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WELFARE Gianluca Farfaneti Programma mozione Casadei Emilia Romagna.

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Presentazione sul tema: "WELFARE Gianluca Farfaneti Programma mozione Casadei Emilia Romagna."— Transcript della presentazione:

1 WELFARE Gianluca Farfaneti Programma mozione Casadei Emilia Romagna

2 PUNTI DI ECCELLENZA Il sitema di qualità di vita e benessere e offerta dei servizi socio assitenziali emilani romagnoli resta uno dei più efficaci e migliori del panorama nazionale e nel corso di questi ultimi anni nonostante le oscillazioni del Fondo sociale nazionale la nostra regione ha mantenuto un livello qualitativo e quantitativo del sistema welfare. la rete integrata dei servizi per l'infanzia ha un valore multiplo di offerta educativa per i bambini, di sostegno alla genitorialità e di inclusione sociale e rappresenta quindi un pilastro importante del sistema di welfare locale. Valorizzazione di risorse progetuali e operative del privato sociale e dell'associanismo e terzo settore Definizione di piani sociali di zona come strumenti operativi delle funzioni socio assiteniziali con la partecipazione ti tutti i soggetti che sono parte del sistema locale Abbiamo perciò un sistema che funziona, che garantisce e protegge ma che resta centrato principalmente sui bisogni, fornendo risposte il più possibile adeguate. Strumenti cardine di questo sistema sono il piano sociale sanitario e il piano sociale di zona, introdotti dalla legge 328/00 e dalla legge regionale 2/03 che risultano strumenti fondamentali per la programmazione progettazione e gestione dei servizi. Le aree individuate sono famiglie, bambini e adolescenti, giovani immigrati, dipendenze e disagio sociale, povertà, anziani e disabili.

3 PUNTI CRITICI Rimangono delle questioni aperte che non riguardano ovviamente solo il livello regionale, ma si pongono a livello più generale e pongono sfide nuovo al sistema del welfare in risposta a nuovi bisogni e alla crisi attuale. Questi bisogni insieme alla questione dei diritti sociali e dei sistemi di protezione deve fare i conti con le trasformazioni di questi ultimi anni. Possiamo delineare alcune criticità che ci pongono domande e azioni: come investire risorse sempre più scarse e ridotte (targeting) definire cioè priorità rispetto ai scenari che mutano e non distribuzione solo in riferimento ad indictori statristici: alcune situazioni a rischio rimangono ancora ai margini degli investimenti: conciliazione vita professionale e familiare nelle donne, difficoltà di accesso alle conoscenze da parte dei giovani, lavoratori adulti con competenze invecchiate, ecc. è in aumento il fenomeno della povertà minorile, del disagio psichico in minori e adolescenti, è necessario investire maggiormente in tale settore rivalutando molte delle politiche di prevenzione attivate in questi ultimi anni che utilizzano molte risorse ma non sembrano portare risultati equiparati agli sforzi economici. Va rivisto e riformulato lo strumento dell'affido familiare Scarsa presa in carico e scarsa presenza del territorio, del "contesto" nella programmazione dei servizi, si rischia di lavorare sui "casi" sottrandoli dl loro contesto di vita (vedi salute mentale) Investire maggiormente nella domiciliarità La rete dei servizi non è ancora sufficientemente attrezzata per rispondere ai nuovi bisogni della popolazione in modo davvero integrato e personalizzato.

