Sindrome di Alienazione Parentale Come un genitore può cancellare l’altro dalla vita dei figli L'avvocato e il Giudice: il rischio della complicità;

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
D.T.P. PSICOLOGO della Polizia di Stato PAGLIAROSI Dr.ssa Cristina
Advertisements

I RISCHI DA UFFICIO: IL MOBBING
Il bullismo Elena Buccoliero Nuoro Lanusei Dicembre 2008.
Dott.ssa Carmelina Calabrese
PAS Sindrome di Alienazione Genitoriale Maria Claudia Biscione Psicologa – Psicoterapeuta Psicologa giuridica - sessuologa Associazione Italiana di Psicoterapia.
Lucia Brattoli Psicologa
S.I.V. - Società Italiana di Vittimologia
ATTACCHI AI CONTATTI UMANI
PSICOLOGIA DELLA SALUTE
Premessa Errori di valutazione 1
Lo sguardo dell’altro Riflessioni sul lavoro di Home Visiting
IL DISTURBO DI CONDOTTA
Gli esiti del maltrattamento sui bambini
Resp. Dr. Stefano Cinotti
IL COLLOQUIO CON I GENITORI DELL’ADOLESCENTE
Comportamento conflittuale
L’ATTIVITA’ DIDATTICA
SaLutE mEntaLE L’intErvEnto domiciLiarE LE buonE pratichE 13 giugno 2007 Grosseto Continuità e discontinuità delle buone pratiche nell’assistenza a domicilio.
GLI ANNI DELLA SCUOLA PRIMARIA
PSICONCOLOGIA E CARCINOMA MAMMARIO
La violenza alle donne che cos’è
L’ IMPORTANZA DELLE RELAZIONI Le responsabilità della Famiglia
M.Cristina Boato-Gloria Soavi Centro contro la violenza all’infanzia
Una malattia rara e quasi “sconosciuta”
Forme specifiche di maltrattamento
Connubio fra ragione e sentimento
Come interpretare il linguaggio dei bulli Presentazione fatta da
La mia autostima.
L’autostima. Tezze, 15 ottobre 2011.
Fattori di rischio evolutivo in ambito emotivo
PROGETTO DI PSICOLOGIA SCOLASTICA
UNO PIU’ UNO NON FA DUE. La Collaborazione tra Psicologo, Avvocato e Cliente nella riorganizzazione dei Legami Familiari Parma, 5 dicembre 2012 gruppo.
Le dinamiche familiari nella PWS
“Prevenzione del disagio scolastico: il Bullismo”
Laboratorio area psicologica
I BAMBINI DI FRONTE ALLA VIOLENZA
Le teoriche del nursing
Dott.ssa Barbara Costantini Psicologa clinica - Psicoterapeuta
DISTURBO DELLA CONDOTTA
I ragazzi che “disturbano”. Per saperne di più…
Educazione Emotiva Dott.ssa Antonella De Luca
LIVELLO DI INTERESSE Emerge una grande maggioranza che si dichiara ABBASTANZA interessata Una ventina di studenti si dichiara MOLTO interessata (un quarto.
QUANDO E PERCHE’ UN MINORE DEVE ANDARE IN COMUNITA’
L‘ ABUSO SESSUALE. L’abuso sessuale consiste nella imposizione ad un bambino,da parte di un adulto,di un qualsiasi rapporto corporeo e non, atto a stimolare.
GLI INTERVENTI. CLASSI DI INTERVENTO interventi di facilitazione interventi di sostegno interventi di mediazione interventi di controllo e tutela interventi.
Come si presenta dal punto di vista dei sintomi e segni Ipermotricità.iper-reattività.impulsività Iperattività.disattenzione.
Scuola permanente per genitori ed educatori – Pontemaodino 2014 Si svolgeranno tre tipi di incontro: Si svolgeranno tre tipi di incontro: Il primo e ultimo.
Conseguenze psicologiche della violenza sulle donne
Ostacoli alla gestione costruttiva dei conflitti
L’interazione tra il bambino e l’ambiente
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE PEDAGOGIA DELLA DEVIANZA E DELLA MARGINALITA’ II SEMESTRE Dott.ssa Angela Fiorillo.
TRATTAMENTO MULTIMODALE
Riabilitazione “Non esistono dati per sostenere che un metodo riabilitativo sia migliore di altri. Ciò che è certo è che il b. con s. di Down ha bisogno.
La depressione nell’adolescenza
Comprendere i bisogni evolutivi e relazionali sottostanti al comportamento disturbante/prepotente una premessa per l’intervento.
prof.ssa Giovanna Mirra
 Le prime fasi della vita di un bambino sono sicuramente importanti perché condizionano e orientano lo sviluppo successivo Influssi familiari : LE GRANDI.
ADOZIONE AFFIDO ACCOGLIENZA
Pedagogista, consulente coniugale e familiare. 2.
Il Progetto Cicogna Comunità Sperimentale con Famiglie Accoglienti in Rete Caterina Pozzi.
ACCOGLIENZA DI BAMBINI VITTIME DI MALTRATTAMENTO
DIREZIONE GENERALE FAMIGLIA SOLIDARIETA’ SOCIALE E VOLONTARIATO “Gli interventi di gruppo con utenti e famiglie” Irene Ronchi Psicologa Ser.T. Cremona.
PER VIVERE UNA RELAZIONE PROFONDA BISOGNA ESSERE MATURI transizione manuale.
SCUOLA MATERNA S. GIUSEPPE, 27 APRILE 2016 DOTT.SSA ILARIA ROSSI PSICOLOGA E PSICOTERAPEUTA FAMIGLIARE “Separati ma..Genitori per Sempre” Come Aiutare.
I° Istituto d’Istruzione Superiore “L. DA VINCI – G. GALILEI” “DIRITTI A SCUOLA” – Progetto C Sportello di “ASCOLTO PSICOLOGICO” per gli studenti appartenenti.
TIPOLOGIE DI VIOLENZA a cura di Rosangela Vendrame Centro d’Ascolto Demetra A.O.U. San Giovanni Battista - Torino.
Gli stili educativi in educazione
Conoscenza del quadro giuridico di riferimento; Fornire un intervento qualificato (corsi formativi); Fornire rassicurazione alla vittima; Valutazione oggettiva.
Maternità psichica- processo evolutivo e momento di responsabilità collettiva: il percorso nell’Ambulatorio dello psicologo D.ssa Anna Franca Distretto.
IL CONFLITTO 04/05/2016 Dott.ssa Cecilia Salvatore 1.
Transcript della presentazione:

