La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Corso di Tecnica Bancaria. Anno Prof. Roberto Malavasi

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Corso di Tecnica Bancaria. Anno Prof. Roberto Malavasi"— Transcript della presentazione:

1 Corso di Tecnica Bancaria. Anno 2007-2008 Prof. Roberto Malavasi
Parte terza I servizi di investimento e la raccolta di risorse finanziarie

2 In questa parte …. I servizi di investimento I depositi
Le operazioni pronti contro termine Le obbligazioni bancarie La gestione della raccolta I tassi attivi e passivi praticati dalle banche I servizi di pagamento

3 I servizi di investimento

4 I servizi di investimento
La seconda principale area di servizi bancari riguarda l’insieme di quei prodotti che soddisfano le esigenze di investimento della clientela. Queste esigenze attengono in particolare: alla conservazione del valore reale del patrimonio alla scelta della combinazione rischio-rendimento in relazione agli specifici obiettivi reddituali e alla specifica avversione al rischio del singolo investitore.

5 Una distinzione importante riguarda rispettivamente:
Diverse sono le modalità attraverso le quali la banca soddisfa i bisogni di investimento della clientela. Una distinzione importante riguarda rispettivamente: La raccolta di fondi con connesso vincolo di restituzione alle scadenze contrattualmente definite E’ effettuata dalla banca attraverso la creazione di attività finanziarie che si adattano alla combinazione di rendimento, liquidità e rischio desiderate dalla clientela. Tra le principali forme di raccolta bancaria figurano …. I Pronti contro termine I depositi Le obbligazioni

6 (attività di intermediazione mobiliare)
I servizi di assistenza finanziaria alla clientela relativamente alle scelte di investimento e di scambio di valori mobiliari negoziabili sui mercati. (attività di intermediazione mobiliare) Si tratta di un’area di servizi che si caratterizza per un intervento di intermediazione “indiretta” che normalmente non comporta un impegno finanziario da parte della banca e dunque comporta ricavi sotto forma di commissioni e non di spread tra interessi attivi e passivi. Rientrano in questa area alcuni servizi quali, ad esempio: La negoziazione di strumenti finanziari La consulenza alle scelte di investimento La custodia e l’amministrazione di titoli La gestione individuale di patrimoni

7 Negoziazione di strumenti finanziari
Impegno di carattere esecutivo per la banca. Servizio di mediazione pura Quale vero e proprio servizio con specifici obiettivi reddituali rivolto a clientela con significativi volumi di operazioni in titoli Consulenza alle scelte di investimento La banca, su delega del cliente, si impegna a gestire un portafoglio di strumenti finanziari con l’obiettivo di ottimizzarne la redditività rispetto ai vincoli di rischio e di liquidità esplicitati dal cliente stesso Gestione individuale di patrimoni Comprende:l’incasso periodico delle cedole e dei dividendi; l’informazione relativa alle scadenze dei titoli e le connesse attività di rinnovo Custodia e amministrazione di titoli

8 Le scelte produttive in materia di servizi di investimento implicano un grado di coinvolgimento della banca nel settore dell’intermediazione mobiliare molto diverso, richiedendo modalità di approccio al mercato, soluzioni organizzative, professionalità del personale, supporti tecnologici e sistemi di programmazione e controllo molto diversi per complessità e sofisticazione. Intensificando progressivamente il proprio impegno dalle attività di servizio a contenuto più “elementare”, quali la negoziazione per conto terzi o la consulenza, per arrivare ad attività più complesse, quali la gestione di patrimoni o i servizi di collocamento, è evidente infatti che sia la conoscenza del mercato sia le politiche di segmentazione della domanda diventano condizioni indispensabili per garantire l’offerta di un servizio adeguato e apprezzato dalla clientela. Aumentano, in conseguenza di ciò, le esigenze di strutturazione di adeguati sistemi di programmazione e di misurazione dei risultati ottenuti in termini di soddisfazione del cliente, soprattutto per poter applicare meccanismi di pricing coerenti con le strutture di costo e con le più generali condizioni economiche

9 I depositi

10 I depositi La specificità del deposito bancario risiede nella duplice natura che lo contraddistingue: attività finanziaria che è parte del portafoglio complessivo dell’investitore, da un lato, e mezzo di pagamento, dall’altro. Il deposito rappresenta lo strumento giuridico-finanziario attraverso il quale la banca svolge due importanti funzioni economiche. In primo luogo la banca raccoglie risorse con la finalità di sostenere il finanziamento delle proprie attività di impiego, offrendo in contropartita un debito che è in grado di soddisfare le esigenze di investimento del depositante, attraverso un’ampia varietà di contratti differenti sotto il profilo della scadenza, della liquidità e della remunerazione; Tale debito della banca si configura, pertanto, come attività di investimento che è tenuta in portafoglio dal cliente per scopi speculativi o per scopi precauzionali in temporanea alternativa all’investimento in altre attività finanziarie.

11 Inoltre, l’emissione di passività a vista rappresentate dai conti correnti è effettuata con la finalità di soddisfare la richiesta di mezzi di pagamento, attribuendo una facoltà incondizionata di prelievo e trasformazione in moneta legale. Il differenziale di rendimento dei depositi bancari rispetto alle altre attività finanziarie che possono far parte del portafoglio finanziario dell’investitore – differenziale che assume in genere un valore negativo se riferito ad esempio a titoli di debito emessi da imprese o dallo stato – equivale al premio pagato dal depositante per il servizio di assicurazione contro il rischio di liquidità, e precisamente il rischio di dover smobilizzare anticipatamente l’attività finanziaria. All’interno dell’ampia categoria dei depositi, quella riguardante la clientela non bancaria costituisce, per maggior parte delle istituzioni creditizie, la principale modalità di finanziamento e, al tempo stesso, una componente fondamentale del processo produttivo, sotto il profilo delle risorse assorbite e del contributo alla formazione di valore aggiunto

12 La notevole varietà dei contratti di deposito è riconducibile a due principali categorie che si differenziano in relazione alla loro differente natura monetaria. nella forma di conto corrente di corrispondenza si configurano come attività finanziarie con il massimo grado di liquidità, in quanto rimborsabili in ogni momento a richiesta del depositante. Ciò li rende particolarmente idonei a svolgere una funzione di strumento di pagamento, attraverso il processo di addebitamento dei conti intestati ai soggetti coinvolti nel pagamento I depositi a vista Il conto corrente non è quindi soltanto un mezzo per facilitare gli scambi monetari del sistema, ma è anche lo strumento fondamentale con cui le banche, attraverso l’accettazione fiduciaria delle proprie passività, riescono ad ampliare la loro presenza nei circuiti finanziari del sistema economico. Solo se si dispone di un certo numero di conti, se i correntisti utilizzano i loro conti in determinati modi e in determinate misure e se il movimento dei conti è adeguatamente collegato con quello dei conti del resto del sistema bancario, una banca riesce ad essere ammessa e acquisisce credibilità nel circuito dei pagamenti

13 In tal senso la banca rappresenta il garante della liquidità del depositante e, sulla base di questa funzione e dei rapporti intercorrenti con le altre banche e la banca centrale, definisce una sua funzione più ampia, di tipo sistemico, di garanzia e di gestione della liquidità per il sistema economico e finanziario nel suo complesso. sono attività finanziarie create per soddisfare i bisogni di investimento della clientela e , attraverso la definizione di una remunerazione esplicita, le esigenze di valorizzazione del risparmio finanziario, a fronte tuttavia di una limitazione della disponibilità delle somme depositate. I depositi a risparmio

14 Le operazioni pronti contro termine (PCT)
Al pari dei certificati di deposito, anche se contraddistinti da diversi profili tecnici ed economici, le operazioni pronti contro termine sono diventate, nel corso dell’ultimo decennio, un importante strumento di raccolta bancaria e, simmetricamente, una rilevante opportunità di diversificazione del portafoglio finanziario degli investitori. L’operazione consta di una duplice compravendita di titoli, dove la prima operazione interessa il mercato a pronti, mentre la seconda quello ad un termine che è generalmente a 1 e 2 mesi L’operazione più comunemente svolta nei confronti della clientela prevede la cessione di titoli detenuti dalla banca ad un prezzo predeterminato ed il contestuale riacquisto a termine da parte della banca stessa di altrettanti titoli della stessa specie ad un prezzo maggiorato. In cosa consiste l’operazione?

