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GLI ASPETTI DELLA MORTE

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Presentazione sul tema: "GLI ASPETTI DELLA MORTE"— Transcript della presentazione:

1 GLI ASPETTI DELLA MORTE
ANTROPOLOGICI, ETICI, SOCIALI. R. Sinno , docente di Bioetica ISSR di Benevento Scuola d’Alta Formazione in Bioetica Università degli Studi di Bari.

2 Aspetti antropologici
LA MORTE COME DINIEGO

3 LA MORTE COME DINIEGO LA MORTE E’ UN EVENTO DI ESCLUSIONE
TOTALE, IRRIMEDIABILE, FALLIMENTARE.

4 LA MORTE COME FALLIMENTO
UMANO; PERSONALE; FAMILIARE; SOCIALE; SCIENTIFICO.

5 INCAPACITA’ DI NARRARE
FALLIMENTO UMANO INCAPACITA’ DI NARRARE LA STORIA DELLA PROPRIA VITA.

6 FALLIMENTO UMANO IL DRAMMA DELLA SCISSIONE TRA LA
STORIA DEL SELF E QUELLA DELL’OUT.

7 FALLIMENTO UMANO IL TERRORE DELLA AUTOVALUTAZIONE.

8 FALLIMENTO UMANO L’INCUBO DELL’INVECCHIAMENTO.

9 FALLIMENTO UMANO IL SUCCESSO UMANO DELLE DIRETTIVE ANTICIPATE SI SPIEGA PER IL TERRORE DI NON VOLER INVECHIARE, SOFFRIRE, ACCETTARE L’ IDEA DEL LIMITE. Iona Eath, Modi di morire, Bollati Boringhieri,tr. it, Torino, 2009

10 FALLIMENTO PERSONALE TERRORE DELLA RIDUZIONE DEL
NOSTRO STATUS NARCISISTICO.

11 SIAMO TUTTI IRRIMEDIABILMENTE ASSORBITI IN NOI STESSI
FALLIMENTO PERSONALE SIAMO TUTTI IRRIMEDIABILMENTE ASSORBITI IN NOI STESSI E DA NOI STESSI.

12 FALLIMENTO PERSONALE LA SCONFITTA DELL’ALTRO E’ LA MIA
VITTORIA , UN VIVERE SECONDO LA LOGICA DELLA POTERE, SIA ESSO PIANIFICATO, OPPURE STRUTTURATO.

13 FALLIMENTO PERSONALE “ SI RITIENE CHE LA FORTUNA CONSISTE
NEL FATTO CHE LA FRECCIA COLPISCA QUELLO CHE STA ACCANTO” Aristotele , in Etica Nicomachea.

14 FALLIMENTO PERSONALE CONVINZIONE DELLA NOSTRA INDISPENSABILITA’.

15 SONO CONVINTO DELLA MIA ASSOLUTA
FALLIMENTO PERSONALE SONO CONVINTO DELLA MIA ASSOLUTA INDISPENSABILITA’ : SONO ; VALGO, OPERO.

16 “VI E’ LA CONVINZIONE ACRITICA CHE LE COSE CREATE DALL’UOMO SIANO
FALLIMENTO PERSONALE “VI E’ LA CONVINZIONE ACRITICA CHE LE COSE CREATE DALL’UOMO SIANO DI VALORE DURATURO”. Susan Sontang, Sotto il segno di Saturno, Einaudi,Torino 1982,104.

17 FALLIMENTO PERSONALE PAURA DELLA SEPARAZIONE E DELL’INFINITO.

18 FALLIMENTO FAMILIARE LA MORTE VIENE VISSUTA COME
UN FALLIMENTO FAMILIARE NELLA INCAPACITA’ DI DIRIMERE I CONFLITTI TRA I SUOI COMPONENTI.