4 Migliorare la partecipazione e condivisone della programmazione degli interventi coinvolgendo a tutti i livelli utenti, associazioni e cittadini.con conseguente promozione e controllo della efficacia e della qualità degli interventi e della soddisfazione degli utenti anche mediante carte dei servizi e definizione di standard gestionali (cultura dei risultati) Migliorare la conciliazione tra partecipazione al mercato del lavoro e assunzione di responsabilità di cura per donne e uomini, sostegno al costo dei figli e benessere e pari opportunità per i minori Collocare i diritti e le opportunità al centro delle politiche sociali Praticare l'integrazione; investire maggiormente sulla costruzione di reti territoriali vicine alle famiglie rispettose della loro complessità Obiettivi Ci sembra il momento di ri-valutare il modello di politiche sociali e di welfare attivato fino ad oggi per rimodularlo e calibrarlo sulle nuove sfide che si pongono sempre più urgenti offrendo un modello di sicurezza e protezione alternativo alla destra e innovativo rispetto alle politiche attuali. Gli obiettivi di questo progetto dovrebbero essere: Metodologia Semplificazione delle procedure di assegnazione delle risorse prevedendo il riparto in un unica soluzione annuale Garanzia di una dotazione minima essenziale di servizi uguale per ogni ambito territoriale tale da costruire una condizione di pari oppurtunità Attivazionedi forme di coinvolgimento e partecipazione nelle decisioni e nelle produzioni di servizi (esempio auto aiuto, audit civico)

5 RIFORME STRUTTURALI L a nostra proposta è di passare da un welfare di risposte ad un welfare di sviluppo che non segua una logica esclusivamente di erogazione con vincoli ragioneristici e contabili ma che investa su oppurtunità e diritti. Non curare il bruco ma far si che il bruco diventi una farfalla Il percorso è quello di attivare azioni strategiche per sviluppare il territorio attraverso l'esercizio dei diritti e l'accesso alle opportunità. Promuovendo la cittadinanza attiva e le comunità locali. Un welfare che valorizzi e sostenga le cosidette reti sociali come gruppi, agenzie educative, equipe territoriali, comitati al fine di cooperare per un disegno futuro riguardanti la vita sociale e il benessere dei residenti. Importante è lo strumento dei Piani Sociali di Zona che vanno ulteriormente valorizzati attraverso: una Mappa dei servizi già esistenti e il loro funzionamento (valutazione) una Mappa delle necessità espresse dai cittadini potenzialmente utenti (partecipazione) Una Mappa degli indicatori di capitale sociale (Relazioni, legami e competenze). È fondamentale coinvolgere perciò tutti gli attori interessati dai cittadini attraverso comitati e associazioni, enti del terzo settore e del privato sociale, utenti finali dei servizi. Questa impostazione trova coerenza con il programma nazionale dove si indica una riorganizzazione del welfare e nellidea di volere una comunità coesa e forte che persegue il bene comune..un paese che si prenda in carico dei più deboli che sostenga chi è in difficoltà..dove il benessere della comunità sia misurato sul benessere degli ultimi. Un progetto di welfare che aumenta la partecipazione e lemancipazione, mette nelle mani dei cittadini strumenti di coinvolgimento diretto e di risparmio di risorse per il sistema pubblico e di sprechi.

6 Riteniamo prioritare 3 aree: 1.Potenziamento e sostegno a interventi di sviluppo di comunità e reti partecipate 2.Politica sociale attenta alle famiglie e al lavoro educativo 3.Sostegno all'integrazione socio sanitaria nel settore salute mentale, disabilità, tossicodipendenza

7 INTERVENTI SPECIFICI Area1. Potenziamento e sostegno ad interventi di sviluppo di comunità e alle reti partecipate Un vasto numero di ricerche ha messo in evidenza l'importanza delle reti sociali come sostegno e protezione per le persone che vivono momenti di difficoltà. È necessario programmare e finanziare un piano di formazione rivolto ad operatori pubblici e privati per migliorare le loro competenze di lavoro di rete al fine di aiutare le persone ad esplorare e coinvolgere le proprie reti sociali anche rivalorizzando il lavoro domicilare. L'obiettivo è da una parte la riappropriazione dei contesti di vita, sviluppando le capacità esistenti nel territorio (comitati, cittadini, gruppi auto aiuto) e l'empowerment del territorio, dall'altra l'inserimento dell'assistenza domiciliare in una rete integrata di prestazioni che affianchi gli interventi domicilari l'attività di strutture intermedie. In tal modo è possibile iniziare a costruire un sistema di protezione sociale basato sui "sistemi a rete" capaci di rapportarsi ai bisogni dei cittadini considerando le loro relazioni e combinando interventi formali e informali nella logica della community care.

