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Modelli esplicativi della cooperazione tra animali e il problema dell'unità della selezione Mauro Dorato Dipartimento di Filosofia Università degli Studi.

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Presentazione sul tema: "Modelli esplicativi della cooperazione tra animali e il problema dell'unità della selezione Mauro Dorato Dipartimento di Filosofia Università degli Studi."— Transcript della presentazione:

1 Modelli esplicativi della cooperazione tra animali e il problema dell'unità della selezione
Mauro Dorato Dipartimento di Filosofia Università degli Studi Roma 3

2 Tre problemi principali
1) Come si è evoluta la cooperazione tra animali? 2) la selezione opera anche tra gruppi, o l’unica unità su cui opera è l’individuo e i suoi geni? 3) Possiamo utilizzare considerazioni evoluzionistiche per stabilire fino a che punto l’essere umano è capace di altruismo?

3 In che consistono i primi 2 problemi
1) L’altruismo è in apparente conflitto con la fitness. Esempi delle gazzelle che saltano in presenza del leone per avvertire il branco, dei pesci che rimangono più indietro, degli uccelli che emettono strida più acute. Nell’ipotesi che tali comportamenti siano geneticamente influenzati e che svantaggino chi li mette in atto, come spiegarli alla luce della teoria dell’evoluzione darwiniana? 2) La selezione naturale può essere considerata da tre prospettive distinte: (i) i geni (che sopravvivono in modo differenziato e si riproducono all’interno di singoli organismi) (ii) gli individui sopravvivono in modo differenziato e si riproducono dentro gruppi e (iii) i gruppi sopravvivono in modo differenziato e si riproducono dentro una popolazione globale Quale di queste tre prospettive è quella corretta?

4 3 risposte 1) La cooperazione tra animali è influenzata dalla parentela genetica solo in alcune specie (insetti), mentre nelle specie in cui l’apprendimento è più importante dobbiamo considerare fattori esplicativi diversi (teoria dei giochi, empatia, sanzioni) 2) La selezione può lavorare su gruppi in competizione tra loro, ma sempre attraverso i singoli individui e i loro geni: il problema dell’unità della selezione si risolve utilizzando una prospettiva pluralistica (diversi modi di guardare allo stesso fenomeno) 3) Le considerazioni evoluzionistiche sono utili a comprendere le motivazioni coscienti del nostro comportamento

5 Nella competizione tra gruppi, i gruppi con più altruisti potrebbero essere più adatti dei gruppi con individui che non cooperano tra loro: legame tra 1) e 2) e 3) Se spieghiamo la cooperazione tra topi o primati attraverso la selezione di gruppo, questa ipotesi potrebbe estendersi a noi, con buona pace di tanti filosofi…

6 "Tutte queste teorie non solo non vivificano l'intelletto ma mortificano l'animo, il quale alla storia chiede la nobile visione delle lotte umane e un nuovo alimento all'entusiasmo morale, e riceve invece l'immagine di fantastiche origini animalesche e meccaniche dell'umanità, e con esse un senso di sconforto e di depressione e quasi di vergogna a ritrovarci noi discendenti da quegli antenati e sostanzialmente a loro simili, nonostante le illusioni e le ipocrisie della civiltà, brutali come loro. Non così verso gli antenati che ci assegna il Vico i quali hanno in fondo al cuore una favilla divina, e Dio temono, e a lui pongono are, per lui sentono svegliarsi il pudore e fondano i matrimoni e le famiglie e seppelliscono i morti corpi, e per quella favilla divina creano il linguaggio e la poesia e la prima scienza che è il mito. In questo modo la preistoria, dove accade che sia innalzata veramente a storia, ci mantiene dentro l'umanità e non ci fa ricascare nel naturalismo e nel materialismo". Croce, La Critica, 1937

7 "... Posso dirvi che il problema è solo uno e riguarda la concezione della vita umana: se noi veniamo da una ameba o da un pesce, l'etica non ha motivo di esistere. Prima della Rivoluzione francese, nessuno discuteva che le leggi arrivassero da Dio. è quello il buco nero, il momento in cui viene cancellata la nostra tradizione secolare, che era sempre stata legata alla presenza della volontà divina nelle leggi..... Perché io preferisco credere alle grandi tradizioni culturali, come quella che vede Romolo il discendente di Marte. E allora dico: è meglio avere antenati che discendono da Giove, rispetto a quelli degli evoluzionisti che strisciano per terra, in quanto vermi". Flavio Nucci, vicepresidente provincia Milano

8 1) Che cos’è “l’altruismo” in senso biologico e come è possibile?
Chiaramente, la definizione non deve presupporre l’intenzionalità cosciente

9 si devono separare 1. i comportamenti altruistici. (biologia). dalle 2
si devono separare 1. i comportamenti altruistici (biologia) dalle 2. motivazioni altruistiche (psicologia umana)

10 DEF Un comportamento in biologia è altruistico quando diminuisce l’adattamento (fitness) di chi lo mette in atto e aumenta l’adattamento altrui. Come può evolvere qualcosa del genere, nell’ipotesi che il comportamento non preveda forme di apprendimento? Il Dicrocoelium dendriticum è un parassita che passa la sua “vita adulta” nel fegato di mucche e pecore, ma che in una fase anteriore del suo ciclo di vita manipola il cervello di una formica in modo che questa rimanga più a lungo su una punta di una foglia, aumentando la probabilità che venga mangiata da una mucca.

