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SISTEMA E STRATEGIE DELLA PROTEZIONE CIVILE SICILIANA

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Presentazione sul tema: "SISTEMA E STRATEGIE DELLA PROTEZIONE CIVILE SICILIANA"— Transcript della presentazione:

1 SISTEMA E STRATEGIE DELLA PROTEZIONE CIVILE SICILIANA
REGIONE SICILIANA PRESIDENZA COMITATO REGIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE (Art.6 L.R.14/98) SISTEMA E STRATEGIE DELLA PROTEZIONE CIVILE SICILIANA a cura di Francesco Mantegna Venerando, Coordinatore del Comitato Regionale

2 Riferimenti al Sistema della Protezione Civile Italiana
LA PROTEZIONE CIVILE Con "protezione civile" si intendono tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.

3 Con la legge del 24 febbraio 1992, n
Con la legge del 24 febbraio 1992, n.225 l'Italia ha organizzato la protezione civile come "Servizio nazionale", coordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composto, come dice il primo articolo della legge, dalle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale. Al coordinamento del Servizio nazionale e alla promozione delle attività di protezione civile, provvede il Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il Dipartimento della Protezione civile.

4 La particolarità della protezione civile italiana
Nella maggioranza dei Paesi europei, la protezione civile è un compito assegnato ad una sola istituzione o a poche strutture pubbliche. In Italia, invece, è coinvolta in questa funzione tutta l'organizzazione dello Stato, al centro e in periferia, dai Ministeri al più piccolo comune, ed anche la società civile partecipa a pieno titolo al Servizio nazionale della protezione civile, soprattutto attraverso le organizzazioni di volontariato. Le ragioni di questa scelta, che caratterizza la struttura della protezione civile italiana, si possono individuare nell'incontro tra una motivazione istituzionale ed una esigenza operativa legata alle caratteristiche del nostro territorio.

5 La particolarità della protezione civile italiana
Nella maggioranza dei Paesi europei, la protezione civile è un compito assegnato ad una sola istituzione o a poche strutture pubbliche. In Italia, invece, è coinvolta in questa funzione tutta l'organizzazione dello Stato, al centro e in periferia, dai Ministeri al più piccolo comune, ed anche la società civile partecipa a pieno titolo al Servizio nazionale della protezione civile, soprattutto attraverso le organizzazioni di volontariato. Le ragioni di questa scelta, che caratterizza la struttura della protezione civile italiana, si possono individuare nell'incontro tra una motivazione istituzionale ed una esigenza operativa legata alle caratteristiche del nostro territorio.

6 Il processo di riforma Dal punto di vista dell'ordinamento amministrativo, è in corso da anni un processo di riforma orientato ad aumentare il peso, le competenze e le responsabilità delle istituzioni regionali e locali, attuando e sviluppando in forme adeguate alle esigenze di oggi gli orientamenti al regionalismo e alla valorizzazione delle istituzioni locali già presenti nella Carta costituzionale. La protezione civile non poteva essere estranea a questo processo, che spiega l'importanza crescente che stanno assumendo nella struttura del sistema nazionale della protezione civile le Regioni e le amministrazioni locali, l'aumento delle responsabilità e delle competenze loro affidate, l'articolazione dei livelli di decisione e di intervento, la complessità delle esigenze di direzione e coordinamento del sistema ai vari livelli.

7 Il modello organizzativo
Il modello di organizzazione della nostra protezione civile, che origina dal processo di riorganizzazione dell'ordinamento amministrativo, risulta particolarmente adeguato ad un contesto territoriale come quello italiano, che presenta una gamma di possibili rischi di calamità e catastrofi sconosciuta negli altri Paesi europei. Quasi ogni area del paese risulta interessata dalla probabilità di qualche tipo di rischio, e ciò rende necessario un sistema di protezione civile che assicuri in ogni area la presenza di risorse umane, mezzi, capacità operative e decisionali in grado di intervenire in tempi brevissimi in caso di calamità, ma anche di operare con continuità per prevenire e, per quanto possibile, prevedere i disastri.

