Percorsi nella letteratura del Novecento Parte seconda Università della Terza Età e del Tempo disponibile – San Martino Buon Albergo docente: prof. Cecilia Chiumenti Percorsi nella letteratura del Novecento Parte seconda
Percorsi nella letteratura del Novecento parte seconda 6 Febbraio 2013 – Il contesto storico: 1925-1956. Dall’Ermetismo al Neorealismo. «Solaria» 20 Febbraio 2013 – Giuseppe Ungaretti 27 Febbraio 2013 – Eugenio Montale 6 Marzo 2013 – Umberto Saba 13 Marzo 2013 – Il Neo-realismo: da corrente a scuola. Fra cinema e letteratura. Rossellini, Visconti. Pavese, Vittorini. «Il Politecnico»
bibliografia Romano Luperini, Pietro Cataldi, Lidia Marchiani, Franco Marchese, La letteratura come dialogo, vol. 3 La modernità (1861-1956), 2009, Palumbo editore Salvatore Guglielmino, Guida al Novecento, Principato editore, 1986 G. Ungaretti, L’Allegria U. Saba, Il Canzoniere E. Montale, Ossi di seppia, Le occasioni, La bufera e altro C. Pavese, La luna e i falò, Einaudi E. Vittorini, Uomini e no Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi
Il contesto storico: il fascismo, la guerra, la ricostruzione 1925-1956 Questo periodo è diviso in due parti dal secondo conflitto mondiale (1939-1945). In Italia e negli altri paesi europei, la prima fase (1925-1939) corrisponde «all’epoca dei fascismi» e della Grande Crisi (1929-1932). La seconda (1945-1956) corrisponde all’epoca della «ricostruzione» dopo i disastri provocati dalla guerra. Perché il 1925? È l’inizio reale del regime (discorso di Mussolini il 3 gennaio 1925 e abolizione delle libertà politiche/sindacali, dopo l’uccisione di Matteotti) Perché il 1956? Dopo la fine della 2^ G.M. si verificano fatti come: la morte di Stalin (1953) e la destalinizzazione; rivolte popolari in Polonia e Ungheria contro i regimi filosovietici; in Italia inizio di quel decollo economico che prenderà il nome di boom (anni Sessanta). L’epoca dei fascismi vede il trionfo di regimi autoritari di destra non solo in Italia, ma anche in Portogallo (1925), in Germania (1933), in Giappone (1938) in Spagna (1939). Nazismo e fascismo condividono: nazionalismo, soppressione delle libertà e della democrazia, politica aggressiva e imperialista, ideologie intolleranti e razziste.
in letteratura: Novecentismo, Antinovecentismo, Neo-realismo Sul piano letterario e artistico – nell’Europa fra le due guerre – tendono a prevalere un clima post-avanguardistico e una tendenza alla «restaurazione della letteratura», cioè un ritorno alla tradizione e al classicismo. In poesia: si afferma la lirica pura, ovvero il recupero del simbolismo di fine Ottocento porterà alla nascita dell’ERMETISMO, una poesia difficile, oscura, chiusa. (NOVECENTISMO). Negli anni Trenta però si profila un nuovo tipo di poesia (è quella di Saba) di tipo impressionistico-realista, completamente diverso. Infine vi è la poesia di MONTALE, volta a recuperare l’allegorismo dantesco. A tali poetiche Pasolini dette il nome di ANTINOVECENTENTISMO. Nella narrativa, si afferma, a partire dagli anni Trenta, un «realismo», che diventerà NEO-REALISMO, egli anni 1942-1945-1948, importante soprattutto nel cinema (Visconti, Rossellini, De Sica). Richiamo al «verismo» di fine Ottocento (Verga), ma con l’aggiunta della spinta ideale all’impegno sociale, prospettiva offerta dai partiti di sinistra.
