ALLUVIONE DI FIRENZE DEL 1966

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Transcript della presentazione:

ALLUVIONE DI FIRENZE DEL 1966 L'Alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 è l'ultima di una serie di esondazioni del fiume Arno che hanno, nei secoli, mutato il volto della città di Firenze. Avvenuta il 4 novembre 1966, fu uno dei più gravi episodi dovuti ad una eccezionale ondata di maltempo che causò forti danni in tutta Italia; oltre che a Firenze fu particolarmente grave a Grosseto, Venezia e nel Polesine. Contrariamente all'immagine che si ha in Italia ed all'estero, l'alluvione del 4 novembre 1966 non colpì solo il centro storico della città ma tutto il bacino dell'Arno a monte ed a valle della città. Le campagne furono allagate per giorni dopo il disastro e molti comuni minori, isolati e danneggiati gravemente.

4 NOVEMBRE 1966 01.30: la piena dell'Arno si fa notare attraverso le fogne: l'acqua affiora in Piazza Mentanae anche attraverso il passaggio dell'antica porticciola d'Arno. 02.00: il torrente Mugnone, grosso affluente dell'Arno, rompe gli argini e straripa presso il Parco delle Cascine a Firenze. 02.30: le fognature granducali esplodono una dopo l'altra: la pressione dell'Arno è troppo forte. La gente cerca di sgomberare gli scantinati e si rifugia nei piani più alti. Nella zona di Santa Croce l'acqua inizia a inondare via de' Benci. 03.00: alla nuova sede de La Nazione, in via Paolieri, si cerca di fare un quadro della situazione. Nessuno in redazione si aspettava un evento di dimensioni così catastrofiche. 01.00: l'Arno straripa in località La Lisca, nel comune di Lastra a Signa. A Firenze sui lungarni sono affacciate diverse persone che osservano la situazione: sono presenti poliziotti, ingegneri del genio civile, giornalisti, il sindaco e il prefetto. Ci si domanda se dare l'allarme alla città suonando tutte le campane oppure evitare il panico sperando che accada niente: si opta per la seconda opzione.

03.00: alla nuova sede de La Nazione, in via Paolieri, si cerca di fare un quadro della situazione. Nessuno in redazione si aspettava un evento di dimensioni così catastrofiche. 03.30: un sottufficiale dei Vigili del Fuoco, vedendo l'acqua che zampilla dai muretti, telefona al suo comando per dare l'allarme. La prefettura e Palazzo Vecchio bombardano il Ministero degli Interni a Roma per chiedere aiuti e rinforzi, ma il ministero non comprende fino in fondo il livello di emergenza. L'acqua dell'Arno arriva a Bellariva 03:48: arriva la prima notizia dell'Ansa: "La situazione in Toscana diventa sempre più grave. La pioggia non accenna a cessare e i corsi d'acqua, specialmente i più piccoli, sono notevolmente ingrossati. In provincia di Firenze, è emergenza a Incisa Valdarno e negli altri centri in prossimità dell'Arno, nel quale confluiscono altri torrenti. Le acque hanno invaso molte abitazioni". 04.00: le acque dell'Arno invadono il Lungarno Benvenuto Cellini, corrono per Via dei Renai e sommergono una larga parte dell'Oltrarno storico, i quartieri di San Niccolò, Santo Spirito, San Frediano, l'Isolotto e San Bartolo a Cintoia, fermandosi solo a Soffiano ed alle porte di Scandici. L'acqua inizia ad affluire nel quartiere di Santa Croce e salta la luce elettrica. A San Piero a Ponti il Bisenzio inonda la stazione del Genio Civile, posta sull'argine; la gente della zona inizia a tirare fuori le cateratte, credendo di avere a che fare con una delle solite tracimature del fiume, che al massimo portavano ad un'allagamento di qualche decina di centimetri nella zone più prossime all'argine. 04.30: inizia il dramma nella periferia occidentale: Lastra a Signa e una parte del comune di Scandicci (San Colombano, Badia a Settimo) sono allagate dalle acque di alcuni torrenti).

08.30: l'Ombrone Pistoiese rompe gli argini a Castelletti (comune di Signa) e le sue acque si uniscono a quelle del Bisenzio sommergendo Lecore, Sant'Angelo a Lecore, Le Miccine, San Giorgio a Colonica e una parte del comune di Prato (Castelnuovo Tavola). Anche gli abitanti di questa zona, come quelli di San Piero a Ponti abituati alle piccole inondazioni del fiume, non si rendono conto del pericolo, limitandosi a mettere gli oggetti su mensole o rialzi e nessuno pensa di mettere in salvo i vitelli e le mucche nelle stalle. A Sant'Angelo a Lecore si raggiungeranno i 4,20 metri di acqua ed il ricco patrimonio zootecnico sarà pressoché distrutto. 09.00: le acque limacciose dell'Arno irrompono in Piazza del Duomo a Firenze. L'Arno comincia a defluire dalla Porta San Frediano mentre da tutte le fognature l'acqua defluiva con forza in via Pisana. Alle ore 11.00 sarà divenuto un vero e proprio fiume di acqua fangosa e piena di chiazze di nafta.