11 In questo modo, pur sacrificando la sua vita, aumenta la probabilità che una cinquantina di altri esemplari, presenti in quella formica, siano ingeriti da una mucca o da una pecora, continuando così il ciclo vitale per gli altri individui Dimensioni: 6-10 mm x 1,5-2,5 mm Colore brunastro Forma lanceolata (più stretto anteriormente, massima larghezza in corrispondenza della parte mediana)

12 Perché l’altruismo, sotto determinate ipotesi, conduce all’estinzione dell’altruista…

13 W(E) = X + [b(np)/(n-1)] W(A) = X – c + [b(np-1)/(n-1)] W(E)>W(A)
n individui (100), di cui np altruisti =20 e n(1-p) egoisti = 80 p (20%) è la probabilità di essere altruista; il numero di figli in assenza di altruismo è X (fitness, o grado di adattamento) c è il costo di un gesto altruistico per chi lo compie (c = numero di figli in meno a seguito del gesto altruistico: sorella zitella) Se b è il bene prodotto in media da ogni altruista, il bene complessivo prodotto dagli np altruisti sarà bnp e ogni individuo riceve in media da un membro qualunque che appartiene al gruppo (gli altri n-1, che è il divisore delle formule qui sotto) una quantità di bene che varia a secondo se è altruista o egoista (l’altruista non beneficia del suo bene, altrimenti non sarebbe altruista) W(A) = X – c + [b(np-1)/(n-1)] W(E) = X + [b(np)/(n-1)] W(E)>W(A)

14 Il risultato è l’estinzione dell’altruista
Sia il determinismo genetico (il comportamento è determinato completamente dal gene A o E), che la riproduzione asessuata sono assunzioni semplificatrici, ma le semplificazioni sono tipiche dei modelli in generale Tuttavia, avendo a disposizione più di un gruppo, l’altruismo può evolvere tra gruppi distinti, specialmente se gli individui non si incontrano in modo casuale

15 Parametri per due gruppi
Gruppo 2 n = 100 P (A2) = 0.8; c =1; b =5 W(A)=12.99=10-1+5(79)/99 W(E)= 14.04= 10+5(80)/99 Seconda generazione n’= 1320=13(80)+14(20) P’(A)= 0.787= W(A)(80)/1320 2 generazione N’ = 2400 = P’(A)=[0.184(1080)+0.787(1320)]/2400= 0.516 Gruppo 1 n = 100; X = 10 P(A1) = 0.2; c =1; b =5 W(A)=9.96=10-1+5(19)/99 W(E)=11.01=10+5(20)/99 Seconda generazione n’= 1080=20(9,9)+80(11,0) P’(A)=0.184=(20)W(A)/n’ 1 generazione: N globale = 200 P(A)=[0.2(100) + 0.8(100)]/200=0.5

16 L’egoismo colpisce ancora?
Ovvero, “l’altruismo” tra animali è un egoismo “camuffato”? Questa ipotesi vale anche per noi?

17 Due teorie in conflitto…
1) In ciascun gruppo evolvono gli egoisti, dato che la percentuale di altruisti in ciascun gruppo diminuisce, ma dato che il secondo gruppo cresce in popolazione più del primo, fa crescere anche il numero di altruisti rispetto alla popolazione globale. In una parola, il gruppo con più altruisti è più adatto (selezione tra gruppi e selezione dentro i gruppi) Tuttavia, sommando la progenie dei due gruppi, la frequenza degli altruisti complessivamente aumenta, anche se diminuisce all’interno di ciascun gruppo (NB: se cresce la frequenza di altruisti nella popolazione globale, per definizione è l’altruista ad essere più adatto, ovvero essere altruista “conviene”. MA ALLORA CHE ALTRUISMO E’?)

18 Perché l’altruismo potrebbe essere “apparente”: il tipo A è più adatto del tipo E perché nell’es. precedente la sua fitness media è più alta (12,38 contro 11,62). 12,38=[9.96(20)+12.99(80)]/100 11.62=[80(11.01)+20(14.04)]/100 Obiezione: Se usassimo la fitness calcolata nella popolazione globale e dunque tra gruppi per definire egoistico o individuale qualunque tratto che evolve, avremmo stabilito a priori che la selezione di gruppo è impossibile

19 Si noti che il sostenitore della selezione di gruppo deve presupporre che i due gruppi si ricombinino prima di riformare nuovi gruppi. Se rimangono isolati l’uno dall’altro, il risultato è l’estinzione dell’altruismo. Il punto è allora come giustificare il fatto originario che gli altruisti e gli egoisti tendano a vivere in gruppi distinti (20% e 80%). Con percentuali meno nette di queste, avremmo minore frequenza complessiva di altruisti. Per es., con il 30% e il 70% di A nei due gruppi, avremmo un aumento del 13 invece che del 16 per mille (=0.516/0.500) Una spiegazione per il fatto che altruisti tendano a stare con altri altruisti è che siano geneticamente assai vicini

20 “Nice guys sometimes come in first”
Due teorie che cercano di spiegare l’evoluzione dell’altruismo senza invocare la group selection Selezione per parentela (Hamilton) Teoria dei giochi evoluzionistica (M. Smith)

21 SELEZIONE PER PARENTELA
In base alla selezione per parentela, “un individuo sarà spesso in grado di promuovere il suo futuro genetico facendo sacrifici a favore di altri che portano copie dei suoi geni…visto da un certo punto di vista…quando un individuo aiuta un parente, sta solo aiutando quella parte di se che è incorporata nei geni del parente” p.SW, 56

22 Gli insetti sociali L’ape regina è l’unica capace di riprodursi. Le altre femmine, le operaie, passano la vita per aiutare la regina a riprodursi, mentre i maschi (fuchi) non fanno nulla (e solo uno fertilizza la regina).   Perché si è sviluppato questo sistema riproduttivo in cui molti individui lavorano e si sacrificano altruisticamente per la riproduzione di un altro?  

