La nascita della fotografia

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Transcript della presentazione:

La nascita della fotografia E il cambiamento….

Storia e storia della fotografia Fin dal suo nascere la fotografia ha supportato, in maniera straordinaria, il bisogno di raccontare il cambiamento e la modernizzazione (A. Gilardi: 2000) La storia della fotografia si è identificata con la STORIA, intesa nel suo senso più ampio ((politico, sociale, militare, economico…). Le ha fornito testimonianze, ricordi, opportunità di diffusione di massa. (A. De Paz: 2001)

Nota sulla Fotostoria Risale al 27 dicembre 1999 il Testo Unico che riconosce per la prima volta alla fotografia lo statuto di “bene culturale”, in quanto “testimonianza avente valore di civiltà”. Ai benefici della legge, in termini di conservazione e pubblica fruizione, sono ammesse solo le foto “aventi carattere di rarità e di pregio artistico e storico”, che risalgano ad oltre 50 anni.

Il mondo allo specchio La fotografia ha offerto al mondo la possibilità di identificarsi con l’immagine del mondo, gli ha fornito un’esistenza di secondo livello, un’esistenza riflessiva (G. Debord: 2001)

Fedeltà e infedeltà La fotografia, in un primo momento, si afferma come il procedimento di riproduzione della realtà più fedele ed imparziale (quindi anche della vita sociale). Nel tempo, si capirà che questa “esattezza” non può prescindere dai punti di vista e dalle ideologie dei soggetti che scattano le immagini.

Il paradosso di Barthes La fotografia offre sempre due messaggi: Un messaggio senza codice che Barthes definisce l’analogo fotografico ovvero il dato grezzo, il reale, il denotato Un messaggio con codice, cioè l’arte, la scrittura della fotografia, il connotato. (R. Barthes: 1961) IL MESSAGGIO CONNOTATO SI SVILUPPA A PARTIRE DA UN MESSAGGIO MERAMENTE DENOTATO

Fotografia e arte Secondo Barthes la fotografia non è mera riproduzione della realtà e non è arte nel senso classico. In essa vi è: da un lato la volontà di un soggetto (l’autore, il fotografo) di far valere un ordine, una visione; dall’altro la volontà dell’oggetto (ciò che è fotografato) di affermarsi nella propria discontinuità e naturalezza. (R. Barthes: 1980)

Da artigianato a… Per i primi fotografi, ad es. per i paesaggisti, la realizzazione di una fotografia ben esposta, definita e fedele era già un obbiettivo difficile da raggiungere. Con gli innumerevoli progressi nel campo delle emulsioni, delle ottiche, dell’hardware ossia delle macchine, il dominio sulla tecnica è apparentemente passato in secondo piano.

Elaborazioni digitali Le infinite possibilità di elaborazione digitale rischiano di far perdere alla fotografia l’identità attribuitale da Barthes, che consiste nel paradosso prima ricordato. Infatti, il referente reale che è all’origine di una produzione fotografica potrebbe essere totalmente stravolto, fino a perdere la capacità di rivendicare quella discontinuità e naturalezza di cui parlava Barthes.

Fotografia e computer grafica Fotografia: è ciò che ha, quale contenuto, un referente reale compresente all’autore dell’immagine nel momento dello scatto. Computer grafica: ciò che può anche negare questa compresenza o che ne può prescindere

La lingua fotografica Con una lingua si può scrivere la lista delle spese da fare o si possono comporre versi straordinari. Ci vuole dominio del mezzo tecnico ma oggi, soprattutto, dominio della grammatica e della sintassi della lingua fotografia in relazione ai generi e, dunque, alle funzioni che le attribuiamo.

Usi strumentali ed espressivi Abbandonata l’enfasi sulle capacità riproduttive, in ogni ambito o genere, la fotografia si è affermata come produttrice di senso. Il senso è nell’incontro tra le istanze del reale e le esigenze espressive di un autore.

Il reportage Ogni fotografia, in quanto riporta immagini del mondo, può essere considerata reportage. Distinguiamo però in senso stretto: Fotogiornalismo Reportage della vita quotidiana o umanistico Reportage di guerra o di eventi eccezionali o eroico

Fotogiornalismo Ancorato all’esigenza di produrre foto-notizie o di commentare una notizia.

Fotogiornalismo ESORDI DELLA FOTOGRAFIA GIORNALISTICA: Jules Itier, 1843: fotografia della firma del Trattato dei mille anni tra Francia e Cina. Mai pubblicata dai giornali del tempo 1855: fotografie della Guerra di Crinea di R. Fenton 1880: il New York Daily Graphic pubblica la prima fotografia in copertina…..

Reportage del quotidiano Parente stretto della Sociologia visuale affermatasi presso la Scuola di Chicago degli anni ‘20 dello scorso sec. Oggi ne fa parte la Street Photography. Tematizza la vita quotidiana portando sotto gli occhi di tutti ciò che non è immediatamente visibile e percepibile. Racconta la Storia in termini minimalisti, a partire dai particolari. E’ idealmente vicino alla microstoria.

Fotografia e denuncia Herman Drawe, J. A. Riis e L. W. Hine hanno raccontato per immagini lo sfruttamento dei bambini in fabbrica. Tra il 1935 e il 1942, dieci fotografi in Usa danno l’avvio al progetto della Farm Security Administration e fotografano oltre 200.000 persone: ritratti di disperazione e indigenza.

Fotografia e quotidiano Derive surrealiste: Eugène Atget e la Parigi del primo Novecento. Riesce a parlare di vita quotidiana senza che nei suoi scatti ci siano persone Brassai ovvero Gulya Halasaz: Parigi di notte e Parigi di giorno, ritratti di artisti e scrittori di Montparnasse

L’idealtipo fotografico E’ probabile che Max Weber non avrebbe individuato e definito il suo concetto di idealtipo se non avesse avuto in mente i primi fotografi che collezionavano immagini relative a mestieri di strada come: il lucidascarpe, l’acquaiolo e così via… Questo tipo di ritratti si collocano a metà tra la foto documentaristica e il reportage umanistico.

Reportage eroico Include la fotografia di guerra ma anche di guerre non conclamate come la guerra alle associazioni mafiose. Include inoltre la foto di denuncia a 360°.

Breve bibliografia Gilardi (2000), Storia sociale della Fotografia, Mondadori Dizionario di Fotografia (2001), Rizzoli – Contrasto De Paz (2001), Fotografia e Società. Dalla sociologia per immagini al reportage contemporaneo, Liguori Editore A. Russo (2011), Storia culturale della fotografia italiana, Einaudi

Spunti di riflessione Essere fotografi in un mondo intriso di immagini, affetto da un overload di immagini. Gilardi dedica un cap. della sua Storia a La società dell’immagine nell’era dello spreco iconico. PROBLEMA: evitare il banale, evitare i déjà vu Letture portfolio gratuite ed aperte a tutti, condotte da Anna Fici e Giancarlo Marcocchi. Ogni merc. Alle 22.00 presso il caffè-libreria Garibaldi in Via Alloro a Palermo Per info: contattare i profili Facebook di Anna Fici e Giancarlo Marcocchi o il gruppo su Facebook Letture fotografiche portfolio

Spunti di riflessione su Comunicazione e fotografia Il mondo e il mondo comunicato sono per noi la stessa cosa. In un mondo globalizzato, la comunicazione diventa come una certificazione di esistenza. Comunicando fotograficamente ciò che la comunicazione globalizata non comunica, il rischio del déjà vu viene superato