Additivi ad attività antibiotica e coccidiostatica in alimentazione animale: Elementi per una valutazione rischio/beneficio ai fini del benessere animale.

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Additivi ad attività antibiotica e coccidiostatica in alimentazione animale: Elementi per una valutazione rischio/beneficio ai fini del benessere animale e della tutela della salute A cura di Gianfranco Brambilla

Definizione di additivo: sostanze o preparazioni di impiego in alimentazione animale per uno dei seguenti scopi: migliorare le caratteristiche della materia prima (mangime semplice) o del mangime composto o dei prodotti di origine animale soddisfare i bisogni nutrizionali dell’animale da reddito o aumentare le produzioni animali, attraverso: la modulazione della flora gastro-intestinale o la digeribilità del mangime l’introduzione di particolari elementi nutrizionali rilevanti a particolari esigenze nutrizionali o per soddifare specifiche esigenze nutrizionali degli animali in momenti particolari prevenire o ridurre gli effetti dannosi delle deiezione animali o migliorare l’ambiente in cui vive l’animale.

Classificazione degli additivi: Additivi Tecnologici (conservanti,, antiossidanti, emulsionanti, stabilizzanti, regolatori di acidità, additivi per l’insilamento) ·Additivi sensoriali (coloranti, aromatizzanti) ·Additivi nutrizionali (vitamine, minerali, aminoacidi, elementi in tracce) · Additivi zootecnici (migliorativi della digeribilità. Modulatori della flora microbica intestinale) · Coccidiostatici e Istomoniacidi

Dimensioni del problema additivi ad azione antibatterica: secondo la FEDESA ( European Federation of Animal Health) nel 1999 agli animali da reddito sono state somministrate 4700 t di antibiotici, pari al 35% del totale nella Unione Europea. Il consumo in medicina umana è stato dell 66%, pari a 8500 t. A scopo terapeutico, sono stati somministrati agli animali da reddito 3 900 t ( 29% del totale) mentre 786 t (il 6% ) è stato somministrato nel mangime quale additivo ad azione antibiotica. Quest’ultimo dato sembra essere in calo, rispetto a quanto registrato nel 1997, quando il consumo era stimato in 1600 t . Nel 1997 e 1998, è stata revocata l’autorizzazione a 5 additivi ad attività antibiotica (Avoparcina: Dir 97/6/EC); (Zinco Bacitracina, Spiramicina, Virginiamicina e Tilosina fosfato: Reg. Consiglio n. 2821/98/EC), al fine di prevenire la perdità di efficacia di tali antibiotici nella terapia umana, per l’insorgenza di farmacoresistenze. Tali antibiotici infatti sono registrati anche per uso umano (http://europa.eu.int/comm/health/ph/others/antimicrob_resist/am_02_en.pdf) Per Carbadox e Olaquindox (Reg. Commissione n. 2788/98/EC) e Ronidazolo (Dir 98/19/EC), si è giunti alla loro sospensione per le caratteristiche tossicologiche, che hanno determinato una revisione del rapporto rischio/beneficio, indipendentemente dal problema farmacoresistenze.

Rimangono ancora autorizzati quali additivi ad azione antibiotica fino al 31 dicembre 2005 : flavophosfolipol, salinomicina sodica, avilamicina, monensin sodico, che non hanno corrispettivo in medicina umana. Il flavofosfolipol è attuamente consentito nell’alimentazione di conigli, galline ovaiole, tacchini, broilers, suinetti, suini, vitelli e bovini da ingrasso. L’avilamicina è consentita nel mangime per suinetti, suini, broilers e tacchini. La salinomicina trova uso nei suinetti e nei suini. Il monensin trova applicazione solo nei bovini da ingrasso. Dal 2006 anche l’autorizzazione di tali antibiotici quali additivi sarà revocata. La lista provvisoria degli additivi autorizzati è riportata nel Regolamento della Commissione n. 2200/2001/EC .

