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Processo di Concertazione

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Presentazione sul tema: "Processo di Concertazione"— Transcript della presentazione:

1 Processo di Concertazione
L. 328/00 Piano di Zona Processo di Concertazione “… la libertà è partecipazione …” Giorgio Gaber

2 La modernità liquida di Bauman IMPARARE A DIMENTICARE, anche per “fare spazio” al nuovo
“Agli esseri umani postmoderni è negato il lusso di presupporre, come il personaggio shakesperiano, che ci sia del “metodo in questa pazzia”. Se si aspettano di scoprire una struttura coesa e coerente nella congerie di eventi contingenti, vanno incontro a costosi errori e frustrazioni; se le abitudini acquisite nel corso dell’addestramento li spingono a cercare strutture coese e coerenti e a legare le proprie azioni alla loro identificazione, sono veramente nei guai (…). Il successo nella vita (e dunque la razionalità) di uomini e donne postmoderni dipende dalla velocità riescono a sbarazzarsi di vecchie abitudini piuttosto che da quella con cui ne acquisiscono di nuove.” (Z. Bauman, La società individualizzata, Il Mulino, Bologna, 2002, pp ) “si ha la sensazione che vengano giocati molti giochi contemporaneamente, e che durante il gioco cambino le regole di ciascuno” (Ibidem, p. 159)

3 Governance sistema e strumento di regolazione del concorso di soggetti diversi al conseguimento di obiettivi di interesse generale forma di presidio degli interessi, attraverso la ri-definizione continua delle relazioni e degli equilibri di potere tra soggetti pubblici e privati, finalizzata a migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche e a orientare l’azione amministrativa a conseguire con successo i risultati programmati

4 Governance e Conoscenza
Conoscere è una continua approssimazione sufficiente a motivare l’azione di risposta ai bisogni espressi e latenti che il nostro sguardo coglie nella sua parzialità. Per questo è utile considerare anche la conoscenza come un processo partecipato, collettivo, che mette assieme – ecco il compito della governance della conoscenza – i tanti sguardi, le tante immagini, le innumerevoli viste che rappresentano la propria realtà.

5 Il principio mimetico di Girard
“A lungo, nella nostra storia, abbiamo connotato negativamente l’imitazione – come “meramente passiva” (…) Se oggi, sia pure con i timori e i tremori del caso, ci è data la possibilità di sporgerci su quell’abisso senza necessariamente temere di dissolverci in esso, è perché nella nostra storia è intervenuta una profonda cesura antropologica (…) la possibilità di riconoscerci gli uni gli altri (…) nella nostra comune umanità. Di riconoscerci gli uni gli altri, orizzontalmente. E non soltanto gli uni fratelli degli altri, ma anche, e insieme, gli uni figli degli altri, reciprocamente. Gli uni “allievi” degli altri, e allo stesso tempo gli uni “modelli” degli altri. Imitatori e imitati, inseparabilmente, in quell’incessante processo mimetico allievo-modello che ci va formando e trasformando “fin dalla fondazione del mondo”, per dirla con le parole di Gesù che danno il titolo ad una volume di Girard (1978).” (Sergio Manghi, La conoscenza ecologica, Raffaello Cortina Editore, Milano, pp ) … metafora del nano sulle spalle del gigante …

6 Sviluppo e crescita Lo sviluppo non è immediatamente sovrapponibile, e proporzionale, alla crescita di beni e merci Può esserci maggiore sviluppo in presenza di maggiori beni e, contestualmente, meno merci Può esserci maggiore sviluppo in presenza di maggiori servizi e meno prodotti (cfr. “decrescita felice”)

7 Un modello concertazione adeguato:
Sviluppa un metodo cooperativo-concertativo “globale” tra pubblica amministrazione, impresa e organizzazioni sindacali e di tutela del cittadino Consente l’elaborazione di forme di bilancio sociale (o globale) di tipo partecipativo (sussidiarietà orizzontale) Consente processi di istruttoria pubblica trasparenti, veloci e competitivi (accesso, efficienza, efficacia)

