4.1 Alimentazione e malattie cronico-degenerative

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4.1 Alimentazione e malattie cronico-degenerative

pag. 128 Evoluzione del comportamento alimentare All’inizio del XX secolo la speranza di vita in Italia era di poco più di 50 anni, alla fine del secolo invece si attestava sui 76 anni per gli uomini e sugli 82 anni per le donne. L’allungamento progressivo della vita media è dovuto: - al miglioramento delle condizioni igieniche - ai progressi della medicina - all’aumento della disponibilità di cibo (scomparsa di malnutrizioni quali la pellagra e il rachitismo) L’eccessivo consumo di prodotti di origine animale e di prodotti industriali porta conseguenze negative sulla salute (es. malattie associate all’ipernutrizione). Valutare con precisione in che misura incidano i benefici derivati dall’odierno comportamento alimentare e i costi sociali è difficile perché lo stile alimentare all’interno di una stessa popolazione non è omogeneo. 2 2

pag. 129/1 Alimentazione e malattie cronico-degenerative Le malattie cronico-degenerative costituiscono un insieme complesso di patologie e condizioni molto eterogenee, che hanno in comune l’evoluzione: - cronica (ovvero sintomi costanti nel tempo e nessuna cura risolutiva) - degenerativa (progressivo e in genere inarrestabile peggioramento) Oggi, rappresentano la maggior parte delle patologie presenti nella nostra popolazione. Esse sono in aumento; ciò è dovuto: - al processo di invecchiamento demografico - a fattori nutrizionali che possono accelerare/ritardare i processi degenerativi coinvolti 3 3

pag. 129/2 Alimentazione e malattie cronico-degenerative La predisposizione ad avere particolari problemi di salute è determinata dal nostro genoma, ma il processo necessario perché si manifesti una malattia cronico-degenerativa può venire favorito sia dalle condizioni ambientali che dagli stili di vita. Fattori che contribuiscono alla comparsa di malattie. 4 4

pag. 130/1 Malattie cardiovascolari Le malattie cardiovascolari (MCV) sono patologie che interessano il cuore e i vasi sanguigni e possono assumere varie forme come ipertensione, coronaropatie e infarto. Le MCV nell’Unione Europea sono all’origine del 40% circa dei decessi. 5 5

pag. 130/2 Malattie cardiovascolari Principali indicazioni per la prevenzione delle MCV. Condurre uno stile di vita attivo ed evitare la sedentarietà, es. camminare tutti i giorni per almeno 30 min. Non fumare. L’abitudine al fumo incide moltiplicando il rischio CV da 2 a 6 volte. Anche l’esposizione al fumo passivo ne aumenta il rischio. Seguire una dieta sana ed equilibrata: - privilegiare gli AG omega-3 e l’ac. oleico, che riducono la colesterolemia - diminuire gli AG saturi, gli AG trans, il colesterolo, che aumentano la colesterolemia. - aumentare il consumo di fibra, poiché rallenta l’assorbimento del colesterolo nell’intestino 6 6

pag. 131/1 Ipertensione arteriosa L’ipertensione arteriosa è l’aumento della pressione arteriosa (PA) a livelli costantemente superiori ai valori medi presenti nella popolazione. La PA è la pressione con cui il sangue contenuto nelle arterie spinge sulle pareti arteriose. La PA ha notevoli variazioni fisiologiche nell’arco di una giornata, essendo influenzata da fattori quali: posizione assunta, orario di rilevazione, stress da attività fisica, ecc. La PA viene stimata: - durante la contrazione del cuore (o sistole), pressione sistolica (o massima) - durante il rilassamento (o diastole), pressione diastolica (o minima) La PA si misura con uno strumento = sfigmomanometro. Si considera “desiderabile” una PA di 120 mm Hg/80 mm Hg Valori persistenti di PA > 140 mm Hg/90 mm Hg sono elevati. 7 7

pag. 131/2 Consigli dietetici nell’ipertensione - Limitare il consumo del sale (non più di 5 g al giorno) - Aumentare il consumo di potassio (≥ 3,5 g), consumare frutta e verdura - Ridurre il peso corporeo in caso di sovrappeso o di obesità - Moderare il consumo di vino e di superalcolici - Moderare il consumo di caffè - Praticare una regolare attività fisica di moderata intensità - Abolire il fumo di sigaretta - Ridurre lo stress emotivo L’obiettivo è mantenere valori pressori inferiori a 140/90 mmHg, o ancora più bassi (< 130/80 mmHg), se si è diabetici o nefropatici. 8 8