19 FALLIMENTO FAMILIARE SUICIDIO DI UN COMPONENTE,
NON PREVISTO NE’ ATTES0.

20 FALLIMENTO FAMILIARE LE ANSIE IDENTITARIE, REPRESSE,
CHE EMERGONO ALL’EVENTO DELLA MORTE DI UN FAMILIARE.

21 FALLIMENTO FAMILIARE IL DOLORE, E IL LUTTO, DELLA MORTE
DI UN FAMILIARE NON RIELABORATO.

22 FALLIMENTO FAMILIARE I CONFLITTI DI RIEQUILIBRIO
FAMILIARE DOPO L’EVENTO.

23 EPISODI DI FRUSTRAZIONI E AGGRESSIVITA’ FAMILIARI,
FALLIMENTO FAMILIARE EPISODI DI FRUSTRAZIONI E AGGRESSIVITA’ FAMILIARI, DOPO L’EVENTO.

24 FALLIMENTO SOCIALE. LA SOCIETA’ CONTEMPORANEA HA
SMARRITO IL SENSO DEL VALORE DELLA MORTE.

25 FALLIMENTO SOCIALE. LA MORTE NON RAPPRESENTA NE’
PIU’ UN LIMITE NATURALE, NE’ SOCIALE.

26 FALLIMENTO SOCIALE. LA SOCIETA’ HA SMARRITO L’IDEA
CHE SENZA LA MORTE IL TEMPO, LA CRESCITA, OGNI CAMBIAMENTO NON ESISTONO.

27 FALLIMENTO SOCIALE. LA SOCIETA’ HA SMARRITO IL CONCETTO CHE IN SENSO DELLA LA MORTE E’ COSTRINGERE LA STORIA SOCIALE ALL’ESSENZIALITA’.

28 FALLIMENTO SOCIALE. NEGANDO IL SENSO DELLA MORTE
LA SI CONSIDERA NON UN EVENTO, PIUTTOSTO UN ACCADIMENTO.

29 FALLIMENTO SOCIALE. RIDOTTA A “RES INFRA RES” LA MORTE
PUO’, DEVE ESSERE, SPETTACOLARIZZATA.

30 FALLIMENTO SOCIALE. LA MORTE SI TRASFORMA IN CURIOSITA’: TANATOLOGICA,
IDEALIZZATA, SURROGATA.

31 LA MORTE, RIDOTTA A ACCADIMENTO TANATOLOGICO, SI SCINDE IN UNA SERIE
FALLIMENTO SOCIALE. LA MORTE, RIDOTTA A ACCADIMENTO TANATOLOGICO, SI SCINDE IN UNA SERIE DI FATTORI TEMPORALI .

32 FALLIMENTO SOCIALE. LA MORTE NON E’ PIU’ EVENTO UNICO,
MA DI UNA PARTE: MORTE CELLULARE; MORTE ORGANICA; MORTE DI STRUTTURE D’ORGANO; MORTE DELL’INDIVIDUO; DELLA PERSONA.

33 FALLIMENTO SCIENTIFICO
TRE SONO I FATTORI DEL FALLIMENTO SCIENTIFICO : LA SCONFITTA DEL TECNICISMO; LA PERDITA DELLA SUPREMAZIA; LA DIMOSTRAZIONE DELLA FUTILITA’.

34 FALLIMENTO SCIENTIFICO
LA TECNICA DIMOSTRA IL SUO LIMITE, LA FRUSTRAZIONE DI NON ESSERE IN GRADO NE’ DI VINCERE LA MORTE, NE’ LA SOFFERENZA CHE LA PRECEDE.

35 FALLIMENTO SCIENTIFICO
LA TECNOSCIENZA FALLISCE IL SUO OBIETTIVO PRINCIPALE: L’AUTO POIESI E LA PRESERVAZIONE INFINITA DEI MECCANISMI VITALI.

36 FALLIMENTO SCIENTIFICO
LA TECNOSCIENZA, DI FRONTE ALLA MORTE, DETERMINA LA PERDITA DELLA SUPREMAZIA RELAZIONALE DEI SUOI “FIDUCIARI”.

37 FALLIMENTO SCIENTIFICO
SI DETERMINA LA PERDITA DI UNA NUOVA FORMA DI PATERNALISMO QUELLO “ SCIENTIFICO”

38 LE REGOLE DEL PATERNALISMO SCIENTIFICO
INFALLIBILITA’ DELLA TECNOSCIENZA.

39 REGOLE DEL PATERNALISMO SCIENTIFICO
RIFIUTO DI QUALSIASI CONTESTAZIONE UMANA CHE NON ACCETTI I DOGMI DEL COMPORTAMENTO SCIENTIFICO .