8 Il Servizio nazionale della Protezione Civile
Il sistema che si è costruito è basato sul principio di sussidiarietà. Il primo responsabile della protezione civile in ogni Comune è il Sindaco, che organizza le risorse comunali secondo piani prestabiliti per fronteggiare i rischi specifici del suo territorio. Quando si verifica un evento calamitoso, il Servizio nazionale della protezione civile è in grado, in tempi brevissimi, di definire la portata dell'evento e valutare se le risorse locali siano sufficienti a farvi fronte. In caso contrario si mobilitano immediatamente i livelli provinciali, regionali e, nelle situazioni più gravi, anche il livello nazionale, integrando le forze disponibili in loco con gli uomini e i mezzi necessari.

9 Ma soprattutto si identificano da subito le autorità che devono assumere la direzione delle operazioni: è infatti evidente che una situazione di emergenza richiede in primo luogo che sia chiaro chi decide, chi sceglie, chi si assume la responsabilità degli interventi da mettere in atto. Nei casi di emergenza nazionale questo ruolo compete al Dipartimento della Protezione Civile, mentre la responsabilità politica è assunta direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

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11 Prospettiva di assetto del Sistema Regionale della Protezione Civile
COMITATO REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE Strategie, programmi e verifiche attuative, linee guida, supporto all’iniziativa di riforma legislativa DIPARTIMENTO REGIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE Attività di pianificazione e organizzazione degli uffici dipartimentali, coordinamento degli interventi, raccordo operativo con gli altri soggetti istituzionali BASE INTEGRATA REGIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE SALA OPERATIVA REGIONALE S.O.R.I.S. Servizi aerei, Mezzi e Materiali: Boccadifalco SERVIZI PERIFERICI DEL DIPARTIMENTO REGIONALE SICILIA OCCIDENTALE SICILIA ORIENTALE UNITA’ OPERATIVE DI BASE PROVINCIALI SALE OPERATIVE PERIFERICHE INTERCONNESSIONI OPERATIVE UFFICI PROVINCIALI DI PROTEZIONE CIVILE UFFICI COMUNALI DI PROTEZIONE CIVILE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO E COLONNE MOBILI

12 SISTEMA DELLA PROTEZIONE CIVILE REGIONALE SICILIANA
PRESIDENTE DELLA REGIONE o ASSESSORE DELEGATO ESPERTI DELLA PRESIDENZA COMITATO REGIONALE PROTEZIONE CIVILE DIPARTIMENTO REGIONALE PROTEZIONE CIVILE SERVIZIO TECNICO IDROGRAFICO SISTEMA SORVEGLIANZA SISMICA E VULCAN. - INGV DIREZIONE GENERALE e Segreteria di Direzione AREA AA.GG.AA. FF. SERVIZIO EMERGENZA SERVIZIO SISMICO REGIONALE SERVIZIO SICILIA SUDORIENT SERVIZIO SICILIA OCCID. SERV.PIANO STUDI PREV. DIS.TEC. AMBIENT. SERVIZIO SICILIA NORDORIENT SERVIZIO VOLONTAR. FORMAZ. U.O.B. I - III U.O.B. IV - V U.O.B. XIII-XXII, XXVI-XXVII U.O.B. VIII-XII, XXV U.O.B. XXIII - XXIV U.O.B. VI - VII CENTRO FUNZIONALE ALLERTA METEO REGISTRO REGIONALE VOLONTARIATO S.O.R.I.S. SALA OPERATIVA REGIONALE INTEGRATA SICILIANA CO.MO.RE.V. 2 COLONNA MOBILE SICILIA OCCIDENT. CO.MO.RE.V. 1 COLONNA MOBILE SICILIA ORIENTALE