pag. 131/3 Complicazioni nell’ipertensione Principali complicazioni dell’ipertensione. 9 9

pag. 132 Iperlipidemie Colesterolo e trigliceridi vengono trasportati nel sangue dalle lipoproteine: - a bassa densità (Low Density Lipoproteins o LDL) distribuiscono il colesterolo a tutti gli organi - ad alta densità (High Density Lipoproteins o HDL) rimuovono il colesterolo in eccesso e lo portano al fegato dove viene eliminato Il termine iperlipidemia sta a indicare un eccessivo livello di lipidi nel sangue: - colesterolo > 200 mg/dl (ipercolesterolemia) - trigliceridi > 150 mg/dl (ipertrigliceridemia) - di entrambi i tipi di lipidi Le iperlipidemie: - costituiscono un fattore di rischio elevato per aterosclerosi e per MCV - raramente sono dovute ad alterazioni genetiche - di solito si associano a diete squilibrate, fumo, sedentarietà, sovrappeso, diabete 10 10

pag. 133/1 Aterosclerosi Malattia che colpisce le arterie, le quali progressivamente si ispessiscono e perdono elasticità. Il processo è lento e graduale, perciò possono passare decenni prima che si abbiano dei disturbi o delle manifestazioni cliniche. Quando i livelli nel sangue di colesterolo e di trigliceridi sono elevati, questi tendono a depositarsi sulla parete arteriosa e formano placche, dette ateromi, che restringono il passaggio dell’arteria e quindi la quantità di sangue ricco di ossigeno che vi circola. Le arterie che più facilmente vengono colpite sono quelle: - del cuore - del cervello - degli arti inferiori - dei reni - dell’intestino 11 11

pag. 133/2 Aterosclerosi Le principali complicazioni della malattia sono: - ischemia (insufficiente afflusso di sangue in una regione dell’organismo) - angina pectoris (dolore toracico provocato dall’ostruzione di un’arteria coronaria) - infarto del miocardio (ostruzione totale di un’arteria coronaria) - ictus cerebrale (afflusso di sangue diretto al cervello interrotto improvvisamente per la chiusura o la rottura di un’arteria) Placca ateromatosa in un’arteria. 12 12

pag. 133 Dieta e prevenzione dell’aterosclerosi - Diminuire l’apporto di colesterolo (< 300 mg al giorno) - Diminuire gli acidi grassi saturi (< 10% delle calorie totali) - Ridurre al minimo il consumo di acidi grassi trans - Aumentare il consumo di frutta, verdura (più di 5 porzioni/die) e legumi, ricchi di potassio e fibra - Favorire il consumo di pesce, ricco di omega-3 - Limitare gli alcolici - Ridurre il consumo degli zuccheri semplici - Abolire completamente il fumo - Dimagrire se si è in soprappeso - Svolgere regolarmente attività fisica non agonistica - Tenere sotto controllo la pressione arteriosa 13 13

pag. 134/1 Diabete mellito Malattia del metabolismo glucidico nella quale l’organismo non riesce a utilizzare adeguatamente il glucosio o non produce insulina. Diabete: glicemia a digiuno è ≥ 126 mg/dl Il diabete, se non viene correttamente trattato, comporta complicanze macro e microvascolari. Meccanismo di regolazione della glicemia. 14 14

pag. 134/2 Diabete mellito Il diabete: - aumenta il rischio di aterosclerosi - favorisce l’ipertensione e l’ipercolesterolemia - riduce il livello delle HDL - può provocare complicanze a carico degli occhi, dei reni e del sistema nervoso 15 15

pag. 135/1 Classificazione del diabete mellito Diabete mellito di tipo 1 Il pancreas non produce insulina in quantità sufficiente, o non ne produce affatto. Necessità di ricevere, attraverso iniezioni quotidiane, l’insulina che serve per poter compensare la carenza di insulina endogena. Si sviluppa più frequentemente nei bambini e nei giovani adulti, ma la malattia può presentarsi a tutte le età. Circa il 10% delle persone affette da diabete ha un diabete di tipo 1. Sintomi tipici: - sete intensa - aumentata produzione di urina - fame - perdita di peso - stanchezza profonda 16 16

