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Apparato locomotore Calogero stefanelli.

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Presentazione sul tema: "Apparato locomotore Calogero stefanelli."— Transcript della presentazione:

1 Apparato locomotore Calogero stefanelli

2 APPARATO LOCOMOTORE È composto da
Apparato scheletrico - le ossa hanno funzione di sostegno, protezione,leve. Apparato articolare - le articolazioni saldano lo scheletro, permettono il movimento. Sistema muscolare - il muscolo è il motore.

3 Meccanica dell’app. locomotore
OSSA: sono le LEVE ARTICOLAZIONI: congiungono le ossa, ne permettono il movimento: GIUNTI MECCANICI MUSCOLI: trasformano l’energia chimica in energia meccanica: MOTORE TENDINI: trasportano la forza sviluppata dal motore nel punto in cui questa serve:CAVI LEGAMENTI: vincolano il movimento entro limiti fisiologici: FERMI DI SICUREZZA

4 SISTEMA MUSCOLARE M. VOLONTARI controllati dal S.N.C.
tessuto muscolare striato I muscoli sono il motore del nostro corpo. Si dividono in: M. INVOLONTARI controllati dal S.N.V. tessuto muscolare liscio M. CARDIACO è un muscolo involontario costituito da tessuto m. striato

5 TABELLA DI SINTESI MOVIMENTO FLESSORI ESTENSORI ABDUTTORI ADDUTTORI
ROTATORI ELEVATORI ISOTONICA ISOMETRICA AUXOTONICA

6 PROPRIETA’ DEI MUSCOLI
CONTRATTILITA’: capacità di contrazione in seguito ad una stimolazione del S.N.; segue il rilasciamento. ESTENSIBILITA’: il muscolo può allungarsi (entro certi limiti….) se tirato da due forze opposte. ELASTICITA’ : il muscolo ritorna alla lunghezza originaria dopo la contrazione. TONO MUSCOLARE: i muscoli mantengono sempre uno stato di contrazione, anche a riposo. Questo permette la contrazione immediata in seguito ad uno stimolo, con risparmio di energia e tempo. Contrazione delle fibre muscolari

7 Come sono fatti i muscoli
Le fibre formano un fascio primario. I fasci primari sono contenuti da uno secondario che assieme ad altri forma un muscolo. Ogni muscolo è ricoperto dal perimisio che si collega ai tendini che uniscono uniscono i muscoli delle ossa. Ogni fibra è formata da cellule elastiche che si allargano e si restringono producendo il movimento.

8 Contrazione e distensione
Il cervello ordina al muscolo di contrarsi attraverso segnali nervosi. Quando un muscolo si contrae allo stesso tempo si accorcia e si ingrossa.  Il cervello manda quaranta impulsi al secondo per tenere il muscolo contratto, quando lo stesso si rilassa torna nella posizione iniziale.  Molti muscoli lavorano e si dicono antagonisti, come il bicipite ed il tricipite, perché quando uno si contrae, l'altro si distende.

9 MUSCOLO VOLONTARI Sono prevalentemente uniti alle ossa e alla pelle : sono detti anche m. scheletrici. Si collegano alle ossa mediante i tendini. Sono composti da fibre muscolari dove si trovano le ramificazioni del sistema circolatorio e del sistema nervoso periferico. Le fibre muscolari si dividono (per il contenuto di mioglobina) in fibre rosse e bianche.

10 FIBRE di tipo I: fibre rosse - lente
Alta concentrazione di mioglobina. Contrazione e rilasciamento più lenti. Resistenti nel tempo. Sfruttano prevalentemente l’energia proveniente dai meccanismi aerobici.

11 Fibre di tipo II Fibre bianche o rapide
Maggiore velocità di contrazione. Si affaticano più rapidamente. Presenti in maggior quantità enzimi che sfruttano in prevalenza i meccanismi anaerobici.

12 Fibre intermedie o miste
Esistono anche fibre rapide- resistenti, dette di tipo intermedio o IIb, con tensione leggermente inferiore alle precedenti: esse reagiscono con variazioni delle loro caratteristiche in base proprio al tipo allenamento. L’allenamento quindi, se specifico e adeguato, determina delle variazioni nelle fibre di tipo intermedio.

13 Velocisti o fondisti? Il numero e la percentuale di fibre rosse o bianche cambia da individuo a individuo: praticamente fa parte del proprio patrimonio genetico. L’allenamento permetterà di sfruttare al meglio le proprie predisposizioni.

14 Classificazione dei m. secondo l’azione svolta
M. AGONISTI: determinano il movimento. M.ANTAGONISTI: opposti agli agonisti, si allungano per seguirli con azione frenante e di controllo del movimento stesso, eseguendo poi il movimento opposto (flessione-estensione, adduzione-abduzione). M.SINERGICI:tutti i m. che concorrono al medesimo lavoro.

15 Classificazione dei m. secondo il movimento che determinano
M.flessori-estensori. M.elevatori-abbassatori M.adduttori-abduttori M.pronatori-supinatori M.rotatori...

16 Classificazione dei m. secondo il numero dei capi di inserzione
Bicipiti Tricipiti Quadricipiti

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18 Classificazione dei m. per la posizione nel corpo
M. del collo M. del tronco M. arti superiori M. arti inferiori

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20 La contrazione muscolare
Dapprima arrivano al muscolo gli stimoli nervosi che provengono dal S.N.C. Poi iniziano le modificazioni chimiche che liberano l’energia necessaria per la contrazione. Infine avviene la contrazione vera e propria con produzione di movimento o tensione.

21 UNITA’ MOTORIA Le fibre muscolari vengono comandate ed organizzate dal S.N. L’elemento di connessione tra muscolo e sistema nervoso è la placca motrice. Ogni neurone motorio comanda un certo numero di fibre muscolari : l’insieme del motoneurone e delle fibre da esso innervate si definisce Unità Motoria

22 Graduazione della tensione
Eccitazione di un numero minore o maggiore di unità motorie. Aumento della frequenza degli impulsi nervosi inviati alle fibre.

23 Gli stimoli nervosi attivano quindi una percentuale più o meno grande di fibre. Quando la fibra muscolare si contrae, lo fa però in modo totale : o si contrae al massimo, o non si contrae affatto (principio del TUTTO o NIENTE”).

24 TRE DIVERSI TIPI DI CONTRAZIONE
CONTRAZIONE ISOTONICA: il m. si accorcia e quindi produce movimento. CONTRAZIONE ISOMETRICA: il m. sviluppa forza senza variare la sua lunghezza. CONTRAZIONE PLIOMETRICA: il m. si allunga prima di sviluppare un accorciamento.

25 INFORTUNI NELLO SPORT INFORTUNI NELLO SPORT
La maggior parte degli infortuni sportivi riguarda muscoli, tendini, legamenti e articolazioni; in un numero limitato di casi si riportano rotture di ossa o danni agli organi interni. Alcuni tipi di infortunio ricorrono con particolare frequenza in determinati sport: ad esempio, tra i corridori sono piuttosto comuni disturbi al ginocchio e alla tibia (fratture dovute a torsioni o a stress), mentre tra i ginnasti si verificano soprattutto rotture dei legamenti. L'entità delle lesioni può essere valutata mediante esami radiologici; una particolare tecnica, l'artroscopia, permette anche di effettuare interventi su alcune articolazioni.


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