15 Dal punto di vista della banca, l’operazione PCT consente di integrare le fonti di provvista senza dover ricorrere ad eventuali smobilizzi del portafoglio titoli per sopperire ad esigenze di liquidità (i titoli ceduti, infatti, rientreranno a scadenza nella piena disponibilità della banca) Inoltre, al pari dei certificati di deposito, questo strumento consente alle banche di limitare il fenomeno di disintermediazione del passivo, quale risultato del collocamento di titoli di altri prenditori di fondi, in primo luogo dei titoli di stato. Non è ammessa l’estinzione anticipata del contratto. L’operazione prevede l’utilizzo di titoli obbligazionari o di titoli di mercato monetario, con larghissima prevalenza per i titoli di stato. Il prezzo a pronti viene fissato sulla base del valore di mercato dei titoli, mentre quello a termine viene determinato capitalizzando il prezzo a pronti sulla base di un saggio di interesse convenuto tra le parti. Tale saggio, data la brevità dell’operazione, tende ad allinearsi con quelli prevalenti sul mercato monetario al momento della definizione dei termini contrattuali dell’operazione.

16 Le obbligazioni bancarie

17 Le obbligazioni bancarie
Sempre nell’ambito di una raccolta con caratteristiche di scadenza oltre il breve termine e con una remunerazione che è allineata a quella offerta da strumenti di mercato con pari scadenza, le obbligazioni possono assumere la forma di … Obbligazioni ordinarie Obbligazioni convertibili Obbligazioni cum warrant

18 Sono tipicamente uno strumento di debito contraddistinto da una scadenza a medio-lungo termine e da modalità di remunerazione che possono risultare sia a tasso fisso, sia indicizzato. Per la banca esse costituiscono un’opportunità per ampliare la scadenza della propria raccolta e per consentire una politica di impieghi oltre il breve termine, riducendo così i rischi di liquidità connessi ad un eccessivo squilibrio delle scadenze tra fonti e impieghi. Si tratta di strumenti che, sotto il profilo della remunerazione, risultano competitivi rispetto a forme alternative di investimento e che, nel caso di emissione da parte di banche quotate, sono anche caratterizzati da una negoziabilità sul mercato di Borsa Si tenga però presente che molte obbligazioni emesse da banche più piccole, invece, non sono quotate!!!! Obbligazioni ordinarie

19 Quanto al tipo di remunerazione, in genere le obbligazioni danno diritto al pagamento di un interesse annuo (detto tecnicamente cedola), in misura fissa oppure variabile: in questo secondo caso esso è cioè collegato a un parametro di riferimento, costituito da un tasso pubblicizzato e rappresentativo dei rendimenti del mercato finanziario. La periodicità delle cedole è spesso semestrale, ma può essere anche trimestrale e annuale. Molto diffuse sono anche le obbligazioni prive di cedola (i cosiddetti zero coupon bond). Si tratta di titoli che non prevedono il pagamento di interessi periodici, ma che hanno un forte differenziale tra prezzo di emissione e prezzo di rimborso. La diffusione di tali titoli è dovuta al fatto che gli emittenti possono procurarsi risorse finanziarie senza dover sostenere durante la vita del titolo un onere per il servizio del debito. Per converso gli zero coupon sono soggetti a notevoli rischi in relazione all’andamento dei tassi di interesse, che possono determinare forti oscillazioni del loro valore di mercato In merito alle modalità di rimborso, di norma le obbligazioni danno diritto al rimborso del valore nominale. Si conoscono però anche emissioni indicizzate, che danno diritto al rimborso di un importo pari al valore nominale rivalutato in base a determinati indici stabiliti al momento dell’emissione L’importo da rimborsare può essere corrisposto gradualmente oppure in un’unica soluzione a scadenza: quest’ultima può essere più o meno lunga a secondo delle esigenze dell’emittente e della domanda del mercato Le obbligazioni possono infine essere diversificate in relazione alla garanzia offerta ai sottoscrittori. La maggior parte di esse assume la veste di un credito chirografario, che offre quindi al sottoscrittore soltanto la garanzia della generica solvibilità della società emittente

20 Obbligazioni convertibili Obbligazioni cum warrant
sono titoli obbligazionari che incorporano la possibilità di trasformare il contratto di debito originario in un contratto di partecipazione secondo un determinato rapporto di conversione e relativamente a determinati intervalli temporali. In altri termini ciò significa che l’investitore ha la facoltà (non l’obbligo) di convertire le obbligazioni in azioni della stessa società (conversione diretta) oppure di altre società (conversione indiretta) Si tratta di obbligazioni che incorporano uno speciale diritto (detto appunto warrant o buono di acquisto) che conferisce al possessore la facoltà, da esercitarsi entro un periodo di tempo prestabilito, di acquistare o sottoscrivere una o più azioni, o più raramente altri strumenti finanziari, come obbligazioni ordinarie, obbligazioni convertibili e via dicendo, a un prezzo prefissato o comunque determinato sulla base di modalità di calcolo indicate in contratto Il warrant, diversamente da quanto accade per la facoltà di conversione prevista nel caso delle obbligazioni convertibili, è generalmente staccabile dall’obbligazione e può quindi essere oggetto di negoziazione separata. In altri termini, l’obbligazione con warrant si presenta come un titolo complesso, formato dall’obbligazione ordinaria (che svolge il ruolo di valore principale) e dal warrant (che svolge un ruolo accessorio). Questo fatto determina la possibilità che l’obbligazione ordinaria sopravviva all’esercizio del warrant e sia estinta secondo il piano previsto dal regolamento di emissione del prestito. Obbligazioni cum warrant

21 Il vantaggio, per le banche, derivante dall’emissione di obbligazioni convertibili e cum warrant, risiede principalmente nella possibilità di raccogliere fondi ad un tasso inferiore a quelli di mercato e, contemporaneamente, di usufruire della possibilità di aumenti futuri di capitale sociale, in funzione delle scelte di conversione e di sottoscrizione da parte degli investitori. Per questi ultimi, la convenienza alla sottoscrizione di tali strumenti è associata ai possibili guadagni in conto capitale derivanti dalla rivalutazione delle azioni sottostanti il contratto obbligazionario. Ciò significa che quando un investitore acquista obbligazioni convertibili o cum warrant dovrebbe avere “aspettative rialziste” sull’azione sottostante Le emissioni di obbligazioni convertibili di tipo diretto devono essere approvate dalla assemblea straordinaria. Esse, se convertite, modificheranno il capitale sociale e questo spiega perché le autorità creditizie, preoccupate della funzione del patrimonio a tutela dei terzi creditori, siano state indotte a regolarle in modo particolare. Le suddette emissioni possono quindi modificare la struttura del passivo, il rapporto di leverage e anche, almeno a livello teorico, la composizione dell’azionariato della banca e devono essere considerate operazioni di natura straordinaria, e come tale, sono rimaste di competenza dell’assemblea, come noto sovraordinata all’organo amministrativo.