pag. 135/2 Classificazione del diabete mellito Diabete mellito di tipo 2 Il livello di insulina è normale o poco alterato, la causa è quindi la diminuzione della sensibilità all’insulina da parte delle cellule dei tessuti. Si sviluppa di norma in adulti al di sopra dei 40 anni. I sintomi si manifestano gradualmente e non sono così evidenti come nel diabete di tipo 1. La maggior parte delle persone con diabete di tipo 2 è in sovrappeso o obesa. È la forma più frequente (90% circa) di diabete mellito. 17 17

pag. 135/3 Consigli dietetici nel diabete - Riduzione del peso in caso di obesità - Frazionamento e regolarità dei pasti (3 pasti principali + 2 spuntini) - Equilibrio fra glucidi, protidi e grassi - Forte limitazione dello zucchero: dolciumi in genere, bibite, bevande alcoliche e sciroppi 18 18

pag. 136/1 Alimentazione e cancerogenesi Cancerogenesi: processo di trasformazione di una cellula, che da normale diventa neoplastica o tumorale. Tutte le cellule dell’organismo possono moltiplicarsi senza controllo e dare origine a un tumore. Questi possono localizzarsi in qualsiasi parte del corpo. I tumori possono essere: - benigni, se si individuano in un’area ben delimitata dell’organismo e non formano metastasi - maligni, che si caratterizzano perché le cellule modificate proliferano velocemente e danno origine a metastasi, ossia cellule cancerogene che si diffondono nell’organismo e vanno a localizzarsi anche in zone lontane da quella di insorgenza 19 19

pag. 136/2 Fattori cancerogeni I fattori cancerogeni, o oncogeni, possono indurre la nascita di tumori. Tra questi: - alcune sostanze utilizzate a livello industriale (amianto, arsenico, idrocarburi policiclici aromatici, ecc.) - radiazioni ionizzanti - certi virus come papillomavirus, o batteri quale Helicobacter pylori - fattori ereditari - stili di vita (abitudine al fumo, sedentarietà) - sbagliate abitudini alimentari (consumo eccessivo di bevande alcoliche, di carni rosse, di quelle conservate sotto sale, ecc.) Principali cause di tumori. 20 20

pag. 137/1 Consigli dietetici e prevenzione dei tumori Non si può attribuire a un singolo alimento, o a una sostanza nociva presente nel cibo, la capacità di sviluppare un tumore. Si tratta piuttosto di abitudini alimentari scorrette protratte nel tempo. Non esiste una sostanza o un alimento “miracoloso”, bensì corrette abitudini alimentari e di stili di vita. Non solo, anche se molte sostanze presenti negli alimenti sono dotate di azione antitumorale, è in realtà l’azione congiunta delle sostanze all’interno dell’alimento ad avere il ruolo protettivo. In pratica una dieta ricca di alimenti vegetali freschi esercita un ruolo protettivo nei confronti delle malattie tumorali. 21 21

pag. 137/2 Consigli dietetici e prevenzione dei tumori Va ricordato che le sostanze presenti negli alimenti dotate di azione protettiva nei confronti dei tumori sono numerose. Alle già note vitamine A, C ed E, e alla fibra dobbiamo aggiungere i fitocomposti. I fitocomposti sono sostanze presenti nelle piante, prive di valore energetico, che agiscono come antiossidanti. 22 22

pag. 137/3 Cinque colori-cinque porzioni I nutrizionisti consigliano di consumare almeno 5 porzioni/giorno di verdura e frutta dei 5 colori diversi, corrispondenti a diversi tipi di fitocomposti: - rosso (licopene e antocianine). Ne sono molto ricchi: pomodori, anguria, arancia rossa, barbabietola rossa, ciliegia, fragola. Molti dei vegetali di questo gruppo sono anche ricchi di vitamina C - giallo-arancio (β-carotene, flavonoidi). Es. albicocca, arancia, carota, cachi, mandarino, melone, nespola, peperone, pesca, zucca - verde (clorofilla, carotenoidi). Es. asparagi, basilico, bieta, broccoletti, broccoli, carciofo, cicoria, cima di rapa, kiwi, lattuga, prezzemolo, spinaci - blu-viola (antocianine, carotenoidi). Es. fico, frutti di bosco, melanzana, prugna, radicchio, uva nera - bianco (quercetina). Es. aglio, cipolla, porro, cavoli, finocchio, sedano. La famiglia dei cavoli è ricca di allilsolfuro 23 23