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Una buona classe è un'orchestra Annotazioni per una didattica inclusiva La presenza di alunni “stranieri” tra gli iscritti è uno degli indicatori positivi.

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Presentazione sul tema: "Una buona classe è un'orchestra Annotazioni per una didattica inclusiva La presenza di alunni “stranieri” tra gli iscritti è uno degli indicatori positivi."— Transcript della presentazione:

1 Una buona classe è un'orchestra Annotazioni per una didattica inclusiva
La presenza di alunni “stranieri” tra gli iscritti è uno degli indicatori positivi utilizzati per la valutazione di Università e Centri di Ricerca, nelle classifiche internazionali. E' considerata un indicatore di prestigio e qualità dell'Istituto. Si può dire la stessa cosa delle scuole primarie e secondarie del nostro paese?

2 Gli “stranieri” a scuola Un problema?
Troppi bimbi stranieri. I genitori in rivolta boicottano la scuola Gli alunni italiani non si sono iscritti alla prima elementare. I genitori: : "Temiamo che il programma venga rallentato" Il Giornale.it Nadia Muratori- Sab, 12/04/ :41

3 Una realtà. Le pietre di Nicholas

4 Il crescente numero alunni di origine non italiana viene, ancora oggi, visto molto più come un problema che come una opportunità. Indubbiamente, gli sconsiderati tagli alle risorse destinate alla scuola pubblica degli ultimi anni hanno aumentato le difficoltà sottraendo risorse preziose per ogni attività comprese quelle dedicate a una didattica inclusiva. Questo approccio, però, rischia di sottolineare soltanto gli elementi problematici, invece di cogliere gli aspetti più ricchi di potenzialità e di crescita, per tutti. Gli insegnanti, a fronte di questi cambiamenti, rischiano di sentirsi soli, se la scuola non si attrezza adeguatamente, anche perché le consuete strategie per affrontare tali mutamenti non sono sempre utili. Spesso non si tratta, infatti, di rinforzare le consuete modalità di operare, ma di di attuare cambiamenti più profondi, di natura sistemica della scuola nel suo complesso, del modo stesso di pensare la scuola

5 La mia scuola è inclusiva? Le 10 domande di Graziella Favaro
1) Organizza, promuove e accompagna con dispositivi efficaci l’accoglienza degli alunni non italiani di recente arrivo? 2) Cura i modi e le forme della comunicazione – anche plurilingue – nei confronti delle famiglie immigrate? 3) Conosce, riconosce e valorizza la diversità linguistica di ogni bambino? 4) È consapevole e sa valorizzare la pluralità delle storie e delle differenze culturali presenti nelle classi? 5) È attenta alle relazioni – e alle eventuali distanze e forme di esclusione – tra i bambini e tra gli adulti? 6) Conosce il contesto in cui agisce, le caratteristiche e i cambiamenti intervenuti nella comunità? 7) Si basa sulla collegialità delle scelte e dei modi di agire, o invece delega a uno/ad alcuni il tema degli alunni stranieri? 8) Sedimenta consapevolezze e acquisizioni; documenta e scambia metodi, materiali e proposte? 9) È riconoscibile come spazio educativo di tutti e per tutti, anche a partire dagli oggetti, le immagini, i messaggi, i cartelli…? 10) Collabora e lavora in rete con le comunità, gli enti, le associazioni per realizzare azioni progetti comuni e dare risposta ai bisogni di inclusione, nel tempo scolastico extrascolastico?  

6 Un esempio: Istituto Gandhi
Ha 836 alunni (dai 3 ai 14 anni) Oltre il 45% degli alunni è di origine non italiana. La maggior parte è di origine cinese (28%), gli altri provengono dall’Europa dell’Est e dal Nord Africa. Gli alunni rom costituiscono il 5%. L'Istituto è collocato in un'area di forte disagio economico e sociale. Italia

7 Un valore aggiunto se...

8 Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo è un'orchestra che prova la stessa sinfonia
“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica. Il problema è che vogliono farci credere che al mondo contino solo i primi violini” (Daniel Pennac)

9 Passo dopo passo, in tutta la scuola, in ogni classe per ogni alunno (Carlo Testi)
Idea di scuola come centro di ricerca educativa continua Modello basato su: Linee di sviluppo triennali Azioni di tutti su: - Sfondo integratore – Abilità per la vita (attraverso l'insegnamento delle discipline) - Assi - Intercultura (Finestre interculturali) - Curricolo verticale (Lessico settoriale)

10 Un progetto di scuola Spiegate i passi successivi necessari da intraprendere Confronto Condivisione Ricerca-azione Non sentirsi soli Non fare lezione a “porte chiuse” Sperimentazione Life Long Learning Documentazione

11 Lo studente come soggetto di apprendimento
Star bene a scuola Cooperative learning Discipline Peer education Didattica laboratoriale

12 Sfondo integratore:abilità per la vita
L’OMS pubblica nel 1993 il Documento “Life skills education in schools” Si tratta di “competenze sociali e relazionali che permettono ai ragazzi di affrontare in modo efficace le varie situazioni; di rapportarsi con autostima a se stessi, con fiducia agli altri e alla più ampia comunità (dalla famiglia, alla scuola, al gruppo degli amici e conoscenti, alla società di appartenenza, ecc). La mancanza di tali skills socio-emotive può causare in particolare nei ragazzi e nei giovani, l’instaurarsi di comportamenti negativi e a rischio in risposta a stress”.

13 Intercultura come filo rosso
Apertura di finestre interculturali su contenuti di apprendimento di, o relativi a, culture diverse per ogni disciplina con pari dignità rispetto a contenuti “tradizionali” della scuola italiana

14 Gli strumenti: i diari di bordo

15 Un valore aggiunto Conoscenza. Maggiore conoscenza di altre culture
e valorizzazione del plurilinguismo Relazioni. Migliori relazioni tra i ragazzi e contatti con coetanei di altri paesi Confronto. Attività didattica rinnovata grazie a un decentramento dello sguardo

16 Dante: altri maestri, diverso esilio, stessa nostalgia

17 Scambi internazionali Lo sguardo degli altri e il decentramento
DAL DIARIO DI BORDO Ho imparato molte cose, tra cui: culture diverse,cibi strani, ho imparato a essere più responsabile e indipendente ho scoperto che sono più forte di quanto credessi. Questo viaggio mi ha fatto crescere e ho imparato a fidarmi degli altri e distaccarmi dalla nostalgia e ad assaggiar le cose. Per me questo viaggio è stato molto divertente e istruttivo, ho conosciuto nuovi amici e secondo me ci ha fatto crescere molto, abbiamo imparato ad essere più maturi e ad apprezzare la cultura di altri paesi. Ho imparato a credere più in me stesso: so che posso fare più di quanto credessi.

18 Identità negate, multiple e di confine
“Ci fotografano perché siamo così diversi da loro!” “Uffa, ma quanto ci vuole a Anna a imparare l'italiano?!?!” “Io non lo so mica se sono italiano. Penso di no, però” “Ah, con la mia suocera italiana mi sento una regina!” “Ci ho ripensato, profe, non sono rom, sono serbo...”

19 Latcho Drom

20 Grazie per l'attenzione!
Patrizia Salvadori


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