ANALISI DELLE ISTITUZIONI POLITICHE corso progredito

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Marketing e Comunicazione
Advertisements

Lorganizzazione e lambiente. Istituzionalismo Obiettivi Oltre lo studio dei rapporti diretti tra soggetti e organizzazioni Introduzione di altre variabili.
LE RELAZIONI INDUSTRIALI
Il funzionalismo.
Democrazia e democratizzazione
Chiara Mocenni - Sistemi di Supporto alle Decisioni I – aa Sistemi di Supporto alle Decisioni I Lezione 2 Chiara Mocenni Corso di laurea L1.
GERMANIA.
Raccolta dei dati e relazioni tra variabili
La natura delle ipotesi
1 Criteri per la formulazione di un quesito di ricerca attenzione e interesse al problema rilevanza del tema conoscenza della letteratura formulazione.
Cap. XIII: I governi Governo come funzione e governo come istituzione
Democrazia e mutamenti
ANALISI DELLE ISTITUZIONI POLITICHE corso progredito
ANALISI DELLE ISTITUZIONI POLITICHE corso progredito
ANALISI DELLE ISTITUZIONI POLITICHE corso progredito
Corso di SOCIOLOGIA POLITICA A.A Clementina Casula docente:
Pianificazione Strategica
La percezione delle proprie competenze e il grado di fiducia nelle proprie capacità sono altresì importanti per spiegare le differenze di prestazione.
Complessità informativa e incertezza – 1 1
Gli Indici di Produttività di Divisia
Corso di SCIENZA POLITICA a.a modulo IV
Parlamenti e rappresentanza
ANALISI DELLE ISTITUZIONI POLITICHE corso progredito
ANALISI DELLE ISTITUZIONI POLITICHE corso progredito Biennio di laurea magistrale Politica e Istituzioni Comparate Lezione 21 – Il controllo della burocrazia.
ANALISI DELLE ISTITUZIONI POLITICHE corso progredito Biennio di laurea magistrale Politica e Istituzioni Comparate Lezione 6 - La teoria di Laver e Shepsle.
ANALISI DELLE ISTITUZIONI POLITICHE corso progredito Biennio di laurea magistrale Politica e Istituzioni Comparate Lezione 13 – Referendum.
Corso di biomatematica Lezione 2: Probabilità e distribuzioni di probabilità Davide Grandi.
CORSO DI ECONOMIA POLITICA MACROECONOMIA Docente: Prof.ssa M. Bevolo
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009 Capitolo IX. Inflazione, produzione e crescita della moneta INFLAZIONE, PRODUZIONE E CRESCITA DELLA MONETA Corso.
Normalizzazione Le forme normali certificano che la base di dati soddisfa criteri di qualità che mirano ad evitare le ridondanze e i conseguenti effetti.
A seconda delle situazioni, le cause possono essere attribuite a:
Corso di Sistemi Politici Comparati Il Parlamentarismo Martedì 23 Marzo 2010.
CAPITALISMO, SOCIALISMO, DEMOCRAZIA Joseph A. Schumpeter
del sistema politico italiano.
Lezione 10 La politica monetaria
Analizzare le relazioni. Le transazioni tra relazioni di scambio e di potere La domanda di fondo dell economia delle istituzioni: Perche esistono le imprese?
La verifica e valutazione di un progetto. Partiamo dalla definizione di valutazione un concetto complicato… ma di fondamentale buon senso.
Le relazioni industriali triangolari concertazione e patti sociali
Lezione 9 I sistemi elettorali.
Prof. Marco Olivetti Roma, LUMSA, 15 ottobre 2014
Lezione 15 La politica locale.
CORSO DI SCIENZA POLITICA Docente Prof. Luca Lanzalaco VI MODULO I SEMESTRE A.A N.B. Le fotocopie non sostituiscono il testo delle lezioni.
Psicologia come scienza:
I governi Che cos’è il governo? La formazione degli esecutivi
1 Corso di Analisi Finanziaria degli Enti Pubblici Le determinanti del funzionamento delle Amministrazioni Pubbliche Sergio Zucchetti Anno Accademico 2014.
Scienza politica Prof. Luca Lanzalaco Modulo III a.a
Stratificazione e classi sociali
CORSO DI SCIENZA POLITICA Scienza politica Prof. Luca Lanzalaco Modulo I a.a
ISTITUZIONI E LIVELLI DI GOVERNO
CORSO DI SCIENZA POLITICA Docente Prof. Luca Lanzalaco V MODULO I SEMESTRE A.A N.B. Le fotocopie non sostituiscono il testo delle lezioni.
Lezione 10 I governi.
Storia e politiche del territorio Modulo I Luca Verzichelli a.a Analisi dinamica delle politiche pubbliche: modalità di interazione, arene.
Il Problema della Scelta di Gruppo
1 Lettura “Ammendola & Isernia” Struttura Ipotesi: i mutamenti dello scenario internazionale negli anni ’90 hanno prodotto un formidabile stimolo esogeno.
Parlamenti e rappresentanza
Il ruolo della Comunità:
Scienza politica Prof. Luca Lanzalaco Modulo III a.a
I° Tema: Che cosa è la politica?. 2 Da dove partire Che cosa è la “scienza politica”? –è lo studio dei diversi aspetti della realtà politica al fine di.
CULTURA ITALIANA CONTEMPORÁNEA MÓDULO 1: TRANSFORMACIÓN DE LA SOCIEDAD ITALIANA ACTUAL Fuensanta Piqueras Casado
METODI E STRUMENTI DELLA SCIENZA POLITICA
  Lingua materna (LM o L1): la lingua che acquisiamo ‘inconsciamente’, del nostro vivere quotidiano  Lingua seconda (L2): la lingua che si impara in.
Scienza Politica (M-Z) A.A
Collusione Davide Vannoni Corso di Economia Manageriale e Industriale a.a
Moneta e prezzi nel lungo periodo Questo è il primo di due argomenti che riguardano moneta e prezzi nel lungo periodo. Il primo descrive cosa è la moneta.
L’effetto delle asimmetrie informative sul mercato del credito Fausto Panunzi.
GdM 2016 Dipartimento geriatrico riabilitativo: dalla formalizzazione dei PDTA al monitoraggio degli Indicatori Alberti Annalisa- USC Qualità 18 aprile.
LA CONOSCENZA DI SÉ. Il Sé come punto cerniera: in esso si constata l’intersezione del dato intrapsichico con quello sociale E’ in larga misura dall’esperienza.
La rete di servizi Perché parliamo di rete? Cos’è una “rete organizzativa”? Chi sono gli attori della rete? Come funziona una rete?
Scienza Politica a.a Marco Di Giulio Riepilogo sistemi politici.
Obiettivi e struttura della lezione Lezione 3 – La Formazione delle Decisioni Obiettivo della lezione Presentare i diversi modelli teorici per la formazione.
Transcript della presentazione:

ANALISI DELLE ISTITUZIONI POLITICHE corso progredito Biennio di laurea magistrale “Politica e Istituzioni Comparate” Lezione 19 – Stabilità di governo

Introduzione In quest’ultima parte Tsebelis discute gli esiti strutturali della stabilità delle politiche, ovvero gli effetti concreti sul sistema politico di una minore o maggiore facilità di modificare lo status quo. Due principali concezioni di stabilità: come credibilità degli impegni degli attori politici. come incapacità di offrire risposte ai cambiamenti del contesto.

Introduzione Abbiamo visto che determinate strutture istituzionali producono specifici livelli di stabilità delle politiche. Ciò produce vari effetti: Nei regimi presidenziali aumenta l’instabilità del regime. Nei regimi parlamentari aumenta l’instabilità governativa. Aumenta il livello di indipendenza della burocrazia e della magistratura.

La stabilità dei Governi La stabilità dei governi è una variabile importante per lo studio dei sistemi politici. Lijphart la usa come una proxy del predominio dell’esecutivo Huber e Lupia la considerano un fattore che aumenta l’efficienza ministeriale. È una delle direzioni di indagine più sviluppate nella letteratura, che si è concentrata su aspetti come la formazione, la composizione e le posizioni ideologiche.

Letteratura La maggior parte della letteratura sulla durata dei governi la pone in relazione con caratteristiche del parlamento, tipicamente il sistema partitico (quindi numero e posizioni ideologiche dei partiti). Le analisi più recenti (Warwick) si concentrano sulle caratteristiche del governo.

Letteratura Cosa si intende con stabilità di governo? Non esiste un consenso unanime sui criteri per valutare l’effettiva durata: Se cambia la composizione partitica In caso di elezioni In caso di dimissioni formali Se cambia il I° ministro

La stabilità in funzione delle caratteristiche del parlamento Le caratteristiche del parlamento da cui ha origine i governo sembrano avere un ruolo notevole. Molti modelli prevedono la formazione di coalizioni minime vincenti e il tentativo dei partiti di migliorare la propria posizione. Si osserva il numero di partiti, la presenza di partiti anti-sistema, il grado di polarizzazione, alcune caratteristiche istituzionali,...