22 Norme particolari riguardano la durata minima delle obbligazioni bancarie, che deve essere almeno pari a 36 mesi, purché la durata media non scenda al di sotto dei 24 mesi. Per durata media si intende la media ponderata delle scadenze delle quote di capitale con peso pari alle quote di capitale medesimo. L’emissione può prevedere la facoltà di rimborso anticipato da parte della banca prima della scadenza finale del prestito, a patto che tale facoltà sia specificamente prevista dal regolamento del prestito stesso e venga esercitata non prima di 18 mesi dalla dato di emissione La possibilità di negoziare le obbligazioni emesse dalle banche sui mercati di borsa è ammessa solo in presenza di talune caratteristiche che riguardano la banca emittente (tra gli altri: patrimonio minimo, presenza di adeguate condizioni di redditività della gestione) e il prestito obbligazionario di cui è stata decisa l’emissione (tra gli altri: dimensione minima, libera trasferibilità dei titoli, diffusione tra il pubblico dei titoli stessi).

23 E’ del tutto evidente l’importanza che ha per una banca la funzionalità del mercato secondario delle proprie obbligazioni: tale caratteristica comporta infatti la possibilità di proporre agli investitori emissioni a costi più bassi rispetto all’ipotesi di titoli poco liquidi. Al riguardo, in linea generale si tenga conto del fatto che le banche più piccole affrontano comunque difficoltà maggiori delle banche grandi a emettere obbligazioni, e soprattutto affrontano maggiori difficoltà nel governare il relativo mercato secondario Le difficoltà di cui si parla variano dunque molto a secondo delle caratteristiche della banca emittente, ma variano anche a seconda delle caratteristiche dei titoli emessi. E’ evidente al riguardo che, a parità di altre condizioni, sia più facile gestire un mercato secondario in cui circolano titoli di taglio basso che non uno in cui i titoli abbiano un taglio maggiore. Si vuole poi ricordare che è tanto più facile organizzare e gestire un mercato secondario quanto più semplice è la struttura economico-tecnica del titolo relativo. Le diverse difficoltà si estrinsecano in maggiori o minori divari di prezzi di acquisto e prezzi di vendita e in più o meno grandi oscillazioni degli stessi prezzi e, quindi, del diverso rischio di mercato corso dai sottoscrittori. Esse, come ricordato più sopra, si riflettono anche sulle condizioni di emissione e specialmente sui rendimenti offerti al sottoscrittore, che nelle emissioni di importo limitato e a bassa circolazione, anche per il probabile maggior rischio di insolvenza di un emittente di piccole dimensioni rispetto a uno di dimensioni maggiori, dovrebbero essere più alti della media di mercato

24 I titoli strutturati I titoli strutturati sono obbligazioni il cui rendimento dipende dall’andamento di una o più variabili finanziarie, come prezzi di commodities, tassi di interesse, tassi di cambio e andamenti di indici azionari. Più precisamente il rendimento di tali titoli presenta due distinte componenti: una parte garantita e una parte indicizzata, in forme anche molto complesse, alla dinamica della variabile finanziaria di riferimento dal momento dell’emissione al quello del rimborso del titolo Il tasso di rendimento garantito è spesso pari a zero, ossia viene assicurato all’investitore solo il rimborso del prezzo di sottoscrizione. Ciò consente alla banca di promuovere il collocamento di titoli strutturati come forma di investimento a capitale garantito Ci sono poi casi di rendimenti assicurati positivi, ma comunque molto inferiori ai tassi di interesse di mercato per obbligazioni tradizionali aventi medesima scadenza e uguale rischio di credito La parte incerta del rendimento può essere definita nelle forme più svariate. Nel caso più semplice, al rendimento garantito deve sommarsi un rendimento pari a un multiplo dell’incremento (decremento) percentuale intervenuto, nel periodo, nel valore di un indice azionario, di un tasso di cambio o del prezzo di una commodity. In casi più complessi può essere posto un limite massimo alla componente incerta del rendimento

25 Nel proporre titoli strutturati alla clientela, la banca emittente ne argomenta la supposta bontà, sottolineando come questi consentano di effettuare una speculazione valutaria o azionaria o su mercati senza mettere a rischio il capitale investito e magari assicurando addirittura un sia pur minimo rendimento In realtà i titoli in questione, apparentemente complessi, non sono altro che la combinazione di una obbligazione ordinaria e di un contratto di opzione. Per esemplificare la logica di questa equivalenza si consideri il caso di un titolo strutturato consistente in un prestito obbligazionario emesso al nominale, senza cedola e con rimborso a scadenza pari allo stesso valore nominale, eventualmente maggiorato dell’incremento registrato nel periodo da un determinato indice di Borsa: sottoscrivendo tale titolo, il cliente acquista di fatto congiuntamente un normale zero coupon bond e una normale opzione call sull’indice di Borsa. Specularmente, la banca a un tempo emette uno zero coupon bond e vende l’opzione

26 Se la componente incerta del rendimento fosse fissata pari all’eventuale decremento dell’indice di borsa, nulla muterebbe di quanto sopra detto, a eccezione del tipo di opzione implicitamente trattata: invece di una call il cliente avrebbe acquistato, e la banca venduto, una opzione put. L’interesse del risparmiatore per un titolo strutturato di un tipo piuttosto che dell’altro dipende dalle sue aspettative circa l’andamento del mercato di Borsa, riflesso dall’indice prescelto come variabile finanziaria di riferimento-

27 La vendita dell’opzione comporta per la banca l’assunzione di una posizione speculativa, che in realtà non consentirebbe di qualificare l’emissione di titoli strutturati come attività di pura raccolta. Tuttavia le banche provvedono a coprire la posizione corta in derivati, implicitamente assunta con l’emissione dello strutturato, attraverso contestuali ed equivalenti acquisti di opzioni sul mercato interbancario presso controparti specializzate, di solito grandi banche di investimento estere La ricerca di questa copertura, con la definizione del relativo costo, è preliminare all’emissione del titolo. La convenienza della raccolta tramite titoli strutturati, infatti, dipende per intero dalla differenza fra il prezzo dell’opzione implicitamente caricato al sottoscrittore del titolo e quello esplicitamente pagato alla controparte per l’operazione di copertura. Si tratta di una differenza sempre positiva, in quanto la banca, dovendo coprire l’intero importo dell’emissione (in genere qualche decina di milioni di euro) acquista la posizione in derivati sul mercato all’ingrosso e la rivende, opportunamente frazionata, sul mercato al dettaglio costituito dalla propria clientela.