23 La chiave è nella riproduzione aplodiploide
La chiave è nella riproduzione aplodiploide. Le femmine producono uova attraverso la meiosi e passano dunque da coppie di cromosomi a un singolo cromosoma (da diploide ad aploide). I fuchi invece generano le cellule sessuali per mitosi, ed essendo già aploidi, rimangono aploidi Nella mitosi, il corredo cromomico della cellula figlio è identico a quello della cellula madre, mentre due uova riprodotte per meiosi, in media condividono il 50% dei geni. Poiché il contributo genetico che viene dall’unico maschio è identico per ogni discendente, due sorelle o fratelli condividono in media il 75% dei geni (da un minimo di 50% a un massimo di 100%)

24 Se una delle sorelle operaie si riproducesse, avrebbe invece un coefficiente di correlazione genetica con il discendente uguale al 50%, visto che ogni meiosi produce un uovo che ha il 50% dei geni in comune con la sua produttrice. Aiutare la regina a produrre uova e discendenti è, se quest’ultima si accoppia con un unico maschio, un modo più efficiente per diffondere copie dei propri geni L’altruismo delle api è un “egoismo” dei loro geni camuffato: la selezione che sembra lavorare a livello di gruppo è in realtà selezione a livello dei geni

25 Le operaie nelle api da miele si astengono dal deporre uova non fertilizzate (che fanno nascere maschi) e in più spesso mangiano le uova delle altre operaie come un’operazione di polizia (comportamento secondario) Ciò, secondo i sostenitori della selezione per parentela (gene egoista), favorisce la moltiplicazione dei loro geni, perché due sorelle hanno un coefficiente di correlazione genetica più alto (3/4) di quanto si abbia tra madre e figlio (1/2) Ma le colonie, osservano SW, sono spesso fondate da una regina che si accoppia con più maschi o da più regine. Dunque l’uniformità genetica è più bassa di quanto si pensi e tali gruppi di api non sono meno adatti di quelli fondati da un’unica regina accoppiatasi con un unico maschio.

26 2) La teoria dei giochi Il contesto è ora quello di agenti in grado di modificare il comportamento in funzione delle risposte dell’altro

27 2) La teoria dei giochi e il dilemma del prigioniero
X - c + b X- c + b > > < < X + b X – c X - c X + b > > < < X X A1 E1

28 W(A1) = P(A2/A1)(X-c+b)+P(E2/A1)(X-c)
W(E1) = P(A2/E1)(X+b)+P(E2/E1)(X) P(A/A)+P(E/A) = 1 = P(A/E)+P(E/E); P(E/A)=P(A/E) Dopo un po’ di algebra banale W(A) > W(E) P(A/A) – P(A/E) > c/b Se i gruppi si formano a caso, P(A/A) = P(A/E), c/b < 0 e l’altruismo non evolve, perché b,c >0 Se P(A/A) = 1 e P(A/E) = 0, 1>c/b, ovvero l’altruismo evolve se e solo se b>c. La santità nel mondo animale non rende!

29 OPO E E OPO Entrambi ottengono OPO ottiene –c I (b-c) E ottiene b
Dilemma del prigioniero iterato I volte (teoria dei giochi ev.) OPO E Entrambi ottengono I (b-c) OPO ottiene –c E ottiene b Entrambi ottengono 0 OPO E

30 Ovviamente, OPO è una forma di altruismo più debole, ma è quello vincente tra tutte le altre possibili strategie: il caso di Rapoport e Axelrod. In ogni generazione le strategie erano giocate l’una contro l’altra e il guadagno medio di ogni strategia determinava la sua frequenza nella generazione successiva Il programma che gioca almeno una E è l’unico che può vincere, dato che OPO pareggia o perde. “tradisci sempre” non porta a nessun guadagno se giocata con un altro tradisci sempre L’elemento di reciprocità come fondamentale

31 Le motivazioni coscienti
3 Le motivazioni coscienti I comportamenti “facoltativi”, fondamentali per comprendere l’evoluzione del comportamento sociale umano, consistono nella capacità di modificare il comportamento in funzione di un ambiente mutevole che può essere rilevato dall’organismo

32 La questione della natura umana
Machiavelli/Hobbes o Rousseau?

33 3 teorie della motivazione del comportamento umano
L’edonismo sostiene che i desideri fondamentali degli esseri umani sono evitare il dolore e ricercare il piacere L’egoismo sostiene che i fini fondamentali degli esseri umani sono autodiretti. Dunque una cura irriducibile per il benessere altrui è incompatibile con l’egoismo, mentre una preoccupazione irriducibile per il proprio piacere non lo è. Edonismo implica egoismo, ma non viceversa (ambizione) L’altruismo sostiene che talvolta gli esseri umani si preoccupano del benessere degli altri come fine in sé (l’essere eterodiretto non basta, perché Iago vuole la distruzione di Otello)

34 Bentham ritiene che piacere e dolore siano “i padroni sovrani dell’umanità, sotto il governo dei quali la natura ci ha posto” (edonismo psicologico, che è un tipo di egoismo) Se anche la solidarietà o l’amore tra esseri umani sono da considerarsi come un mezzo per provare sentimenti piacevoli per chi le pratica (edonismo), o come mezzo per raggiungere la vita eterna (egoismo), l’egoismo diventa il motivatore principale di tutte le nostre azioni.

35 Gli esseri umani desiderano il benessere altrui come fine a sé stesso o come beneficio per se stessi (in modo strumentale)? L’oggetto della cura altruistica può essere anche una non-persona (famiglia, azienda, un gruppo etnico nazione, Terra...) Ogni motivazione può essere giudicata da due prospettive: il fatto che una motivazione produca un comportamento egoista o altruista non implica che la motivazione sia psicologicamente altruistica o egoistica. E il fatto che il comportamento sia prodotto da una certa motivazione psicologica lascia aperta la questione del perché quel comportamento si sia evoluto

36 Altruismo ≠ Moralità la moralità non richiede altruismo, almeno per Kant. È il carattere impersonale della moralità che la distingue dal carattere personale dell’altruismo. Anche le azioni motivate in modo altruistico possono essere moralmente sbagliate (l’SS di un lager che agisce per il popolo tedesco).

