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Sentiamo tutti l’esigenza di uscire dai formalismi religiosi per vivere la fede autentica, che ci faccia sentire a casa nella nostra relazione con Dio.

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Presentazione sul tema: "Sentiamo tutti l’esigenza di uscire dai formalismi religiosi per vivere la fede autentica, che ci faccia sentire a casa nella nostra relazione con Dio."— Transcript della presentazione:

1 Sentiamo tutti l’esigenza di uscire dai formalismi religiosi per vivere la fede autentica, che ci faccia sentire a casa nella nostra relazione con Dio. Un messaggio, questo, per tutti i credenti.

2 La promessa dello Spirito è per i discepoli di Gesù... E’ promessa di una guida per una vita secondo la volontà di Dio. Egli insegnerà e ricorderà ai cristiani quanto Gesù ha fatto e insegnato. Mostrerà loro la via di Dio. La Chiesa ha il compito di ascoltare e rimanere fedele a questo insegnamento. La guida dello Spirito è l’unica sua garanzia.

3 La prima lettura narra del primo conflitto della Chiesa delle origini. Al suo centro sta un problema di unità. La comunità lo risolve lasciandosi guidare dallo Spirito: La sua azione rende la chiesa comunione, oltre le barriere umane. Nel Salmo 66, la lode nasce dal raccolto che la madre terra ha prodotto, ancora una volta, per i suoi figli. Oltre al frutto del suolo, l’autore benedice per la raccolta dei popoli da tutta la terra davanti al Signore. La benedizione, di cui parla l’inizio del Salmo, è quindi riservata a tutte le genti, che gioiranno della visione del volto di Dio nella sua casa.

4 L’immagine della città che viene da Dio riassume il significato della seconda lettura: La vita della chiesa, se guidata dallo Spirito, può diventare modello e impulso per la trasformazione della società umana nel suo insieme.

5  Secondo Giovanni, la vera pace nasce dall’amore per Cristo.  Questo amore per il maestro introduce il credente nel circolo virtuoso dell’amore trinitario:  «Se uno mi ama,... Il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».

6 La prima lettura è costituita dall’introduzione del cap. 15 e dal racconto dell’invio della lettera ai cristiani di origine pagana. Tutto il cap. è dedicato a un evento decisivo per la Chiesa nascente. Si tratta della prima decisione che la comunità di Gerusalemme deve prendere sotto la guida dello Spirito, senza la presenza fisica di Gesù. La decisione riguarda la possibilità di entrare nella comunità cristiana per quelli che non provengono dal Giudaismo.

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8 Leggendo la lettera attentamente si può notare innanzitutto chi sono i mittenti: Gli apostoli e gli anziani Luca ricorda che in questa prima decisione non furono implicati solo gli apostoli, i testimoni oculari, ma anche gli anziani. La trasmissione della fede attraverso le prime generazioni è testimoniata proprio da questo:

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11 Le parole di Gesù fanno parte dei “discorsi di addio”. Offrono uno sguardo sul futuro che possa aiutare il discepolo ad affrontare l’affascinante e impegnativo cammino della sequela del maestro. Arrivano come risposta alla domanda di Giuda sul perché il Signore non si manifesti al mondo, ma solo ai suoi (Gv 7,4).

12 «Il Padre mio lo amerà» La risposta di Dio all’uomo che aderisce a Gesù è straordinaria, assolutamente nuova! «Prenderemo dimora presso di lui» Il Dio di Gesù non è un Dio che assorbe in sé e per sé l’uomo. Egli è il Dio che potenzia in abbondanza la vita nell’uomo. È talmente innamorato dell’uomo che chiede di essere solo accolto.

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15 «Lui vi insegnerà ogni cosa» La parola di Gesù e il suo messaggio sono talmente grandi, che l’uomo con i suoi limiti non può comprenderli in una sola volta! Ma, man mano che questa Parola viene accolta e tradotta in opere che diano vita agli uomini... La capacità d’amare dell’uomo si allarga e si dilata, si diffonde, per poter essere così compresa, ricordata, attualizzata.

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17 «Vi lascio la mia pace...» Si tratta di una pace non esteriore e momentanea. E’ una pace interiore che scaccia il turbamento e la paura. Gesù specifica bene che la pace che egli dona è contrassegnata dalla sua persona e dal suo mistero pasquale.

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