28 I prestiti subordinati
In senso stretto, il patrimonio è formato dal capitale sociale e dalle riserve sociali variamente denominate. Ai fini di vigilanza, in particolare nell’ambito delle disposizioni cosiddette di vigilanza prudenziale, il concetto di patrimonio è invece più ampio. Una direttiva comunitaria prevede, per esempio, che il patrimonio delle banche può comprendere anche fondi per i rischi bancari generali, le riserve occulte (ancora permesse a certe condizioni in alcuni paesi membri dell’Unione Europea, fra i quali non rientra l’Italia), gli strumenti cosiddetti ibridi di capitale di debito (variamente denominati nei diversi paesi e purché rispondano a determinati requisiti minimi) e i prestiti subordinati a scadenza indeterminata. L’ampiezza della nozione di patrimonio di vigilanza consente di affiancare alla raccolta di capitale di rischio l’utilizzo di capitale di debito e di ridurre in questo modo l’onerosità dei requisiti imposti dai ratios patrimoniali.

29 La diversa qualità delle voci rientrani nell’aggregato patrimoniale induce a distinguere, coerentemente con quanto previsto dalla normativa vigente, tra patrimonio di base, all’interno del quale confluiscono gli elementi di qualità primaria (il capitale versato, le riserve, il fondo per rischi bancari generali e gli strumenti innovativi di capitale), e patrimonio supplementare, che accoglie principalmente gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le passività subordinate. Allo scopo di evitare uno spostamento del patrimonio di vigilanza verso le poste rappresentative di capitale di debito, le banche devono rispettare i seguenti limiti: Gli strumenti innovativi di capitale possono essere computati nel patrimonio di base entro un limite massimo pari al 15% del patrimonio di base stesso; Il patrimonio supplementare è ammesso entro un ammontare pari al patrimonio di base Le passività subordinate sono computate nel patrimonio supplementare entro un limite massimo pari al 50% del patrimonio di base

30 I prestiti subordinati, secondo le disposizioni della Banca d’Italia, possono essere definiti come prestiti accesi dalla banca per durata pari o superiore a 5 anni, in base ad accordi vincolanti per cui, in caso di liquidazione della stessa banca, il capitale è rimborsato solo dopo il rimborso di tutti gli altri debiti in essere. I prestiti subordinati possono essere emessi dalle banche sotto forma di titoli obbligazionari (ordinari o convertibili) oppure accesi come prestiti in senso stretto (in sostanza nella forma tecnica del mutuo). E’ interessante elencare i pregi dei prestiti in questione. In linea generale essi consentono alla banca di rafforzarsi patrimonialmente in modo assai più elastico che non attraverso emissioni azionarie; inoltre il loro costo è interamente deducibile fiscalmente. I vantaggi per la banca emittente sarebbero del resto abbinati a quelli del finanziatore, consistenti soprattutto nella possibilità di effettuare un investimento caratterizzato da un adeguato rendimento a basso rischio

31 Nel discorso occorre ovviamente tenere conto di alcune altre cose fondamentali. Per esempio, i prestiti subordinati, al contrario del capitale sociale, devono essere rimborsati e quindi pongono problemi di tesoreria e ripropongono comunque periodicamente il problema della ricapitalizzazione. Data la loro durata, essi pongono poi il problema della remunerazione, che secondo una prassi largamente invalsa nelle attività finanziarie di medio e lungo termine è frequentemente indicizzata, con tutti i rischi che ciò può comportare. Forse, anche in considerazione di questi elementi, tali prestiti, nel contesto italiano, hanno finora riguardato soprattutto banche sottocapitalizzate al momento della negoziazione dei prestiti suddetti, che sono stati collocati presso pochi investitori ben individuati

32 La gestione della raccolta

33 La gestione della raccolta
In termini generali l’espressione “politica della raccolta” è sinonimo dell’espressione “gestione del passivo”. In un’accezione più ristretta, la politica o gestione della raccolta fa riferimento all’attività di acquisizione da parte della banca di risorse dalla clientela esclusivamente a titolo di debito. Obiettivi della politica di raccolta Crescita della raccolta Composizione della raccolta Stabilizzazione della raccolta

34 Crescita della raccolta
La gestione della raccolta si propone innanzitutto un obiettivo di crescita quantitativa che si accompagna anche ad un obiettivo in termini di costi che si vogliono e si possono sostenere per acquisire le risorse finanziarie. La capacità di acquisire risorse ad un costo ragionevole è diventata negli anni più recenti una delle variabili chiave della gestione di una banca. E ciò non solo perché la raccolta è diventata una risorsa scarsa e pertanto costosa, ma anche in quanto le maggiori pressioni concorrenziali che caratterizzano l’industria bancaria negli ultimi anni impongono un controllo più rigoroso dei costi, e tra questi anche di quelli finanziari. Crescita della raccolta

35 Gli obiettivi della raccolta delle singole banche variano notevolmente a seconda delle caratteristiche di queste ultime: essenziali sono a questo proposito gli obiettivi generali del loro soggetto economico, la qualità del loro management e della loro struttura organizzativa, la loro situazione economico-patrimoniale, la loro dimensione, le caratteristiche sociali ed economiche della zona in cui operano, comprese quelle del mercato finanziario. Quanto al primo punto, il soggetto economico di una banca può avere una visione di più o meno lungo termine per l’assunzione delle decisioni strategico aziendali: ad esempio, un soggetto economico può pensare di uscire dal business bancario e quindi di preparare la banca affinché essa si trovi nelle condizioni ideali per la relativa vendita a terzi, oppure può essere determinato a mantenere a lungo la proprietà della banca. Nel primo caso, dato che le dimensioni della banca sono molto importanti nella determinazione del prezzo di cessione della stessa, il soggetto economico tenderà a rafforzare al massimo gli obiettivi di raccolta nel breve periodo, anche a costo di sostenere costi elevati, disinteressandosi di tutto quello che potrà accadere alla banca stessa dopo la relativa cessione.

36 Nel secondo caso, le lunghe prospettive del soggetto economico lo indurranno a non forzare mai le variabili aziendali, salvo che le relative decisioni siano incluse in ben precise politiche di sviluppo di non breve termine, e salvo che i relativi costi siano ben combinati con i corrispondenti ricavi, in un’ottica pianificata che lascia poco spazio a pure logiche commerciali, che possono ridurre più o meno intensamente l’elasticità aziendale In questi casi il raggiungimento di ambiziosi obiettivi di raccolta imperniati sulla clientela tradizionalmente rappresentata soprattutto dalle famiglie, può avere dei costi molto elevati. Più semplice e meno costoso può essere invece lo sviluppo della raccolta effettuata non sul territorio, bensì nei mercati finanziari domestici o internazionali. In questi ultimi, infatti, le dimensioni delle banche sono uno degli elementi più importanti sia per potervi accedere, sia per negoziarvi a condizioni favorevoli Le piccole banche, che sono di fatto escluse o relegate ai margini dei suddetti mercati, possono invece puntare molto più opportunamente sulla sviluppo della raccolta da clientela effettuata sul territorio in cui sono inserite con la propria rete di sportelli

