Laboratorio Cineturismo Bicocca 2

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Transcript della presentazione:

Laboratorio Cineturismo Bicocca 2 Aprile 2009

Il linguaggio delle FC Il principale modo di promozione delle location, in particolar modo negli USA, consiste nel mettere in evidenza la loro compatibilità con diverse epoche e paesaggi.

Il linguaggio delle FC Ex. SAN FRANCISCO: Per quanto la sua conformazione fisica la renda immediatamente riconoscibile, la sua FC tiene molto a enfatizzare la varietà delle location offerte dalla città: Dagli angoli esotici di Chinatown alle classiche case vittoriane, fino al caratteristico waterfront

Il linguaggio delle FC Nonostante la presenza di alcuni inconfondibili landmarks S. Francisco viene presentata dalla locale FC come un luogo versatile, in grado di assumere the look of almost any city in the world, oltre a possedere the look of one of the most famous locations in the world: San Francisco itself

Il linguaggio delle FC WASHINGTON STATE FILM OFFICE Dal suo sito si apprende della presenza sul territorio di “military bases, ranches, seaside villages, western towns”, in sostanza practically every geographical landscape is represented e il MOTTO di questo Film Office è THE MANY LOOKS OF AMERICA IN JUST ONE PLACE

Il linguaggio delle FC UTAH VALLEY FILM COMMISSION The Utah Valley features widely diverse film locations-from desert to alpine, suburban to rural, & high tech to wilderness-all minutes away from each other!”

Il linguaggio delle FC SOUTH CAROLINA FILM COMMISSION: Urban and rural. It’s all here and can be yours for less than you think NORTH CAROLINA FILM COMMISSION: North Carolina is any place you want to be

Il linguaggio delle FC Rhode Island-il beautiful ocean state Fun. Film-friendly neighborhood, dotato di Many diverse locations, outstanding restaurants, cultural attractions, nel quale each area is diverse, rich with history & visually unique. In questo compact state il paesaggio può cambiare, nel giro di 20 minuti, da un vibrant cityscape a uno scenic ocean drive

Il linguaggio delle FC Nei casi esaminati finora, l’elemento che viene valorizzato non è la specificità del luogo ma la sua versatilità. Vi è, però, un piccolo gruppo di città che promuove le proprie location attraverso il principio opposto, enfatizzando, cioè, proprio l’unicità dei suoi luoghi.

Il linguaggio delle FC NEW YORK’S STATE GOVERNOR OFFICE FOR MOTION PICTURE & TELEVISION DEVELOPMENT (ufficio facente parte dell’amministrazione statale e non cittadina) punta molto sull’unicità di NYC. Largo uso dei MOTTI CLASSICI DI NYC i quali puntanto tutti sulla DISTINCTIVENESS della metropoli rispetto a tutte le altre città.

Il linguaggio delle FC Es. THERE’S NO PLACE LIKE NYC IT’S A CITY LIKE NO OTHER All’interno del panorama americano NYC è sicuramente la città che più di ogni altra basa il proprio appeal sulla propria unicità e riconoscibilità

Il linguaggio delle FC Anche WASHINGTON mette in evidenza le proprie esclusive caratteristiche monumentali e istituzionali, tramite l’operato del WASHINGTON DC OFFICE OF MOTION PICTURE & TV DEVELOPMENT Washington è comparsa quasi sempre sullo schermo nei panni di se stessa, forte di una serie di landmark istituzionali che la rendono location ideale di trame a sfondo governativo

Il linguaggio delle FC Es. - serie televisiva X-files - JFK (1991) - Il rapporto Pelican (1993) - Mars Attacks (1996) - The Manchurian Candidate (2003) - Syriana (2004)

Il linguaggio delle FC Landmarks istituzionali di Washington: -Casa Bianca -Campidoglio -Lincoln Memorial Ma anche appeal di tipo europeo specie nell’area storica di Adams Morgan/Meridian Park

Il linguaggio delle FC Washington punta molto sulla propria peculiarità e unicità pur non riuscendo a sottrarsi del tutto alla logica della “polifunzionalità” Il WASHINGTON DC OFFICE OF MOTION PICTURE & TV DEVELOPMENT” sottolinea infatti come

Il linguaggio delle FC LA ZONA SUDORIENTALE DELLA CITTà E L’AREA DI GEORGETOWN POSSANO FUNGERE DA TIPICI SETTING DI TIPO SUBURBANO IN GRADO DI RAPPRESENTARE PRESSOCCHè OGNI CONTESTO ANALOGO

