313: Editto di Milano “Noi Costantino Augusto e Licinio Augusto felicemente riuniti in Milano, e trattando di ciò che riguarda la sicurezza e utilità pubblica, abbiamo creduto che uno dei primi nostri doveri fosse di regolare ciò che interessa il culto della divinità, e di dare ai cristiani, come a tutti gli altri nostri sudditi, la libertà di seguire la loro religione”.
Le diverse conseguenze dell’editto. I cristiani possono esprimere liberamente la loro religione. Costantino può avvalersi della collaborazione di èlites culturali e economiche forti in oriente. Costantino, avvalendosi del titolo di pontefice ereditato dalla tradizione classica può controllare l’episcopato.
325: Il concilio di Nicea Costantino si attribuisce il diritto di controllare l’episcopato riunendo un concilio a Nicea. Si cercherà soprattutto di combattere l’Arianesimo.
330: la capitale dell’Impero si trasferisce Per tenere sotto controllo il fronte orientale, Costantino sposta la capitale a Bisanzio Conseguenze: l’amministrazione dell’Impero sarà sempre più legata alla cultura greca.
Le invasioni barbariche del IV secolo Agli inizi del IV secolo la popolazione steppica degli Unni si sposta verso occidente alla ricerca di nuovi pascoli. Effetto domino: il popolo dei Visigoti intorno al 375 si sposta sul confine danubiano.
La disfatta di Adrianopoli Nel 378 i Visigoti sbaragliano l’esercito imperiale ad Adrianopoli
La caduta dell’Impero in Occidente I Visigoti vengono nominati foederati dell’imperatore di Oriente Nel 402 i Visigoti si spostano nelle Gallie Nel 410 viene saccheggiata Roma Nel 476 l’ultimo imperatore viene cacciato.
Per riprendere i problemi: la linea del tempo: 324: Costantino imperatore 325: Concilio di Nicea 364: dopo una breve parentesi, l’Impero torna diviso 378: L’esercito romano è massacrato a Adrianopoli 379: Teodosio nomina i Visigoti come federati 395: impero diviso tra Onorio e Arcadio 402: i Visigoti invadono le Gallie
Verso i Regni romano-germanici
476: finisce un’epoca! 476: il principe degli Eruli Odoacre allontana l’ultimo imperatore Romolo Augusto Per la prima volta non c’è più un imperatore ma un re! Ormai il resto dell’Europa occidentale è in mano dei popoli germanici
493: Teodorico entra a Ravenna Su istigazione bizantina il re degli Ostrogoti Teodorico dichiara guerra a Odoacre. 493: la popolazione ariana degli Ostrogoti assume il controllo della penisola Sotto Teodorico si afferma una politica di tolleranza rispetto la popolazione locale (giustapposizione)
526: la situazione precipita 526: muore Teodorico Iniziano gli scontri tra la gli Ostrogoti ariani e la popolazione locale cattolica Ne approfitta l’imperatore Giustiniano per estendere i territori bizantini in Italia
535-553: La guerra greco-gotica Mentre Totila stava occupandosi di queste faccende, gli ufficiali dell’esercito romano insieme coi soldati continuavano a saccheggiare le proprietà dei loro sudditi italiani, non astenendosi nemmeno da soprusi e scostumatezze. Gli ufficiali, entro le stesse mura delle città, si davano a baldorie con donne di malaffare, e i soldati si dimostravano sempre più insubordinati verso i loro superiori e si abbandonavano ad ogni genere di licenze.Così agli Italiani toccava sopportare gravissimi disagi per colpa dell’uno e dell’altro esercito. Mentre, infatti, erano privati delle loro terre dai nemici, dall’esercito dell’imperatore venivano depredati dei loro beni personali, e inoltre capitava loro di subire anche violenze fisiche e persino di essere uccisi senza alcun motivo, oltre a dover patire la penuria di viveri. I soldati, incapaci di difendersi dalle offese che ricevevano dai nemici, non solo non provavano nessuna vergogna per le condizioni in cui erano venuti essi stessi a trovarsi, ma col loro deprecabile comportamento costringevano la gente a rimpiangere di non essere più dominata dai barbari.