37 Composizione della raccolta
Le forme tecniche in cui può essere effettuata la raccolta diretta si differenziano da diversi punti di vista, e in particolare per la natura dei contratti su cui si basano Tale natura è spesso connessa agli obiettivi ricercati dal cliente, per la scadenza degli impegni che le pari (banca e cliente) assumono, il modo in cui sono espressi quelli che sono per il cliente i rendimenti e per la banca i costi dell’attività finanziaria posta in essere con i contratti suddetti, la valuta (euro o valute estere) in cui tale attività è stilata e in cui sono quindi assunti gli impegni contrattuali, la dimensione finanziaria di questi ultimi, e le caratteristiche socio economiche del cliente. La varietà di forme tecniche e la diversificazione dei fenomeni testè descritti sono dovute essenzialmente al desiderio delle banche di disporre di una gamma la più ampia diversificata possibile di forme tecniche di raccolta, in modo tale da poter soddisfare la gamma più varia e numerosa possibile di bisogni della clientela. Esse hanno tuttavia sulla banca conseguenze molto specifiche, nel senso che le varie forme di raccolta di cui si parla possono essere variamente utilizzate dalla banca e impongono vari tipi di approccio sia in fase di raccolta, sia in fase di impiego. Esse incidono anche diversamente sulla liquidità della banca e la loro diversa combinazione influisce sulla stabilità della massa raccolta e sulla sua elasticità rispetto, per esempio, all’andamento dei tassi di interesse, a quello dell’inflazione, all’andamento del tasso di cambio dell’euro nei riguardi delle altre valute e via dicendo

38 Composizione della raccolta
Composizione coerente con il costo medio programmato della raccolta, con il grado di trasformazione delle scadenze e con il rischio di tasso che la banca è disposta ad assumere nel periodo di riferimento. L’obiettivo in termini di volumi comporta quindi anche la ricerca del mix di raccolta che minimizza pro tempore i costi. Composizione della raccolta Una variabile chiave della gestione bancaria odierna è il controllo del rischio di tasso. La banca deve costruire una struttura del passivo flessibile, ovvero modificabile nel breve periodo al fine di sfruttare a suo vantaggio le variazioni attese nella curva dei rendimenti o al fine di correggere le conseguenze negative di previsioni errate sull’andamento dei tassi. ovvero minimizzazione degli scostamenti del suo andamento rispetto all’obiettivo programmato. Stabilizzazione della raccolta

39 Le oscillazioni della raccolta - specie se non desiderate dalla banca - si ripercuotono sulla liquidità e sulla tesoreria della banca stessa. Tali oscillazioni comportano sempre dei costi e impongono un lavoro di “manutenzione” della clientela particolarmente gravoso. La stabilità della raccolta va combinata con l’elasticità della raccolta!!! = capacità della raccolta di adattarsi alle mutevoli condizioni interne (alla banca) ed esterne (cioè riguardanti l’ambiente in cui la banca opera) che possono esigere o comunque rendere convenienti e opportuni cambiamenti anche importanti e rapidi del mix di operazioni di cui la raccolta si compone. L’elasticità è una componente necessaria della raccolta affinché essa possa essere stabile

40 Stabilità e elasticità della raccolta possono essere perseguite mediante un classico approccio che utilizza il principio assicurativo dei grandi numeri e della massima diversificazione Il massimo frazionamento delle operazioni di raccolta dovrebbe infatti essere in grado – a parità di altre condizioni- di assicurare le più ampie compensazioni tra le diverse esigenze dei singoli clienti, rendendo la raccolta globale più svincolata dalle decisioni di ciascuno di essi. In altri termini, i flussi finanziari in entrata e in uscita connessi alle decisioni di utilizzo di denaro dei singoli clienti dovrebbero bilanciarsi al meglio con conseguenze positive sulla politica degli impieghi, sulla liquidità e sulla tesoreria della banca E’ evidente, allora, che a parità di altre circostanze vi è una correlazione diretta fra la massima stabilità e la massima elasticità della raccolta, da un lato, e le dimensioni della banca dall’altro

41 Analoghe considerazioni possono essere fatte per il principio della massima diversificazione della raccolta, secondo tutti gli aspetti di scadenza, di modalità di remunerazione, di valute di riferimento ecc.. Questo è assolutamente vero in un ambiente stabile, in cui questi elementi – specie se associati ai grandi numeri – possono rendere compensabili i flussi relativi alla raccolta. Il principio è meno vero in presenza di ambienti - e di condizioni interne alla banca – meno stabili, come più frequentemente si incontra oggi nella pratica. Mentre nel primo caso, seppure in modo semplicistico, si può dire che è sufficiente la massima diversificazione, quasi prescindendo dagli aspetti quantitativi delle singole componenti della raccolta, nel secondo caso la diversificazione è assolutamente qualificante. In relazione ai predetti mutamenti attesi nelle condizioni interne ed esterne che caratterizzano l’attività della banca, al suddetta diversificazione deve portare a dei mix che sono anch’essi soggetti al cambiamento

42 Esempi Se si è di fronte ad un periodo altamente inflazionistico e le aspettative degli operatori economici lasciano intravedere una prosecuzione dell’inflazione, è probabile che il mix della raccolta debba includere componenti importanti di operazioni di raccolta a breve e a tassi variabili e debba invece trascurare operazioni lunghe e a tasso fisso, che saranno molto più presenti nella raccolta delle banche in tempi di stabilità monetaria. E’ probabile che le operazioni di raccolta costituite da emissioni azionarie della banche siano relativamente più significative in un periodo congiunturale favorevole, quando i profitti della banca saranno alti e quando si potranno ridurre le componenti della raccolta basate sull’indebitamento, che sono mediamente più onerose e che condizionano maggiormente la gestione economica e finanziaria.

43 Cosa si intende per buoni strumenti??
Le banche devono disporre di buoni strumenti per realizzare adeguatamente gli obiettivi quali-quantitativi che assegnano alla propria raccolta. In sostanza ….. gamma di prodotti completa aspetti qualitativi e quantitativi della politica dei prezzi (rendimento per i clienti) canali distributivi adeguati alle esigenze dei clienti tipologia di rapporti che si riescono ad instaurare con la clientela selezione e segmentazione della clientela Cosa si intende per buoni strumenti?? Le diverse forme tecniche di raccolta, oltre ad avere costi diversi, mostrano differenti gradi di volatilità, ovvero sono soggette a rischi di prelievo diversi. Anche per questo motivo la gestione del passivo e la gestione della liquidità sono strettamente interrelate.

44 Necessità di investire e gestire i propri risparmi
Per ottenere depositi le banche devono soddisfare al meglio i bisogni della clientela: tali bisogni possono così riassumersi … Necessità di investire e gestire i propri risparmi Necessità di gestire incassi e pagamenti Depositi Moneta: a valere sui quali è possibile offrire servizi di pagamento In quest’ottica è possibile distinguere.. Depositi Tempo: a valere sui quali è possibile offrire servizi di gestione del risparmio La raccolta al dettaglio si effettua attraverso sia depositi-moneta sia depositi-tempo; nella raccolta all’ingrosso è del tutto assente la funzione monetaria. Nel caso dei depositi-tempo il servizio offerto dalla banca è quello di impiego del risparmio in un mercato concorrenziale: il prezzo sarà in linea con il livello generale dei tassi, della durata e del rischio di credito, se la passività non è assicurata; l’offerta di prezzi più bassa riflette una condizione di mercato non perfettamente concorrenziale.