13 Il Comitato Regionale di Protezione Civile Art.6, L.R.14/98
La struttura Il Comitato Regionale è composto da soggetti designati da vari Assessorati Regionali, dall’ANCI Sicilia, dall’ANPI Sicilia, dalle tre Università Siciliane, dal DPC, dal DRPC, dal Comando Reg. VV.F., dall’INGV, dal CNR, dal Volontariato Presiede il Presidente della Regione Conduce le attività un Coordinatore Segretario COMMISSIONE RISCHIO SISMICO COMMISSIONE RISCHIO VULCANICO COMMISSIONE RISCHIO IDROGEOLOGICO COMMISSIONE RISCHIO INDUSTRIALE COMMISSIONE RISCHIO INCENDI

14 Riferimenti e linee di tendenza nella U.E.
18 Giugno 2004: Approvazione della Costituzione Europea La Protezione Civile è inserita tra le aree per le quali è prevista un’azione comunitaria di supporto, di coordinamento e complementare. (art.16) L’art.184 precisa le disposizioni operative dell’azione comunitaria in Protezione Civile.

15 Priorità dell’Azione Comunitaria Decisione n
Priorità dell’Azione Comunitaria Decisione n.1999/847/CE del Consiglio UE Prevenzione e riduzione dei rischi Comunicazione alla popolazione Comportamento in caso di disastri per aumentare la capacità di auto-protezione dei cittadini

16 MECCANISMO COMUNITARIO PER FACILITARE LA COOPERAZIONE RINFORZATA NEGLI INTERVENTI DI PROTEZIONE CIVILE Istituito con Decisione del Consiglio UE n.792/2001 Per mezzo di questo Meccanismo è possibile il pronto dispiego di squadre di valutazione e coordinamento sul luogo del disastro, ovvero in operazioni di gestione delle crisi, con l’impiego di risorse appropriate. In sostanza si tratta della Task Force U.E. per gli interventi di grande emergenza sovranazionale.

17 Centro di Risposta della Protezione Civile Sede a Bruxelles
Punto focale per la raccolta e lo scambio di informazioni (Sistema di comunicazioni in fase di completamento)

18 Le nuove frontiere della Protezione Civile
Rischi tecnologici e ambientali Incidenti rilevanti nella produzione, stoccaggio e movimentazione di sostanze tossiche, nocive, pericolose (su terraferma e in mare), con particolare riferimento ai complessi industriali petrolchimici della Sicilia Rischio Tsunami Sistema costiero della Sicilia ed Isole minori (qualificazione della pianificazione dell’emergenza nelle zone costiere maggiormente antropizzate) Rischio Terrorismo Acquedotti Catena distribuzione alimentare Impianti industriali Edifici strategici (Ospedali, Scuole, Chiese, Caserme, Uffici pubblici, altri) Patrimonio artistico-monumentale

19 Le Grandi Emergenze recenti nello scenario internazionale e le nuove minacce
11 Settembre 2001: New York, Attentato terroristico alle Torri Gemelle, morti 26 Dicembre 2003: Bam (Iran), Terremoto, morti : Successione di disastri tecnologici e naturali in Europa 11 Marzo 2004: Madrid (Spagna), attentato terroristico, 170 morti 7 Luglio 2004: Bin Laden e Al Qaeda minacciano esplicitamente l’Italia di gravi attentati

20 Obiettivi prioritari della Protezione Civile Siciliana
Miglioramento dell’assetto organizzativo e funzionale del DRPC Nuova Intesa Istituzionale per il Coordinamento della Sorveglianza Sismica e Vulcanica in Sicilia (ex Poseidon) Pianificazione di P.C. nei Comuni e nelle Province (Supporto diretto alla pianificazione nel quadro del Sistema Augustus, Informatizzazione e acquisizione al SIT Regionale del DRPC, adozione del Sistema di acquisizione/gestione dati “AZIMUT”) Sistema Integrato per la Gestione dell’Emergenza Idrogeologica (in fase di attuazione) Nuova S.O.R.I.S. – Boccadifalco CO.MO.RE.V.1 – Colonna Mobile Regionale del Volontariato BASE INTEGRATA REGIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE (Servizio elicotteristico, coordinamento Interforze, Ammassamento risorse)