Sindrome di Alienazione Parentale Come un genitore può cancellare l’altro dalla vita dei figli L'avvocato e il Giudice: il rischio della complicità; inconsapevole ? COS’E’ LA PAS

“Parental Alienation Syndrome” (PAS) Nel 1985 Richard Gardner, psichiatra infantile e forense, membro del Dipartimento di Psichiatria Infantile della Columbia University di New York, coniò il termine “Parental Alienation Syndrome” (PAS) “Sindrome d’Alienazione Genitoriale”, per descrivere il disturbo psicopatologico dei figli in età evolutiva, sottoposti al trauma della separazione conflittuale.

La PAS costituisce una forma d’abuso emotivo che ha origine nel trauma dell’esposizione continuata dei figli al genitore indottrinante, il quale trasmette loro il suo odio patologico verso l’altro genitore.

Il "mobbing genitoriale" Adozione, da parte di un genitore (mobber), separato o in via di separazione, di comportamenti aggressivi finalizzati ad impedire all'altro genitore (mobbizzato) l'esercizio della propria genitorialità, attraverso: la sopraffazione psicologica l'umiliazione il discredito familiare, sociale, legale, svilendo e/o distruggendo la sua relazione con i figli, impedendogli di esprimerla socialmente e legalmente, intromettendosi nella sua vita privata.

I comportamenti mobbizzanti devono essere protratti nel tempo, ripetersi di fatto costantemente, non essere giustificati da devianze psicologiche e comportamenti illegittimi o illegali dell'altro genitore. I comportamenti si esplicano in : sabotaggi delle frequentazioni con il figlio, emarginazione dai processi decisionali tipici dei genitori, minacce, campagna di denigrazione e delegittimazione familiare e sociale.

Tra gli effetti sui figli si sono riscontrati: aggressività, tendenza all’acting-out, egocentrismo, futuro carattere manipolatorio e/o materialistico, comportamenti autodistruttivi, ossessivo - compulsivi e dipendenti narcisismo; falso sé, disturbi psicosomatici, alimentari, relazionali, scolastici e dell’identità sessuale; eccesso di razionalizzazione, confusione emotiva o intellettiva, bassa autostima, depressione, fobie, regressione.

“identificazione con l’aggressore”. I figli sono spinti alla complicità per il fatto che vedono il genitore alienante come vincente. Appoggiando il genitore alienante, percepito come il più potente dei due, i figli sentono di acquisire potere, perché si mettono al sicuro dal subire punizioni e dal fare la stessa fine del genitore vittimizzato, ricalcando il meccanismo di difesa, della “identificazione con l’aggressore”.

Se dimostrassero affetto al genitore bersaglio, essi stessi correrebbero il rischio di ritorsioni, quanto meno la perdita dell’affetto del genitore alienante . Anche il genitore alienato subisce un abuso emotivo ed il suo grado di reattività può diventare altissimo. Ne danno misura le tragiche stragi commesse da padri separati, suicidatisi dopo aver ucciso l'ex moglie ed i figli.

All’insorgenza della PAS concorrono due fattori concomitanti, l’uno riguardante l’adulto, l’altro riguardante il minore. Il primo è la “programmazione” o “indottrinamento” del figlio da parte di un genitore – che è afflitto da odio patologico - ai danni dell’altro (parleremo di mobbing genitoriale); comportamento definito come “alienante”. Esso è solitamente favorito dall’ambiente circostante: parenti, amici e soprattutto avvocati.