45 Le passività bancarie si possono distinguere in due grandi categorie
Quelle che svolgono funzioni di investimento più o meno durevole del risparmio Quelle che svolgono funzioni di servizio e in particolare funzioni monetarie. In esse il rendimento non è un punto di particolare interesse per il cliente e difatti esso o è mediamente fissato su livelli molto bassi o addirittura non è previsto. E’ questo il caso tipico dei depositi in conto corrente utilizzabili come mezzo di pagamento tramite assegni bancari, bonifici o altre forme tecniche Queste passività sono in grado di attirare più o meno intensamente il risparmiatore a seconda che siano più o meno in grado di soddisfare le sue aspettative in termini di rendimento/rischio (in un determinato arco temporale prefissato dal risparmiatore in base alle proprie esigenze finanziarie) 1) Rendimento periodico: frutti sul capitale investito percepiti di solito su base periodica (annuale, semestrale ec…) ma anche, talvolta, in un’unica soluzione alla fine dell’investimento 2) Guadagno in conto capitale: percepito al momento della liquidazione dello stesso investimento, alla scadenza contrattuale, o talvolta anche prima Il rendimento si può articolare in due componenti

46 La possibilità di liquidare l’investimento può essere:
Prefissata a una data determinata Stabilita in un intervallo di tempo prefissato, nell’ambito del quale la scelta del risparmiatore può essere esercitata in modo elastico a secondo delle sue esigenze o della convenienza oggettiva connessa con l’andamento del mercato finanziario Il rischio è rappresentato da diverse componenti a seconda delle caratteristiche tecniche dell’investimento. Si possono distinguere dunque Rischio di insolvenza della banca Rischio monetario: connesso con l’eventuale perdita di potere di acquisto che l’investimento dovesse subire nel corso della vita a motivo dell’inflazione Rischio valutario: connesso con l’eventuale andamento sfavorevole nei confronti dell’euro o della valuta diversa da quest’ultimo in cui l’investimento fosse denominato Rischio mercato: connesso con l’influsso che sul valore dell’investimento potrebbe determinare l’andamento del mercato finanziario e, in particolare, l’andamento dei rendimenti delle diverse categorie di attività finanziarie con le quali l’investimento può essere confrontato (questo rischio condiziona la possibilità di guadagno in conto capitale)

47 Tutto quanto precede dimostra che il rendimento è sicuramente in grado di influire sul volume dei diversi tipi di passività finanziarie che le banche possono far sottoscrivere ai propri clienti, ma dimostra anche che esso è soltanto uno – anche se uno dei più importanti – degli elementi che orientano le scelte dei clienti. Con queste cautele si può affermare che.. .. a parità di altre condizioni esiste una correlazione diretta fra livello dei rendimenti delle passività bancarie (con funzioni di investimento) e volumi di raccolta delle medesime Se l’obiettivo della banca è dunque quello di aumentare la raccolta, la banca potrà decidere di aumentare i relativi rendimenti e con buona probabilità riuscirà nel suo intento. In verità, tale probabilità è condizionata da una serie di elementi, di cui alcuni sfuggono al controllo della singola banca mentre altri dipendono dalle sue stesse decisioni ……….

48 … un primo elemento da considerare è dato dalle decisioni della concorrenza!!!!
Se, ad esempio, una banca aumenta i rendimenti offerti alla clientela, ma contemporaneamente altre banche - o altri emittenti di passività finanziarie concorrenti con quelle bancarie, come per esempio lo Stato - aumentano a loro volta i rendimenti delle proprie passività finanziarie, gli effetti della manovra della prima banca possono essere di fatto vanificati. In ogni caso, le conseguenze delle due manovre dipenderanno - sempre a parità di altre condizioni – dalla differenza di livello dei rendimenti delle rispettive passività finanziarie che esse riusciranno a provocare rispetto alle differenze preesistenti. Quanto invece alle decisioni della banca diverse da quelle concernenti l’aumento dei rendimenti, bisogna ricordare che essa dispone di una gamma più o meno vasta di passività finanziarie emesse o da emettere nel mercato e che in buona parte sono fra loro concorrenti. La politica dei rendimenti – combinata con la politica riguardante tutti gli altri aspetti che incidono sulle scelte di investimento dei risparmiatori – deve essere elaborata tenendo conto non solo delle conseguenze che variazioni nei rendimenti di una di esse possono determinare su tali passività, ma anche delle conseguenze che le stesse variazioni possono determinare sulle altre passività finanziarie della banca.

49 Tassi attivi e passivi praticati dalle banche
I fattori che possono concorrere alla determinazione dei tassi sui prestiti bancari sono numerosi. Al riguardo, occorre menzionare almeno tre determinanti fondamentali. 1) Andamenti dei mercati monetari e dei capitali 2) Grado di concorrenzialità all’interno di ciascun segmento di mercato del credito bancario 3) Esposizione attesa al rischio di credito dell’istituzione che concede il prestito

50 1) Andamenti dei mercati monetari e dei capitali
Poiché le banche devono fare ricorso ai mercati monetari e dei capitali per provvedere al loro fabbisogno, i tassi offerti sui depositi devono essere in linea con le tendenze di questi mercati per potere attirare risorse finanziarie dai risparmiatori. Di conseguenza, esisterà pertanto, di norma, anche una stretta relazione tra i tassi sui prestiti bancari e quelli di mercato con analoghe scadenze 2) Grado di concorrenzialità all’interno di ciascun segmento di mercato del credito bancario Le banche devono offrire tassi competitivi per attirare la clientela e il loro margine di influenza su di essi dipende in misura rilevante dalla disponibilità di fonti alternative di finanziamento per i clienti. Le dinamiche concorrenziali che si riscontrano nella maggior parte dei segmenti del mercato del credito bancario paiono essersi intensificate negli ultimi anni, sia dal lato dell’offerta sia dal lato della domanda. Questa tendenza potrebbe essere uno dei fattori all’origine di un più rapido adeguamento dei tassi sui prestiti bancari alle variazioni di quelli di mercato, approssimativamente indicativi dei costi marginali di finanziamento dei prestiti bancari.

51 3) Esposizione attesa al rischio di credito dell’istituzione che concede il prestito
Nel processo di adeguamento dei tassi sui prestiti bancari ai tassi di mercato risulta evidente che, fra gli altri fattori, interviene il ritmo e il grado di trasmissione con cui gli aggiustamenti di quest’ultima variabile operano sul grado di rischio del prestito nei diversi segmenti di mercato e, quindi, sulla complessiva esposizione al rischio accettabile dalla banca. Come si è detto, dunque, un elemento chiave per la determinazione dei tassi sui prestiti bancari è dato dalla dinamica dei tassi di interesse nel mercato monetario e in altri mercati finanziari, che costituiscono fonti di finanziamento a cui attingono gli intermediari finanziari per poi a loro volta erogare prestiti.

52 i rendimenti nominali ed effettivi sui titoli di Stato;
Diventano allora di fondamentale rilevanza, per le banche, alcuni tassi esogeni che ben rappresentano le aspettative del mercato finanziario sull’andamento dei tassi futuri. Tra questi tassi esogeni possiamo annoverare: i rendimenti nominali ed effettivi sui titoli di Stato; i tassi interbancari; i tassi di cambio; il tasso ufficiale di sconto; il tasso su operazioni di “pronti contro termine” (in acquisto o vendita); il tasso sulla riserva obbligatoria di liquidità; NB: si tratta di tassi indipendenti dall’attività del singolo intermediario

53 Attenzione Le singole banche, oltre che dalla Banca Centrale (via rifinanziamento ed operazioni di mercato aperto), possono ottenere riserve libere (base monetaria) da altre banche, nel mercato interbancario, a tassi d’interesse rappresentativi del costo marginale dei fondi. In questo mercato si realizza una redistribuzione interna al sistema bancario della base monetaria in circolazione. I depositi sono negoziati secondo tipologie standard in un mercato organizzato nella forma di asta continua che, dal febbraio 1990, si avvale di un circuito telematico di quotazioni e di regolamento delle transazioni.

