L’immaginazione nel bambino

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
ATTIVITA DI ACCOGLIENZA 2009/10 Staccarsi da terra, spiegare le ali e osservare le cose dallalto. Fendere laria e provare un senso di libertà impossibile.
Advertisements

Dialogo d’amore La Parola (introduzione al testo)
II INCONTRO Madre Teresa di Calcutta
OBBLIGO SCOLASTICO ASSI CULTURALI.
Il nostro corpo: una grande avventura
il senso delle nostre azioni
LA COMUNICAZIONE E IL CONSENSO INFORMATO IN PEDIATRIA
A.s. 2008/2009 Scuola dell’Infanzia “VAIARINI” sezione 4 anni SFIDE MATEMATICHE Quando le conoscenze acquisite si trasformano in giochi “matematici”
Psicologia dello sviluppo (integrazione lezione 1)
INTERAZIONE E SCAMBIO SOCIALE DEFINIZIONE DEI CONCETTI INTERAZIONE SOCIALE costituisce un processo di durata più o meno lunga, tra due o più attori che.
NARRAZIONE E RESOCONTO
LA RELAZIONE PRECOCE MADRE-BAMBINO: DATI OSSERVATIVI
La costruzione dell’identità nel bambino in affido
Dr. Nicola Corazzari Dr.ssa Claudia Casali Dr.ssa Erica Romei
Università della Calabria Corso di laurea: Scienze della Formazione Primaria anno accademico Università della Calabria Corso di laurea: Scienze.
Tenendo conto della Finalità della scuola: Offrire un contributo significativo alla formazione delluomo e del cittadino che dovrà vivere ed operare nella.
LA NARRAZIONE Attività complessa che consente di cogliere il funzionamento di numerosi processi psicologici e che comprende limpiego di: abilità linguistiche.
LA MATRICE INTERSOGGETTIVA
dell’esistenza quotidiana
JEROM BRUNER Bruner nasce a New York il 1 ottobre 1915.
Linguaggio FONETICA SEMANTICA SINTASSI PRAGMATICA.
L’indagine OCSE-PISA: il framework e i risultati per la matematica
Teoria trasformativa: i fondamenti
GIOCHIAMO A PARLARE. PREMESSA la tutela della salute in ambito materno- infantile costituisce un impegno di valenza strategica dei sistemi socio-sanitari.
Corso di formazione Sorveglianza e Prevenzione
Noi e i media Per unanalisi etica dei prodotti mediatici Marco Deriu Milano – 8 aprile 2006.
Lo studio della prestazione lavorativa (Parte I) Guido Sarchielli Alma Mater studiorum Università di Bologna.
Che cos’è la Psicologia sociale?
PROGETTARE L'AUTONOMIA L'esperienza dell'Associazione Italiana Persone Down Dott.ssa Angela Barattelli.
Aula virtuale Linguaggio e comunicazione 16 settembre 2006 Sintesi riflessioni lavoro di gruppo.
Chomsky La grammatica/sintassi è una proprietà della mente Distinta dalla capacità di comunicare E una facoltà autonoma ed innata La comunicazione è solo.
PROSPETTIVA PSICOLOGICA Azione presume che vi sia un individuo in grado di: 1) rappresentarsi e prefigurarsi il futuro 2) scegliere 3) decidere in modo.
ALTRUISMO azioni che un individuo può compiere a vantaggio di una o più persone senza aspettarsi alcuna ricompensa esterna concreta MA azione tesa a produrre.
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “VITTORINO DA FELTRE” TORINO
“Educare per l’Autonomia, l’Autonomia per Educare ” La Comunicazione Aumentativa e Alternativa Marco Gagliotta Sant’Anastasia 27 marzo 2009.
_ ___ _ ______ _ _ _________.
Matematica e Multimedialità
Materiali relativi alle esperienze realizzate nei
Rilievi critici alla teoria di Piaget
CODIFICA DELLE EMOZIONI
Matematiche Elementari da un Punto di Vista Superiore
La bellezza nella scienza
Si può parlare di EGOCENTRISMO nell’adolescenza?
LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E ALTERNATIVA
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE
Area sociale OSSERVAZIONE E MONITORAGGIO. Nel corso del primo anno: ride spontaneamente; reagisce in modo diverso di fronte agli estranei, rispetto alle.
La comunicazione interpersonale

