La comunicazione e le discipline Informatica e telematica Scienze fisiche Sociologia Psicologia Scienze umane Comunicazione
Definizioni di comunicazione (Zanichelli 1995) Comunicazióne [ve. dotta, lat. communicatióne(m). da communicàre 'comunicare'] s. f. 1 - (raro) Atto del comunicare, del trasmettere ad altri: c. di calore, di energia; c. del pensiero. 2 - Atto del portare q.c. a conoscenza di altri: c. di idee, di notizie | Mezzi di c. di massa, il complesso della stampa e dei mezzi audiovisivi impiegati per la diffusione delle notizie a tutti i livelli della società | (est. ) La cosa stessa che si porta a conoscenza: fare una c.; c. orale, scritta | Partecipazione: ricevere la c. dell'avvenuto matrimonio. 3 - Relazione di argomento scientifico, letterario e sim. presentata a un'accademia, un congresso e sim. 4 - Atto del trovarsi in contatto, del comunicare con altri: essere, mettersi, trovarsi in c. con qc. o q.c. \ Mezzo attraverso il quale persone e cose comunicano fra loro: comunicazioni telefoniche, telegrafìche; chiedere la c. (telefonica); la c. è stata interrotta.
Definizioni di comunicazione (Zanichelli 1995) 5 - (elab.) Processo mediante il quale l'informazione viene trasmessa, con appositi segnali, da un sistema all'altro. 6 - Collegamento materiale, passaggio, e sim.: il canale mette in c. i due paesi; un'importante via di c.; le stanze sono in c. con il corridoio. 7 - (spec. al pl. ) Collegamento attuato con mezzi di trasporto: tra Europa e America esistono rapide comunicazioni; comunicazioni terrestri, marittime, aeree. 8 - (lett.) Accomunamento. 9 - Comunione eucaristica.
Definizioni di informazione (Zanichelli 1995) informare [ve. dotta, lat. informare, comp. di in-illativo e formare 'formare, dare forma'] A v. tr. i io informo) 1 - (lett.) Modellare secondo una forma. 2 - (fig. ) Indirizzare, secondo una certa impronta, certe direttive e sim.: i. la propria vita a principi di giustizia, alla morale, alia conoscenza. SIN. Conformare. 3 - Ragguagliare qc. procurandogli notizie, dati e sim.: li informammo dell'accaduto, sullo svolgimento dei fatti \ Informi!, dica | I. in un'arte, erudire. 4 - Mettere nelle forme: i. // I. il cacio. B v. intr. pron 1 - (raro) Prender forma: la pelle s'informa dalle ossa. 2 - Procurarsi notizie: informarsi da. presso iì direttore; ci informammo all'agenzia; informarsi sulla condotta di qc., del corso della malattia; informatevi se è vero. 3 - Agire in conformità con q.c.: informarsi alle nuove direttive ministeriali. SIN. Adeguarsi.
Definizioni di informazione (Zanichelli 1995) informazione s. f. 1 - Atto, effetto dell’informare o dell’informarsi | Ragguaglio, notizia: rivolgersi all’ufficio informazioni; chiedere informazioni su qc., su q.c.\ ottenere informazioni buone, pessime, riservate \ Servizio informazioni operativo, insieme degli organi specializzati di un esercito che svolgono attività operative in fase bellica | (dir. ) /. di garanzia, avviso che il pubblico ministero è tenuto a inviare a chi sia sottoposto a indagini per un reato e alla persona offesa, fin da quando compie un atto al quale ha diritto di assistere il difensore dell'indagato. 2 - (elab.) Notizia atta a essere formalizzata in dati e destinata a essere trattata da un sistema di trattamento automatico delle informazioni | Teoria dell'i., studio, su basi matematiche, dei fenomeni relativi alla trasmissione dell’informazione. 3 - (biol.) I. genetica, quella contenuta in una sequenza di nucleotidi entro una molecola di DNA.
Dati, informazione e conoscenza Obiettivo Le azioni (decisioni) derivano dall'utilizzo di conoscenza. La conoscenza è informazione contestualizzata e utilizzabile (elaborabile) per raggiungere obiettivi definiti. L'informazione si ottiene selezionando dati e organizzandoli in un insieme coerente, dotato dì significato. I dati sono fatti, osservazioni, elementi scollegati, semplici bit di informazione. La piramide della conoscenza
Informazione (Bateson, 1979) “Per produrre notizia di una differenza, cioè informazione, occorrono due entità (reali o immaginarie) tali che la differenza tra di esse possa essere immanente (inerente, sta dentro) alla loro relazione reciproca; il tutto deve essere tale che la notizia della loro differenza sia rappresentabile come differenza all’interno di una qualche entità elaboratrice di informazioni, ad esempio un cervello, o forse un calcolatore”. Percezioni: idee sul mondo costruite attraverso i nostri sensi. In uno stato di quiete assoluta dove nulla si muove o in un susseguirsi di eventi sempre uguali a se stessi, non si ha produzione informazione. Due entità che non trasmettono o trasmettono sempre la stessa cosa non producono informazione. Deve verificarsi un cambiamento (una differenza di stato) e questa deve essere anche percepita ed elaborata da una mente che produce azioni, quindi altre differenze, proprio a causa di questo cambiamento.