21 Standard della pianificazione della Protezione civile
Lo standard generale per i piani è stato definito sulla base delle linee guida "Augustus" elaborate dal Dipartimento di Protezione Civile e dal Ministero dell'Interno, che rappresentano quindi una metodologia d'indirizzo per la pianificazione di protezione civile

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23 Pianificazione integrata
In una visione armonica della qualità della vita e della sicurezza dei cittadini, la Protezione Civile comunale deve costituire un luogo d’integrazione del governo del territorio. Pianificazione territoriale urbanistica e Pianificazione di Protezione civile devono essere armonizzate (verifica di compatibilità) Il concetto di Protezione Civile, intesa quale Sistema complesso-aperto, deve rappresentare una base di riferimento della pianificazione comunale: Nell’edilizia privata (adeguamento e prevenzione) Negli edifici strategici Nelle attrezzature Negli spazi destinati all’emergenza Nella viabilità urbana, comunale e intercomunale Nella mitigazione dei rischi del contesto ambientale

24 Legge 225/92 - Art. 2 Tipologia degli eventi ed ambiti di competenze 1. Ai fini dell'attività di protezione civile gli eventi si distinguono in: a) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; b) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria; c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari.

25 Il Piano Comunale "Ogni Comune - secondo l'art. 108 del Dlgs 112/98 - deve dotarsi di una struttura comunale di Protezione Civile", e la sua disciplina deve essere disposta con appositi regolamenti previsti dall'art. 51 della legge 142/90 (legge di Riforma delle Autonomie Locali). La Regione interviene nel raccordo tra pianificazione comunale, provinciale e regionale. La gestione di una emergenza, come suggerisce la legge, è quindi frutto di un continuo e articolato processo di scambi di informazioni e di organizzazione ordinata dei soccorsi, processi che non si improvvisano nel momento dell'emergenza.

26 ELEMENTI PER LA DETERMINAZIONE DI UNO SCENARIO DI RISCHIO
Lo scenario di rischio è la rappresentazione dei fenomeni che interferiscono con un determinato territorio provocando danni a persone o a cose. La conoscenza di questi fenomeni costituisce la base per elaborare un piano di emergenza. Definire lo scenario di rischio è indispensabile per poter predisporre gli interventi preventivi a tutela delle popolazioni e dei beni in una determinata area.

27 Gli elementi indispensabili per la
previsione-prevenzione di uno scenario di rischio in un territorio sono: la pericolosità (probabilità di occorrenza di un evento naturale di data intensità entro una data area, in un intervallo di tempo statisticamente definito) la vulnerabilità (suscettibilità ambientale di un insediamento complesso alle forze distruttive causate da un evento, includendo anche gli effetti secondari - Es.: gli incendi susseguenti ad un evento sismico).

28 Obiettivi del Piano Comunale di Emergenza
Informare e salvaguardare la popolazione Salvaguardare il sistema produttivo locale Salvaguardare i beni culturali Individuare i Responsabili per ogni azione prevista dal Piano Prevedere chiare procedure operative da applicare nelle varie fasi Assicurare il coordinamento operativo locale, la continuità amm.va e la documentazione quotidiana dell’attività in emergenza Ripristinare la viabilità e i trasporti Assicurare la funzionalità delle telecomunicazioni e dei servizi essenziali Garantire un rapido e omogeneo censimento dei danni a persone e cose

