DISTURBO DELL’ IDENTITA’ DI GENERE

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Transcript della presentazione:

DISTURBO DELL’ IDENTITA’ DI GENERE Corso CONSULENTE IN SESSUOLOGIA 2009-2010 DISTURBO DELL’ IDENTITA’ DI GENERE Dallo Sviluppo atipico in infanzia al transessualismo Dott.ssa Mariateresa Molo

DISTURBO DI IDENTITA’ DI GENERE DEFINIZIONE DSM IV DISTURBO DI IDENTITA’ DI GENERE A - Una forte e persistente identificazione col sesso opposto B - Persistente malessere riguardo al proprio sesso o senso di estraneità riguardo al ruolo sessuale del proprio sesso

C - L’anomalia non è concomitante con una condizione fisica intersessuale D - L’anomalia causa disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa, o di altre aree importanti del funzionamento Diagnosi differenziale: Anticonformismo, Feticismo di Travestimento, Schizofrenia

Disturbo dell'identità di genere nella fanciullezza Desiderio dichiarato di essere del sesso opposto oppure insistenza sul fatto di esserlo (lo diventerà da grande), non solo nel ruolo sociale Rifiuto persistente delle strutture anatomiche del proprio sesso (non si svilupperanno o scompariranno) Esordio del disturbo prima della pubertà

Disturbo identità di genere nell’adolescenza Presenta le stesse caratteristiche del disturbo nell’infanzia Non presa in considerazione l’età di insorgenza Viene diagnosticato quale Disturbo atipico dell’Identità di genere

ICD -10 TRANSESSUALISMO L’individuo desidera vivere ed essere accettato come membro del sesso opposto L’identità transessuale è stata presente persistentemente per almeno due anni Il quadro non rappresenta un sintomo di un’altra sindrome psichica e non è associato a un’anormalità cromosomica

Non esistono dati certi e aggiornati sull’incidenza del disturbo dell’identità di genere nell’età adulta. Le statistiche riportano 1:30.000 FtM sono 1/7 degli MtF

Identità

Identità di genere immagine corporea: caratteristiche fisiche e vissuto emotivo ruolo di genere: educazione cultura influenze sociali M F mascolinizzazione+defemminilizzazione femminilizzazione+demascolinizzazione

Orientamento sessuale istinto emozioni sentimenti non attratto sessualmente eterosessuale omosessuale bisessuale

Formazione identità sessuale Sesso cromosomico: xx / xy (embrione indifferenziato fino alla 6°-12° settimana di gravidanza) Sesso gonadico: ovaie / testicoli (la secrezione di testosterone trasforma i genitali in senso maschile) Formazione genitali esterni Strutturazione cervello

Periodi importanti perinatale (dal II al IV mese) riconoscimento di sé (1 anno e mezzo) 3 anni (socialità) adrenarca pubertà (attivazione)

Identità: in relazione con l’ambiente (accettazione e approvazione) Identificazione imitazione Reciprocazione: conferma di ciò che non si è Sistema di attaccamento e caratteristiche delle figure di attaccamento: dominanza presenza ammirazione timore odio

Sentimento di Appartenenza al Sesso Biologico Fragilizzazione: mancanza di fiducia nella propria femminilità/mascolinità Ambivalenza: confusione , sono veramente femmina/maschio Ambiguità: si è di fronte a femmina/maschio Inversione: disarmonia mente corpo, distorsione percettiva

RETTIFICAZIONE DI ATTRIBUZIONE DI SESSO LEGGE 14 APRILE 1982 n°164 art.1 tale rettificazione è consentita anche “in forza di sentenza del tribunale passata in giudicato che attribuisca ad una persona sesso diverso da quello enunciato sull’atto di nascita a seguito di intervenute modificazioni dei suoi caratteri sessuali”

art.2 “Quando è necessario, il giudice istruttore dispone con ordinanza l’acquisizione di consulenza intesa ad accertare le condizioni psicosessuali dell’interessato art.3 “Il tribunale, quando risulta necessario un adeguamento dei caratteri sessuali da realizzare mediante trattamento medico- chirurgico, lo autorizza con sentenza”

