Seminario tecnico operativo Diritto allo studio di alunni adottivi alla luce delle linee di indirizzo MIUR 18 dicembre 2014 Aula Magna UST IV AT di Brescia, 22 gennaio 2016, ore 9.00 - 13.00
Bambini adottivi a scuola L’adozione sembra essere un fattore di rischio verso un buon adattamento scolastico, sia sul versante relazionale che su quello dell’apprendimento. Fattori di disagio specifici che possono rendere accidentato il percorso scolastico sono, infatti, in media più presenti che nei coetanei non adottati, anche se molti ragazzi adottati hanno percorsi scolastici positivi e anche se gli eventuali problemi variano per intensità e qualità. AREE CRITICHE Presenza di adozioni di bambini con Bisogni speciali (con significative problematiche di salute o disabilità o reduci da esperienze traumatiche) Difficoltà di apprendimento ( DSA), problematiche nella sfera psico-emotiva e cognitiva che si possono manifestare con deficit dell’attenzione e concentrazione Difficoltà psico-emotive (difficoltà nel controllare ed esprimere le proprie emozioni, a tollerare le frustrazioni - essere riconosciuti in una dimensione affettiva stabilizzata) la scuola deve considerare con attenzione il faticoso percorso di inserimento che devono affrontare gli alunni adottati, a maggior ragione se appena arrivati nella nuova famiglia adottiva
AREE CRITICHE Comparazione con il Sistema di scolarizzazione del Paese d’origine Età presunta (non sempre i bambini vengono iscritti immediatamente all’anagrafe del Paese di provenienza, con discrepanze talvolta anche maggiori all’anno) Età della preadolescenza e adolescenza (periodo «delicato» che richiede un’ulteriore attenzione nell’inserimento a scuola) Italiano come L2 (apprendimento «sottrattivo») Identità etnica (ruolo della scuola nel contrastare la tendenza sociale di considerare «diverso» anche solo chi ha tratti somatici differenti) NON equiparare l’alunno adottato all’alunno straniero immigrato!)
AREE CRITICHE Le difficoltà di apprendimento Le difficoltà psico-emotive La scolarizzazione nei paesi d’origine I bisogni educativi speciali o particolari L’età presunta La fascia di adottati preadolescenti o adolescenti La lingua italiana L’identità etnica
nella “Direttiva MIUR Alunni con Bisogni Educativi Speciali del 2012» LE AREE DI CRITICITÀ RIPORTATE NELLE LINEE DI INDIRIZZO SONO SOSTANZIALMENTE PUNTI DI ATTENZIONE PER L’APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DELLA PERSONALIZZAZIONE DEI PIANI DI STUDIO nella “Legge 53/2003” nella “Direttiva MIUR Alunni con Bisogni Educativi Speciali del 2012» nelle “Linee Guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri del 2014”.
LEGGE 53/2003 Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale La sintesi del principio della personalizzazione dei percorsi la troviamo all’art. 1 comma 1: Al fine di favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio dell’autonomia delle Istituzioni Scolastiche (DPR 275/99) e secondo i principi sanciti dalla Costituzione…..
STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA DIRETTIVA 27/12/2012 Premessa I principi che sono alla base del nostro modello di integrazione scolastica - assunto a punto di riferimento per le politiche di inclusione in Europa e non solo - hanno contribuito a fare del sistema di istruzione italiano un luogo di conoscenza, sviluppo e socializzazione per tutti, sottolineandone gli aspetti inclusivi piuttosto che quelli selettivi. ……… In questo senso, ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI 1.Bisogni Educativi Speciali (BES) L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Nel variegato panorama delle nostre scuole la complessità delle classi diviene sempre più evidente. Quest’area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei: Special Educational Needs). Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.
PROTOCOLLO MIUR - CARE 2013 Agevolare l'inserimento, l'integrazione e il benessere scolastico degli studenti adottati riconosce il diritto degli alunni e alunne degli studenti e delle studentesse ad essere accolti nei nuovi contesti scolastici ed educativi, nei quali devono essere altresì riconosciute le singole peculiarità e specificità, attraverso l’utilizzo degli strumenti pedagogici e didattici più idonei ad agevolare il percorso di adozione e di formazione.
Le difficoltà del bambino adottato a scuola. Per poter apprendere è necessario avere dentro di sé uno spazio tranquillo e sicuro dove immagazzinare ed elaborare le nuove conoscenze. L'ansia impedisce la concentrazione e il mantenimento. E' necessario avere una buona sicurezza di sé per potersi dedicare a osservare, ascoltare, raccontare. Anche l'iperstimolazione cognitiva a cui i bambini adottati sono sottoposti per gli enormi cambiamenti delle loro condizioni di vita può sottrarre energie all'apprendimento scolastico. Lavoro educativo complesso e complicato!!!
LINEE GUIDA PER L’ACCOGLIENZA E L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI FEBBRAIO 2014 Questo documento rappresenta una guida ragionata e strumento di lavoro per tutte le componenti della comunità educativa a cui spetta il compito di individuare le modalità con le quali affrontare ciascuna situazione nella consapevolezza che lo studente di origini straniere può costituire un’occasione per ripensare e rinnovare l’azione didattica a vantaggio di tutti ….. Al paragrafo 2 della I parte il documento specifica il significato di alcune locuzioni riferibili agli alunni di origine non italiana, presenta anche il paragrafo riferito agli alunni adottati
ALUNNI ARRIVATI PER ADOZIONE INTERNAZIONALE In questo paragrafo si ribadisce che per gli alunni arrivati in Italia per adozione internazionale bisogna attivare interventi specifici che prevedono percorsi personalizzati sia in considerazione delle pregresse esperienze di deprivazione e abbandono, sia per consolidare l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità di apprendimento.
