Paci, Nuovi lavori, nuovo welfare, Cap. 2
Welfare state, sistema fordista e individualizzazione Crisi del welfare prendendo in considerazione il processo di individualizzazione che caratterizza la modernizzazione delle società europee a partire dall’Illuminismo. Individualizzazione: È l’affrancamento dalle appartenenze obbligate e dai vincoli sociali precostituiti l’individuo diventa soggetto separato e autonomo Legame tra Welfare State e sistema di produzione fordista. Infatti quest’ultimo ha le sue fondamenta in 3 istituzioni: Mercato del lavoro con prevalenza della industria (privilegio dei capifamiglia maschi) e piena occupazione Famiglia (fondata sulla divisione dei ruoli) Welfare state assicurativo (rivolto in primis al lavoratore dipendente attraverso le assicurazioni; poco o nulla come assistenza o cura lasciate per lo più alla famiglia) La società fordista si basa sulla forte integrazione di queste 3 componenti
Welfare state, sistema fordista e individualizzazione Le 3 istituzioni del sistema fordista hanno in sé elementi di forte compressione della libertà individuale Cambiamento del mercato del lavoro (ha una sua ambivalenza) l’organizzazione industriale fordista del lavoro ha tali caratteristiche da comprimere la possibilità di crescita professionale autonoma e di sviluppo di carriera: Non era il patrimonio professionale del lavoratore che ne determinava la sua carriera (l’organizzazione scientifica del lavoro) Atteggiamento strumentale verso il lavoro, non per la propria realizzazione Aspettative educative e occupazionali riversate sui figli… …Ma consente tuttavia l’accesso ai consumi di massa
Welfare state, sistema fordista e individualizzazione La divisione dei ruoli della famiglia Incide sulla capacità di autorealizzazione professionale della donna, estromessa per lo più dal mercato del lavoro e “costretta” al lavoro di cura informale e di gestione domestica Per alcuni questo ruolo di cura imposto era sintomatico di una maggiore qualità della vita (acquisizione di uno status già proprio delle donne della borghesia), per cui non c’era necessità che la donna lavorasse…..e poi era coerente con valori e norme radicate nella società che vogliono la donna svolgere un ruolo di cura. …per altri si tratta di una estromissione della donna dalla vita attiva causata dalla assenza di una rete estesa di servizi di assistenza per i fanciulli e gli anziani in modo da sollevare la donna dalle incombenze della assistenza informale la famiglia, dunque, è agenzia del welfare.
Welfare state, sistema fordista e individualizzazione Il welfare state assicurativo L’impianto assicurativo-obbligatorio ha rappresentato un passo importante per la riduzione delle insicurezze tipiche delle classi lavoratrici…tuttavia… Ha soppiantato le forme di protezione organizzate dai movimenti operai e dai sindacati all’interno dei quali c’era un > controllo e > era la libertà di scelta del lavoratore Il sistema assicurativo pubblico si poggia su valutazioni statistiche ed elimina pertanto il dato individuale per fondere la persona entro categorie demografiche. Viene inoltre a mancare un legame diretto ed una interazione tra il meccanismo assicurativo e il lavoratore unico legame il contributo nei sistemi di welfare europei continentali e meridionali, inoltre, si aggiunge l’elemento del paternalismo dello stato (concessione di privilegi settoriali o particolaristici) e quello della categorialità (legato al ruolo negoziale delle rappresentanza sindacali che hanno compresso responsabilità del singolo lavoratore) Il sistema di welfare fordista ha favorito grandemente il raggiungimento della stabilità economica e della sicurezza sociale ma ha agito in senso inverso nell’accrescere la libertà degli individui