54 I tassi di aggiudicazione dei pronti contro termine
L’importanza del mercato interbancario dei depositi risiede nelle relazioni tra i tassi d’interesse espressi su tale mercato e: I tassi di aggiudicazione dei pronti contro termine I rendimenti del mercato (primario e secondario) dei titoli pubblici I tassi bancari sui prestiti e sui depositi Il grado di correlazione tra tassi sulle operazioni di mercato aperto effettuate dalla BCE e tassi interbancari è positivo ed assai elevato. Gli interventi della banca centrale sono infatti diretti ad influenzare, attraverso l’offerta o la domanda addizionale di base monetaria, proprio i tassi interbancari e, in particolare, il tasso sui depositi overnight.

55 Perché vi è influenza tra interbancario e asta Bot?
Il tasso sui depositi overnight è l’indicatore che meglio rispecchia le condizioni di liquidità del mercato della base monetaria. Esso assume il ruolo di tasso guida del mercato monetario. Vi è infatti un forte legame tra questo tasso di interesse e gli altri tassi dell’interbancario (che giungono a scadenze di 6-12 mesi) e, attraverso questi ultimi, con i tassi d’asta dei buoni ordinari del tesoro (BOT) Meccanismo attraverso il quale vengono emessi titoli di stato Perché vi è influenza tra interbancario e asta Bot? Perché l’investimento in titoli di stato a breve rappresenta l’alternativa più prossima all’impiego delle eccedenze di liquidità in depositi bancari Perché i depositi bancari rappresentano una fonte di finanziamento per il regolamento degli acquisti di BOT (e di altri titoli di stato) in emissione

56 I tassi interbancari ed il tasso dei BOT sono generalmente considerati gli indicatori tipici del costo-opportunità della banca in quanto prezzi rappresentativi di mercati fortemente concorrenziali in cui la singola banca opera come price taker, in contrapposizione alla posizione di price maker assunta invece, di norma, nei mercati dei prestiti e dei depositi. La banca, infatti, dispone di un certo potere di mercato nei confronti della clientela quando si tratta di fissare i tassi sui prestiti e sulla raccolta. Il tasso sui titoli pubblici, invece, è dato, e costituisce la base di riferimento a cui sono commisurati i tassi sui finanziamenti erogati e sulla provvista In altri termini …. Il mercato dei titoli pubblici è il riferimento fondamentale dei costi e dei ricavi marginali delle operazioni di raccolta e impiego!!!

57 Un possibile schema di riferimento
La banca determina il tasso attivo aggiungendo a quello sui titoli uno spread positivo in funzione, ad esempio, dell’intensità della domanda e del grado di rischio dei prestiti La quantità di finanziamenti corrispondente al tasso individuato determina il fabbisogno di fondi necessario a soddisfare le richieste della clientela, e quindi anche il volume dei depositi Il volume dei depositi individuato porta a fissare il relativo tasso passivo di interesse applicando, in considerazione dei costi di liquidità, uno spread negativo rispetto al tasso sui titoli

58 In definitiva La banca espande gli impieghi in prestiti, determinando quindi, le dimensioni dell’intermediazione, fino al punto in cui il ricavo marginale risulta pari al tasso sui titoli pubblici (esogenamente dato dal relativo mercato) La banca è disponibile ad accrescere il volume dei depositi fintanto che il corrispondente costo marginale non eguaglia il rendimento dei titoli pubblici. Il rendimento dei titoli pubblici, esogeneamente determinato nel mercato e influenzato dall’azione della banca centrale, costituisce dunque il riferimento fondamentale dei ricavi e dei costi marginali della banca. Nello schema descritto, i tassi interbancari agiscono in via indiretta attraverso il legame con i rendimenti dei titoli pubblici (partendo da quelli a breve termine come i BOT fino a quelli a scadenza più lunga attraverso l’intero assetto della struttura dei rendimenti)

59 Per influenzare i tassi creditizi è in genere necessario che i mutamenti dei tassi interbancari risultino significativi e siano confermati da variazioni del tasso di sconto. L’opportunità di mantenere stabili relazioni con la clientela e di contenere gli oneri fissi che deriverebbero da troppo ricorrenti modifiche delle condizioni contrattuali, inducono le banche a non modificare frequentemente le condizioni di tasso sui depositi e prestiti. Le variazioni dei tassi sugli impieghi sono, di norma, più sollecite in caso di aumento dei rendimenti di mercato monetario Le variazioni dei tassi sui depositi sono più pronte nelle fasi di diminuzione dei rendimenti Il differenziale tra i tassi attivi e passivi tende ad ampliarsi quando i rendimenti tendono a crescere. A guidare il livello dei tassi attivi è l’efficienza marginale del capitale (capacità di remunerazione). Con previsioni di crescita dell’economia è logico attendersi rialzi dei tassi attivi. Al contrario, in caso di rallentamento dell’economia, l’aumento degli impieghi richiede, a parità di altre condizioni, una diminuzione dei tassi attivi.

60 La relazione tra tassi attivi e tassi passivi
Tasso interbancario Impieghi senza rischio Raccolta tempo Tasso attivo Tasso passivo Tasso Bot Raccolta più liquida (spread -) Impieghi con rischio (spread +) Volume prestiti Volume depositi Forbice tassi Costo organizzazione bancaria Limite (costo marginale = Tbot) (ricavo marginale = Tbot) Condizioni liquidità sistema (e valutazione aspettative che il mercato recepisce)

61 +TP per avere più depositi?
Se il sistema cresce Se il sistema si ferma -TA +TA +TP per avere più depositi? (se tesaurizzazione) -TP

62 In definitiva, se sistema si ferma ….
Se per sostenere i prestiti si riduce il livello dei tassi attivi e contemporaneamente si tenta di accrescere i depositi offrendo un maggiore TP, ciò deve comportare una forte riduzione della forbice, che può essere economicamente sostenibile soltanto attraverso una riduzione dei costi di organizzazione della banca 1 + TP con – TA : NO L’applicazione di tassi attivi più elevati per sostenere più elevati tassi passivi non è invece ipotizzabile per gli effetti economici che subirebbero le imprese. 2 + TP con + TA e sistema fermo : NO perché conduce a disequilibrio economico imprese

63 Due sono, infatti, i presupposti che giustificano l’accettazione da parte del beneficiario di condizioni più onerose: la malafede, essendo egli sicuro in partenza che pagherà ben poco, e non solo a titolo di interessi; la mancata percezione della effettiva incidenza del costo del finanziamento sul conto economico. Un aumento dei tassi attivi genera quindi una contrazione dei finanziamenti all’economia che a sua volta riduce l’entità dei depositi. Le aziende di credito hanno la necessità di più depositi e allora aumentano tassi passivi Se l’indebitamento va riducendosi per aspettative negative si evitano nuovi investimenti (- prestiti) – si tenta di liquidare quelli in corso. L’esperienza insegna che le banche che finiscono in difficoltà, e specialmente quelle che si avviano all’insolvenza, sono quelle che nelle singole piazze in cui operano praticano le condizioni migliori per la clientela, ciò che peraltro accelera la crisi perché aggrava spesso in misura insostenibile il conto economico, concorrendo a trasformare in definitiva una situazione che, gestita in altro modo, potrebbe anche essere confinata in termini soltanto temporanei In condizioni normali, dunque, i tassi attivi possono aumentare (senza ridurre il volume delle operazioni) solo se è crescente l’efficienza marginale del capitale.