37 Fattori che spiegano la cooperazione tra mammiferi e primati
Empatia/simpatia (spinge verso l’edonismo, evitamento dolore) Esistenza di norme o regole sanzionabili (spinge verso l’egoismo o l’edonismo)

38 Empatia come traduzione di Einfuehlung: scompaiono i confini dell’io con l’identificazione? Ma condividere lo stesso sentimento di un altro non significa fondersi con l’altro… S empatizza con l’emozione E di O sse O prova E, S crede che O provi E e ciò induce S a sentire E per O

39 S simpatizza con O sse S crede che sia accaduto qualcosa di negativo a O e ciò induce S a star male per O Le persone empatiche hanno credenze sulle credenze altrui: l’empatia e la simpatia possono causare comportamenti altruistici, diretti da motivazioni edonistiche o egoistiche

40 L’imposizione di ricompense e riconoscimenti beneficiano interi gruppi a costi trascurabili per gli individui. Amplificano la cooperazione Sarebbe come se un gene mutante aumentasse l’adattamento di ciascun membro di un gruppo G rispetto ad altri gruppi G’ privi di quel gene, ma costasse poco o nulla in termini di adattamento individuale all’interno del gruppo G. In queste condizioni, un comportamento socialmente orientato potrebbe evolvere senza estreme variazioni genetiche tra gruppi diversi. Anche in un organismo individuale, visto come una comunità di geni, quest’ultima può evolvere come un’unità solo se il potenziale evolutivo all’interno dell’organismo è soppresso. I gruppi sono dunque come gli individui

41 Anche gli esseri biologici individuali richiedono l’esistenza di “regole” che li facciano funzionare come unità adattative: nella formazione delle cellule sessuali (meiosi), tutti i geni sono rappresentati, e i geni “fuorilegge” sono perseguiti dai geni “poliziotto”

42 Secondo SW, premi e punizioni sociali devono essere inquadrati nella teoria della selezione a molti livelli. Il cacciatore che rischia la sua vita per catturare una preda ambita dal gruppo è un altruista o è un egoista? (si pensi alle ricompense all’interno del gruppo)

43 LA VECCHIA TEORIA ARISTOTELICA DELLA SUPERIORITA’ DEI FINI SUI MEZZI
Se S vuole M soltanto come un mezzo per soddisfare il suo desiderio di E, se S smette di credere che M serve a ottenere E, non smetterà di volere E, semplicemente non vorrà più M e cercherà di trovare nuovi M’ per ottenere E Se S vuole M soltanto come un mezzo per soddisfare il suo desiderio di E, se S ottiene E smetterà di desiderare M; se invece ottiene M ma non ottiene E, non smetterà di desiderare E

44 Molte specie viventi si prendono cura della prole, ma negli umani il periodo di tempo è massimo, in dipendenza dei più lunghi tempi di apprendimento La qualità del legame madre-figlio/a è un fattore predittivo cruciale riguardo al futuro comportamento socialmente orientato del figlio (es. sulle scimmie antropomorfe e sugli umani che aiutavano gli ebrei durante l’Olocausto). Così, se il legame madre-figlio è stato selezionato, è stato selezionato altresì il comportamento altruistico nei confronti dei non-genitori: tali tratti non si sono evoluti indipendentemente l’uno dall’altro

45 EDON. ALTR. . Diretto Indiretto azione azione S sta male S crede che
per i suoi bambini S crede che abbiano bis.di aiuto I bamb. di S hanno bisogno di aiuto Diretto Indiretto EDON. ALTR. azione azione

46 La spiegazione evolutiva non pretende di essere l’unica possibile
La spiegazione evolutiva non pretende di essere l’unica possibile. La questione è se il desiderio genitoriale che i bambini stiano e facciano bene è di tipo strumentale o abbia componenti altruistiche La tesi che i genitori tipicamente desiderano il bene dei loro figli è compatibile con il fatto che possano modificare il loro comportamento per motivi culturali Così i genitori possono uccidere, picchiare, abbandonare i loro figli, e non c’è alcuna garanzia che il desiderio culturalmente indotto sia più debole di quello prodotto evolutivamente. (In 97 su 112 gruppi studiati nel HuReArFi si sono registrati episodi di infanticidio)

47 Spostare l’attenzione dagli effetti comportamentali alle cause evoluzionistiche
L’ipotesi è che il comportamento possa essere in parte spiegato dall’evoluzione: certo non si può spiegare sul piano evoluzionistico perché mangiamo più pasta dei francesi Tuttavia, il gusto per i grassi e gli zuccheri potrebbe essersi evoluto in condizioni di penuria alimentare Evoluzione Motivi Comportamento

48 Perché la prospettiva evoluzionistica ha rilevanza per la biologia
Il concetto di egoismo in biologia e nelle scienze umane sono spesso visti come tali da sostenersi mutuamente: il darwinismo sociale fondato sul concetto del survival of the fittest rappresenta in modo scorretto il mondo biologico Se l’ape aiuta le sorelle perché questo è il modo migliore per permettere la sopravvivenza dei suoi geni, presenti anche nei loro corpi, e l’altruismo può evolvere solo nel caso della presenza di individui geneticamente molto simili, come può il comportamento umano essere caratterizzato dall’altruismo erga omnes?

49 Due tipi di pluralismo motivazionale
Primo tipo: alcune azioni sono causate solo da motivi altruistici, mentre altre solo da motivi altruistici. Restrizione della portata dell’edonismo Secondo tipo: le stesse azioni siano causate da entrambi i tipi motivi. I desideri edonistici sono affiancati da motivi altruistici fondamentali

50 Non c’è alcun bisogno di optare per spiegazioni monistiche del nostro comportamento: alcuni fatti richiedono spiegazioni biologiche, altri culturali Né si può affermare che la biologia spiega solo fattori universali: la spiegazione evoluzionistica è compatibile con un radicale ambientalismo nella controversia natura/cultura. ES Chi vive nei climi caldi mangia cibo più speziato perché in quei climi il cibo va a male più rapidamente e le spezie funzionano come conservanti (il pepe e il suo ruolo nelle società medievali). tra un indiano e un italiano non c’è differenza genetica, sebbene entrambi sono evolutivamente programmati a evitare cibo avariato: quindi le spiegazioni evoluzionistiche non sono solo dirette solo agli universali culturali e sono compatibili con l’ambientalismo

