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The CP model.

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Presentazione sul tema: "The CP model."— Transcript della presentazione:

1 The CP model

2 Intro Punto di partenza: nuove teorie del commercio internazionale: Krugman (1980), Helpman e Krugman (1985). Elementi salienti: rendimenti crescenti e concorrenza imperfetta (market size effect). NEG nuovo elemento: i fattori e le imprese possono liberamente spostarsi da un paese all’altro. MA MA MA… i beni non si spostano nello spazio senza costo (costi di trasporto)

3 Oggetto dell’analisi muta
Prima: perché due paesi commerciano tra loro? Ora: sotto quali circostanze l’attività di alcuni settori produttivi si concentra in un paese e non rimane dispersa tra due economie? Alla dimensione internazionale si aggiunge o sostituisce la dimensione inter-regionale Quale il ruolo dell’integrazione economica ovvero del commercio e scambio, non solo di beni finali, ma anche di fattori produttivi)?

4 IPOTESI alla base dei modelli NEG
Rendimenti crescenti di scala (almeno in un settore): un impresa o un settore non sono indifferenti alla scala produttiva. Se la D di un prodotto soggetto a RSCr ↑ => P ↑ (e quindi i ricavi) => Cme ↓ (secondo effetto sui profitti) Rendimenti di scala interni all’impresa Ma vi sono anche esternalità (pecuniarie) derivanti dall’interazione tra le imprese

5 IPOTESI (segue) Costi di trasporto: tipo iceberg (sono rappresentati da una quota di bene finale che viene dispersa nel trasporto). No settore specif. prod.trasp. Assieme ai RSCr hanno l’effetto di generare home market effect (also market size effect) che spinge all’agglomerazione. Impresa che deve decidere come servire mercato 1 e 2 prende in considerazione: 1. Il costo fisso di aprire una filiale (peso dei RSCr); 2. Il costo di trasporto che deve sopportare qualora si situi nel mercato 1 per servire anche il mercato 2.

6 IPOTESI (segue) Presenza di fattori scarsi:
per alcuni fattori offerta non è infinita. Con la concentrazione dell’attività produttiva in una regione il prezzo di questi tende ad aumentare. Se tale fattore è immobile la sua ‘scarsità’ si rivela nell’aumento dei prezzi che contrasta la spinta centripeta all’agglomerazione.

7 Simple agglomeration mechanism From: Chapter 2 Baldwin Ottaviano
Firms will naturally want to locate their production in the largest market (to save on shipping and all the other costs involved in selling at a distance). The size of a market, however, depends upon the number of residents and their income levels, but these, in turn, depend upon how many jobs are available. Market size, in other words, is a chicken-and-the-egg problem. The size of a market depends on how many firms locate there, but this depends upon market size.

8 Interplay of 3 effects 2 ‘agglomeration forces’ 1 ‘dispersion force’
‘circular causality’: combining the market-access effect and the cost-of-living effect with interregional migration N and S suppose they are initially identical. initial symmetry is broken by a single industrial worker migrating from the S to N. Since workers spend their incomes locally, the S market becomes somewhat smaller and the N market becomes somewhat larger. (market-access effect),  the changing market size tends to encourage some industrial firms to relocate from S to N. This industrial relocation will make a given northern nominal wage look more attractive than the same wage in the S. (cost of living effect) The initial migration shock may be self-reinforcing

9 3 effects ‘market access effect’: tendency of monopolistic firms to locate their production in the big market and export to small markets; ‘cost of living effect’ (impact of firms’ location on the local cost of living): goods tend to be cheaper in the region with more industrial firms since consumers in this region will import a narrower range of products and thus avoid more of the trade costs; ‘market crowding effect’: imperfectly competitive firms have a tendency to locate in regions with relatively few competitors.