40 REGOLE DEL PATERNALISMO SCIENTIFICO
PERDITA DELL’AUTONOMIA DECISIONALE ANCHE DELL’HEALTH PROFESSIONAL. SPESSO SI DETERMINA UNA TOTALE CONTRADDIZIONE TRA AUTONOMIE E REGOLE SCIETIFICHE DA OSSERVARE.

41 LA MORTE COME EVENTO, E NON COME
REGOLE DEL PATERNALISMO SCIENTIFICO LA MORTE COME EVENTO, E NON COME DATO SCIENTIFICO, DIMOSTRA LA FUTILITA’ DELLE PROCEDURE, COSTRINGENDO IL SISTEMA A REINSERIRE LIMITI TEMPORALI, E FATTORI UMANI.

42 LA FUTILITA’ DELL’INSUCCESSO SCIENTIFICO SI TRASFORMA
REGOLE DEL PATERNALISMO SCIENTIFICO LA FUTILITA’ DELL’INSUCCESSO SCIENTIFICO SI TRASFORMA IN DRAMMA UMANO.

43 CONDANNA DEL PATERNALISMO SCIENTIFICO

44 Gli avevano diagnosticato sei mesi di vita
IL CASO Nel 2001 viene operata una giovane donna di 43 anni affetta da tumore della testa del pancreas con metastasi già diffuse, ed accertate, presso l’Ospedale S. Giovanni di Roma. Gli avevano diagnosticato sei mesi di vita

45 Viene richiesto regolarmente il consenso all’intervento
Nel consenso, e in cartella, viene regolarmente segnalato la gravità e le esigue possibilità di successo dell’intervento, che viene eseguito su esplicita richiesta della donna che è consapevole che l’operazione al massimo le può allungare la vita di qualche mese.

46 La donna muore per emorragia post-operatoria.
Nel tentativo di rianimarla le fratturano,come capita di routine, le costole, e lo sterno.

47 SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE, SENTENZA 13746 DELLA IV
SEZIONE PENALE DI ROMA “ VIOLANO IL CODICE DEONTOLOGICO I MEDICI, CHE SOTTOPONGONO A INTERVENTI PAZIENTI INOPERABILI E AFFLITTI DA PATOLOGIE CHE LASCIANO LORO POCO TEMPO DI VITA, ANCHE NEL CASO IN CUI SIA STATO PROPRIO IL PAZIENTE A DARE IL SUO ESPLICITO ASSENZO “

48 Un eccessiva intromissione del Biodiritto?

49 I limiti del percorso definito “ Therapeutic Obstinacy”.
OSTINAZIONE TERAPEUTICA I limiti del percorso definito “ Therapeutic Obstinacy”.

50 OSTINAZIONE TERAPEUTICA
L’ostinazione terapeutica nasconde diverse tipologie, e differenti approdi.

51 OSTINAZIONE TERAPEUTICA
Un’ostinazione si ottiene dimostrando che il trattamento aggressivo medico è necessario, poiché si pone il traguardo di ottenere un prolungamento della vita del paziente, mentre tutte le altre scelte si erano arenate di fronte alla sconfitta della morte.

52 OSTINAZIONE TERAPEUTICA OSTINAZIONE TERAPEUTICA E TRATTAMENTI FUTILI
Il passaggio successivo giustifica che il trattamento definito futile (treatment futility) ha un senso, perché motiva una maggiore coesione e consapevolezza del paziente e dei familiari di fronte al fatto che si sono effettuate tutte le strade terapeutiche, anche quelle sproporzionate, e molte si legittimano queste scelte con l’idea che si possono aprire nuove frontiere del progresso tecnologico e medico.

53 LIMITI DELL’APPLICABILITA’ SCIENTIFICA.
OGNI APPLICABILITÀ SCIENTIFICA NON PUÒ SCINDERSI DA QUELLA RELAZIONALE, ED UMANA, NEL SENSO CHE LE PROSPETTIVE DEVONO TENERE IN BILANCIO, COME BRILLANTEMENTE HA RILEVATO EDMUND PELLEGRINO, I CRITERI OGGETTIVI E QUELLI SOGGETTIVI.