L’autorizzazione di alcuni additivi è stata sospesa, inoltre, solo per questioni amministrative: Questo è il caso per: Arprinocid Dinitolmide Ipronidazolo Metilclorpidolo e methylbenzoquato Amprolium e Etopabato Dimetridazolo Nicarbazina (Regolamento della Commissione n.45/1999/EC ) (Regolamento della Commissione n. 2205/2001/EC )

Il problema dei coccidiostatici e di farmaci istomoniciadi: All’interno della categoria coccidiostatici sono compresi anche additivi ad azione antibiotica, quali: decocochinato, dicazuril, alofuginone, robenidina, narasin narasin/nicarbazina, lasalocid-sodio, e maduramicina-ammonio. Sono impiegati nell’allevamento del broiler e del tacchino, limitatamente alle prime settimane di vita e in alcuni casi nella fase di pollastre allevate a terra. Al momento attuale, lo stato della ricerca non permette di ipotizzare una completa sospensione dei coccidiostatici, senza che questo non provochi un rischio per il benessere e la salute degli animali. Infatti le profilassi igieniche e sanitarie non sembrano essere in grado di prevenire efficacemente la malattia. In base a tale constatazione l’utilizzo di tali sostanze è procrastinata fino al 31 dicembre 2012. Dato il differente rapporto rischio/beneficio, l’autorizzazione all’uso di tali composti quali additivi non verrà automaticamente revocata, ma sarà sottoposta a una normativa più severa, che prevede, oltre al tempo di sospensione, la fissazione di un MRL (Residuo Massimo Ammissibile) ed anche un monitoraggio del loro uso (farmacovigilanza) e quindi una revisione ogni quattro anni.

Prospettive per un impiego degli additivi ad azione antibiotica dopo il 2006 Registrazione quali specialità medicinali, con fissazione di un MRL e di un tempo di sospensione. Uso subordinato alla diagnosi di malattia e alla ricetta veterinaria specifica per ogni specie di interesse zootecnico Registrazione quali specialità medicinali solo per poche specie e razze zootecniche, per le quali il mercato giustifica le spese di registrazione e possibile uso improprio per le specie minori, dietro prescrizione veterinaria con tempi di sospensione di garanzia, che non si basano su prove farmacocologiche. Inserimento temporaneo in programmi di sperimentazione sul campo, in modo da acquisire dati sufficienti alla loro registrazione quali specialità medicinali, con contemporaneo monitoraggio degli effetti non desiderati (es insorgenza farmacoresistenze).

Rischi sanitari legati dall’uso di additivi ad azione antibatterica Fenomeni di contaminazione crociata e di trascinamento a livello di mangimificio – impianti di distribuzione dei mangimi, con residui presenti in mangimi destinati a specie e razze non contemplate- es. residui di narasin, lasalocid e nicarbazina nelle uova. Fenomeni di insorgenza di farmacoresistenze e possibile propagazione di tale informazione a microrganismi potenzialmente patogeni per l’uomo. Persistenza ambientale e contaminazione dei locali di stabulazione: possibilità di ricircolo e di ri-assunzione anche durante il tempo di sospensione, ad esempio mediante razzolamento su lettiera permanente. Possibile contaminazione ambientale per uso di letame/liquame come concime agricolo – trasmissione alle piante e possibile bio-accumulo. Possibile non compatibilità con filtri biologici per il trattamento delle deiezioni e con nuove pratiche di bioremediation.