10 Interplay of 3 effects The S-to-N shifting of firms increases the competition for customers in the N and reduces it in the S. This ‘market crowding effect’ means the N firms will have to pay a lower nominal wage in order to break even, while the opposite happens in the S. For a given cost of living, this makes location in the N less attractive to workers/migrants (market crowding effect) Tension between the market-access/cost-of-living effects and the market crowding effect: If market-access/cost-of-living effects are stronger than the market-crowding effect any migration shock will trigger a self-reinforcing cycle of migration that results in all industrial workers and thus all industry moving to one region. If the dispersion force outweighs the agglomeration forces, the initial symmetric equilibrium is stable in the sense that a migration shock lowers the N’s real wage relative to the S’s and this reverses the initial shock

11 Interplay of 3 effects Migration shocks are self-correcting when the dispersion force dominates but self-reinforcing when agglomeration forces dominate What determines the relative strength of these forces? Trade cost The strength of the dispersion force diminishes as t ↓ (if trade is almost completely free, competition from firms in the other region is approximately as important as competition from locally based firms). Relocating does not make any difference

12 Interplay of 3 effects The strength of the agglomeration force diminishes as t ↓ (If the regions are very open there will be very little difference in prices between the 2 regions whatever the spatial allocation of production is) = cost of living effect will be small (If the regions are very open, t low, also market size effect will be small the dispersion force is stronger than the agglomeration forces when trade costs are very high, but a reduction in trade costs weakens the dispersion force more rapidly than it weakens the agglomeration forces.

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19 Trade openness levels three distinctive types of dynamic behaviour.
two critical levels of trade openness: 1. level of openness where the symmetric equilibrium becomes unstable (break point) since it is where local stability of the symmetric outcome must break down. 2. level of openness where the core-periphery outcomes become stable. This is called the sustain point since it is the lowest level of openness where CP outcomes could be sustained.

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21 Estensioni del modello nucleo-periferia
Da: Ottaviano, Puga (1998) Abbiamo individuato: alcuni ‘meccanismi cumulativi’ che determinano agglomerazione; sotto quali condizioni l’integrazione economica può rafforzare gli stessi; Domanda: dove possono intervenire i meccanismi cumulativi?

22 Dove? Avendo escluso le differenze iniziali tra paesi per concentrarci sui meccanismi di rafforzamento non riusciamo a dire dove le industrie si concentreranno. Una piccola asimmetria iniziale può essere rafforzata dal meccanismo cumulativo fino a determinare a forti differenze tra le località. Fatto storico minimo può essere rilevante.

23 Perché agglomerazione in località particolari?
Alternativa: dotare i modelli di maggiore struttura introducendo elementi dalla teoria tradizionale del CI o dalla nuova teoria del CI: Vantaggi comparati (agglom. rafforza o indebolisce?); Condizioni di accesso ai mercati (dimensione iniziale differente). 2.1 Indicatori di ‘potenzialità del mercato’. Harris (1954)

24 Perché agglomerazione in località particolari?
(Es.Krugman (1991b) salario pagato dalle località alternative al centro…se decrescente con la distanza dal centro…l’agglomerazione è un equilibrio stabile) Anche in assenza di avvenimenti storici casuali forze per l’agglomerazione possono mettersi in moto. Ruolo delle aspettative!

25 Perché agglomerazione in località particolari?
Matsuyama (1991) e Krugman (1991) confrontano ruolo della storia e quello delle aspettative nelle esternalità tecnologiche. Quali fattori microeconomici influenzano la forza relativa dei due fattori? Ottaviano (1996, 1997) le forze the stanno alla base del meccanismo di accumulazione (basso t e forti economie di scala) rafforzano ANCHE il ruolo delle aspettative.

26 Mercato dei fattori Assunzione di Krugman (1991) e Venables (1996): agglomerazione non ↑ i salari e i prezzi dei fattori immobili. Puga (1998) considera sia migrazione tra regioni che legami input-output, come forze di agglom. Studio dell’interazione tra RCS e RSCr nel mercato del lavoro. 4 risultati importanti: 1. Confronto del modello con e senza migrazione suggerisce che l’ipotesi di mobilità del lavoro rafforza molto il meccanismo di agglomerazione;

27 Mercato dei fattori 2. Qualora in equilibrio le differenze salariali non siano eliminate completamente dai processi di migrazione, le stesse diventano forze di dispersione; 3. Questa forza di dispersione modera le forze di agglomerazione e sostiene equilibri dove industria è presente in diversi paesi; 4. I differenziali salariali diventano un fattore ‘scoraggiante’ per l’agglomerazione quanto più integrate sono le economie;

28 Mercato dei fattori con differenziali in w
Venables (1996): per t vicini a zero le imprese non hanno convenienza a localizzarsi vicino al resto dell’industria; si localizzeranno dove i salari sono più bassi; SE i salari aumentano all’aumentare della dimensione del settore industriale, l’agglomerazione in 1 regione non è un’equilibrio stabile; Krugman e Venables (1995) per t vicini a zero alcune imprese si spostano dal centro alla periferia ma questo non implica perfetta convergenza.