La politica culturale del fascismo La creazione di una cultura di massa, e , nei regimi fascisti, l’intervento diretto in essa da parte dello Stato tendono a coinvolgere gli intellettuali, che possono accettare le nuove condizioni di lavoro o sottrarvisi per riaffermare il valore universale della cultura. Coloro che scelgono la seconda strada sono i seguaci di Croce e gli scrittori solariani ed ermetici (vedi oltre). Essi affermano che «la letteratura non è una professione, ma una condizione» esistenziale. 2 tipi di letterato: «letterato-letterato» e «letterato-ideologo» o militante. Il primo si disinteressa della politica e vive nella torre d’avorio della cultura e della letteratura, il secondo agisce all’interno degli apparati ideologici e politici per sostenerli o contestarli. Questa dicotomia sopravvive anche nel primo decennio del dopoguerra, con la netta prevalenza dei «letterati-ideologi», divenuti la maggioranza e impegnati a fianco dei partiti di sinistra. Politica culturale fascismo: fra repressione e organizzazione del consenso. Repressione = censura preventiva (giornali, libri, testi radiofonici, teatrali e cinematografici; controllo sulla stampa attraverso le «veline», assoggettamento completo della scuola al regime). Proposte (del fascismo) nuovo ruolo degli uomini di cultura, impegno e partecipazione . (Filosofo Gentile, Pirandello).
LE RIVISTE E LE POETICHE IN ITALIA dalla seconda metà degli anni Venti al dopoguerra 1) La poetica più importane che si afferma negli anni Trenta in Italia è quella dell’Ermetismo, che affonda le proprie radici in una ideologia volta a identificare vita e poesia. La vita è concepita come esperienza tutta interiore e spirituale, la letteratura viene elevata a religione o a teologia. La vita, ridotta a vita dello spirito, si realizza in modo privilegiato nella POESIA, considerata unica dignità possibile. Questa poesia è detta anche «lirica pura», cioè assoluta, esclusivamente lirica (individualismo, assenza di narratività, monolinguismo = modello Petrarca) Nasce intorno al 1932, quando escono Isola di Alfonso Gatto e Oboe sommerso di Quasimodo. Si sviluppa soprattutto negli anni 1935-1943, a Firenze, prolungandosi fino agli anni Cinquanta. LUZI, GATTO, QUASIMODO. Si può parlare di una «scuola ermetica, con i suoi maestri (Mallarmé, Eluard e soprattutto l’Ungaretti di Sentimento del tempo).
La maniera ermetica prevede questi elementi: 2) 1) uso prevalente dell’endecasillabo; 2) astrazione e rarefazione delle immagini; 3) impiego di accostamenti analogici; 4) riduzione del lessico a poche parole-chiave; 5) soppressione delle determinazioni (articolo, preposizione) in modo da rendere «assoluta» la parola; 6) Usi di plurali indeterminati al posto del singolare 7) tendenza a ridurre a zero i nessi grammaticali e sintattici)
Oboe sommerso di Salvatore Quasimodo Avara pena, tarda il tuo dono in questa mia ora di sospirati abbandoni. Un oboe gelido risillaba gioia di foglie perenni, non mie, e smemora; In me si fa sera: l'acqua tramonta sulle mie mani erbose. Ali oscillano in fioco cielo, labili: il cuore trasmigra ed io son gerbido, e i giorni una maceria.
«Solaria» Fu la più importante delle riviste italiane (1926-1934), attorno alla quale si riunirono scrittori come Montale, Gadda, Quasimodo, Vittorini e critici come Solmi, Debenedetti, Contini. Questi «letterati-letterati» si chiudono nella «cittadella delle lettere» che protegge i valori della civiltà e della cultura accerchiata dalla volgarità della società di massa e dalla dittatura fascista. Per uscire da questo cerchio «Solaria» è particolarmente attenta e aperta alla cultura europea. Anzi è la stessa rivista a diffondere la lezione di Joyce, della Woolf e di Proust, di Hemingway e Faulkner, come anche di Svevo, di Tozzi e Ungaretti. L’interesse è soprattutto per la narrativa. Tuttavia ben presto la guerra e la lotta di liberazione nazionale avrebbero posto i letterati davanti alla necessità dell’impegno. La posizione del letterato-letterato diventò indifendibile. Nuovo compito storico per gli intellettuali, l’impegno politico e sociale. Vittorini e il Partito Comunista Italiano (Togliatti). Rivista «Il Politecnico» ‘ 1945-1947.