54 PARAMETRI OGGETTIVI: l’efficacia Di un azione (effectiveness);
i benefici (benefits); i costi (burdens).

55 OBIETTIVI COMUNI: I DIVERSI FALLIMENTI UMANI,PERSONALI
FAMILIARI, SOCIALI, SCIENTIFICI, HANNO IN COMUNE IL DINIEGO DELLA MORTE.

56 I PARADOSSI DEL DINIEGO:
SI RIFIUTA SIA LA MORTE IMPROVVISA E QUELLA CONSEGUENTE AD UN PERIODO DI SOFFERENZA, MOTIVANDONE LE RISPETTIVE INUTILITA’.

57 NON SI ACCETTA L’IDEA DELLA PERDITA
IL RIFIUTO DELLA MORTE IMPROVVISA NON SI ACCETTA L’IDEA DELLA PERDITA SENZA MOTIVO.

58 IL RIFIUTO DELLA MORTE IMPROVVISA NON SI RITIENE GIUSTO CHE UNA
PERSONA NON POSSA AVERE IL TEMPO DI LASCIARE IN ORFINE LE PROPRIE COSE, DA QUELLE TESTAMENTARIE A QUELLE DELLA SFERA PSICO-AFFETTIVA

59 IL RIFIUTO DELLA MORTE IMPROVVISA SI RITIENE INSOPPORTABILE L’IDEA
DELLA MANCANZA DELL’ADDIO, PER ESSERE PERDONATI, E PERDONARE.

60 IL RIFIUTO DELLA SOFFERENZA NELLE MALATTIE CRONICHE O IN
QUELLE CON PROGNOSI INFAUSTA LA SOFFERENZA VIENE INTERPRETATA COME INUTILE O ANTICIPATORIA DEL “ DATO” FINALE.

61 IL RIFIUTO DELLA SOFFERENZA
LA SOFFERENZA AVVOLGE DI NON SENSO LA VITA: PIEGATA; CONDANNATA; RASSEGNATA.

62 Oltre la sofferenza: per una nuova agenda bioetica

63 LE DUE POSIZIONI BIOETICHE
NELL’ATTUALE DIBATTITO BIOETICO SULLA MORTE SI ASSISTE AD UNA INCONCILIABILITA’ TRA DUE POSIZIONI CHE SI SITUANO ENTRO DIFFERENTI MATRICI STORICHE E CULTURALI: QUELLA DELLA SACRALITA’ E QUALITA’.

64 La questione non è di esclusivo appannaggio della nostra situazione
POSIZIONI CULTURALI. La questione non è di esclusivo appannaggio della nostra situazione culturale italiana, che risente di forti pressioni etiche tradizionali, o legate ad un adattamento sociale acritico di modelli anglosassoni.

65 prima, di indipendenza la seconda”.
LE DUE POSIZIONI BIOETICHE “ Le due posizioni sono antitetiche, non conciliabili ed escludenti. La prima quella della sacralità si riFerisce alla legge naturale, mentre la seconda ha come obiettivo l’uomo principio e fonte della moralità. Esse continuano a riproporre modelli di necessità la prima, di indipendenza la seconda”. M. Mori, L’etica della qualità della vita e la natura della bioetica, in “Rivista di Filosofia”, I, 2001,p.166.

66 LA SCELTE TRA LE DUE POSIZIONI BIOETICHE
LEGISLATORI, MEDICI, E COMUNI CITTADINI , DEVONO RICONOSCERE CHE IL PROBLEMA VERO E’ SE AFFERMARE E TUTELARE LA SACRALITA’ DI OGNI VITA UMANA, O SE ASSICURARE UN’ETICA SOCIALE PER LA QUALE ALCUNI TIPI DI VITA SONO POSSIBILI , MENTRE ALTRI NON LO SONO. DOBBIAMO SCEGLIERE TRA L’ETICA DELLA SACRALITA’ E QUELLA DELLA QUALITA’. P. Singer , Ripensare la vita, Il Saggiatore, Milano 2000, p.17.

