IL LAVORO MINORILE E IN ITALIA NEL MONDO FURLAN LINDA ANNO 2001/2002
INDICE 1. La legge Italiana 2. Cosa stabilisce la legge 3. I tipi di lavoro a cui non possono essere adibiti i minori dai 16 ai 18 anni 4. L’orario di lavoro 5. Lavoro notturno - le ferie 6. Infortuni sul lavoro 7. Tipi di lavoro 8. I bambini extra-comunitari 9. Il Sud e il lavoro minorile
10. I bambini e la malavita 11. Il lavoro minorile è: un fenomeno mondiale 12. Dati e statistiche generali 13. Esempio di business 14. India - Testimonianza di Sona 15. Pakistan - Testimonianza di Latif - La storia di Iqbal Masih 16. Nepal - Testimonianza di Guri
17. Perù - Testimonianza di Pedro 18. Bolivia - Testimonianza di Favio 19. Senegal 20. Bambini soldato 21. La prostituzione minorile - tabella 22. Alcune foto
I PRINCIPI FONDAMENTALI PER LA TUTELA DEL LAVORO DEI FANCIULLI E DEGLI ADOLESCENTI SONO CONTENUTI NELLA LEGGE 17 OTTOBRE 1967, N. 977. SONO TUTELATI TUTTI I SOGGETTI ALLE DIPENDENZE DI DATORI DI LAVORO CHE NON ABBIANO COMPIUTO I 15 ANNI (FANCIULLI) E CHE SIANO COMPRESI TRA I 15 E 18 ANNI COMPRESI (ADOLESCENTI).
La legge del 17 ottobre 1967, stabilisce che l’età per l’avvio al lavoro è 15 anni, in coincidenza con il termine dell’istruzione obbligatoria. Prevede anche che in agricoltura o imprese familiari possano essere impiegati ragazzi di 14 anni, part-time o in lavori stagionali, purché il lavoro non sia faticoso e non interferisca con la frequenza scolastica. Questa legge stabilisce la durata delle ferie pagate, l’assistenza medica preventiva gratuita e controlli sanitari periodici. Inoltre stabilisce l’età minima per l’esecuzione di lavori faticosi, pericolosi e insalubri (16 anni per gli uomini e 18 per le donne) e il divieto di lavoro notturno per i fanciulli e gli adolescenti.
NON POSSONO ESSERE ADIBITI I MINORI DI: A lavori faticosi ed insalubri determinati con D.P.R. 20 Gennaio 1976, n. 432, a mestieri girovaghi di qualunque genere, a lavori di pulizia e servizio degli organi di trasmissione che siano in movimento. 16 anni A lavori estrattivi a cielo aperto, nelle cave, miniere, torbiere, a lavori di scarico, carico nei forni delle zolfatare, nonché a manovre e traino, alla somministrazione al minuto di bevande alcoliche, e lavori nelle sale cinematografiche alla preparazione di spettacoli contrari al buon costume. 18 anni
ORARIO DI LAVORO: Minori di 15 anni Tra i 15 e i 18 anni 7 ore giornaliere e 35 settimanali 8 ore giornaliere e 40 settimanali I limiti detti devono essere rispettati anche se i minori sono adibiti a lavori discontinui. I minori non possono essere adibiti a turni di lavoro a “scacchi” a meno che non sia consentito dai contratti collettivi, ma in ogni caso è necessaria l’autorizzazione della Dir.ne Prov.le del Lavoro (S.I.L.). L’orario di lavoro dei fanciulli e degli adolescenti non può durare, senza interruzione più di 4 ore e mezza consecutive.