Il linguaggio delle FC Los Angeles sembra puntare molto di più sulla qualità dei servizi che su quella delle locations. L’immagine classica di LA è quella della città noir, più volte riveduta e corretta nel corso degli anni. LA forma, con NYC e Washington la triade delle città più connotate degli USA

Il linguaggio delle FC Città che ospitano storie inscindibili dai luoghi in cui si svolgono, raramente set di storie ambientate altrove. Anche Chicago si muove in questa direzione, valorizzando il proprio caratteristico “urban look”. Chicago ha infatti ospitato molti film iconici in cui la città stessa è insostituibile Es. The Blues Brothers The Untouchables

Il caso Italia

Il caso Italia Pressocchè tutti i momenti alti del cinema italiano sono legati al recupero della nostra realtà fisica e topografica” (Tullio Kezich) STRETTO LEGAME FRA CINEMA E TERRITORIO

Il caso Italia ROSSELLINI Roma città aperta (1945) DE SICA Ladri di biciclette (Roma, 1948) Miracolo a Milano (Milano, 1951)

Il caso Italia Es. FELLINI La dolce vita (1960, Roma) Amarcord (1975, Rimini) VISCONTI Rocco e i suoi fratelli (1960, Milano) OLMI Il posto (1960, Milano) RISI Il sorpasso (1961, road-movie da Roma a Livorno)

Il caso Italia Pasolini Mamma Roma (Roma, 1960) Accattone (Roma, 1961) Filone “balneare” anni ’50-’60: Da La spiaggia di Lattuada (Savona, 1954) A L’ombrellone di Risi (Riccione, 1965)

Il caso Italia -saga di Peppone e Don Camillo-Brescello (Bassa Padana)-anni ’50 -”poliziottesco”-grandi città-anni ’70 Anni ’80 TROISI Ricomincio da tre (Napoli-Firenze 1981)

Il caso Italia VERDONE Bianco, rosso e Verdone (on the road 1980) NICHETTI Ratataplan (Milano 1979) Ladri di saponette (Milano 1988)

Il caso Italia Anni ’80-Vanzina style I fratelli Vanzina mettono il sigillo alla nuova immagine della “Milano da bere”, capitale della moda e nuova mecca della “dolce vita” e del lifestyle “all’italiana” con opere come Sotto il vestito niente (1985) e Via Montenapoleone (1987)

Il caso Italia Anni ’90: La città torna ad essere protagonista in concomitanza con la cosiddetta “stagione dei sindaci” MORETTI Caro diario (Roma-Isole Eolie, 1992) AMELIO Il ladro di bambini (road-movie, 1992)

Il caso Italia Nuovo millennio: tendenza a uno sguardo onnicomprensivo Speciale attenzione nei confronti di ambienti “decentrati” e “marginali” come le periferie, la provincia, il Sud

Il caso Italia Es. La capagira (Bari, Piva, 2000) Malena (Catania, Tornatore, 2000) La stanza del figlio (Ancona, Moretti, 2001) Respiro (Lampedusa, 2002) Fame chimica (Milano-quartiere Barona Bocola-Vari, 2003) La sconosciuta (Trieste, Tornatore, 2006) Come l’ombra (Milano,Spada, 2006) Notturno bus (Roma, Marengo, 2007) Tutta la vita davanti (Roma, Virzì, 2008)

Il caso Italia RINNOVATA ATTENZIONE AL PAESAGGIO DA PARTE DEL CINEMA ITALIANO A PARTIRE DAGLI ANNI ’90, in concomitanza con la cosiddetta “riscoperta della città” (in corrispondenza di fenomeni urbani tipicamente postindustriali quali gentrification e rigenerazione dei centri urbani)

Il caso Italia XXI secolo: allontanamento dalle città principali/avvicinamento alle zone marginali Appannamento del contesto metropolitano, a favore di una intenzionale messa a fuoco da un punto di vista periferico

Il caso Italia Emanuela MARTINI ravvisa nel cinema italiano contemporaneo un doppio registro: 1) preciso filone di disorientamento urbano 2) filone di forte impronta meridionale o isolana A ciò si aggiunge lo sguardo al limite dei confini nazionali, in particolare verso Est, per cui alla “riscoperta del dialetto” si affianca la scoperta di lingue straniere

Il caso Italia Ma non vi è solo l’annullamento dei contesti urbani, infatti, alcune città, come TORINO, scoprono e impongono la propria rinnovata immagine sullo schermo con opere che ne esaltano la vivacità e la bellezza.