29 Differenziali salariali

30 Differenziali salariali
Più di 2 località (paesi) (Puga e Venables, 1996, 1997)…l’agglomerazione iniziale in una regione (o in un sottoinsieme di località) determina una propagazione del processo di industrializzazione in una serie di ondate da paese a paese. Sviluppo economico: non è descritto dal un processo di convergenza. Coesistenza di blocchi di paesi ricchi e paesi poveri, dove esistono dei meccanismi che possono portare le località povere a diventare ricche

31 Differenziali salariali
Meccanismi virtuosi: Espansione del settore manifatturiero relativamente al settore non-tradable; Politiche commerciali (Puga e Venables); Wage-gap successivo ad un processo di industrializzazione di 1 località incentiva lo spostamento verso local. con più bassi salari. Il processo continua fino a raggiungere quella massa critica perché nella nuova località si produca il meccanismo di causazione circolare (legami di domanda e di costo).

32 Differenziali salariali
La nuova località conosce un processo di industrializzazione che determina un aumento dei w. Il processo si ripete, alcune imprese delocalizzaranno in una nuova ‘periferia’. Fenomeno ad ondate successive; contagio da località a località. Utile per spiegare il processo di industrializzazione del sud-est asiatico.

33 Ruolo dell’integrazione economica
Integ. Econ. intervenendo nell’equilibrio tra forze di agglomer. e forze di dispers. influenza la distribuzione delle attività economiche nello spazio: alti: prevale la necessità di fornire i mercati localmente. Imprese si localizzano in regioni differenti; intermedi: le esternalità pecuniarie che fanno funzionare i meccanismi di causazione circolare hanno la prevalenza (=agglomerazione); => aumentano i prezzi dei fattori locali

34 Ruolo dell’integrazione economica
SE c’è mobilità inter-regionale di questi fattori….allora la migrazione rafforza il meccanismo di causazione circolare e induce ulteriore agglomerazione. SE invece esistono dei fattori non mobili particolarmente importanti nella produzione; o se beni ‘non tradeable’ (case, infrastrutture) sono importanti si innescano le forze di dispersione bassi: le imprese diventano molto sensibili alle differenze dei costi tra le località. Ondate di propagazione dell’industrializzazione in ‘periferia’.

35 Prima evidenza empirica
Esistono forze di agglomerazione alimentate da esternalità pecuniarie? In che modo il processo di integrazione economica influenza la forza relativa tra agglom. e dispersione? Primi lavori hanno come unità di analisi i blocchi regionali NAFTA e EU. Hanson, US-Mexico: 1. agglomerazione è associata a RSCr; 2. Integrazione ha spostato l’industria messicana dal centro agli stati confinanti con USA, caratterizzati da un migliore accesso ai mercati americani.

36 Prima evidenza empirica
Simile movimento negli USA; 3.integrazione ha rafforzato il ruolo dei legami di domanda o di costo come determinanti di localizzazione (=occupazione è aumentata maggiormente nelle regioni con maggiore agglomerazione di industrie con legami output/input); Brulhart: l’evoluzione dell’occupazione industriale in 11 paesi EU:

37 Prima evidenza empirica EU
1. Per 14 su 18 industrie la concentrazione spaziale è aumentata; 2. Le industrie con RSCr hanno registrato una maggiore concentrazione; 3. Non linearità: ad un certo punto la maggiore integrazione economica attenua i processi di concentrazione

38 Direzioni di ricerca Test empirici;
Competizione monopolistica non permette di modellare le interazioni strategiche tra le imprese; (es. Ottaviano e Thisse (1998) sottolineano l’importanza di modellare P=P(n, t) in modo tale da tenere conto di n e della loro localizzazione); Il ruolo delle multinazionali in mercati con RSCr; Allontanamento dall’ipotesi di piena occupazione; Diversi processi di crescita economica legati alle caratteristiche proprie di alcuni settori. Implicazioni di politica economica;


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