67 LO SCONTRO SULLA SOFFERENZA
“La sofferenza umana rappresenta il confine estremo di questo assurdo, inutile, incapace e infruttuoso scontro”. R. Sinno, Confronti fondativi in bioetica. La vita tra sacralità e qualità, Levante, Bari 2002, p. 32.

68 IL PUNTO DI ARRIVO: LA SOFFERENZA.
Nel limite connaturato, oppure assurdo della sofferenza, si ritrova la possibilità di ricondurre la ragione alla ragionevolezza, superando ogni schematismo del confine etico. Una struttura dell’umano che assume consapevolezza della sua quotidiana. capacità di confronto.

69 IL PUNTO DI ARRIVO: LA SOFFERENZA. Nella sofferenza si mettono a
nudo le questioni profonde del senso della vita umana.

70 LE CONTRADDIZIONI DELLA SOFFERENZA.
Nella sua manifestazione emergono le illusioni di coloro che vogliono attribuire alla vita un continuum prestabilito, o sul versante opposto di chi la vuole ridurre a epifenomeno.

71 I LIMITI DELLE DUE OSIZIONI.
Nel grido della sofferenza la sacralità, paradossalmente crolla nel vitalismo cieco, incapace di dare motivazione della stessa natura.

72 I LIMITI DELLE DUE OSIZIONI.
Nel terrore della solitudine della sofferenza, i sostenitori della qualità non riescono a motivare le esigenze delle teorie delle preferenze e quelle della perfezione della vita, lasciando via libera alla tristezza motivazionale dell’edonismo, come puro piacere che non sa più di cosa godere.

73 I LIMITI DELLE DUE POSIZIONI.
IN QUESTO DRAMMA, NON DELLA SOFFERENZA, MA DELLA INCAPACITÀ UMANA ETICA E FILOSOFICA DI NON ESSERE IN GRADO DI DARE RISPOSTE, NON SI PUÒ NEPPURE RICORRERE IN UNA SOSPENSIONE ETICA DEL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE, IL QUALE CONDUCE, SE NON MOTIVATO, AD UNA SORTA DI DECISIONISMO DERESPONSABILIZZATO, PER PARADOSSO UN’AUTONOMIA SENZA LIMITI.

74 LA FUNZIONE FONDATIVA DELLA SOFFERENZA.
La sofferenza interroga il singolo individuo nella metastoria della sua comunità, una liberazione dai limiti e dilemmi fondativi.

75 UN’ UNICA SCELTA? nella voluta accidia culturale, i bioeticisti della sacralità della vita, e quelli della qualità, dichiarano che si debba necessariamente, inevitabilmente, fare una scelta di campo. Essi hanno generato una sorta di cataloghi complementari, per cui scienza e tecnica sono ambiti complementari, fede e ragione sono due aspetti convergenti, etica pubblica e privata sono chiamate per diritto ad iniziative comuni.

76 OBIETTIVI NASCOSTI DELLE DUE POSIZIONI.
Il loro obiettivo nascosto è quello di non far emergere il significato profondo della sofferenza, quale espressione universale di appartenenza al fenomeno vitale e, contemporaneamente, suo trascendentale superamento.

77 VALORE UNIVERSALE DELLA SOFFERENZA.
La sofferenza nel suo valore universale, e particolare, si presta ad una capacità di narrazione didattica..

78 ETICA DELLA RESPONSABILITA’
E’ NECESSARIO AVER fiducia in una libera etica della responsabilità, PER costruire una metodologia operativa, IN MODO DA far emergere assonanze nei dibattiti di entrambe le strategie culturali.

79 IL DINIEG0 DELLA SOFFERENZA
Le aporie proposte della lettura quotidiana della sofferenza in questo scenario antropologico, etico - culturale.

80 E’ più facile, meno complicato!
L’emiplegia della sofferenza. Credono che l’esperienza della sofferenza conduca ad una sorta di emiplegia dell’animo umano, costretto a rileggere il proprio vissuto confrontandolo con norme e regole, delegittimandolo da ogni personale drammatica responsabilità. E’ più facile, meno complicato!

