Corso di aggiornamento per docenti

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Transcript della presentazione:

Corso di aggiornamento per docenti I BES Corso di aggiornamento per docenti Rubano, 3 dicembre 2015

Bisogni educativi oggi… Sviluppo delle competenze Appartenenza sociale Identità autonoma Valorizzazione e autostima Accettazione

IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE “Il Bisogno educativo speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva in ambito educativo e/o apprenditivo, che consiste in un funzionamento problematico anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, che necessita di educazione speciale individualizzata” finalizzata all’inclusione. (Tratto da i Bisogni educativi speciali di Dario Janes)

Art. 34 Costituzione Italiana "la scuola è aperta a tutti” “la scuola ha il compito di rimuovere gli ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione”

Una scuola inclusiva Una scuola è inclusiva quando: è in grado di accogliere diversità/differenze e di costruire percorsi individualizzati capaci di portare ciascun allievo, dati i livelli di partenza, al massimo livello possibile di formazione è un’organizzazione capace di fare apprendere ciascun allievo

La normativa di riferimento sui bisogni educativi speciali: Dir. Min. del 27 dicembre 2012: “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” C.M. n. 8 del 6 marzo 2013: Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012: “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative

Chi sono i bes ? Dalla direttiva del 27 dicembre 2012 “ogni alunno, in continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta” La Direttiva del 27 dicembre 2012 estende a tutti gli alunni in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003 (riforma Moratti personalizzazione).

C.M. n.8 del 6 marzo 2013 specifica che: “La Direttiva ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendente: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”

I Bes si suddividono in tre grandi categorie: Disabilità sensoriale, motoria, intellettiva (L.104/1992). Disturbi evolutivi specifici: da distinguere in DSA, deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD), funzionamento intellettivo a limite o borderline cognitivo. Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale: alunni in situazioni di disagio sociale, economico, linguistico e culturale (tra cui gli stranieri).

In dettaglio… Chi sono i bes? Possiamo distinguere tre grandi categorie: Disabilità sensoriale, motoria, intellettiva (L.104/92) Disturbi evolutivi specifici: da distinguere in DSA( disturbi specifici dell’apprendimento), deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD), funzionamento intellettivo al limite o/e borderline intellettivo Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale: alunni in situazioni di disagio sociale ed economico, linguistico e culturale(tra cui gli stranieri)

STRUMENTO PRIVILEGIATO PER FAVORIRE UNA DIDATTICA INCLUSIVA E’ IL PIANO DIADATTICO PERSONALIZZATO DALLA C.M. 8/2013: ‹‹Fermo restando l'obbligo di presentazione delle certificazioni per l'esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe o dei teams dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa incarico globale ed inclusiva di tutti gli alunni›› ....Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP),.....

C.M. n.8 del 6 marzo 2013 dice che: Il PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO è lo strumento privilegiato per favorire la personalizzazione della didattica, che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare, secondo un’ elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata, le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti.

Il Piano Didattico Personalizzato

Chi lo redige? Il team dei docenti o il consiglio di classe redige il Piano Didattico Personalizzato. La redazione del documento prevede una fase preparatoria d’incontro e di dialogo tra docenti, famiglia e specialisti nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze. Le scuole, nell’ambito dell’autonomia di cui al D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275, e gli insegnanti, nell’ambito della libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione, sono liberi nell’individuazione delle modalità di insegnamento più idonee a corrispondere alle necessità di ciascun allievo, ivi compresi gli strumenti compensativi e dispensativi per gli allievi con DSA.

In quali occasioni? Con diagnosi di DSA (Legge 170/10): in questo caso è obbligatorio e va compilato entro 3 mesi dalla presentazione della diagnosi (dunque è bene che il genitore, quando presenta la diagnosi in segreteria, prenda nota della data e numero di protocollo).  Con diagnosi di Disturbi Evolutivi (ADHD, DSL, etc) allora il PDP è a discrezione della scuola. Ovvero uno strumento in più al normale aiuto che già viene effettuato.  Quando la scuola segnala o si accorge di casi con difficoltà (apprendimento, socio affettive, culturali, etc). In questo caso la scuola può compilarlo ed attuarlo in qualsiasi periodo dell’anno ed anche temporaneamente.  

In quali occasioni? Con diagnosi di DSA (Legge 170/10): in questo caso è obbligatorio e va compilato entro 3 mesi dalla presentazione della diagnosi (dunque è bene che il genitore, quando presenta la diagnosi in segreteria, prenda nota della data e numero di protocollo).  Con diagnosi di Disturbi Evolutivi (ADHD, DSL, etc) allora il PDP è a discrezione della scuola. Ovvero uno strumento in più al normale aiuto che già viene effettuato.  Quando la scuola segnala o si accorge di casi con difficoltà (apprendimento, socio affettive, culturali, etc). In questo caso la scuola può compilarlo ed attuarlo in qualsiasi periodo dell’anno ed anche temporaneamente.  

Precisazioni: Alunni in situazioni di disabilità e di DSA Obbligo di presentazione delle certificazioni. Adozione preventiva delle misure previste dalla Legge n. 170/2010, qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo. Si superano, così, le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle certificazioni lasciando senza tutele cui sostanzialmente si avrebbe diritto.

Precisazioni: Altre tipologie di BES Al fine di evitare contenzioso, ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe o il team dei docenti devono motivare opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche. Tali tipologie di BES devono essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche.