8 Il Piano di Zona, ancorato al “Processo di Concertazione Continua”, è in costante Definizione, Attraverso Incontri periodici del Coordinamento Politico del Piano di Zona Incontri periodici dell’ Ufficio di Piano di Zona (“cabina di regia”, équipe plenarie, d’area, sul caso, supervisione, ...) Incontri periodici del Tavolo di Concertazione per l’Inclusione Sociale (e dei Gruppi Tematici per specifiche esigenze) Incontri periodici con le Agenzie Sociali Territoriali in Rete Incontri periodici con i Cittadini o loro Rappresentanze 8

9 Rete e “manutenzione” “La <<Rete>> non è un fiore di campo, piuttosto è un fiore di serra: ha bisogno di esser coccolata!”

10 Promozione Territoriale
Il Coordinamento Politico del Piano di Zona, l’Ufficio di Piano di Zona e il Tavolo di Concertazione per l’Inclusione Sociale garantiscono l’organizzazione e la partecipazione ad incontri territoriali di promozione, informazione, discussione e confronto relativi al Piano di Zona E’ rivolta prioritariamente ai cittadini

11 Modelli di amministrazione pubblica (Fonte: Bifulco, Vitale, 2005)
Amministrazione burocratica Amministrazione azienda Amministrazione condivisa Parametro di valutazione dell’azione amministrativa Appropriatezza (Conformità a regole) Efficienza Partecipazione Forma delle relazioni Duale (PA – cittadini) Triangolare (PA, privato, cittadini) Reticolare (PA, privato, cittadini, collettività locale) Forma della responsabilità amministrativa Diretta Indiretta Processuale Figura del destinatario Utente Consumatore Collettività locale

12 Concertazione = Ossimoro del welfare moderno
La Concertazione nel sociale, se giunge ad una mediazione “etica” tra gli “interessi” dei diversi attori locali, rappresenta la vera innovazione del welfare locale Concertazione = Ossimoro del welfare moderno

13 … il tavolo di concertazione … e… il cerchio magico …
Gli indiani Cheyenne, popolo nomade, quando giungevano in un nuovo territorio erano soliti praticare il rito del CERCHIO MAGICO. Tutti gli uomini si ponevano in cerchio e all’interno del cerchio collocavano tutti gli oggetti e gli attrezzi che erano stati utilizzati per la vita nel territorio di provenienza. Il CERCHIO MAGICO era il luogo del nuovo patto: in considerazione delle caratteristiche del nuovo territorio di insediamento si ricontratta l’uso degli strumenti e le funzioni che ciascuno avrebbe dovuto esercitare per garantire la vita a tutta la comunità. Al tempo stesso il CERCHIO MAGICO era il luogo della lettura delle caratteristiche del nuovo territorio: era un vero e proprio strumento epistemologico. Luogo del patto e strumento di conoscenza.

14 Concertazione: tra utopia e realtà
"Non c'è modo per cui da solo possa salvare il mondo, ma mi vergognerei di far passare un solo giorno senza provarci" Isaac Asimov

15 Manipolazione relazionale
Il terzo segreto di satira:

16 Aspetti Complessi e Nodi critici
della Concertazione Negoziazione: spinte a mediare sottacendo i conflitti e forza dei contesti che prevale sulla forza della dell’individuo: la differenziazione è condizione per crescere! Apprendimento: tendenza a disconoscere la “buone pratiche altrui”, a considerare le proprie “riservate” Normativa degli EE.LL.: scarsa applicazione delle norme sull’autonomia e la partecipazione (i tavoli partecipativi “sollecitano” la riforma della pubblica amministrazione) Sussidiarietà: scelta del modello “Si salvi chi può” oppure “lavoriamo insieme”