Aree critiche Scolarizzazione nei Paesi d’origine L’età presunta L’identità etnica La lingua italiana
Dalle Lingua madre all’Italiano Dare parole ad un mondo nuovo Le strutture linguistiche dei Paesi di provenienza sono spesso molto diverse, in molti casi il riconoscimento e la produzione di suoni nuovi, non precedentemente appresi, può essere estremamente difficile ed influire sullo sviluppo del linguaggio. La lingua materna rimane sospesa e sentirsi “privi di vocaboli per esprimersi”, può provocare rabbia e frustrazione . Problematiche diverse tra bambino adottato e bambino straniero
Bambini adottivi a scuola I bambini adottati internazionalmente apprendono velocemente il vocabolario di base dell'italiano e le espressioni quotidiane utilizzate nelle conversazioni comuni (le cosiddette “basic interpersonal communicative skills”). Il linguaggio più astratto, necessario per l'apprendimento scolastico avanzato (le cosiddette “cognitive/academic linguistic abilities”, costituite da conoscenze grammaticali e sintattiche complesse e da un vocabolario ampio), viene invece appreso molto più lentamente. Ed è proprio dove questo linguaggio inizia ad essere più importante che talvolta emergono delle difficoltà, ossia nelle scuole secondarie di I e II grado… anche se i bambini e i ragazzi sono arrivati da qualche anno.
Bambini adottivi a scuola la modalità di apprendimento della lingua non è “additiva”, come nel caso degli immigrati, bensì “sottrattiva”, e implica pertanto maggiori difficoltà che in alcuni momenti possono portare a sentirsi “privi di vocaboli per esprimersi”, provocando rabbia ed una gamma di emozioni negative che possono diventare di disturbo all’apprendimento scolastico
Bambini adottivi a scuola - IMPARARE UNA NUOVA LINGUA Il processo di apprendimento linguistico è più lento di quanto si pensi. Serve molto tempo per acquisire i significati profondi e le regole strutturali di una lingua Non si deve dare per scontato che le difficoltà linguistiche debbano sempre scomparire con il passare del tempo. Anche a distanza di anni possono emergere difficoltà nell'acquisizione delle strutture logico-grammaticali, nella capacità di interpretare testi scritti, nell'abilità espositiva.
Bambini adottivi a scuola L’identità: sentire di appartenere Un altro aspetto rilevante che caratterizza la condizione di molti bambini adottati, sia in Italia sia all’estero, è di avere tratti somatici tipici e riconoscibili. Ricostruire la propria identità con quella della famiglia adottiva e all’interno del nuovo contesto di vita è un compito impegnativo che può assorbire molte energie cognitive ed emotive. Il bambino adottato è, dal momento dell’adozione, cittadino italiano a tutti gli effetti e totale legittimazione gli è dovuta dall’ambiente che lo accoglie, senza imporgli alcuna rimozione delle sue radici e della sua storia. Nel processo di inclusione, la collaborazione tra scuola e famiglia è determinante .
Temi principali da riconoscere e accogliere nell’inserimento a scuola del minore adottato Linguaggio: comunicazione su piani diversi- universale – analogica. Nei casi in cui non vi è ancora una sufficiente comprensione verbale e quindi di conseguenza una difficoltà nella produzione, utilizzare modalità comunicative diverse all’interno del gruppo-classe. Tempo: ambiente non scandito da tempi rigidi -riconoscimento dell’individualità Relazione con le figure adulte: ruolo e significato – punto di riferimento Relazione con i pari: lavoro sul piano emotivo - relazione affettiva, clima sicuro e di fiducia
CONTINUITA’ - ORIENTAMENTO CONTINUITA’ NEL PERCORSO SCOLASTICO: attivazione di buone prassi che facilitino il progredire del percorso scolastico; attenzione al percorso di orientamento che prelude al passaggio dalla scuola del Primo ciclo a quella del Secondo ciclo. Scelta della scuola secondaria superiore di 2° grado e la sua frequenza .CONTINUITA’ CON LE RISORSE DEL TERRITORIO: rete di coordinamento tra i diversi soggetti territoriali (scuola, famiglia, servizi socio-sanitari, associazioni familiari che si occupano di adozione, …) Tuttavia, nonostante le difficoltà incontrate nel percorso di studio, una percentuale elevata di ragazzi adottati raggiunge risultati finali apprezzabili (diploma, laurea).
Il bambino adottivo presenta delle specificità che vanno riconosciute accolte e integrate Ogni scuola deve ripensare le proprie procedure, la propria organizzazione secondo la logica inclusiva Deve prepararsi e preparare il gruppo classe all’accoglienza di un bambino che sta affrontando dei cambiamenti dolorosi e critici. Nello specifico, il bambino sta affrontando un radicale cambiamento e non avendo una conoscenza pregressa della situazione che incontrerà, familiare e scolastica, manifesta in modo non sempre adeguato, un forte bisogno di conoscere e capire, la necessità di essere compreso nei suoi bisogni e comportamenti e l’esigenza di sviluppare il senso di appartenenza Informazione - Formazione sulla relazione educativa.
Grazie per l’attenzione