Come viene redatto? Il PDP deve contenere e sviluppare i seguenti punti: 1. dati relativi all’alunno 2. descrizione del funzionamento delle abilità strumentali 3. caratteristiche del processo di apprendimento 4. strategie per lo studio – strumenti utilizzati 5. individuazione di eventuali modifiche all’interno degli obiettivi disciplinari per il conseguimento delle competenze fondamentali 6. strategie metodologiche e didattiche adottate 7. Misure dispensative e strumenti compensativi 8. criteri e modalità di verifica e valutazione 9. assegnazione dei compiti a casa e rapporti con la famiglia

Indicazioni utili Nell’ambito dell’autonomia, molte scuole decidono di redigere un proprio modello PDP, che tenga conto sia delle indicazioni contenute nel modello MIUR che delle specifiche situazioni o dei BES di volta in volta presenti. In quest’ottica, sono utili le indicazioni fornite dall’Ufficio Scolastico di riferimento.

l’attivazione del Gruppo di lavoro e di studio d’istituto (GLHI) C.M. n.8 del 6 marzo 2013 prevede: l’attivazione del Gruppo di lavoro e di studio d’istituto (GLHI) che assume la denominazione di GRUPPO di Lavoro per l’Inclusione (GLI).

GLI Gruppo di Lavoro per l’Inclusione Svolge le seguenti funzioni: rilevazione dei BES presenti nella scuola; • raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere; • focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi; • rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; • elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno).

Piano Annuale per l’Inclusione Deve annualmente individuare gli aspetti di forza e di debolezza delle attività inclusive svolte dalla scuola e quindi deve predisporre un piano delle risorse da offrire e richiedere a soggetti pubblici e del privato sociale per impostare per l’anno scolastico successivo una migliore accoglienza degli alunni con particolare attenzione a quelli con diversi Bisogni Educativi Speciali. È parte integrante del POF di cui è quindi premessa. Per questo la C.M. n° 8/13 ha previsto che debba essere approvato annualmente entro Giugno.

Un esempio di PAI…

BES e POF Nel P.O.F. della scuola occorre che trovi esplicitazione un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso: •della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curricolare •della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie

Valutazione Il momento della valutazione è il momento più delicato e problematico del processo di insegnamento-apprendimento, specialmente riguardo a studenti con in difficoltà certificate ( disabilità, DSA) o altri Bisogni Educativi Speciali. Si distinguono quattro possibili aggettivazioni diverse per definire la valutazione: Valutazione autentica Valutazione significativa Valutazione formativa Valutazione orientativa

Valutazione autentica La valutazione autentica o educativa attiene al processo di apprendimento e al coinvolgimento nello stesso dello studente e in special modo dello studente disabile. La valutazione dovrebbe essere intenzionalmente progettata per insegnare e dovrebbe fornire agli studenti e ai propri insegnanti un feedback esaustivo dell’apprendimento in situazioni reali. “Per divenire “autentica” la valutazione deve essere educativa,predittiva, centrata sullo studente, continua e connessa al mondo reale, ai processi richiesti delle nuove condizioni storiche,motivate, rispettosa dei processi reali di apprendimento, non ripetitiva, non terminale, non selettiva, trasparente, responsabilizzante” ( Comoglio.M. 2003)

Valutazione formativa La valutazione formativa è contestualizzata e rispondente a criteri di ogni realtà scolastica. Normativa e prassi didattica hanno attribuito alla valutazione degli alunni disabili una valenza soprattutto formativa di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo, migliorando così le performance, tenendo conto delle caratteristiche e delle situazioni di ognuno (“Indicazioni per il curricolo” del 2007). Le “Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità” pur rapportando la valutazione in decimi al P.E.I. invitano a valutare i processi di apprendimento e non solo la valutazione della performance poiché sono indispensabili per far riferimento al grado di maturazione raggiunto dall’alunno, specialmente disabile, nella sua globalità e non solo negli apprendimenti realizzati.

La valutazione formativa La valutazione formativa “ha lo scopo di fornire un’ informazione continua e dettagliata circa il modo in cui i singoli allievi accedono ad una procedura di apprendimento e quindi procedono attraverso essa. La disponibilità di tali informazioni è indispensabile se si vogliono assumere decisioni didattiche tempestive , per corrispondere alle necessità di ciascun allievo differenziando la proposta formativa”(B. Vertecchi). In una didattica per competenze , nell’ambito del curricolo sistemico, il momento valutativo assume sempre valenza formativa e come tale si avvale anche di strumenti discorsivi per rappresentare i processi in corso. Le valenze formative prevalgono su quelle misurative perché l’atto del valutare coinvolge tutti gli attori del sistema, configurandosi come un vero e proprio momento di manutenzione del curricolo sistemico stesso.

Valutazione orientativa La valutazione orientativa riferita agli alunni disabili è la rilevazione dei punti di forza e di debolezza fornendo direzione all’apprendimento, permettendo di comprendere l’errore, colmando le distanze che vengono rilevate negli apprendimenti, avanzando al livello successivo di conoscenza e abilità attraverso quattro punti fondamentali: Zona di sviluppo prossimale (spazio tra ciò che l’alunno sa fare e ciò che potrebbe fare se guidato attraverso una azione costante di ”scaffolding”) Competenze acquisite e accumulate attraverso il percorso scolastico Potenzialità (emergenti o in corso di maturazione ) da sviluppare Centri d’interesse

Grazie per l’attenzione! Buon lavoro!