Perchè il role playing in questo progetto
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA DIDATTICA SPECIALE A.A. 2010/11 II Semestre.
Teoria della mente Theory of mind.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA DIDATTICA SPECIALE A.A. 2010/11 II Semestre.
COMPETENZE E DISABILITÁ
LO SVILUPPO COGNITIVO.
LA COMUNICAZIONE EFFICACE. “ Capacità di usare più linguaggi possibili per mettere in relazione se stessi con gli altri” “La componente fondamentale di.
Le abilità di studio Corso Neoassunti A.S
Ecologia dello sviluppo umano
IL TESTO NARRATIVO I testi narrativi si distinguono dagli altri testi in quanto raccontano una storia.
L’APPRENDIMENTO DELLA LETTO-SCRITTURA ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA
Immagini per comunicare
Lo sviluppo del gioco nel bambino
Progetto accoglienza Scuola dell’infanzia Chiusa Sclafani e Giuliana
PROGETTO “DIRITTI A SCUOLA” 2011/2012 Progetto A –ambito linguistico Progetto A –ambito linguistico laboratorio di animazione alla lettura “Pinocchio,che.
Laboratorio linguistico rivolto ai bambini di 5 anni anno scolastico IL BRUCO GUSTAVO Obiettivi trasversali a tutte le unità sono: -ascolto.
PROMUOVERE L’INTERSOGGETTIVITA’ NEI BAMBINI CON AUTISMO E DPS CENTRO EDUCATIVO MINORI “Casa Regina Elena, Una carezza per Carla” Pavone, 10/02/2014.
Costruire comunità di pratiche riflessive nei contesti formativi e professionali Maura Striano Università degli Studi di Napoli Federico II.
Caratteristiche distintive dell’approccio contestualista sono:
Disturbi generalizzati dello sviluppo.  Tale termine -DISTURBI GENERALIZZATI DELLO SVILUPPO- viene usato perché descrive molto accuratamente l’alterazione.
Piaget i 4 fattori permettono il costituirsi di strutture cognitive o sistemi cognitivi che sono di tipo: Sensomotorio (0-18/24 mesi circa) Preoperatorio.
Transcript della presentazione:

L’immaginazione nel bambino Capitoli 2 e 3 Dott.ssa Chiara Deprà c.depra@campus.unimib.it

Capitoli Capitolo 2: il gioco di finzione Capitolo 3: il gioco di ruolo Capitolo 4: immaginazione ed emozioni Capitolo 5: ragionamento, finzione e dialogo

Che cos’è il gioco di finzione? Video: il potere del gioco (1-2) Il potere del gioco.ppt

Esempi di giochi di finzione Gioco con il treno Orsetto bagnato

Caratteristiche del gioco di finzione Natura temporanea, transitoria e circoscritta Limitazioni e restrizioni per i partecipanti Potere causale Sospensione della verità oggettiva Causalità e concatenazione di azioni

Natura temporanea, transitoria e circoscritta PRIMA DOPO

Potere causale I bambini nel gioco devono immaginare le conseguenze delle azioni che fanno compiere ai personaggi e per fare ciò si fanno guidare dai principi causali familiari. Due esperimenti: maialini e scimmiette Risultati: i bambini a due anni comprendono non solo le condizioni stabilite per il gioco di finzione ma anche il potere causale collegato all’entità di cui si è stabilita l’esistenza per il gioco stesso

Sospensione della verità oggettiva

Concatenazione causale di una serie di eventi Esperimento: bambini di due anni Episodio1: un burattino-paperella versa da una scatola vuota dei cereali in una scodella e poi imbocca il cavallo Episodio 2: un burattino-paperella sparge del borotalco in una ciotola scuotendo un contenitore sigillato e poi imbocca il cavallo Risultati: che cosa mangerà il cavallo? I bambini rispondono correttamente. Perciò i bambini a 2 anni sono in grado di cogliere nell’immaginazione una concatenazione causale e di descriverne gli effetti

Il gioco di finzione due prospettive a confronto Harris Gioco di finzione: non c’è la volontà di riferirsi ad eventi reali Simulazione o ricostruzione: intende riferirsi ad un episodio es. bambino che ha imparato a nuotare I bambini sono capaci di immaginare perché prevedono e comprendono eventi di cui non hanno mai fatto esperienza. I b. ricorrono alla propria conoscenza delle regolarità causali del mondo per dare un senso alle possibilità nuove che scaturiscono in un contesto di fantasia Piaget Gioco: rappresentazione della realtà Quello che i bambini ripropongono nel gioco è quello di cui fanno esperienza. Atto effettivo. La capacità di immaginazione simbolica diminuisce per fare spazio a mezzi di rappresentazione più adatti. Non esiste una vera capacità immaginativa perché il b. si riferisce sempre alla realtà. il gioco nella prospettiva vygotskiana.ppt

Conclusioni Il gioco di finzione fa la comparsa non nella primissima infanzia ma più tardi quando compare il linguaggio, il bambino ha una conoscenza ristretta ma funzionale di ciò che lo circonda di cui fa uso durante il gioco. Il gioco di finzione non è una distorsione del mondo reale ma un’iniziale esplorazione di mondi possibili. È la prima manifestazione della capacità di considerare alternative alla realtà.

Che cos’è il gioco di ruolo?

Che cos’è il gioco di ruolo? Filmato Capacità del bambino di immaginare e rappresentare il ruolo di una persona o di un altro tipo di essere animato. Da soli, con l’adulto o con il gruppo dei pari. ruoli diversi ma collegati. Necessità di flessibilità e sensibilità GIOCO DI RUOLO: gioco di finzione in cui il bambino rappresenta temporaneamente la parte di qualcuno diverso da sé, simulandone azioni e discorsi.