81 LA MIOPIA della sofferenza.
Si ritiene a torto che tale esperienza in fondo sia incapace di gettare uno sguardo lontano sulle vicende di ogni singolo uomo e della sua storia. E’ il perché di Sempre, dell’uomo ingiustamente sofferente, di Giobbe, di ogni martire che lega la sua esperienza drammatica della vita ad una vicenda, idea o lotta. La sofferenza stessa getta sguardi che vanno oltre l’esperienza non per annullarla, ma per arricchirla di contenuti e significati.

82 LA Sofferenza: ANORESSIA RELAZIONALE
Si amplifica la convinzione che la sofferenza determini, in ogni caso, silenzio relazionale. Questo postulato non trova più nessuna ragione né sotto il profilo sociologico, né etico. E’ nell’impiego e sforzo di rappresentare i suoi limiti, che ogni essere mette in campo tutte le proprie capacità linguistiche, espressive, emozionali.

83 LE PAURE DELL REALTA’. Nel silenzio dello scontro a tutti i costi si confondono gli orientamenti della realtà.

84 PER UNA MORTE CONSAPEVOLE?
UNA NUOVA AGENDA BIOETICA? Potremo riavviare un percorso bioetico che faccia convergere limiti e motivazioni dell’agire umano, considerando la sofferenza una opportunità più che una maledizione, PER UNA MORTE CONSAPEVOLE?

85 Una serena valutazione delle scelte
UNA NUOVA AGENDA BIOETICA? Punti irrinunciabili PER un Futuro impegno: Una serena valutazione delle scelte di ogni singolo uomo.

86 UNA NUOVA AGENDA BIOETICA?
Evitare facili sensazionalismi di proclami bioetici, e impegnarsi in una formazione delle future generazioni che consenta un’integrazione, a livelli più complessi, tra scelte personali e convivenza comunitaria.

87 UNA NUOVA AGENDA BIOETICA? Attuare una biopolitica sociale critica,
non partigiana, e ancor meno autoritaria.

88 E’ tempo di avviare una Programmazione etica CHE
UNA NUOVA AGENDA BIOETICA? E’ tempo di avviare una Programmazione etica CHE appartenga ad entrambe le visioni. Un riconoscimento di un comune punto fondativo.

89 UNA NUOVA AGENDA BIOETICA? prima di ogni proclama metafisico,
La dignità dell’uomO prima di ogni proclama metafisico, di ogni decisione dedotta dall’ osservazione della pura esperienza.

90 UNA NUOVA AGENDA BIOETICA?
SI PUÒ ANDARE OLTRE LA SOFFERENZA, SE SI EVITA DI ASSOLUTIZZARLA O DI CONTESTUALIZZARLA, ASSEGNANDOLE INVECE IL CONTESTO FORMATIVO CHE LE SPETTA.

91 UNA NUOVA AGENDA BIOETICA? SI PUO’ ANDARE OLTRE LA SOFFERENZA
PER UN NUOVO MODELLO DI SCAMBIO CONSAPEVOLE DEL VALORE DELLO SCAMBIO UMANO.

92 UNA NUOVA AGENDA BIOETICA?
Una soggettività “la quale non tiene conto di nessuna dimensione temporale, poiché capace di superare ogni residuo di dualismo tra tecnofilia e tecnofobia. M. Fiani, Antropologia filosofica, Roma 2005, p.89

93 UNA TRASFORMAZIONE ETICA. LA SOFFERENZA E LA MORTE DA
PARAMETRI NEGATIVI DI FUGA, RASSEGNAZIONE, RIDUZIONE , SI DEVONO TRASFORMARE IN PERCOSI CONSAPEVOLI, IN SENTIERI LUMINOSI, IL NOSTRO PASSAGGIO A SUD-OVEST.

94 sono diventati cosmografi ed io loro mappa, stesa su questo letto
“Mentre i miei medici, per loro amore sono diventati cosmografi ed io loro mappa, stesa su questo letto perché da loro sia mostrato come io scopra qui il mio passaggio a Sud-Ovest per fretum febris, per questi stretti morire io giubilo, che in tali stretti vedo il mio Occidente “ J. Donne , Poesie teologiche, poesie amorose, Einaudi, Torino 1971.


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