LAVORO NOTTURNO E’ VIETATO adibire i minori che frequentino scuole dell’obbligo: per un periodo di almeno 14 ore consecutive (fra le 20.00 e le 8.00). E’ VIETATO adibire i minori che non frequentino scuole dell’obbligo; per un periodo di 12 ore consecutive per i minori di età fino a 16 anni (fra le 22.00 e le 06.00) I minori di età superiore a 16 anni non possono essere adibiti per un periodo di 12 ore consecutive(fra le 22.00 e le 05.00) Ai minori deve essere assicurato un riposo di 24 ore consecutive decorrenti dalla mezzanotte del Sabato, salvo che i minori non siano occupati nella rappresentazione di spettacoli e in riprese dirette da radiotelevisione, il riposo può essere concesso in un giorno diverso dalla Domenica. Per i minori di 16 anni è stabilito un periodo annuale di ferie non inferiore a 30 giorni. Oltre i 16 anni il periodo minimo annuale è di 20 giorni. FERIE
Essi non esistono, nascosti dal mondo dell'illegalità INFORTUNI SUL LAVORO Il minore risulta più esposto al rischio di “farsi male”. Il datore di lavoro denuncia l’infortunio soltanto quando non ne può fare a meno, e cioè quando l’incidente è VERAMENTE GRAVE. TESTIMONIANZA: HO LAVORATO PER QUATTRO ANNI IN UN CANTIERE EDILE, ERA UNA PICCOLA AZIENDA E IN QUESTA LAVORAVANO ANCHE ALCUNI RAGAZZI PICCOLI. NON VENIVANO RISPETTATE LE NORME DI SICUREZZA … QUANDO LAVORANDO MI SONO FATTO MALE, IN OSPEDALE NON HO DETTO CHE L’INCIDENTE ERA AVVENUTO MENTRE LAVORAVO, PERCHE’ AVEVO PAURA DI PERDERE IL LAVORO. IL PROBLEMA E’ LA MANCANZA DI CONTROLLO DA PARTE DELL’ISPETTORATO DEL LAVORO PERCHE’ COMUNQUE I RAGAZZI VENGONO PAGATI POCHISSIMO, VENGONO SOTTOPAGATI (MI RICORDO UN RAGAZZO CHE PRENDEVA 1500£ AL GIORNO NEL 1984) Nelle statistiche ufficiali è molto difficile reperire dati sugli infortuni in cui i minori incorrono, sembra che tutti questi bambini siano INVISIBILI. Essi non esistono, nascosti dal mondo dell'illegalità
I TIPI DI LAVORO I bambini sono impiegati secondo tre tipologie di lavoro: LAVORO OCCASIONALE, svolto in determinati periodi dell’anno LAVORO ESTIVO O STAGIONALE, per esempio nelle strutture turistiche o alberghiere LAVORO CONTINUATIVO, lavorano tutto l’anno, per esempio nella piccola impresa familiare, cioè nell’attività di piccola media imprenditoria. Il lavoro continuativo all’interno dell’attività imprenditoriale di famiglia è tipica del Nord-Est italiano, dove è massiccia la presenza di piccole medie imprese appunto a conduzione familiare. La forte domanda di manodopera in alcuni settori del terziario e della piccola industria favorisce l’inserimento precoce del minore, che si trova ad avere una formazione professionale di basso livello, ma sicura ed immediata. In queste realtà la scuola diventa un ostacolo e il minore la ritiene inutile.
I BAMBINI EXTRA-COMUNITARI Negli ultimi anni sono arrivati nel nostro paese un gran numero di extra-comunitari Marocchini – Tunisini – Nigeriani – Estremo Oriente – Cinesi – Filippini – Albania – Ex-Jugoslavia Organizzazioni criminali che sfruttano i bambini extra-comunitari. ENTRATI ILLEGALMENTE. Sono ai semafori, fanno i lavavetri o lavori pesanti di pulizia, vendono piccoli prodotti agli angoli delle strade, nei metrò o chiedono l’elemosina.
IL SUD E IL LAVORO MINORILE Baby–camerieri (al centro di Napoli) Impiegati nei supermercati, pagati pochissimo Impiegati nei “laboratori dell’imitazione” (producono imitazioni di capi o accessori di marchi famosi) Corrieri per le attività criminose Raccolgono i prodotti della terra, curano gli animali e fanno i garzoni. SETTORE AGRICOLO Il meridione è relativamente più esposto al problema del lavoro minorile, perché le famiglie del Sud sono ancora le più povere in Italia. Correlazione tra lavoro minorile e livello di reddito della famiglia (il minore lavora perché la famiglia è povera) e tra lavoro minorile ed evasione scolastica (il minore lavoro e quindi non va a scuola)
I BAMBINI E LA MALAVITA NAPOLI Sfruttamento dei bambini per azioni criminose NAPOLI Per il minore è un vero e proprio lavoro. Il bambino si sente messo alla prova, inserito in un gruppo che gli riconosce il coraggio e la capacità di assumere rischi. -Indipendenza economica e la possibilità di comprarsi e possedere ciò che vuole. PROBLEMA La ragione principale per cui la malavita organizzata sceglie i bambini per le azioni criminose è perché: IL MINORE PER LA LEGGE ITALIANA NON E’ PUNIBILE.