51 I comportamenti automatici o riflessi sono stati ereditati dai nostri antenati, che erano cognitivamente meno sofisticati di noi: noi siamo “pluralisti” riguardo al dolore, nel senso che per minimizzarlo abbiano sia strumenti diretti o riflessi sia strumenti indiretti, o mediati dalle credenze Per lo stesso motivo ALT può essere più efficiente di ED, perché fornisce aiuto senza avere credenze

52 D=Rivel. ossig. I=Ind.altitud. Adattam liv. ossig altitudine Indiretto
azione azione

53 Nel caso dell’edonista, la credenza che i bambini abbiano bisogno di aiuto deve far scattare un’altra credenza, ovvero che aiutarli porterà piacere il meccanismo indiretto è più inefficiente, se supponiamo che le sensazioni di piacere e dolore provate dai genitori sono correlate in modo non perfetto (meno del 100% dei casi) con la credenza sul benessere dei figli, per lo stesso motivo per il quale il sistema di rivelazione diretta del batterio è più efficiente di quello indiretto

54 (PLUR)= fai A. se e solo se credi che A. max il piacere e min
(PLUR)= fai A* se e solo se credi che A* max il piacere e min. il dolore o migliorerà il benessere dei tuoi bambini Qui il genitore ED viene confrontato con un genitore (PLUR) che può essere motivato da più fattori causali. Il meccanismo di controllo di PLUR è connesso in modo multiplo se le due motivazioni operano in modo indipendente l’una dall’altra e aumentano la probabilità di produrre un certo comportamento

55 Comportamento secondario che non provoca costi eccessivi all’attore può evolvere anche in popolazioni meno favorevoli alla selezione di gruppo, e funziona come un amplificatore di altruismo Vedere la ricompensa e la punizione come prodotti dalla selezione di gruppo aiuta a spiegare l’aspetto organicistico dei gruppi sociali umani anche se gli esseri umani sono diversi dagli organismi clonali o dalle società degli insetti. Ma qual è l’evidenza a favore dell’idea che i comportamenti secondari si siano selezionati a livello di gruppo? Nessuna

56 I gruppi umani si comportano in modo differente senza essere geneticamente diversi
Abbandonare il determinismo genetico (i geni fissano il fenotipo) non implica abbandonare variazione fenotipica (nel comportamento), ereditarietà (attraverso la trasmissione culturale, i figli assomigliano ai genitori) e conseguenze adattative, che sono i tre ingredienti dell’evoluzione ad ogni livello!

57 In molte società umane, la trasmissione culturale è guidata da un insieme di norme che specificano come ci si deve comportare, e che comportano sanzioni, anche se i comportamenti specifici che vengono puniti variano da gruppo a gruppo Le norme sociali diminuiscono la non-uniformità comportamentale, se il trasgressore viene punito e chi non punisce viene punito, e dunque diminuiscono le possibilità per selezioni all’interno del gruppo

58 Asimmetria: mentre la selezione all’interno dei gruppi può favorire un qualsiasi comportamento, la selezione tra gruppi favorisce solo norme sociali che conducono a gruppi funzionalmente adatti, che superano quelli litigiosi nel procacciare cibo, combattere i nemici e fondare nuovi gruppi:

59 Le motivazioni psicologiche come meccanismi prossimali

60 Gli esseri umani desiderano il benessere altrui come fine a sé stesso o come beneficio per se stessi (strumentale)? Ogni motivazione può essere giudicata da due prospettive: il fatto che una motivazione produca un comportamento egoista o altruista non implica che la motivazione sia psicologicamente altruistica o egoistica. E il fatto che il comportamento sia prodotto da una certa motivazione psicologica lascia aperta la questione del perché quel comportamento si sia evoluto

61 Gli egoisti non debbono negare che le persone talvolta desiderano il bene altrui, ma insisteranno che il desiderio in questione non è fine a sé stesso o fondamentale (“ultimative”), ma solo strumentale S vuole M soltanto come un mezzo per soddisfare il suo desiderio di E se e solo se (a) S vuole M, (b) S vuole E, e (c) S vuole M solo perché crede che ottenere M contribuirà a ottenere E (potrebbe non essere sufficiente)

62 Desideri come quello di evitare il dolore sono fondamentali e dunque non-strumentali.
È comunque possibile che S desideri M perché contribuisce a due fini, uno solo dei quali è legato al benessere di S e l’altro al benessere altrui (confutazione dell’egoismo)

63 LA VECCHIA TEORIA ARISTOTELICA DELLA SUPERIORITA’ DEI FINI SUI MEZZI
Se S vuole M soltanto come un mezzo per soddisfare il suo desiderio di E, se S smette di credere che M serve a ottenere E, non smetterà di volere E, semplicemente non vorrà più M e cercherà di trovare nuovi M’ per ottenere E Se S vuole M soltanto come un mezzo per soddisfare il suo desiderio di E, se S ottiene E smetterà di desiderare M; se invece ottiene M ma non ottiene E, non smetterà di desiderare E

64 Se vogliamo M soltanto come un mezzo per soddisfare il nostro desiderio di E, siamo meno disposti a rinunciare a M che a E (asimmetria mezzo-fine, che però ha eccezioni) Ne segue che il fine è superiore al mezzo, dato che al cambiare dell’informazione il desiderio di E è più stabile. Se si rimuove M dall’insieme dei desideri, E rimane, mentre togliendo E si rimuove anche M “La ragione è schiava delle passioni e dovrebbe rimanerlo” (Hume 1739) La tesi descrittiva potrebbe essere falsa, perché il ragionamento può farci cambiare i fini ultimi che abbiamo

65 Il nesso mezzo-fine è predittivo perché attribuisce alle persone una disposizione orientata verso il futuro L’eccezione di cui si parlava prima: un desiderio che ha valore strumentale in un certo momento si può trasformare in seguito e acquisire valore fondamentale Quanti genitori smetterebbe di amare un bambino se scoprissero che non è loro figlio? (malgrado all’inizio si siano attaccati a lui piuttosto che a un altro perché credevano questo, ovvero avevano con lui-lei una particolare relazione biologica)