La fragilizzazione della famiglia Come i cambiamenti sociali impattano sulla famiglia? > speranza di vita e quindi > invecchiamento della popolazione costringe la famiglia nucleare ha ritornare alle tradizionali forme “allargate” (la “famiglia lunga”): nonni+figli+nipoti (3 generazioni) > stress di cura Il > stress di cura si incrocia con una rivoluzione culturale (a partire anni ‘60): la “rivoluzione delle donne” Divisione dei ruoli messo in discussione Riforme sul diritto di famiglia (parità dei coniugi, aborto, divorzio) Il percorso professionale diventa funzionale alla realizzazione personale Si tratta di mutamenti coerenti con il processo storico di individualizzazione La famiglia da istituzione naturale diventa “elettiva”, nel senso che è legata agli affetti e alle scelte volontarie delle persone differenziazione dei modelli familiari (convivenza, famiglia monogenitoriale, unipersonale, etc…) La famiglia non è più pilastro del welfare state, pur mantenendo la funzione di protezione sociale…essa è infatti sempre più origine di una forte domanda di servizi nei confronti del sistema pubblico di welfare
La fine della piena occupazione Come i cambiamenti sociali impattano sul mercato del lavoro? Globalizzazione dei mercati e innovazione tecnologica hanno comportato: > disoccupazione (muore l’illusione della piena occupazione) > precarietà (cambia la regolazione del lavoro fordista) nelle… Forme contrattuali Rapporti di lavoro Orario di lavoro Ubicazione del lavoro Copertura previdenziale Viene meno lo scambio subordinazione/sicurezza alla base del modello fordista non vengono però ridefiniti i termini di un nuovo scambio > insicurezza Tale cambiamento è ambivalente: genera precarietà e aumenta i rischi ma anche da anche opportunità di maggiore realizzazione personale (è grazie ai lavori “atipici” che è stato possibile per molti giovani e donne entrare nel mercato del lavoro)…sempre che l’individuo non rimanga intrappolato nel lavoro precario
I nuovi rischi sociali e la crisi del welfare I processi visti hanno determinato un forte cambiamento nella natura dei rischi sociali… …i rischi tradizionali coperti dalle assicurazioni obbligatorie (malattia, disoccupazione, vecchiaia ecc…) erano “rischi” nel vero senso della parola erano infatti “aleatori e circostanziali”, cioè colpivano incidentalmente e non si protraevano nel tempo… …pensiamo alla malattia…o si guariva o si moriva, più difficile la cronicizzazione… I “nuovi rischi sociali” non sono più “rischi” ma veri e propri “bisogni” perché non sono più aleatori né circostanziali… «la concezione dei diritti sociali come diritti di compensazione di un disfunzionamento passeggero diviene inadeguata […] essa non consente più di gestire dei rischi divenuti degli stati stabili» [Rosanvallon]
I nuovi rischi sociali e la crisi del welfare Proviamo a ripensare alla disoccupazione…alla malattia…o alla vecchiaia…cosa implica il loro passaggio a “bisogni”? Si deve aggiungere che i “nuovi rischi” non sono più risolvibili con interventi standard ma richiedono interventi mirati e personalizzati…perché i “nuovi bisogni” sono determinati da un maggiore numero di variabili (e.g. per la disoccupazione: mobilità del soggetto, contratto di lavoro, storia familiare, debole strutturazione del suo percorso biografico, ecc…) …Infine, lo Stato sociale, e i sistemi assicurativi che di esso ne sono parte consistente, sono stati pensati anche rispetto a popolazioni relativamente omogenee.
I nuovi rischi sociali e la crisi del welfare Il sistema di welfare fordista vede indeboliti i suoi 3 pilastri: La famiglia diventa più fragile Il mercato del lavoro più precario Il welfare state assicurativo meno efficace Non intervengono solo fattori “hard”, come l’economia o i processi demografici, ma anche “soft” quale la spinta sociale e culturale che proviene dal processo storico di individualizzazione
I nuovi rischi sociali e la crisi del welfare In sintesi: Ci troviamo di fronte a rischi molto probabili e protratti nel tempo (i rischi diventano bisogni) I bisogni tendono a personalizzarsi in modo sempre maggiore e pertanto meno facilmente risolvibili con interventi standard La personalizzazione dipende dal fatto che intervengono più variabili nel determinarlo (incide anche la > eterogeneità culturale della società moderna) Non più strettamente legati alla stratificazione di classe I bisogni, a causa dell’indebolimento dei legami “comunitari”, diventano anche bisogni “relazionali”