Rischi sanitari inducibili dalla non disponibilità di additivi ad azione antibatterica Aumento delle cariche microbiche a livello di allevamento Maggiore incidenza di malattie protozoarie e batteriche di più difficile prevenzione, inclusi eventuali agenti zoonosici, trasmissibili anche con l’alimento Compromessa tutela del benessere animale Possibile uso illegale di principi attivi, di cui non si conoscano caratteristiche farmaco-tossicologiche della molecola, purezza del principio attivo, efficacia, tempi di sospensione Minore efficienza nella conversione dell’alimento, con fenomeni di dispepsia, meteorismo e minore salubrità ambientale . Utilizzo di composti “naturali” , tramite estratti vegetali, di cui non si conosce il grado di purezza e l’attività del principio attivo ed eventuali sostanze tossiche presenti – nutraceutica N.B. tali rischi possono avere un grado differente di quantificazione, in base alla genetica degli animali, alla struttura dell’allevamento, alla sua conduzione,

Fattori di produzione da tenere presenti in una strategia per ridurre progressivamente l’uso di farmaci nella profilassi di malattie degli animali da reddito Selezione di linee geneticamente meno spinte Riduzione della densità in allevamento Applicazione di buone norme di profilassi igienica, quali la rimozione dell’alimento non consumato, l’eliminazione delle deiezioni, inserimento di periodi di tutto vuoto, con opportuni cicli di disinfezione, separazione tempestiva dei soggetti ammalati o a crescita differenziata Utilizzo di mangimi a minore apporto energetico, al fine di evitare dispepsie Utilizzo di enzimi e microrganismi (pro-biotici) Arricchimento ambientale e valutazione etologica Protocolli per valutare e stimolare l’immunocompetenza Profilassi vaccinale Uso di sostanze naturali ad azione antibatterica nel mangime Uso di sostanze naturali ad attività immuno-stimolante nel mangime

Elementi per la gestione del rischio “additivi” Percezione del problema, informazione ed educazione del consumatore, in relazione al rapporto qualità merceologico-sanitaria dell’alimento di origine animale e prezzo Politica di qualità/prezzo della grande distribuzione e requisiti sanitari e di benessere nei capitolati di fornitura. Pagamento a qualità del prodotto su caratteristiche sanitarie. Sistemi di etichettatura basati su certificazioni chiare e trasparenti fondate su presupposti scientifici sanitari (e non solo merceologici) consolidati. Sistemi di autocontrollo a livello di produzione primaria basati su schemi HACCP di riconosciuta validità e scientificità – con chiara chiara traccia e gestione delle non conformità Sistemi di farmaco-sorveglianza e farmacovigilanza efficaci nel descrivere prevalenza ed incidenza delle problematiche sanitarie (qualità dei mangimi, benessere degli animali, incidenza malattie, zoonosi, incluse farmaco-resistenze).

Problemi sul tappeto e possibili elementi innovativi L’inserimento di MRLs per i coccidiostatici ad azione antibiotica se da una parte tutela meglio il Consumatore, tuttavia non risolve automaticamente il problema della insorgenza e trasmissione di farmacoresistenze. In Francia si è tentato di sperimentare un additivo quale farmaco veterinario (zinco bacitracina nei conigli); si è osservata una progressiva insorgenza di resistenza da parte dei patogeni bersaglio (clostridi), con necessità di innalzare progressivamente la dose terapeutica. L’uso di tale antibiotico non è risultato indispensabile in situazioni di bassa densità degli animali ed in presenza di corrette prassi di disinfezione e di vuoto sanitario, per la prevenzione della malattia. Progetti europei nell’ambito del V° programma quadro dimostrano la fattibilità di formulare mangimi che non richiedano l’utilizzo di additivi ad azione antibiotica per modulare la flora intestinale e l’efficacia nell’uso di probiotici ed enzimi per limitare e prevenire in genere l’utilizzo del farmaco in allevamento. L’arricchimento ambientale può contribuire al benessere psico-fisico dell’animale, ed alla reattività dell’asse psico-neuro-endocrino-immunitario allo stress. L’utilizzo di immunostimolanti si può rivelare utile nell’aumentare le competenze immunitarie di base dell’animale e nel migliorare la sua risposta a stimoli vaccinali. …..

che armonizza la legislazione sugli additivi in alimentazione animale Aspetti normativi NUOVO REGOLAMENTO (EC) N° 1831/2003 che armonizza la legislazione sugli additivi in alimentazione animale