Informazione e pluralismo nel sistema televisivo: problemi generali e anomalia italiana Marco Gambaro (Università degli Studi di Milano) Michele Polo (Università Bocconi, Milano)
Pluralismo, concentrazione e proprietà Il pluralismo ha come condizione necessaria la possibilità di espressione di una pluralità di voci Nel settore televisivo questo richiede un numero sufficiente di canali indipendenti Struttura di mercato: quanti canali televisivi sono economicamente sostenibili Struttura proprietaria: quanti canali televisivi sono controllati da uno stesso proprietario
Pluralismo, concentrazione e proprietà La nostra tesi: La tendenza alla concentrazione nel mercato televisivo è un dato comune a tutti i paesi, e deriva dalle caratteristiche della concorrenza tra operatori L’anomalia italiana deriva da una struttura proprietaria molto concentrata che rafforza ulteriormente questo fattore Gli sviluppi della televisione digitale non risolvono il problema della concentrazione e del pluralismo
Concentrazione nel mercato televisivo In tutti i sistemi televisivi si osserva una prevalenza, sia nella audience che nella raccolta pubblicitaria, di pochi canali televisivi generalisti finanziati con pubblicità Audience Italia Francia Germania Inghilterra Spagna Primi 2 gruppi 90 72 67 77 53 Primi 4 canali 71 86 56 85 Distribuzione della audience, 1999
Concentrazione nel mercato televisivo La concentrazione non dipende da limiti nelle frequenze disponibili Deriva invece dalle caratteristiche della concorrenza tra canali finanziati con pubblicità: Alta audience consente elevati ricavi pubblicitari Alta audience raggiungibile con forti investimenti nei contenuti Emergono quindi pochi canali con alti costi del palinsesto, alti ricavi e alta audience Possibilità di entrata nelle nicchie tematiche (sport, film) genera una coda di piccoli canali (es. US)
Concentrazione e Informazione Lettori dei principali quotidiani (prim. 2003) Corriere della Sera 2679 Il Messaggero 1267 La Repubblica 2704 Il Sole 24ore 1227 La Stampa 1598 Spettatori dei principali telegiornali (gen.-ott. 2003) TG1 6400 TG2 2994 TG3 3211 TG4 1244 TG5 5771 Studio Aperto 1373 TG La7 228
Concentrazione di mercato e concentrazione proprietaria La presenza di gruppi multicanale (Italia, Germania) rafforza la quota di mercato del gruppo e rende più difficile l’entrata (struttura di mercato più concentrata) In Italia a questo primo dato preoccupante si sovrappone la concentrazione proprietaria delle televisioni private e nella presenza pubblica con 3 canali.
Lo sviluppo della televisione digitale In tutti i paesi europei si è avviato il processo di sviluppo della televisione digitale Potenzialità: consente di moltiplicare il numero di canali per date frequenze; Migliora la qualità del segnale Consente l’interattività Costi: Per gli operatori: sviluppo della rete di ripetitori digitali Per i telespettatori: acquisto di antenne, decoder e/o televisori digitali
Lo sviluppo della televisione digitale Viene ipotizzato (Legge Gasparri) un processo molto accelerato, con lo switch over dall’analogico al digitale entro il 2006 La moltiplicazione delle frequenze disponibili con il digitale è ritenuta una soluzione al problema di pluralismo del sistema televisivo italiano. Entrambi questi assunti sono erronei
Lo sviluppo della televisione digitale L’offerta di canali digitali richiede una ampia capacità di trasmissione (ripetitori) e di ricezione (antenne e decoder). Ripetitori: esistono difficoltà tecniche e deboli incentivi economici per gli incumbent all’uso delle frequenze per il digitale al posto dell’analogico: limitata copertura digitale della popolazione Antenne e decoder : sono necessari significativi investimenti del pubblico, motivati solamente se l’offerta digitale è attraente 1.+2.>>Audience potenziale e ricavi pubblicitari dei nuovi canali digitali sono limitati
Lo sviluppo della televisione digitale Nei prossimi anni appare difficile lo sviluppo di nuovi canali generalisti digitali, per la concorrenza di quelli esistenti e i limitati introiti pubblicitari Appare difficile anche lo sviluppo di nuovi pacchetti di canali digitali a pagamento data l’offerta molto ricca di Sky Italia. Lo scenario più realistico è di un periodo di transizione al digitale di 7-8 anni nel caso di incentivi pubblici e di 14-15 anni in assenza di incentivi
Lo sviluppo della televisione digitale Lo sviluppo della televisione digitale richiederà quindi tempi molto più lunghi di quelli previsti I nuovi canali digitali non saranno in grado di modificare la struttura di mercato molto concentrata dove dominano le televisioni generaliste finanziate con pubblicità Il problema della concentrazione proprietaria nella televisione privata e della televisione pubblica multicanale rimangono i veri nodi da sciogliere