29 il Piano di emergenza

30 LA SUSSIDIARIETA NELLA GESTIONE DELL’EMERGENZA

31 La Protezione civile regionale entra in gioco:
L'Emergenza Gli eventi di emergenza su cui interviene la Protezione Civile regionale sono un po' tutti quelli che coinvolgono beni, persone e centri abitati (alluvioni o inondazioni, frane, trombe d'aria, valanghe, terremoti, incidenti industriali, incendi boschivi, ecc.). La Protezione civile regionale entra in gioco: Sulla base della gravità di un evento sismico o vulcanico sulla base delle previsioni meteo, che possono far pensare con qualche giorno di anticipo a uno scenario di piogge intense e quindi di frane o inondazioni in aree ritenute a rischio; su segnalazione di Comuni, o altri Enti che siano stati coinvolti in un incidente industriale (rilascio nube tossica, etc.) o in un incendio boschivo di grandi dimensioni. Non è il cittadino, infatti, che può allertare la Protezione Civile regionale, né è opportuno che lo faccia: la Protezione Civile NON E' una struttura operativa di soccorso, come i Vigili del Fuoco o la Polizia, o le Guardie Forestali, ma una struttura di coordinamento, cioè "di secondo livello". La telefonata del cittadino che segnala un incendio o un allagamento DEVE essere fatta ai Vigili del Fuoco (115), per evitare di perdere minuti preziosi. Per gli Enti che invece vogliano segnalare situazioni di particolare gravità o rischio, o per comunicare direttamente con i sei funzionari dell'Unità Organizzativa Protezione Civile in turno di reperibilità, è attivo (24 ore su 24, 365 giorni all'anno)

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33 S.O.R.I.S. Sala Operativa Regionale Integrata di Protezione Civile
I numeri della Sala Operativa Regionale il numero verde Il telefono fisso Il telefax vi risponde sempre un operatore, 24 ore su 24 e 365 giorni su 365 dite il vostro nome e cognome e il motivo della chiamata o della segnalazione

34 Il Comportamento nell’Emergenza
Questi sono i numeri di primo intervento a cui rivolgersi in caso di necessità. A ciascuno di questi interlocutori va specificato CHI sta chiamando, COSA sta succedendo, DOVE sta succedendo.   Che fare in caso di Inondazione   Frana   Terremoto   Incendio   Disastro Industriale   Emergenza Energia Elettrica   Blackout Energetico   Emergenza Idrica

35 Inondazione Se siete in casa e vi accorgete in tempo dell'inondazione:
In ogni caso, se possibile, allontanatevi in fretta verso luoghi sicuri: se siete vicini a colline e montagne e la via è libera dall'acqua, raggiungetele; Se siete in casa e vi accorgete in tempo dell'inondazione: chiudete il gas e l'impianto elettrico; evitate comunque di venire a contatto con la corrente elettrica con mani e piedi bagnati; interrompete se possibile l'erogazione dell'impianto di riscaldamento a gasolio, per impedire la fuoriuscita del combustibile. Se l'alluvione vi ha sorpreso all'interno della casa e non potete più uscire: salite ai piani superiori o addirittura sul tetto. Non tentate di arginare le piccole falle: masse d'acqua maggiori potrebbero sopraggiungere all'improvviso e con grande forza. Se siete in automobile e l'acqua ha già invaso la sede stradale: moderate la velocità per non perdere il contatto del mezzo, ma non fermatevi perchè correte il rischio di non riuscire più a ripartire Se l'auto è travolta dall'acqua e cade in un fiume o in un canale: chiudete i finestrini; aspettate che l'auto sia completamente sommersa; non tentate di aprire le portiere, ma abbassate lentamente i finestrini; uscite solo quando l'abitacolo è pieno d'acqua.

36 Frana Se siete in casa e vi accorgete per tempo del fenomeno di franamento: uscite e raggiungete un luogo sicuro. Ovunque siate. in casa o all'aperto non Inoltrartevi nell'area colpita, perchè muri, travi, tralicci ancora in piedi potrebbero crollarvi addosso. Se la frana vi ha colto all'improvviso e siete rimasti illesi: cercate di mantenere la calma e non utilizzate fiamme libere: potrebbero esserci fughe di gas. NON GRIDATE! Può bastare un urlo a compromettere equilibri già precari.