è un fenomeno mondiale: Il lavoro minorile è un fenomeno mondiale: - Nel mondo ci sono almeno 250 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni che lavorano. Quasi la metà è occupata a tempo pieno. A questo numero vanno aggiunti i bambini soggetti a sfruttamento sessuale. - Dalle statistiche dell’UNICEF risulta che il 61% del lavoro minorile è concentrato in Asia, il 32% in Africa e il 7% in America Latina. Nel Sud-Est asiatico dove l’industrializzazione è stata molto veloce negli ultimi 30 anni, i bambini vengono impiegati ovunque, non solo nelle zone più povere. - Le multinazionali occidentali sempre più spesso trasferiscono le loro filiali nel Terzo Mondo dove con un costo della manodopera molto basso possono produrre i loro manufatti, e i bambini trovano facilmente occupazione nei settori dell’export.
DATI E STATISTICHE GENERALI: INDIA: 44 milioni PAKISTAN: il 20% della popolazione che lavora sono bambini (4-14 anni), che producono l’80% dei palloni da calcio NEPAL: il 60% dei bambini lavora PERU’: le diffuse condizioni di povertà costringono 400.000 bambini ad andare a lavorare BOLIVA: sono mezzo milione i bambini che lavorano in campagna, nelle miniere ed in città SENEGAL: oltre il 40% dei bambini lavorano, lo stato di povertà costringe i bambini ad abbandonare le proprie famiglie per andare a lavorare in città.
INDONESIA: il 20% dei bambini lavora BANGLADESH: il 25% dell’intera popolazione infantile (nel tessile da export e nell’artigianato, nel tessile i bambini sono quasi la metà della manodopera) THAILANDIA: il 32% della forza-lavoro (beni per l’export) FILIPPINE: oltre 2 milioni NIGERIA: circa 12 milioni BRASILE: 7 milioni (più quelli che vivono per strada), fanno soprattutto calzature per l’export (a San Paolo il 20% del reddito familiare è garantito dal lavoro minorile)
ESEMPIO DI BUSINESS: In un’azienda brasiliana di scarpe (che soprattutto sono di tipo sportivo), i padroni ricevono dalla multinazionale £. 26.400 per ogni paio di scarpe (il lavoratore riceve una cifra ridicola: £. 350 all’ora), poi la multinazionale rivende le scarpe ai grossisti per £. 56.000; in un qualunque negozio di una città europea o americana quel paio di scarpe costa £. 112.000. SE QUEL LAVORATORE VOLESSE COMPRARSI LE STESSE SCARPE CHE PRODUCE, GLI OCCORREREBBERO SETTE SETTIMANE DI LAVORO.
INDIA 44 MILIONI di bambini lavoratori come operai Hanno le mani piccole, vengono pagati meno della metà degli adulti, più rapidi, si affaticano meno e si controllano meglio, sia in termini salariali che in termini assistenziali. Impossibile per le famiglie sottrarsi a questa forma di usura: per pagare i DEBITI cedono i loro figli ad ogni forma di lavoro. Aiutare le famiglie a riscattare i figli dal lavoro forzato. - Alleanza con varie associazioni contributo delle autorità locali PROGRAMMI UNICEF Estinto il debito e i bambini vengono poi mandati a frequentare scuole speciali nei loro villaggi.
Nelle zone rurali (isolate) ci sono scuole rare e inaccessibili Nelle zone rurali (isolate) ci sono scuole rare e inaccessibili. Nelle campagne c’è conflitto tra calendario scolastico e le stagioni agricole che obbligano i bambini ad abbandonare la scuola al momento della semina o del raccolto. E si cerca di creare un sistema scolastico più flessibile che risponda ai bisogni dei bambini. I BAMBINI LAVORANO: MINIERE (fosse larghe 90 cm) - quando crescono e non riescono a stare più dentro perdono il lavoro OPERAI TESSILI
PAKISTAN LA STORIA DI IQBAL MASIH 8 MILIONI di lavoratori (10-14 anni), costituiscono il 20% della popolazione attiva, e la maggioranza è impiegata nell’edilizia, per la fabbricazione di mattoni d’argilla o nella piccole fabbriche. Il BOOM ECONOMICO ha portato scarsi benefici: 32% della popolazione urbana - 29% della popolazione rurale - sotto la soglia della povertà. MORTALITA’ INFANTILE sotto i 5 anni è di 136 su mille ANALFABETISMO (62%) Metà dei bambini abbandonano la scuole sin dalle prime classi elementari, 21% dei ragazzini e la metà circa delle bambine non vengono neppure iscritti. PROGRAMMI UNICEF - sistemi di controllo e di pressione sulle ditte produttrici, programmi di formazione professionale.