66 Definizione debole: in questo modo tutti gli esseri umani risultano altruisti, dato che “talvolta” ne sono capaci! Se le persone sono altruiste solo raramente, perché l’egoista dovrebbe negarlo? (p. 229). SW ribattono che l’altruismo è una dottrina motivazionale pluralistica, mentre l’egoismo e l’edonismo sono monistiche L’oggetto della cura altruistica può essere anche una non-persona (nazione, Terra, un gruppo etnico…)

67 MORALITA‘ E ALTRUISMO La moralità richiede di sacrificare l’interesse personale? Essere motivati da desideri altruistici implica esseri motivati da principi morali? Poiché i principi morali non riguardano nessuno in particolare, un individuo può avere desideri altruistici senza essere motivato da principi morali. Sì, ma…

68 Se un individuo egoista prende l’unica medicina tra due malati ed è giustificato dall’utilitarismo a prenderla perché ne ha più beneficio, fa la cosa giusta per il motivo sbagliato. Se la dà all’altro, lo si ammira Ma se non la dà all’altro, e l’altro ne ha più bisogno allora la morale del senso comune lo condanna. Asimmetria: è concesso essere più altruisti di quanto sia richiesto dal contare se stessi come un altro (lo standard minimo), ma non è concesso essere più egoisti dello standard. Funzione sociale della moralità, selezionata dal gruppo

69 I desideri come preferenze
Che preferenze hanno gli individui se riceveranno qualche beneficio (es: sensazione piacevole in una donazione)? Che preferenze hanno se gli altri (bambini) stanno meglio?

70 Egoista puro -- + Altro 4 1 + ] SèSé -

71 Altruista puro ++ - altro 4 1 + + -

72 Il pluralista egoista ++ - 4 3 2 1 + + -

73 Il pluralista altruista
++ - altro 4 2 3 1 + + -

74 Quando il proprio benessere confligge con quello altrui, il pluralista egoista sceglie il proprio benessere al contrario del pluralista altruista. A differenza dell’egoista puro (A11 = A12 = 4) il pluralista egoista ha a cuore il benessere altrui (A11 = 4 > A12 = 3) Quando non c’è conflitto tra sé e altri, il comportamento tra questi 4 tipi umani è lo stesso. Solo l’egoismo puro è compatibile con l’ipotesi egoistica. Il pluralista egoista mostra che ci possono essere desideri altruistici con assenza di comportamenti che tendono all’autosacrificio

75 Geni +G2 G1 4 - 1 F2 + Amb. F1 F1 correlato a G1, F2 a G2)

76 Geni +G2 G1 4 1 F2+ F1 causa monistica

77 Geni +G2 G1 4 1 + F2 Amb. F1 causa monistica

78 Geni (pluralismo causale)
4 3 2 1 F2+ Amb. F1

79 Geni (pluralismo causale)
4 2 3 1 F2+ F1

80 Ogniqualvolta l’interesse personale e quello altrui coincidono, è impossibile stabilire se il comportamento risultante è stato prodotto da motivazioni egoistiche, altruistiche o da entrambe con diversa forza. Si deve dunque osservare la situazione in cui ci sia conflitto tra sé e altro Analogamente, nella situazione iniziale di correlazione perfetta tra geni e ambiente, non si può stabilire quale dei due fattori (e in che misura) determinino il fenotipo finale

81 L’evidenza empirica (psicologica) e filosofica non è conclusiva, anche se il 10 capitolo avanzerà una tesi di carattere evoluzionistico a favore dell’esistenza di motivazioni pluralistiche e dunque dell’esistenza di motivazioni altruistiche. Il ruolo dell’introspezione e della legge degli effetti nell’apprendimento e il problema dell’evidenza empirica nella psicologia sociale.

82 Introspezione Accessibilità pubblica dei dati come argomento anti-introspettivo e influenza del comportamentismo. Anche Freud gettò dubbi sull’affidabilità dell’introspezione: la mente non è un libro aperto Il punto è avere metodi di controllo indipendenti da ciò che si può accertare con l’introspezione, che possono essere trovati. In un questionario, un soggetto potrebbe non rivelare le sue vere motivazioni, ma compiacere lo psicologo

83 Per esempio, le probabilità che un soggetto in difficoltà ha di essere aiutato diminuiscono con il numero di persone presenti Influenza del contesto sulle nostre motivazioni, alle quali non abbiamo accesso immediato, perché soggetti sperimentali negano che la presenza di più persone possa influenzare il loro desiderio di aiutare.

84 La legge degli effetti di Thorndike viene talvolta citata come argomento a favore dell’edonismo
se la nostra capacità di apprendere dipende da una sorta di condizionamento, ovvero dall’associazione tra un comportamento X e la sensazione piacevole o spiacevole che lo accompagna, come negare l’edonismo?

85 L’apprendimento come processo condizionato (la legge degli effetti)
La sensazione positiva (negativa) dopo un comportamento innalza (abbassa) la probabilità che sia (non sia) ripetuto. Ecco come spieghiamo l’apprendimento e il mutamento del nostro comportamento. Secondo SW, le dipendenze probabilistiche tra comportamento e ambiente non derivano sempre dal condizionamento: esempio dell’imprinting di Konrad Lorenz, che funziona come un meccanismo innato, senza condizionamento.

86 Piacere e dolore sono motivatori potenti
Ma gli esseri umani non si preoccupano solo del piacere e del dolore, dicono SW, nel senso che gli esseri umani non possono essere condizionati a qualunque comportamento. Essere condizionati ad aver paura di un serpente è più facile dell’essere condizionati a temere un tavolo La questione è: perché l’evoluzione ha assegnato ruoli così importanti al piacere e al dolore nell’apprendimento?