37 Terremoto Se siete in casa: Se siete all'aperto: Mantenete la calma
Allontanatevi da finestre, vetri, specchi o oggetti pesanti che potrebbero cadervi addosso Aprite la porta, la scossa potrebbe incastrare i battenti Riparatevi sotto i tavoli o le strutture portanti Non uscite durante la scossa Non sostate sui balconi Non utilizzate fiamme libere Non utilizzate l'ascensore Terminate le prime scosse, prima di abbandonare la casa chiudete i rubinetti del gas, dell'acqua e togliete la corrente elettrica. Se siete all'aperto: Allontanatevi da edifici, cavi elettrici, ponti, dighe, spiagge, pareti franose. Evitate l'uso dell'automobile. Non avvicinatevi ad animali visibilmente spaventati.

38 Incendio Proteggete il naso e la bocca con un fazzoletto,
possibilmente bagnato e, in presenza di fumo, camminate abbassati, in quanto il fumo tende a salire. In caso di incendio in luogo pubblico, scuola, cinema, teatro, ecc. seguite i percorsi indicati sulla segnaletica di emergenza.

39 Disastro Industriale Seguite gli ordini impartiti dalle autorità.
Possibilmente, state in casa. Proteggete naso e bocca con un panno possibilmente bagnato. In caso di rovesciamento di autocisterna su strada, non fermartevi o non rallentare solo per curiosità per non creare intasamento o esporvi a situazioni di pericolo. Se le Autorità non sono sul posto, contattatale al più presto.

40 Cosa devo fare durante un Blackout ?
Chiudi e scollega tutte le apparecchiature elettriche, gli impianti (come il condizionatore) e le apparecchiature elettroniche che stavi utilizzando al momento del Blackout. Al ritorno dell'energia, può essere che si verifichino dei sovraccarichi o de guizzi di corrente che possono danneggiare le apparecchiature elettroniche come i computer ma anche quelle che utilizzano sistemi elettronici per funzionare come i condizionatori d'aria, gli scaldabagni elettrici e le caldaie Lascia una luce accesa così da capire quando la corrente ritorna Lascia la porta del congelatore e del frigorifero chiusa per mantenere il cibo il più fresco possibile Usa il telefono solo per le emergenze Ascolta le informazioni alla radio portatile Cancella tutti i viaggi non strettamente necessari, specialmente quelli in macchina: i semafori si spengono durante i Blackout provocando inevitabili congestioni del traffico. Ricorda che durante i Blackout non si devono mai usare gli ascensori. Se la temperatura esterna è particolarmente calda, stai al livello più basso della tua casa; indossa abiti leggeri, di colore chiaro; bevi molta acqua anche se non hai sete. Ricorda di provvedere al fresco e all'acqua anche per i tuoi animali domestici. Se è previsto che l'energia manchi per molto tempo nella tua zona, cerca di spostarti - se possibile - presso parenti o amici in altre zone dove l'energia è erogata. Se la temperatura esterna è particolarmente fredda, indossa indumenti molto caldi. Fai attenzione a non bruciare mai legna o carbonella per scaldare o cucinare in casa; non utilizzare mai il forno come fonte di calore. Se è previsto che l'energia manchi per molto tempo nella tua zona, cerca di spostarti - se possibile - presso parenti o amici in altre zone dove l'energia è erogata.

41 Il Sistema Informativo Territoriale
Il Dipartimento Regionale di P.C. della Sicilia sta mettendo a punto la progettazione di un S.I.T. della P.C. mirato a garantire: l’agevole acquisizione e consultazione dei dati in rete la verifica periodica e l’aggiornamento la migliore condivisione/implementazione della pianificazione alla scala comunale, provinciale, interprovinciale, regionale Il migliore coordinamento della SORIS e delle Sale operative periferiche Il migliore coordinamento tra i Soggetti istituzionali competenti in relazione al livello d’intervento

42 un Sistema complesso-aperto in continua evoluzione
la Protezione Civile un Sistema complesso-aperto in continua evoluzione Nel processo di crescita del Sistema è necessario Cooperare, integrarsi, condivider e valorizzare le esperienze.


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