Definizioni di informazione (Bateson 1979) l'Informazione non ha valore intrinseco e valore reale fino al momento in cui viene utilizzata, cioè fino a quando non ha ottenuto l'effetto di modificare le conoscenze precedenti o di produrre conoscenze nuove. Il che porta ad affermare che: l'informazione è effettivamente una risorsa, ma in quanto tale deve essere considerata in maniera diversa dalle altre, perché esiste ancora come risorsa anche dopo essere stata utilizzata. Informazione come percezione di una differenza porta ad svincolare la definizione da attributi morali (buono/cattivo, giusto/sbagliato, ..) perché questi attributi sono esterni e dipendono dal significato che viene dato all’informazione.
Comunicazione – 1 (Gallino, 1993) Trasferimento di risorse: si ha comunicazione tutte le volte che “una proprietà, una risorsa, uno stato viene trasmesso da un soggetto ad un altro”. In questa generica definizione si includono una moltitudine di eventi sia fisici che sociali, dove è possibile scambiare sia risorse materiali e non. Soprattutto possiamo intendere (come è stato inteso fino alla società industriale) il trasferimento di merci e persone attraverso le vie e i mezzi di comunicazione, vedi strade, ferrovie, fiumi, autostrade… e i vari tipi di veicoli. Il concetto stesso di spostamento/viaggio è comunicazione.
Comunicazione - 2 Influenza: rappresenta l’approccio comportamentalista che associa la comunicazione alla reazione stimolo/risposta di qualsiasi essere vivente, senza distinzioni tra società animali o umane. Ogni comportamento che ne condiziona un altro, prescindendo dalla sua intenzionalità, compresi quelli puramente reattivi e inconsapevoli, è una forma di comunicazione. E’ prevista l’interazione tra i comunicanti.
Comunicazione - 3 Scambio di valori sociali: questo fa rientrare la comunicazione nell’ambito esclusivo della società umana secondo le regole determinate all’interno della specifica società. I segni, gli scambi, il linguaggio stesso fanno riferimento a strutture mentali che li controllano. Il significato si pone su un piano antropologico e spesso è deciso dalla classe dominante. Valore sociale: ciò che un individuo o un gruppo sociale ritengono importante (un bene materiale, una norma sociale, un comportamento, un'istituzione ecc.) e tendono a perseguire e a conservare. Il valore costituisce la motivazione delle azioni sociali.
Comunicazione - 4 Trasferimento di informazioni: la comunicazione è passaggio da un emittente ad un ricevente di un messaggio strutturato attraverso vari canali di comunicazione. In questo caso si trasferisce qualcosa di immateriale e non oggetto fisico (chi trasferisce non se ne priva). Il trasferimento di informazione implica l’esistenza di un codice (linguaggio comune) che consente di codificare e decodificare il messaggio o testo che viene trasmesso. Nella società post-moderna l’informazione è un bene altrettanto importante della merce (società dell’informazione).
Comunicazione - 5 Condivisione dei medesimi significati: si delimita la comunicazione alle condizioni necessarie per fare in modo che due o più individui si riconoscano nello scambio di segnali, anche se in realtà risulta possibile comunicare anche in presenza di una minima condivisione del significato, come l’appartenenza ad un gruppo dove le motivazioni sono solo occasionali o pretestuose. Comunicazione come azione dotata di senso e non solo scambio di informazioni.
Comunicazione - 6 Relazione sociale: la comunicazione come condizione “dell’avere in comune elementi di comportamento o modi di vita, grazie all’esistenza di insiemi di regole” e “unità sociale a partire da individui singoli mediante l’uso di un linguaggio e di segni”. La comunicazione sociale è l’elemento fondamentale di tutto il processo di rapporti sociali, diretti o indiretti, che comprendono una dinamica effettiva di informazione. Elemento essenziale del rapporto comunicativo diventa la formazione del pensiero, la capacità di comunicare con sé stessi e con gli altri, la predisposizione naturale dell’uomo al contatto umano e l’inserimento nell’ambiente sociale.