87 Batson e gli esperimenti in psicologia sociale
Ipotesi dell’avversione al dolore altrui e suo tentativo di eliminazione, refutata dai medici “senza frontiere” (Broad). Ipotesi empatico-altruistica Escape Easy Difficult W X x, y, w, z = numero di pers. che aiutano Low Empathy Y Z high

88 la giustificazione per non aiutare è
Risultato: quando la “fuga” è facile, i soggetti ad alta empatia aiutano di più Ma ciò potrebbe avvenire a causa del rimorso anticipato, o per l’autocensura (egoismo) la giustificazione per non aiutare è Low High W X Low Empathy Y Z high

89 Oppure potrebbe esserci un elemento che chiama in causa il protagonista della buona azione, per cui non conta tanto che venga aiutato chi soffre, ma che sia aiutato proprio da noi. Se sono presenti motivazioni empatico-altruistiche, ciò non dovrebbe avvenire, e questo è stato sperimentalmente trovato Verifica dell’ipotesi che riguarda la possibilità che il piacere ricavato dal sapere che la persona che ha bisogno di aiuto sta meglio spinga all’altruismo

90 L’evidenza sperimentale a favore di motivazioni altruistiche è insufficiente, così come è insufficiente quella a favore di motivazioni egoistiche. Allora perché tendiamo a pensare che le motivazioni sono per lo più egoistiche? Ma in fondo chi se ne importa di quali sono le nostre motivazioni, se poi l’effetto di una motivazione (anche edonistica o egoistica) è che trattiamo gli altri gentilmente? Se le persone sono convinte del fatto che le motivazioni sono egoistiche, tendono ad aiutare meno (Frank, Gilovich and Regan (1993) mostrano come gli economisti aiutino meno).

91 Si può pensare che gli esseri umani sono egoisti o altruisti indipendentemente dalla famiglia, ambiente sociale e momento storico in cui vivono? Che senso ha indagare sulla natura dell’altruismo negli esseri umani? Il semplice fatto che studiare economia può inclinare gli esseri umani verso un maggiore egoismo mostra che le nostre motivazioni cambiano e sono influenzate dall’ambiente. SW non sono tenuti a negare le influenze dell’ambiente.

92 Argomenti filosofici intorno alle tre teorie della motivazione
L’argomento di Butler contro l’edonismo: siamo attratti dalla fragola, non dalla sensazione che accompagna il mangiarla (antiedonismo) Per Feinberg, il piacere che traiamo da un’azione “presuppone che desideriamo qualcos’altro - qualcosa d’altro rispetto al piacere”- come un fine in sé Ma la pietra di Butler confonde il piacere che proviene dalla soddisfazione di un desiderio con il desiderio di una sensazione piacevole

93 Desiderio di cibo  mangiare  piacere
Desiderio del piacere  Desiderio di cibo L’edonismo non si oppone all’idea che le persone desiderino qualche cosa di esterno, ma lo spiega presupponendo il desiderio di una sensazione piacevole Il piacere e la felicità si possono ottenere solo come sottoprodotto di attività nelle quali ci immergiamo. Ma l’edonismo non presuppone che si debba essere monomaniaci rispetto al piacere o alla felicità

94 Tom Nagel (1970) ritiene che coloro che non si interessano degli altri nelle decisioni sono irrazionali, perché non c’è alcuna proprietà che giustifichi l’asimmetria Razionalità  Altruismo (la sua possibilità) Razionalità strumentale o sostanziale? Nel secondo senso, ci si riferisce al fatto che i fini stessi siano moralmente accettabili

95 La macchina per esperienze virtuali
Nozick (1974) sottolinea come le esperienze siano illusorie (crediamo falsamente di averle) poiché molte persone rinuncerebbero a farsi attaccare alla macchina per tutta la vita, l’edonismo è falso

96 a+b < c+d b Scelta a A -A Tempo Scelta d c decisione connessione
non connessione decisione Scelta d c

97 L’edonista potrebbe spiegare la decisione di non attaccarsi con la repulsione all’idea di scegliere una fuga narcisistica dalla realtà Ecco perché persone alle quali si desse 5000 euro dicendo loro che per 10 secondi avranno la sensazione di aver deciso di rimanere attaccati alla macchina per tutta la vita lo farebbero La deliberazione non è guidata dal pensiero di piaceri futuri, ma dal piacere e dal dolore che accompagnano la deliberazione.

98 In questo caso però, l’orizzonte temporale dell’edonista sarebbe estremamente breve, e ciò renderebbe la spiegazione suscettibile di obiezioni di irrazionalità come nel caso standard del soldato che si getta su una mina per salvare la vita altrui, questa decisione è meno dolorosa di quella di far morire i suoi compagni Un idea difesa dal senso comune è innocente finché non è provata colpevole, ma il cosiddetto “onere della prova” qui non spetta solo all’accusa, ma a tutti

99 Un’ipotesi dotata di significato empirico non può essere logicamente compatibile con tutte le possibili osservazioni, ma ne deve escludere almeno una: falsificazionismo! L’ipotesi dell’egoismo sembra non falsificabile perché indica solo tipi di spiegazione e non spiegazioni singole Il problema della parsimonia (semplicità) delle ipotesi monistiche, che invocano un fattore esplicativo invece di due!

100 Se l’evoluzione ci ha dato due tipi di desideri ultimativi (egoistici e altruistici), forse ha lavorato in modo più parsimonioso rispetto a meccanismi complicati che assicurino, che insieme all’unico desiderio fondamentale, sia soddisfatto anche un altro desiderio strumentale Negli esperimenti di Batson, spiegazioni egoistiche hanno a che fare con il senso di colpa, la gioia personale al sapere che l’altro non soffre, l’avversione alla vista del dolore altrui, etc. mentre l’ipotesi altruistica postula meno credenze ed è più unificante

101 L’evoluzione dell’altruismo psicologico
La formulazione del pluralismo motivazionale (una delle tre teorie motivazionali) che danno SW è debole, nel senso che è compatibile con un prevalere di desideri autodiretti (es. il 99%) e una minoranza esigua di desideri eterodiretti. In tal caso, che differenza c’è tra l’egoismo e il pluralismo, che include l’altruismo?