8 Area 2. Una politica sociale attenta alle famiglie e al lavoro educativo e relazionale 1.Programmazione di una serie d'interventi e azioni finalizzate a sostenere e rinforzare le competenze educative, relazionali e comunicative dei genitori dopo la nascita dei figli. In associazione ai corsi pre parto e interventi in gravidanza vanno proposti e attivati dopo la nascita e in tutti i momenti evolutivi significativi servizi permanenti di formazione e ascolto per i genitori anche attraverso gruppi d'auto-aiuto e interventi domicilari così come attraverso una rivalutazione dei "Centri per le famiglie". 2.Per minori in affido o segnalati dal tribunale si propone di potenziare e migliorare lo strumento dell'affido sia in riferiemento ai genitori naturali sia per le famiglie affidatarie. In situazioni valutate idonee è ipotizzabile sostenere i genitori naturali con educatori a domicilio, centri per le famiglie, spazi ricreativi per i bambini.

9 Area 3. Sostegno all'integrazione socio sanitaria nel settore salute mentale, disabilità, tossicodipendenza Sostegno e sviluppo a programmi e interventi di prima accoglienza e reinseriemento sociale per persone in gravi situazioni di emarginazione, povertà e con patologie croniche. Tali interventi, centri daccoglienza, tirocini lavorativi, centri sociali hanno l'obiettivo di ridurre l'esclusione sociale e l'emarginazione delle persone affette da patologie e disabilità psicologiche e fisiche che vivono oltre al problema sanitario gravi situazioni sociali e relazionali. In tal modo la comunità locale, oltre a offrire accoglienza e tutela della salute, può reinvestire su persone che altrimenti sarebbero ai margini della comunità. È possibile prevedere una dotazione minima di centri notturni, mense, e progetti d'inserimento lavorativo (per ogni distretto socio sanitario o unione i comuni dovrebbero prevedere almeno uno di questi servizi) al fine di garantire la riduzione di processi di esclusione sociale e forte degrado.

10 CONCLUSIONI I temi e le proposte che si sono sviluppate hanno ovviamente una dimensione sovra- regionale, sono problemi e questioni che si pongono a tutti i livelli sia nazionali che intrenazionali. Tuttavia, proprio perché la Regione Emilia Romagna è sempre stata all'avanguardia e sensibile al tema della protezione e benessere dei cittadini riteniamo che in questi scenari di crisi e di globalizzazine della crisi anche a livello più locale si possano dare degli esempi concreti di welfare, di servizi sociali più innovativi. L'economia globalizzata ha ridefinito i contorni dell'inclusione ed esclusione, della dimensione locale e della cittadinanza, della vita familiare. È il concetto stesso di libertà che viene messo in discussione, poiché essa non può essere separata dalla concreta possibilità delle persone di poter scegliere tra più alternative di realizzazione della propria esperienza individuale. L'autonomia delle persone diventa, quindi, anche la sfida delle istituzioni pubbliche. Vogliamo perciò una Regione che sappia valorizzare le abilità individuali e collettive dei diversi territori, che sappia valorizzare l'insostituibile patrimonio affettivo e relazionale dei tessuti famigliari e comunitari e che sappia, infine, promuovere scelte imprenditoriali e professionali che vanno nel senso dell'innovazione, della qualità e del miglioramento complessivo della società.

11 Grazie a Barbara Leonardi, psicologa società ARCO Cesena per il contributo e i suggerimenti Al Comitato per Marino di Ravenna per il sostegno alla mia famiglia a cui ho tolto tempo e spazio in queste settimane, anche se per una buona causa


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