Il caso Italia Il recupero, da parte del cinema italiano, di zone tradizionalmente non cinematografiche è frutto anche del lavoro delle Film Commissions, che rendono ancora più stretto il rapporto fra cinema e territorio italiano. E’ sicuramente in gran parte merito della Film Commission Torino-Piemonte se la città della Mole si è riposizionata così bene all’interno del panorama nazionale e internazionale scrollandosi di dosso la grigia identità di città-fabbrica

Il caso Torino Torino: prima città cinematografica italiana Alla fine del XIX secolo l’industria cinematografica (anche per la vicinanza con la Francia, dove nacque il cosiddetto “cinematografo” dei fratelli Lumiere) si impiantò a Torino con case di produzione come Unitas, Itala, Gloria, Aquila Film

Il caso Torino Oggi, Torino ha recuperato la propria “aura” di città del cinema attraverso una serie di operazioni culturali mirate il cui “zenith” è stato proprio la fondazione della Torino-Piemonte Film Commission (2001), culmine di una serie di step orientati a promuovere la cultura cinematografica nella città della Mole.

Il caso Torino Step precedenti: 1) 1982: prima edizione del “Festival Cinema Giovani” 2) 2000: inaugurazione del Museo del Cinema all’interno della Mole Antonelliana, simbolo della città

Il caso Torino Tali iniziative testimoniano un vero e proprio “progetto cinema” intrapreso dal capoluogo piemontese, teso a sfruttare la “settima arte” per staccarsi dalla propria identità industriale e forgiare una propria nuova identità sullo schermo e nella realtà.

Il caso Torino Attraverso i film assistiti dalla FC di competenza, Torino perde i vecchi connotati di città fabbrica e di città violenta per riconfigurarsi intorno ai suoi nuovi luoghi simbolo: -i Murazzi, sede di club e di locali di tendenza -i bar di Via Po - l’arteria commerciale di Via Garibaldi - la multietnica Porta Palazzo

Il caso Torino Negli anni ’70 l’immagine di Torino aveva due facce principali: -la città violenta e pericolosa -la città fabbrica Titoli filone “metropoli violenta”: Torino nera (Lizzani, 1972) Ciak si muore (Moroni, 1974)

Il caso Torino Titoli filone città-fabbrica (i cosiddetti “ritratti di fabbrica”): La classe operaia va in Paradiso (Petri, 1971) Trevico-Torino, viaggio nel Fiat-Nam (Scola, 1972) Mimì Metallurgico ferito nell’onore (Wertmuller, 1972)

Il caso Torino In quegli anni Torino era una città “sotto pressione”, nella quale convergevano le proteste degli studenti e le rivendicazioni operaie. Da questo “humus” nacque, nel 1982, il “Festival Cinema Giovani”, che nacque come una sorta di “osservatorio” sulla metropoli con particolare attenzione i giovani.

Il caso Torino Festival suddiviso in 4 sezioni: 1) Tematiche giovanili 2) Opere prime 3) Retrospettiva 4) Spazio aperto

Il caso Torino “Festival Cinema Giovani”: manifestazione patrocinata dal Comune e primo esempio di quella sinergia fra cultura e istituzioni che porterà Torino a trionfare nel campo culturale In breve tempo il “Festival Cinema Giovani” di Torino diventa una delle manifestazioni più importanti e all’avanguardia nel panorama italiano Negli anni ’90 il Festival di Torino arriva a essere la seconda manifestazione cinematografica italiana dopo il Festival del Cinema di Venezia

Il caso Torino Fra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 si rinforza il vincolo fra cultura e istituzioni pubbliche dovuto a un rinnovato interesse, da parte delle istituzioni pubbliche, per le manifestazioni culturali e cinematografiche in particolare e Torino si incammina verso quei progetti che lo porteranno a essere la nuova capitale del cinema italiano dieci anni dopo

Il caso Torino Nel 1998 il Festival acquisisce il suo nuovo nome “Torino Film Festival” dandosi una nomenclatura più moderna e “shiftando” il focus della manifestazione da un’attenzione preponderante verso le tematiche giovanili a un’attenzione nei confronti delle tematiche della metropoli in trasformazione, meritandosi la definizione di “primo festival metropolitano italiano”.