NEPAL 60% dei bambini svolgono lavori che impediscono il loro normale sviluppo e particolarmente grave è la situazione della bambine, il cui carico di lavoro è in generale di 2-3 volte superiore a quello dei maschi. Ratificata la CONVENZIONE INTERNAZIONALE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA e la legge che vieta l’impiego di manodopera infantile sotto i 14 anni. INDUSTRIA TESSILE ARTIGIANATO PER L’ESPORTAZIONE DI TAPPETI – piccoli lavoratori provengono per la maggior parte della campagne in condizioni di estrema povertà. Condizioni insalubri, alimentazione insufficiente, stipendio bassissimo (6 dollari al mese), per le ragazze (12%) c’è l’incubo delle molestie sessuali da parte dei lavoratori adulti con i quali dividono la camerata durante la notte.
PERU' 400.000 bambini peruviani tra i 6 e gli 11 anni non vanno a scuola, perché le loro famiglie sono troppo povere per permetterselo, perché la scuola è troppo lontana e comporta dei costi, soprattutto perché devono lavorare per portare soldi a casa. Lavorano dalle 8 alle 10 ore al giorno, quelli che lavorano come pastori e contadini, aiutano le loro famiglie sugli altopiani, si trovano spesso in una condizione drammatica di isolamento e mancanza di servizi essenziali. Sono schiavizzati per una paga di pochi soldi. Cavatori di pietre, fabbricanti di mattoni, manovali nell’edilizia, facchini ai mercati generali BAMBINI DI CITTA’ Unica risorsa è la vita di strada tra mestieri legali e illegali, pulizie di vetri delle macchine e vendita ai semafori
Altre attività al limite dell’accattonaggio BOLIVIA Bambini lavoratori ce ne sono circa mezzo milione tra bambini e adolescenti. Lavorano in campagna, nelle miniere, in città. Oltre la metà dei minori che lavorano sono occupati nel terziario povero: Lavori domestici Pulizie Commissioni Piccoli commerci Altre attività al limite dell’accattonaggio Il 39% dei bambini riescono a frequentare la scuola, quasi sempre una scuola serale.
Sta nascendo un MOVIMENTO DI RIFIUTO verso questa tradizione I ragazzi tra i 12 e i 15 anni devono lasciare le loro famiglie (povere) ed andare a lavorare soprattutto nelle città. SENEGAL Le femmine vanno a fare le domestiche, molti ragazzi vanno in città con i loro maestri a imparare il Corano, ma anche a mendicare… TRADIZIONE: i maestri islamici tengono gli adolescenti a convitto, ma spesso questa tradizione risulta una vera e propria forma di sfruttamento. I ragazzini sono costretti ad elemosinare denaro e cibo per il loro maestro, e ricevono in cambio solo un’istruzione formale: imparano a memoria versetti del Corano, ma non sanno né leggere né scrivere bene. Sta nascendo un MOVIMENTO DI RIFIUTO verso questa tradizione
Sona ha 13 anni, vive nello stato indiano di Tamil Nadu Sona ha 13 anni, vive nello stato indiano di Tamil Nadu. Fino a un anno fa faceva la sigaraia: lavorava in una fabbrica di bidis, le tipiche sigarettine indiane fatte di un’unica foglia di tabacco arrotolata. Oggi Sona va a scuola, e non rimpiange certo il suo vecchio lavoro: “Qui a scuola si sta bene, si gioca e si canta, si può studiare. Al lavoro, se eravamo in ritardo ci picchiavano. Ci rimproveravano sempre: ‘ non alzate gli occhi, arrotolate bene le sigarette, sbrigatevi’. Si lavorava dalle 8 di mattina alle 9 di sera, con un’ora per mangiare. Avevo male alle mani, alle gambe, al collo, alla schiena. Tutti i nostri genitori erano indebitati con i padroni, gli interessi si accumulavano e noi dovevamo continuare a lavorare. Se non ci avessero aiutato, non ne saremmo usciti mai”.