Sviluppo Atipico Identità di Genere in infanzia Remissione spontanea Omosessualità effeminata Transgenderismo travestitismo non feticista modificazione medica/chirurgica del corpo (senza RCS) Transessualismo nell’età adulta (20%)

SAIG Confusione su identità di genere Difficoltà di inserimento e integrazione sociale Timore di ostracismo, prese in giro, aggressioni Evitamento amicizie con i pari anche se desiderate e pochi esempi di comportamento tipico Perpetuarsi e consolidarsi della condizione atipica e aumento dei problemi con l’età

Caratteristiche del bambino maschio con SAIG Interesse per attività femminili Preferenza per abiti femminili Capelli lunghi Giochi femminili (bambole, casa, mamma), programmi TV con personaggi femminili Compagni di gioco femmine Evitamento di lotta e sport competitivi Scarso interesse per giocattoli maschili (macchinine) Desiderio di essere bambine Urinare da seduti Fingere di non avere il pene Raro il disgusto per i genitali

Caratteristiche della bambina con SAIG Reazioni negative per l’abbigliamento femminile (anche evitamento di situazioni sociali) Capelli corti, scambiata per un maschio Eroi maschili (Batman, Superman) Giochi con i maschi Ruoli, sogni, fantasie Interesse per sport con contatto fisico, giochi violenti, giochi maschili Disinteresse per bambole e ruoli femminili Urinare in piedi Rifiuto di seno e mestruo Avrà un pene, sarà un uomo

Cause SAIG ricerche psicologiche Assegnazione sessuale e sue conseguenze Preferenza prenatale per un sesso specifico Rinforzo sociale per comportamento tipizzato sessualmente Relazione madre-bambino (simbiosi benedetta) Sviluppo psicosessuale materno (desiderio essere maschio) Funzionamento emozionale materno (DOC depressione ostilità borderline) Relazione padre-bambino (assenza, tempo condiviso) Funzionamento emozionale paterno (abuso sostanze, depressione – relazione d’oggetto)

Cause SAIG ricerche biologiche Genetica (storia famiglia, studi gemelli) Genetica molecolare (cromosoma Xq28) Ormoni prenatali Stress materno prenatale Ordine nascita Neuropsicologia (abilità cognitive) Strutture anatomiche (asimmetria cerebrale, area preottica ipotalamo) Numerosità fratelli Iperattività Bellezza fisica

Intervento psicosociale col bambino Aiuto a sentirsi più a suo agio col proprio genere Identificazione di aree di interesse condivise con i pari Limiti al comportamento “cross”, (non riceve rinforzo sociale e non è tollerato) per evitare di perpetuare la condizione Incoraggiamento ad attività alternative che consolidino un’identificazione positiva nel proprio genere

Interventi in ambito clinico Terapia comportamentale basata su Teoria del rinforzo sociale obiettivo prefissato:giochi, abbigliamento, partecipazione a gruppo di pari, manierismi finalità di modificare comportamenti specifici, non identità di genere.

Interventi in ambito clinico Psicoterapia della famiglia imporre limiti (diminuisce la confusione sull’identità) sostenere l’incertezza dello sviluppo dell’identità di genere interrompere il circuito dei “segreti” , promuovere fisiologici processi di separazione- individuazione

Considerazioni Auspicabile il trattamento in età infantile; difficile un cambiamento una volta raggiunta la pubertà Assistere lo sviluppo dell’identità di genere, non dirigerlo Aiutare i bambini a diventare più sicuri nelle loro identità, a sentirsi più a proprio agio nell’ambiente usuale Pochi dati di follow-up sull’efficacia degli interventi Capire fattori che alimentano le fantasie di desiderio cross. Concetti corretti di genere, di sé come maschio/femmina, incoraggiamento ad amicizie pari con aree interessi condivisi. Dall’esterno all’interno. Desiderio ma paura aggressioni, timidezza ed evitamento 26

Conclusioni L’identità transgender è legittima e autentica Non è un falso sé, non è patologica Il conflitto fra la mente e il corpo di eziologia sconosciuta rende più complesso il raggiungimento dell’identità di sé, dell’autonomia, dell’intimità, della capacità di relazionarsi con gli altri Importante il coming out