64 Infatti con aspettative positive …
Elevata efficienza marginale del capitale Maggior indebitamento Maggior prezzo per indebitamento (anche perché vi sono più rischi per le aziende di credito) Tuttavia, quando aumenta il rischio di immobilizzazione, le aziende di credito non resistono alla tentazione di riacquistare la liquidità attraverso maggiori tassi passivi. Ma attenzione … Se una banca aumenta i rendimenti offerti alla clientela, ma contemporaneamente altre banche – o altri emittenti di passività finanziarie concorrenti con quelle bancarie, come per esempio lo Stato, aumentano a loro volta i rendimenti delle proprie passività finanziarie, gli effetti della manovra della prima banca possono essere di fatto vanificati. In ogni caso le conseguenze delle due manovre dipenderanno – sempre a parità di altre condizioni – dalla differenza di livello dei rendimenti delle rispettive passività finanziarie che esse riusciranno a provocare rispetto alle differenze preesistenti.

65 La politica dei rendimenti, dunque, deve essere elaborata tenendo conto non solo delle conseguenze che variazioni nei rendimenti di una passività finanziaria possono determinare sulla passività stessa, ma anche delle conseguenze che tali variazioni possono determinare su altre passività finanziarie della banca in primo luogo, ma anche degli altri concorrenti che emettono PF simili (per rischio e liquidità).

66 Il concetto astratto di tasso deve essere superato per passare a quello di struttura dei tassi (per le diverse AF). Se bisogna moderare i tassi passivi (al fine di evitare riflessi sui tassi attivi e quindi sul volume degli impieghi e dei depositi) la remunerazione dei Depositi non può essere limitata a discrezione delle aziende di credito, Infatti: i c/c sono insensibili al tasso, mentre i depositi tempo no, in quanto presuppongono una rinuncia alla liquidità da parte dell’investitore. Ora, nel caso di tassi sui depositi più bassi, che non siano accompagnati da tendenza al ribasso dei tassi sul mercato monetario e finanziario l’investitore rifiuta i depositi in favore dell’investimento diretto. Il divario fra i tassi della banca si giustifica per i rischi che la stessa fronteggia con una idonea organizzazione; se tale divario diviene abnorme rispetto alle condizioni del sistema l’intermediazione viene rifiutata perché non più funzionale. Elemento principale nella dinamica dei saggi di interesse non è il costo della raccolta ma il ricavo delle operazioni di impiego (la remunerazione dei depositi segue i tassi di mercato monetario e finanziario) e lo scarto tra i due tende a ridursi quanto più le famiglie elevano la propensione all’investimento mobiliare.

67 I servizi di pagamento

68 I servizi di pagamento Abbiamo già visto nella prima parte del corso la definizione di “pagamento” (= atto mediante il quale l’operatore si libera di un’obbligazione relativa all’acquisizione di un bene o all’utilizzo di un servizio ) Le banche, unitamente ad altre istituzioni (banca centrale, sistema postale, altri intermediari), offrono servizi di pagamento che agevolano l’ordinato ed efficiente svolgimento degli scambi di natura monetaria (cioè scambi tra beni e moneta o moneta contro moneta), che sono alla base della rete di pagamenti del sistema economico e finanziario. I bisogni che la clientela delle banche esprime in relazione alla gestione dei propri flussi di incasso e pagamento (sinteticamente riassumibili nella ricerca dell’efficienza del servizio e della sua economicità, in termini di spese) possono essere classificati secondo tre principali profili.

69 La disponibilità e l’accesso agli strumenti di pagamento
E’ questa un’esigenza che origina dalla necessità di evitare che lo scambio di beni e servizi richieda la contestuale consegna materiale della moneta legale, ma possa essere regolato attraverso l’utilizzo di strumenti sostitutivi della moneta, che ne consentano la circolazione in tempi e luoghi diversi da quelli dello scambio. Le banche mettono a disposizione del pubblico un genere monetario che è assistito dalla garanzia di convertibilità in moneta legale. L’utilizzo della moneta bancaria ai fini della regolazione del pagamento presuppone l’esistenza di strumenti e procedure che consentano il trasferimento della titolarità della moneta stessa. Le banche producono documenti che sostituiscono temporaneamente la moneta come corrispettivo dello scambio e che costituiscono strumenti di pagamento quali l’assegno, la ricevuta bancaria, la carta di credito e di debito. Il loro carattere sostitutivo implica l’esistenza di un’implicita concessione di credito da parte della persona che accetta lo strumento a favore della controparte, per il periodo di tempo necessario al perfezionamento dell’operazione.

70 La sicurezza degli strumenti
di pagamento Sotteso all’utilizzo degli strumenti di pagamento come sostituti della moneta legale vi è un importante aspetto riguardante la loro sicurezza. Tale caratteristica è definibile soprattutto in termini di solidità dei rapporti fiduciari che si vengono a definire per effetto dell’utilizzo di strumenti sostitutivi della moneta. Il rapporto fiduciario sottostante la circolazione della moneta bancaria riguarda in primo luogo la solvibilità della banca rispetto al depositante ….. La possibilità di accreditare l’importo di un assegno sul conto della banca del beneficiario del pagamento presuppone che quest’ultimo abbia preliminarmente accordato fiducia alla capacità della sua banca di convertire in ogni momento il deposito in moneta legale. Esempio

71 Il secondo presupposto fiduciario riguarda la relazione fra le due controparti che utilizzano la moneta bancaria e gli strumenti ad essa connessi come mezzo di pagamento. Il rapporto fiduciario è in questo caso collegato alla “validità” che il beneficiario del pagamento attribuisce al diritto di credito vantato nei confronti della banca da colui che effettua il pagamento. L’accettazione di un assegno bancario, ad esempio, presuppone un atto di fiducia del beneficiario nei confronti del pagante e della sua capacità di copertura in termini di fondi disponibili sul conto corrente della propria banca. Esempio

72 Un terzo livello di relazioni fiduciarie interessa le banche coinvolte nel regolamento dei pagamenti. Infatti, l’utilizzo di strumenti di pagamento comporta la formazione di posizioni debitorie/creditorie tra le banche La banca trattaria di un assegno bancario risulterà debitrice nei confronti della banca del beneficiario (banca negoziatrice) trasformando, per la somma indicata sullo strumento, il debito verso il suo cliente in un debito interbancario. La fiducia in questo caso riguarda la capacità della banca creditrice di regolare con versamento di base monetaria il debito contratto. Esempio

73 L’efficienza del regolamento
dei pagamenti Oltre alla natura fiduciaria, il sistema dei pagamenti presenta un profilo tecnico-operativo che riguarda le procedure con cui avviene lo scambio dei documenti, delle informazioni contabili e della base monetaria tra le banche interessate al regolamento dei pagamenti. Al fine di assicurare la circolazione di mezzi di pagamento, le banche debbono infatti garantire l’esecuzione delle seguenti fasi operative: Lo scambio di documenti (assegni, effetti cambiari, ricevute bancarie, ecc.) e delle informazioni contabili-amministrative relative alle operazioni di incasso e pagamento effettuate per conto dei clienti la compensazione delle posizioni debitorie e creditorie reciproche che si vengono a determinare nel tempo tra banche trattarie e banche negoziatrici la liquidazione in base monetaria delle posizioni creditorie e debitorie nette


Scaricare ppt "Corso di Tecnica Bancaria. Anno Prof. Roberto Malavasi"

Presentazioni simili


Annunci Google