“Ma tanto chi ha il tempo di giocare …” Latif ha 11 anni, cuce palloni da quando ne aveva 7 in una fabbrica nel Pakistan. “Il lavoro minorile credo sia vietato, ma da queste parti non conosco un ragazzino che non lavori. Io ho cominciato aiutando un parente. Adesso sto sotto padrone, 9-10 ore al giorno a cucire palloni, a mano. Sempre lo stesso lavoro, mi rovino le dita e non imparo a fare altro. I palloni che mi danno da cucire hanno i marchi più diversi, molti li conosco, credo siano famosi in mezzo mondo. Io non mi interesso del calcio, preferirei il crecket. “Ma tanto chi ha il tempo di giocare …”
LA STORIA DI IQBAL MASIH IQBAL MASIH era nato nel 1983 e aveva solo 4 anni quando suo padre decise di venderlo come schiavo a un fabbricante di tappeti. Per 12 dollari. E’ l’inizio di una schiavitù senza fine: gli interessi del “prestito” ottenuto in cambio del lavoro del bambino non faranno che accrescere il debito. Picchiato, sgridato e incatenato al suo telaio, Iqbal inizia a lavorare per più di dodici ore al giorno. E’ uno dei tanti bambini che tessono tappeti in Pakistan; le loro piccole mani sono abili e veloci, i loro salari ridicoli, e poi i bambini non protestano e possono essere puniti più facilmente. Un giorno del 1992 Iqbal e altri bambini escono di nascosto dalla fabbrica di tappeti per assistere alla celebrazione della giornata della libertà organizzata dal Fronte di Liberazione del Lavoro Schiavizzato. Forse per la prima volta Iqbal sente parlare di diritti e dei bambini che vivono in condizione di schiavitù. Proprio come lui. Spontaneamente decide di raccontare la sua storia: il suo improvviso discorso fa scalpore e nei giorni successivi viene pubblicato dai giornali locali. Iqbal decide anche che non vuole tornare a lavorare in fabbrica e un avvocato del BLLF lo aiuta a preparare una lettera di “dimissioni” da presentare al suo ex padrone.
Durante la manifestazione Iqbal conosce Eshan Ullah Khan, leader del BLLF, il sindacalista che rappresenterà la sua guida verso una nuova vita in difesa dei diritti dei bambini. Così Iqbal comincia a raccontare la sua storia sui teleschermi di tutto il mondo, diventa simbolo e portavoce del dramma dei bambini lavoratori nei convegni, prima nei paesi asiatici, poi a Stoccolma e a Boston: “ DA GRANDE VOGLIO DIVENTARE AVVOCATO E LOTTARE PERCHE’ I BAMBINI NON LAVORINO TROPPO”. Iqbal ricomincia a studiare senza interrompere il suo impegno di piccolo sindacalista. Ma la storia della sua libertà è breve. Il 16 Aprile 1995 gli spararono a bruciapelo mentre correva in bicicletta nella sua città natale Muridke, con i suoi cugini. “UN COMPLOTTO DELLA MAFIA DEI TAPPETI” disse ULLAH KHAN dopo il suo assassinio. Qualcuno si era sentito minacciato dall’attivismo di Iqbal, la polizia fu accusata di collusione con gli assassini. Di fatto molti dettagli di quella tragica Domenica sono rimasti poco chiari. Con i 15 mila dollari del Premio Reebok per la Gioventù in Azione ricevuti nel dicembre 1994 a Boston, Iqbal voleva costruire una scuola perché i bambini schiavi potessero ricominciare a studiare ....
"Da grande voglio diventare avvocato e lottare perchè i bambini IQBAL MASIH nato nel 1983, piccolo tessitore pakistano, ucciso il 16 Aprile 1995 ( il giorno di Pasqua). "Da grande voglio diventare avvocato e lottare perchè i bambini non lavorino troppo"
“Ci sveglia un adulto. Si accerta che lavoriamo in continuazione “Ci sveglia un adulto. Si accerta che lavoriamo in continuazione. Quando si arrabbia, ci picchia con la bacchetta. E’ da un anno che lavoro qui, con le altre bambine. Alcune avevano solo cinque anni quando hanno iniziato. Mangiamo e dormiamo nel laboratorio; c’è poco spazio e l’aria è piena di polvere di lana. Per tessere un tappeto quattro bambini hanno un mese di tempo. Il capo dice che ha presentato dei soldi ai nostri genitori, che dovremo lavorare finché non sarà ripagato il prestito. Ci possiamo riuscire solo se lavoriamo sedici ore al giorno, senza ammalarci. Spesso mi chiedo quanto dovrò rimanere ancora davanti al telaio … quando tornerò a casa?” Guri ha 9 anni. Tesse tappeti venduti quasi tutti sul mercato europeo; tappeti “fatti a mano”, dice l’etichetta, e non troppo cari. Quando ce li troviamo sotto i piedi, raramente ci chiediamo da dove vengono. Spesso vengono da piccole fabbriche in cui lavorano bambini e bambine come Guri. Hanno mani piccole e agili, perfette per tessere. Costano poco: 180.000 lire è il prezzo pagato dai mediatori alle famiglie, per sei mesi di “affitto” di una tessitrice. Contratti difficili da sciogliere.