La stabilità in funzione delle caratteristiche del parlamento A questo approccio “deterministico” si contrappone un approccio c.d. “basato sugli eventi” caratterizzato dall’idea che la durata dei governi è determinata da eventi casuali. King, Alt, Burns e Laver hanno creato un modello che unisce i due approcci combinando gli elementi causali del primo e quelli casuali-probabilistici del secondo.

La stabilità in funzione delle caratteristiche del parlamento Dunque si assume che i governi cadano per eventi casuali ma la loro capacità di sopravvivenza è legata alle caratteristiche del sistema partitico. Questo modello indica nella frammentazione del sistema partitico e nella polarizzazione dell’opposizione i due attributi più legati alla durata dei governi.

La stabilità in funzione delle caratteristiche del governo Warwick critica i modelli precedenti e presenta un’alternativa che spiega la durata dei governi sulla base delle caratteristiche dei governi stessi.

La stabilità in funzione delle caratteristiche del governo Critica le due variabili utilizzate dai modelli precedenti: Polarizzazione, semplifica la stuttura della contrattazione (esclusione dei partiti anti-sistema e quindi si restringe l’ambito delle coalizioni possibili). Obbliga i governi a includere vari partiti pro-sistema o a governi di minoranza. In entrambi i casi tipi di governo suscettibili di caduta anticipata. Frammentazione, va misurata direttamente nel governo. Così l’osservazione del più generico sistema partitico deiventa inutile.

La stabilità in funzione delle caratteristiche del governo Warwick introduce inoltre una nuova variabile, detta “eterogeneità ideologica”, riferita ai governi (simile al concetto di Range o di distanza ideologica): L’introduzione di questa variabile rende la polarizzazione del parlamento, nel caso di governi maggioritari, una variabile non significativa. Nei governi di governi di minoranza invece la polarizzazione dei partiti resta significativa (mentre, logicamente, perde importanza quella all’interno della coalizione)

Veto player e stabilità dei governi Lo “status quo”, concetto fondamentale ma sfuggente e di difficile identificazione. Proprio per questa complessità spesso si ricorre a proxy (in genere la posizione del governo precedente). Lo SQ ha un ruolo cruciale in ogni modello spaziale multidimensionale: prima si assume che gli attori abbiano delle preferenze rispetto ad esso e poi si individua il loro probabile comportamento.

Veto player e stabilità dei governi Tuttavia se lo SQ ha un ruolo essenziale nella teoria spesso è trascurato a livello empirico. In genere assieme ad una informazione completa si assume uno status quo stabile. Se ciò è accettabile in caso di situazioni semplici è una semplificazione eccessiva nel caso di eventi complessi come la formazione dei governi o la loro sopravvivenza.

Veto player e stabilità dei governi Per rendere più accurato il modello, Tsebelis introduce due forme di incertezza: Sulla relazione tra politiche ed esiti: gli attori hanno preferenze sugli esiti ma devono scegliere politiche. Solo gli esperti hanno conoscenze specifiche su questa corrispondenza. Sugli esiti attuali e quelli futuri: eventi inattesi possono mettere in crisi il governo e la coalizione su cui si regge. Tali eventi (legati a circostanze ambientali) modificano la posizione dello status quo nello spazio degli esiti anche se la politica non cambia.

Veto player e stabilità dei governi Se i partiti sanno di dover affrontare questa “duplice” incertezza come si comportano? Fondamentale è la distanza tra gli alleati di governo. Ridurre la distanza trai VP consente al governo di produrre un programma prima della formazione del governo e di rispondere a eventuali shock esogeni. Come avviene la negoziazione?

Veto player e stabilità dei governi Gli attori sono in grado di includere nel programma tanti più elementi quanto maggiore è la distanza dallo status quo e quanto più vicine sono le loro posizioni ideologiche In effetti (trascurando i costi di transazione) ciò che importa non è il numero dei veto player ma le dimensioni del core dell’unanimità.

Veto player e stabilità dei governi Supponiamo che uno shock esogeno cambi un esito esistente. L’approccio basato sugli eventi assume che vi siano alcuni shock troppo dirompenti per poter essere affrontati. Per Tsebelis invece non è così. Divide gli shock in “fronteggiabili o “non fronteggiabili” ma non sulla base dell’entità dell’evento.