Comunicazione come interazione (Rosengren, 2001) Definizione minimalista intesa nel senso di “influenza reciproca”. “Due soggetti A e B interagiscono quando alcuni processi di A modificano alcuni processi di B, i quali successivamente modificano alcuni processi di A. Tutto questo in uno o più cicli completi”. Definizione adatta per tutti gli esseri viventi ma troppo semplice per l’uomo. Quando un essere umano comunica è quasi sempre presente un certo grado di consapevolezza, ovvero sa cosa sta facendo di in modo conscio, voluto. E anche sa che l’altro (o altri) è consapevole di ciò. Questa caratteristica si chiama intersoggettività. Altra caratteristica è l’intenzionalità ovvero quando si comunica lo si fa, generalmente, di proposito, perché lo si vuole. Esistono comunque situazioni nelle quali la consapevolezza può essere Inconscia o non percepita e l’intenzionalità pure.
Consapevolezza dell’azione o comportamento Tipologia di azioni e comportamenti individuali. Intenzionalità dell’azione o comportamento Consapevolezza dell’azione o comportamento Si No Comunicazione come azione consapevole e intenzionale Comunicazione come azione inconsapevole (informazioni valide per l’ambiente circostante) Comunicazione non intenzionale, inconscia (rileva indirettamente fatti che sarebbero rimasti nascosti e non noti né al mittente né al ricevente) Non comunicazione (da comunque informazioni all’ambiente)
Comunicazione come interazione Gli Individui sono visti sia come: Soggetti: individui dotati di volontà, in grado di agire (es: instaurazione di una relazione affettiva); Oggetti: recettori passivi di forze che agiscono all’interno e all’esterno di loro stessi (es: fruizione passiva di prodotti televisivi). Paradosso: contemporaneità della condizione di soggetto e oggetto nell’azione comunicativa. Poiché “non è possibile non comunicare” si può essere sia consapevole/inconsapevole dell’azione, sia dell’intenzionalità/non intenzionalità dell’azione stessa.
Tipologia di azioni e comportamenti orientati in senso comunicativo. Nella comunicazione umana, oltre all’influenza reciproca sono sempre presenti: Intersoggettività: si è reciprocamente consapevoli di comunicare. Intenzionalità: quando si comunica lo si fa di proposito (anche inconsapevolmente). Comunicazione umana, ovvero condizionata da: Interazione (influenza reciproca tra i comunicanti) Intersoggettività (i soggetti sono reciprocamente consapevoli dell’atto comunicativo) Intenzionalità (la comunicazione è cercata, mantenuta e terminata in modo consapevole) Condotta mediante un: Sistema di segni basato su simboli verbali e articolazione fornita di: Fonemi: suoni linguistici Morfemi: unità di significato Basato su un sistema completo di Fonetica, Sintassi, Semantica, Pragmatica.
Approccio semiotico Nella comunicazione esiste sempre un processo di codifica e decodifica. In questo passaggio vi è un continuo processo tra trasformazione (oltre che trasmissione del messaggio). Comunicazione è un processo di trasformazione del messaggio da un sistema all’altro, grazie all’esistenza di un codice ricco di elementi semantici. I processi di comunicazione implicano forme complesse di feedback che consentono l'attivazione di una “decodifica anticipatoria”. Le forme di decodifica anticipatoria intervengono nel processo di trasformazione dell'informazione e rendono inevitabili le divergenze fra intenzioni dell'emittente e del destinatario
Approccio semiotico – decodifica aberrante 1 .Incomprensione o rifiuto del messaggio per assenza di codice • il messaggio è segnale fisico non decodificato o «rumore» Es. note tecniche, comprensibili solo agli addetti ai lavori oppure un comunicato radiofonico in una lingua sconosciuta./ 2. Incomprensione del messaggio per disparità dei codici • il codice dell'emittente non è ben compreso dal destinatario Es. L'ipotesi deficitaria in sociolinguistica: le classi subalterne, a causa della scarsa scolarizzazione, utilizzano un codice ristretto che le pone in situazione di svantaggio nella rete sociale. Secondo alcune teorie i mass-media sarebbero in grado di colmare tale svantaggio e di «democratizzare» - almeno in parte i rapporti sociali (integrati). 3. Incomprensione del messaggio per interferenze circostanziali Il codice dell'emittente è compreso dal destinatario ma è modellato sul proprio orizzonte di attesa. Es. di chi comprende un messaggio sulla base dei propri bisogni affettivi o integrativi, modificandone la sostanza e piegandolo ai propri schemi cognitivi.
Approccio semiotico – decodifica aberrante 4 . Rifiuto del messaggio per delegittimazione dell'emittente il codice dell'emittente è compreso dal destinatario ma il senso viene stravolto per motivi ideologici Es. Quella che Umberto Eco definisce guerriglia semiologica, ovvero il processo per cui la decodifica dei messaggi mediali è intenzionalmente divergente, come nel caso della «controinformazione» o del rifiuto ideologico di un telegiornale percepito come non obiettivo e «di parte».