102 SW affermano che l’edonismo implica l’egoismo, ma che non tutti gli egoisti sono edonisti: anche questa distinzione è dubbia scalare l’Everest può essere impresa piena di difficoltà e di dolore, ma può dare un piacere complessivo maggiore del mangiare cibi zuccherosi. Si pensi al piacere che si prova rafforzando la propria autostima…

103 Non c’è alcun bisogno di optare per spiegazioni monistiche: alcuni fatti richiedono spiegazioni biologiche, altri culturali Né si può affermare che la biologia spiega solo fattori universali: la spiegazione evoluzionistica è compatibile con un radicale ambientalismo nella controversia natura/cultura. ES Chi vive nei climi caldi mangia cibo più speziato perché in quei climi il cibo va a male più rapidamente e le spezie funzionano come conservanti (il pepe e il suo ruolo nelle società medievali). Ma tra un indiano e un italiano non c’è differenza genetica, quindi le spiegazioni evoluzionistiche non sono solo dirette solo agli universali culturali

104 La spiegazione evolutiva non pretende di essere l’unica possibile
La spiegazione evolutiva non pretende di essere l’unica possibile. La questione è se il desiderio genitoriale che i bambini stiano e facciano bene è di tipo strumentale o abbia componenti altruistiche La tesi che i genitori tipicamente desiderano il bene dei loro figli è compatibile con il fatto che possano modificare il loro comportamento per motivi culturali Così i genitori possono uccidere, picchiare, abbandonare i loro figli, e non c’è alcuna garanzia che il desiderio culturalmente indotto sia più debole di quello prodotto evolutivamente. (In 97 su 112 gruppi studiati nel HuReArFi si sono registrati episodi di infanticidio)

105 Le spiegazioni evoluzionistiche sono compatibili con un radicale ambientalismo, e quindi non vanno confuse con spiegazioni genetiche.

106 Le differenze comportamentali tra esseri umani possono essere dovute a cause evoluzionistiche
Il fatto che chi vive in climi caldi tenda a mangiare cibi più speziati (perché il caldo fa andare a male rapidamente il cibo e le spezie lo preservano più a lungo) è compatibile con il fatto, dipendente da cause evoluzionistiche, che gli esseri umani vogliano evitare cibi avariati. Le cause evoluzionistiche non vanno mai considerate come le uniche spiegazioni che del nostro comportamento: pluralismo e antimonismo di SW

107 Molte specie viventi si prendono cura della prole, ma negli umani il periodo di tempo è massimo, in dipendenza dei più lunghi tempi di apprendimento La qualità del legame madre-figlio/a è un fattore predittivo cruciale riguardo al futuro comportamento socialmente orientato del figlio (es. sulle scimmie antropomorfe e sugli umani che aiutavano gli ebrei durante l’Olocausto). Così, se il legame madre-figlio è stato selezionato, è stato selezionato altresì il comportamento altruistico nei confronti dei non-genitori: tali tratti non si sono evoluti indipendentemente l’uno dall’altro

108 D=Rivel. ossig. I=Ind.altitud. Adattam liv. ossig altitudine Indiretto
azione azione

109 Asimmetria D/I dal punto di vista dell’adattamento, D è più affidabile di I se D rileva ossigeno bene quanto I e l’ossigeno e l’indicatore di profondità sono correlati in modo non perfetto Due meglio di uno: due strumenti D e I che agiscano insieme saranno una guida più efficace di ciascun strumento considerato separatamente se D e I sono positivamente correlati al livello di ossigeno e se operano con un certo grado di indipendenza l’uno dall’altro (non interferiscono l’uno con l’altro)

110 La mente è un meccanismo prossimale che causa differenze nel comportamento umano in ambienti diversi, proprio come il magnetosoma è un meccanismo che fa sì che il batterio si allontani dall’ossigeno Se le cure genitoriali sono il prodotto dell’evoluzione, lo stesso vale per i motivi che spingono a tali cure. Due tipi di pluralismo motivazionale

111 Disponibilità affidabilità e efficienza dei meccanismi prossimali: il demone di Laplace
Nessuna capacità cognitiva Capacità Cognitive illimitate Organismi Condizion Non sono Edonisti! Esseri umani Il primo organ. con desideri Demone di Laplace

112 Perché il dolore corporeo è strumento così utile per regolare il comportamento?
(i) accesso epistemico immediato e predicibilità delle situazioni che lo generano (ii) correlazione con l’adattamento Conflitto tra (i) e (ii) perché proprietà che sono più difficili da scoprire possono essere più importanti per la sopravvivenza

113 (ED) fai A. se e solo se credi che A
(ED) fai A* se e solo se credi che A* massimizzi il piacere e minimizzi il dolore (AL) fai A* se e solo se credi che A* massimizzerà il benessere (welfare) dei tuoi bambini Si supponga che un organismo edonisticamente motivato creda che prendersi cura della prole sia un modo per max. il suo piacere e min. il suo dolore. Le sue credenze devono essere vere, altrimenti smetterebbe di prendersi cura della prole

114 È inefficiente avere un singolo desiderio che serve a motivare due diversi comportamenti
Secondo l’edonismo, l’evoluzione ha prodotto organismi in cui il dolore psicologico è strettamente correlato a certe credenze sul benessere dei bambini. Tuttavia, la quantità di piacere che proviene dalle cure prestate alla prole deve eccedere altre fonti di piacere, per ovvi motivi evolutivi

115 Sebbene un demone di Laplace non avrebbe bisogno di fare esperienza di dolore, negli esseri umani il dolore è un indicatore estremamente utile, sebbene non affidabile al 100% (assenze congenite di dolore, dolore senza ferite corporee, ecc.) Se la scelta è tra rispondere al dolore ritraendo un dito automaticamente e rispondere a una credenza sul dolore del dito causata dall’essersi scottato, il comportamento più efficiente è quello diretto: esempio di asimmetria D/I

116 Ogni Pi aumenta la probabilità di E
Stim. Effetto P3 : . Pn

117 L’efficienza di PLUR e di ALT è maggiore di quella di ED, ma ci sono altri due fattori di cui si deve tener conto: disponibilità e efficienza


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