Il secondo, è l’allineamento, da parte dei figli, col genitore alienante, più amato (il genitore programmante, che fa il lavaggio del cervello); i figli sono personalmente coinvolti in una campagna di denigrazione – ingiustificata e non sostenuta da elementi realistici - nei confronti dell’altro genitore, che viene “odiato” (il genitore alienato, denigrato, la vittima, o il bersaglio).

di escluderlo dalla loro vita. La finalità è quella di escluderlo dalla loro vita.

Come si manifesta nei figli la P.A.S. Campagna di denigrazione: i figli evidenziano astio nei confronti del genitore alienato in maniera continua e insistente; Razionalizzazioni deboli, superficiali e assurde per giustificare il biasimo: i figli riferiscono giustificazioni irrazionali e spesso risibili per spiegare il loro rifiuto del genitore odiato; Mancanza d’ambivalenza: i figli, nella loro ostilità per il genitore -bersaglio, lo considerano totalmente negativo;

Il fenomeno del pensatore indipendente: i figli affermano orgogliosamente che i loro sentimenti di avversione verso il genitore odiato, e le ideazioni relative, provengono da loro stessi e non dal genitore alienante. Appoggio automatico al genitore alienante: i figli accettano come valide unicamente le asserzioni del genitore amato, a danno di quelle del genitore odiato, prima ancora di averle ascoltate o comprese.

Assenza di senso di colpa: i figli non mostrano empatia per la sofferenza del genitore alienato che bersagliano impietosamente con una crudeltà quasi psicopatica; Scenari presi a prestito: i figli utilizzano termini o frasi solitamente estranee al repertorio dei ragazzi della loro età e di cui possono anche non conoscere esattamente il significato; Estensione dell’ostilità verso la famiglia allargata e verso gli amici del genitore alienato.

ALTRI ASPETTI DELLA PAS: Difficoltà di transizione: nel momento in cui il figlio deve separarsi dal genitore alienante per trascorrere il periodo di visita con l’altro genitore; Comportamento ostile e/o diffidente durante le visite presso il genitore denigrato; Legame morboso col genitore alienante; Negazione del legame affettivo positivo esistente col genitore alienato prima che intervenisse il processo d’Alienazione;

Normalmente il genitore bersaglio ha avuto un rapporto affettuoso con i figli e buone capacità genitoriali. Caratteristica della PAS è l'esagerazione di difetti marginali e di minime mancanze; Alla denigrazione, qualora non sia stata sufficiente a spezzare il legame affettivo tra il genitore bersaglio e i figli, si possono aggiungere anche le false dichiarazioni o le false denunce (anche d’abusi sessuali);

Livelli di gravità della PAS Lieve: l'avversione é relativamente superficiale ed i figli collaborano alle visite col genitore denigrato, ma sono a tratti ipercritici e di cattivo umore. Moderato l'alienazione é più profonda: i figli sono più aggressivi ed irrispettosi e la campagna di denigrazione può essere quasi continua. Grave visite al genitore alienato impedite da intense manifestazioni di ostilità da parte dei figli che possono commettere azioni dirette a provocare dispiaceri o violenza fisica verso il genitore odiato.

Nei casi di PAS il conflitto di lealtà del bambino risulta così acuto da rendere impossibili gli incontri. Questo implica che gli incontri vanno predisposti dallo psicoterapeuta e che non vada assegnata ai figli la responsabilità di deciderli. Il genitore alienante, che è accecato dall’odio, deve essere aiutato a vedere la gravità delle conseguenze del proprio comportamento sui figli. Renderlo consapevole di una colpa così grave, come il danneggiamento permanente di un figlio, deve indurlo a comprendere che non può restare impunito, convinto di essere al di sopra di ogni legge.

La PAS richiede insieme approcci giuridici e terapeutici Che fare? Solo una chiara e rapida azione giudiziale, mirata a scoraggiare qualsiasi tentativo di sabotaggio da parte del genitore alienante, può garantire un buon margine di successo ad interventi psicoterapeutici. È indispensabile una sinergia tra operatori della giustizia (avvocati, giudici) e professionisti (consulenti tecnici, psicoterapeuti).

La psicoterapia adotta principi simili a quelli della deprogrammazione (deprogramming) attuata con i prigionieri che sono stati indottrinati dalla propaganda nemica, subendo il lavaggio del cervello, al punto di arrivare a manifestare una pubblica avversione verso il loro paese d’origine;

Lo psicoterapeuta deve: imparare a non prendere sul serio le lamentele dei figli e non accontentare i loro desideri di respingere il genitore alienato; ben guardarsi dall’aggiungere violenza a violenza ipotizzando che un incontro padre-figli possa essere una forzatura e non la pura e semplice normalità;

CONCLUSIONI la migliore terapia consiste nel dare ai figli la possibilità di sperimentare, in una frequentazione priva d’ostacoli ed influenzamenti del genitore alienante, che il genitore alienato non è così disprezzabile o cattivo come gli è stato dipinto.