Gioco di ruolo in cui ogni ruolo può essere rappresentato con tre diverse modalità una madre se stesso Il bambino ricorrendo a come interprete fa la parte di un cane una bambola o un mostro un giocattolo nessun tipo di ausilio per il gioco

Nel gioco di ruolo i bambini: si immergono temporaneamente nella parte cui danno vita, agiscono e parlano come se stessero facendone esperienza dal punto di vista della persona o creatura inventata impiegano i termini adeguati cambiano tono di voce ed umore in base alla parte danno voce alle emozioni, alle sensazioni e ai bisogni appropriati al ruolo che hanno assunto fanno dei commenti sul contenuto dell’esperienza percettiva del personaggio che rappresentano nel gioco Il mondo reale passa in secondo piano e viene sostituito da quello immaginario che il bambino attribuisce al protagonista

Compagni immaginari Il compagno immaginario può essere momentaneo così come durare per mesi. Svendsen: “un personaggio invisibile, cui il bambino dà un nome e cui fa riferimento nella conversazione con le altre persone o con cui gioca direttamente per un periodo di tempo, almeno per diversi mesi, personaggio che per il bambino ha un aspetto reale pur non avendo alcun evidente fondamento oggettivo.” (1934) Diverse tipologie di compagni immaginari: Interpretato personalmente Animale di peluche, ausilio esterno Non umani, creati dal nulla

Processo alla base del gioco di ruolo I bambini hanno acquisito una sorta di archivio mentale delle osservazioni ed azioni appropriate per un determinato ruolo Ma … I b. sono molto flessibili  interpretano anche personaggio nuovi, con cui non hanno avuto interazioni e devono adattare le azioni ad una situazione in mutamento nozione di simulazione: la situazione di finzione può essere inserita nel sistema di conoscenze e di pianificazione del bambino e il prodotto di quest’azione può tradursi in un’azione o affermazione nel contesto immaginario

Gioco di ruolo e credenze Esiste un rapporto tra il gioco di ruolo e la comprensione della falsa credenza? Compito di Sally e Anne Baron-Cohen et al. (1985)

Gioco di ruolo e credenze (1) 1° ricerca: Astington e Jenkins (1995): 3-5 anni in piccolo gruppo. Osservazioni: Frequenza complessiva di affermazioni riguardanti il gioco non letterale Frequenza con cui i b. facevano proposte di attività collettive Frequenza di affermazioni in cui veniva assegnato un ruolo a se stessi o ad altri

Gioco di ruolo e credenze (2) 2° ricerca: Schwebel, Rosen e Singer (1999): 3-4-5 anni prestazioni in compiti di teoria della mente e osservazione del gioco alla scuola dell’infanzia. Quando venivano assegnati i ruoli reciproci Quando un b. reagiva in modo appropriato al presupposto del gioco Gioco di finzione solitario

Gioco di ruolo e credenze (3) 3° ricerca: Youngblade e Dunn (1995) Bambini di 33 mesi osservazione: quantità di conversazione dedicata al gioco varietà di temi di finzione ideati dal bambino quantità di interpretazione di ruoli frequenza con cui un ruolo veniva assegnato esplicitamente b. di 40 mesi: misurazione della comprensione delle credenze

Gioco di ruolo e credenze (4) 4° ricerca: Taylor e Carlson (1997): 3 e mezzo e 4 anni e mezzo Osservare se il b. avesse inventato un personaggio immaginario + conferma dei genitori compiti per misurare la comprensione delle credenze (distinzione tra conoscenza attuale propria e conoscenza altrui) risultati: tutto esatto o stessi errori 3 anni: pochi si dedicano al gioco di ruolo 4 anni: maggior gioco di ruolo migliori prestazioni n.b.: solo con interpretazioni di esseri animati

Il gioco di ruolo incide sulla comprensione delle credenze. i bambini che si dedicano maggiormente al gioco di ruolo sono più capaci di considerare una situazione dal p.d.v. di un’altra persona con un’abilità verbale nella media solo quando vengono interpretati esseri animati solo nel gioco di ruolo in gruppo e non solitario

Natura e origine delle differenze individuali presenza di uno o più fratelli maggiori compagno immaginario (i b. erano più disposti a fingere conversazioni) bambini che nell’infanzia preferivano giochi di fantasia rispetto alla manipolazione (natura endogena) comprendono tipi di trasformazioni causali immaginarie autismo: assenza di gioco di finzione a 18 mesi

Immergersi nella fantasia: elementi di continuità tra infanzia ed età adulta

Cosa succede durante la lettura? La realtà attuale viene momentaneamente tenuta in sospeso Ci posizioniamo all’interno di eventi che accadono ai protagonisti Entriamo nella visione del mondo del personaggio Condividiamo quindi lo stesso contesto spazio- temporale: concetto di Spostamento soggettivo I b. con il gioco di ruolo assumono il punto di vista del personaggio così come gli adulti mentre leggono un romanzo (modalità eterocentrica) Si collocano mentalmente in uno spazio immaginario

Differenze Libertà di scelta Effetti manifesti: dialoghi, azioni Scelte dell’autore No effetti manifesti