Veto player e stabilità dei governi Gli shock fronteggiabili, sono quelli dove il nuovo SQ non si distanzia troppo dalla sua posizione precedente o che è vicino al programma di governo. Così il nuovo programma è ancora incluso in W(SQ). Gli shock non fronteggiabili, invece sono quelli dove il mutamento rende impossibile ogni accordo tra veto player.

Implicazioni sulla formazione dei governi Formazione, è probabile che un gruppo di partiti vicini che possiedono una maggioranza di seggi formi una coalizione di governo. Se questo gruppo non esiste se ne formerà uno di partiti ideologicamente eterogenei oppure si forma un governo di minoranza (più probabile in caso di opposizione divisa). È meno probabile una coalizione quanto maggiore è l’incompatibilità ideologica, indipendentemente dal fatto che sia di dimensione minima.

Implicazioni sulla durata dei governi Durata, frazionalizzazione e polarizzazione (variabili che misurano caratteristiche del parlamento) devono essere sostituite dalla distanza ideologica riferita ai partiti al governo, tranne che nel caso di governi di minoranza dove mantengono un impatto significativo. La polarizzazione inoltre (per la presenza di partiti anti-sistema) eleva la soglia richiesta per prendere decisioni e di conseguenza riduce il winset dello status quo.

La stabilità delle politiche e il predominio dell’esecutivo Sulla base della precedente analisi la durata del governo è proporzionale alla sua capacità di rispondere a shock esogeni e questa capacità dipende dalla costellazione dei veto player (specialmente dalle dimensioni del core dell’unanimità dei VP). Al contrario non vi è alcun nesso logico tra durata e predominio del’esecutivo. La forte correlazione empirica (Lijphart) è frutto di una relazione spuria.

La stabilità delle politiche e il predominio dell’esecutivo Tsebelis sostiene l’esistenza di due nessi causali: il predominio dell’esecutivo come funzione del controllo dell’agenda da parte del governo (questione di fiducia e altre procedure istituzionali che limitan la facoltà di emendamento del parlamento). relazione tra veto player e durata del governo, più i VP sono vicini più sono capaci di affrontare shock esogeni (e quindi il governo sopravvive).

Una previsione: più i potenziali veto player sono spazialmente vicini più è probabile che formino un governo assieme. Durata del governo Veto player (Lijphart) Controllo dell’agenda Predominio dell’esecutivo

Relazione tra veto player e controllo dell’agenda da parte del governo La relazione tra VP e controllo dell’agenda è ancora da definire. Abbiamo già visto che: VP multipli influenzano le relazioni governo-parlamento in quanto esiste una correlazione tra il loro numero e il potere di controllo dell’agenda da parte dell’esecutivo. Un alto numero di VP diminuisce l’importanza del controllo dell’agenda (dato che il winset si riduce e aumenta la stabilità delle politiche).

Tuttavia Tsebelis non riesce a stabilire la direzione causale della relazione. Presenta però tre argomenti importanti che potrebbero contribuire a spiegare la relazione: Relazione tra VP e poteri di controllo dell’agenda: VP multipli non possono introdurre leggi significative quindi governi di coalizione non introducono regole di questo tipo. In presenza di controllo dell’agenda la negoziazione per la formazione di una coalizione di governo è più semplice (decisioni a maggioranza semplice). I VP sono per ragioni storiche sospettosi l’uno con l’altro e rifiutano di attribuire poteri di agenda ai vincitori nel gioco coalizionale.

Conclusioni Formazione e durata dei governi sono l’oggetto di numerosi studi. Mentre in precedenza la letteratura osservava le caratteristiche del parlamento, la teoria dei veto player pone l’accento sulla composizione dei governi. Ricerche empiriche (Warwick) hanno dimostrato che i governi (non il numero di partiti bensì la loro distanza ideologica) consente di prevedere la durata dei governi.

Conclusioni Quindi l’ipotesi della teoria dei veto player, che la durata dei governi è funzione della costellazione dei VP, è suffragata. La distanza ideologica permette di prevedere la formazione dei governi. Ciò è coerente con l’idea che i partiti agiscano nel processo di formazione con ragionamenti tipo quello della teoria dei VP.

Conclusioni Assioma della politica di Lowell: «maggiore è il numero di gruppi in disaccordo che formano la maggioranza, più difficile è il compito di accontentarli tutti e più debole e instabile è la posizione del governo». La prima parte (relazione tra VP e stabilità delle politiche) sembra essere corretta. La seconda lo è solo se con “debole” intendiamo un governo che non può attuare cambiamenti radicali. Se invece intendiamo “assenza di predominio dell’esecutivo”, allora si tratta solo di una correlazione spuria.