Il caso Torino Nel 2007 il festival viene diretto da Nanni Moretti, diventando così un “signature festival” e incrementando dell’80% il numero di visitatori Nell’edizione del 2/12/2007 il quotidiano La Stampa ha titolato: “La Torino allegra di Moretti”, a testimoniare che Torino è uscita dal clichè di città grigia e fredda, riscoprendosi elegante, allegra e piena di bellezze architettoniche, come testimoniato già dalle immagini dei giochi olimpici invernali del 2006.

Il caso Torino Il 17 dicembre 2000 viene inaugurato il Museo del Cinema all’interno della Mole Antonelliana, simbolo monumentale della città edificato nella seconda metà del XIX secolo dall’architetto Alessandro Antonelli Il Museo del Cinema, fondato nel 1941 da Maria Adriana Prolo trova così una nuova sede e diventa anch’esso simbolo della città

Il caso Torino Il Museo è suddiviso in aree tematiche, con numerose installazioni interattive e multimediali che celebrano la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri, in un connubio di arte e tecnologia. Quasi una “celebrazione” di questo connubio nel 2004 esce una delle opere più famose assistite dalla “Torino-Piemonte”FC nata pochi mesi dopo il Museo nella Mole: DOPO MEZZANOTTE (Ferrario, 2004)

Il caso Torino In questo film le istanze del cinema e della città si intersecano strettamente sotto vari aspetti. Il protagonista lavora presso il Museo del Cinema, vivendo letteralmente “dentro” la Mole Antonelliana e passando le nottate a vedere vecchi film. Il destino del protagonista si incrocia con quello di una ragazza che vive in periferia, nel quartiere della Falchera, rappresentata in modo da accentuare le differenze con le belle strade del centro.

Il caso Torino Negli stessi anni proliferano numerose rappresentazioni cinematografiche urbane che descrivono la Torino post-industriale nei suoi aspetti più nuovi e diversi, configurando il nuovo volto di Torino come il risultato armonico di un patchwork gradevole e allegro. Non mancano, però, anche rappresentazioni più drammatiche che possiamo considerare l’eredità postmoderna dei “ritratti di fabbrica”.

Il caso Torino Torino si afferma come “città dei giovani” in opere come Tandem (Pellegrini, 2000), Santa Maradona (Ponti, 2000), Andata+Ritorno (Ponti, 2004), che mettono in evidenza gli aspetti più nuovi della città: - la vita notturna - la sua nuova configurazione multiculturale - i quartieri “rigenerati” come il “quadrilatero romano”

Il caso Torino CONCLUSIONI L’investimento pubblico nella cultura è stato, dunque, molto positivo per Torino che è stata in grado di sfruttare a proprio vantaggio il passaggio da industriale a postindustriale, trasformazione ratificata nella sistemazione del Museo del Cinema nella Mole Antonelliana, monumento iconico di Torino. Il Museo del Cinema è oggi il Museo più visitato di Torino.

Il caso Torino Torino, la “capitale del cinema italiano”, dove sono nati il primo cinema “d’essai”, il cineclub più grande d’Italia e il primo multisala, è oggi un polo cinematografico d’eccezione con progetti come il Virtual Reality & Multimedia Park e i Lumiq Studios, un parco tecnologico di 8000 metri quadri che ospita teatri di posa, una piscina per riprese subacquee, laboratori di grafica, studi di registrazione e di postproduzione.

Il caso Torino La nuova identità di Torino “città del cinema” fu celebrata con la manifestazione “Turin berceau du cinema” tenutasi al Centre Pompidou di Parigi fra il 21 marzo e il 4 settembre 2001. La stessa manifestazione si ripetè a Torino, a testimoniare il vincolo culturale, oltre che geografico, fra Torino e la Francia.

Il caso Torino Conclusioni Allo stesso tempo, dietro la spinta culturale della FC, e, quindi, attraverso il CINEMA, Torino ha cambiato la sua immagine pubblica, acquisendo anche una nuova identità turistica basata non solo sui monumenti veri e propri ma anche su quei NUOVI MONUMENTI DELL’Età MEDIALE che sono le LOCATIONS

Il caso Torino Conclusioni Vi sono numerose agenzie di viaggio che propongono possibilità di turismo cinematografico a turisti interessati a: - eventi culturali come il Torino Film Festival - monumenti come il Museo del Cinema - nuova immagine del centro storico come essa è rappresentata nei film assistiti dalla FC LOCATIONS

Il caso Torino CINEMA= NUOVA CARTA DI IDENTITà DI TORINO