17 Aspetti Complessi e Nodi critici
della Concertazione Partecipazione alla spesa: limitazione degli aspetti “discrezionali” delle politiche sociali (la programmazione unitaria e il controllo sulla situazione economica, uniformando l’accesso alle prestazioni, riducono l’area dell’influenza politica) Comunicazione: quanto, come e a che costo comunicare, “poco” non è trasparente, “molto” può determinare veri blocchi decisionali, non investire può svuotare la comunicazione di efficacia

18 Aspetti Complessi e Nodi critici
della Concertazione Valutazione: chi, come, quando, (difficoltà a sperimentare sistemi di valutazione quali/quantitativi, “partecipati” da tecnici e destinatari) Analisi di bisogni/risorse: la partecipazione è efficace se fondata su informazioni attendibili (i dati sono funzionali alle istituzioni che li rilevano oppure alla descrizione dei fenomeni?) Lottizzazione: partecipo per controllare-presidiare-colonizzare oppure per garantire legalità-democrazia? Rappresentatività: a quale titolo si partecipa? Si conosce il linguaggio dei tavoli? Si restituisce alla propria Agenzia di appartenenza il lavoro svolto?

19 Aspetti Complessi e Nodi critici
della Concertazione Organismi di rappresentanza: “i” forum del Terzo Settore sono davvero rappresentativi? I rappresentanti hanno “mandato e senso di appartenenza”? Formalizzazione: quale norma legittima l’esperienza partecipativa (regolamenti, delibere, …)? Quanto costa partecipare (soldi, tempo, …)? Quali vincoli determina la partecipazione (parere, condivisione, ratifica, …)? Quanto si complica l’accesso alla partecipazione? Come sono diffuse le informazioni-decisioni?

20 Aspetti Complessi e Nodi critici
della Concertazione Oggetto della partecipazione: decidiamo “tutti insieme tutto ciò che c’è da fare”, oppure decidiamo “soltanto le regole del gioco”, in ogni caso “dichiariamolo prima!” Emozioni: gratificazione, utilità, frustrazione, nuova solitudine-lontananza, ... Risultati: come misurare l’aumento della conoscenza di norme, teorie, prassi, l’incremento di competenze, socialità, contrattualità, prestazioni, accesso, …

21 Aspetti Complessi e Nodi critici
della Concertazione Scelta di campo: decidiamo di “tararci” sulle “buone pratiche”, sui punti di forza, oppure “attendiamo” che tutti insieme arriviamo alla meta? Premialità: individuare, o meno, forme di incentivazione per chi realizza determinati obiettivi (es. leader-ship nelle partnership, …) Chi può concertare: concertare solo con i soggetti “forti” o anche con quelli “meno forti” (es. n. dei soci, n. degli operatori, n. delle persone che partecipano alle attività, …) Soggetti che operano separatamente: a “canne d’ organo” …

22 … in ogni caso, quando ti presenti ad un Tavolo di Concertazione, ricorda che …
… di tutto ciò che porti l’espressione è la più importante …

23 nodi/snodi critici Superare il “teorema dell’impossibilità” (dell’onnimpotenza) e dell’ “onnipotenza” (“ci penso io”) (troppi attori, troppo divergenti quanto a interessi) Superare i rischi delle relazioni di agenzia, e del rapporto principale - agente Superare l’asimmetria nell’informazione dei partners Rendere tutti i partners responsabili (accountability) Trovare l’accordo sulle variabili distributive Fonte: prof. Sebastiano Fadda “Local Governance in a Network Society”. 23

24

25 Si può fare!

26 … partendo da sé … “Siate il cambiamento
che vorreste vedere nel mondo” M. Ghandi

27 Il funzionamento sano degli individui, così come quello delle coppie (n.d.r. e delle oganizzazioni) dipende dipende da potere sperimentare oscillazioni di prossimità mentale e distanza (Siegel, 1999, La mente relazionale, Cortina, Milano) Mondo a due PROSSIMITA’ DISTANZA ?

28 CONCERTAZIONE S N O D O N O D O


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