la Bibbia in classe Come presentare e raccontare

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Transcript della presentazione:

la Bibbia in classe Come presentare e raccontare a cura di Sergio Bocchini sergio bocchini Sergio Bocchini 1

Presentare la Bibbia in classe, soprattutto raccontarla, non è facile Presentare la Bibbia in classe, soprattutto raccontarla, non è facile. E’ necessaria una buona preparazione che, ovviamente, non si improvvisa ma si può apprendere. sergio bocchini Sergio Bocchini 2

Sette regole didattiche per raccontare la Bibbia (ma non solo) Capacità di ascolto Star bene in classe Il contesto, la cornice, le modalità La conoscenza degli obiettivi e delle finalità educative La narrazione La scelta dei ganci-agganci La valutazione sergio bocchini Sergio Bocchini 3

1. Capacità di ascolto “Ascoltare” (insieme al “fare”) è una delle virtù più importanti nella tradizione ebraico-cristiana. Shemah (“ascolta!”) è il principale precetto ebraico. Occorre saper ascoltare molto prima di parlare. Solo chi avrà ascoltato attentamente il libro della Bibbia (“ruminato” dicevano i Padri della Chiesa) saprà raccontarlo in modo adeguato. sergio bocchini Sergio Bocchini 4

2. Star bene in classe “Insegnare” è un lavoro delicato e importante, che richiede responsabilità, ma soprattutto gioia nello stare con i ragazzi. Senza questa pre-condizione qualsiasi tecnica didattica (che certamente si può e si deve apprendere) non sarà efficace. sergio bocchini Sergio Bocchini 5

3. Il contesto, la cornice, le modalità Essere attenti al contesto emotivo e dare importanza alla cornice in cui si opera sono aspetti tutt’altro che secondari. Alle volte è importante non fare la solita lezione frontale, oppure cambiare la disposizione dei posti in classe, responsabilizzando i ragazzi e cercando di mettere tutti a proprio agio, scegliendo ambienti luminosi e spaziosi, così da ambientare la narrazione in modo divertente e simpatico... sergio bocchini Sergio Bocchini 6

4. La conoscenza degli obiettivi e delle finalità educative Avere bene in testa dove si vuole arrivare è la prima condizione di qualsiasi attività didattica. Meglio porsi piccoli obiettivi anziché grandi traguardi, difficili da raggiungere e quindi frustranti (per l’insegnante) e “stufanti” per i ragazzi. sergio bocchini Sergio Bocchini 7

5. La narrazione/1 Saper narrare – e questo vale in modo particolare per la Bibbia – vuol dire saper coinvolgere emotivamente gli alunni, aiutandoli a scoprire il mondo essenziale dell’invisibile e quindi favorire la loro crescita interiore. Nel narrare è importante saper valutare i tempi e i modi, curare l’ambientazione, e il contesto generale in cui si opera. sergio bocchini Sergio Bocchini 8

5. La narrazione/2 Conta molto “come” si raccontano le storie (con verbi al presente), curando l’intonazione della voce, ambientando il racconto nel contesto storico e geografico, magari ricorrendo a delle immagini proiettate sul muro o utilizzando la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) per sottolineare un luogo ed evidenziare alcuni aspetti letterari … Indubbiamente tutti mezzi efficaci per attirare l’attenzione e coinvolgere emotivamente gli ascoltatori. sergio bocchini Sergio Bocchini 9

6. La scelta dei ganci-agganci Per “ganci-agganci” s’intende tutto ciò che può essere utile dal punto di vista didattico per attirare l’attenzione degli alunni e aiutarli ad entrare nel contesto storico, geografico e culturale del brano della Bibbia che si sta narrando. Per es. utilizzando un’immagine della storia dell’arte, un simbolo, una foto, o attraverso la tecnica del braimstorming e altre attività didattiche. sergio bocchini Sergio Bocchini 10

7. La valutazione Più che inventarsi chissà quali verifiche, è importante creare prima di tutto un clima amichevole e costruttivo, in cui l’IRC sia vissuto dagli alunni come un momento di studio, ma anche di crescita interiore e soprattutto di libertà. E’ questa la miglior valutazione. sergio bocchini Sergio Bocchini 11

FINE sergio bocchini Sergio Bocchini