“Siamo quasi tutti ragazzi, a lavorare con martello e piccone “Siamo quasi tutti ragazzi, a lavorare con martello e piccone. Ci siamo passati la voce di questo lavoro, e la mattina veniamo su in gruppo, con l’autobus per un’ora e poi a piedi. A volte un camion ci dà un passaggio. Non è un lavoro che mi piace, faccio tanta fatica che a volte mi sento morire. Ma cos’altro potrei fare, non ho finito neanche due anni di scuola. Siamo poveri, i soldi servono. Spero solo di non farmi male, ci sono spesso incidenti. Comunque meglio qui che in miniera, come tanti amici miei rimasti al paese”. Pedro ha 10 anni, braccia forti e uno sguardo perso nel vuoto. Dall’anno scorso fa il mestiere di spaccapietre in Perù. c’è molto lavoro, perché la cava a cielo aperto dove trascorre in media 10 ore al giorno è vicina alla capitale, Lima, e per le imprese edile è conveniente venire qui a comprare materiali per costruire i palazzi e le strade.
Favio ha 12 anni, ed è fiero del suo lavoro di bigliettaio e aiuto-autista in Bolivia. “Tre anni fa ho cominciato a lavorare come bigliettaio e, qualche volta, autista in un minibus di Oruro. Lavoro fino alle sei di sera, poi vado a scuola, dalle sette alle nove, alle dieci torno a casa, come papà, che fa anche lui l’autista. La mattina alle cinque usciamo insieme, per andare a lavorare. Guadagno sei dollari boliviani (2.000 lire) al giorno. la mattina mi metto all’incrocio dove sta il capolinea degli autobus e aspetto che qualche autista mi chiami. Poi pulisco l’autobus dentro e fuori e dopo colazione iniziamo il turno. Studio perché da grande vorrei fare il medico e comprarmi dei vestiti, delle belle scarpe e cravatte; mi piacerebbe fare anche il meccanico o l’autista di autobus. Però sono sempre stanco, la sera a scuola mi addormento spesso e non riesco a seguire la lezione. La casa in cui vivo è un po’ brutta perché mancano le fogne; prima però era peggio perché dovevamo andare a prendere l’acqua fuori per strada”.
BAMBINI SOLDATO Questo è un settore in grande espansione, apparso vistosamente durante le guerre africane degli ultimi anni. E’ un fenomeno difficilmente quantificabile. In Libia sono circa 20.000 (un quarto dei combattenti in azione). Anche in Sierra Leone i bambini soldato sono molto “apprezzati”: non devono essere pagati (al limite solo drogati), non hanno il senso del pericolo, sono coraggiosi, vengono spesso usati per rompere il fronte avversario o anche solo per aprire piste nei campi minati. In Mozambico ne hanno utilizzati almeno 10.000. In Angola il 36% dei bambini aveva partecipato ad azioni di guerra ed il 7% aveva sparato ad un nemico. Nella guerra in Rwanda i bambini venivano usati per “stanare” nella boscaglia gli adulti. Per alcuni di essi il premio era la testa mozzata del nemico. Attualmente in Rwanda i baby soldato sono circa 8.000.
Il motivo per cui si diventa baby soldati è semplice: se la guerra li ha lasciati orfani, senza prospettive, senza possibilità di sopravvivere ... ... non hanno altra scelta ...
LA PROSTITUZIONE MINORILE Nel mondo ogni anno, almeno un milione di bambine viene avviato e costretto alla prostituzione. Un giro d’affari di diversi miliardi di dollari che vede coinvolti clienti senza scrupoli, sfruttatori. Il motivo per cui molti bambini e molte bambine sono venduti ai mercati della prostituzione è sempre lo stesso: LA POVERTA’. Molte famiglie sono costrette a consegnare i propri figli in cambio del riscatto del debito che non riescono a saldare ...