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Figure rilevanti Lungo gli anni della nostra storia c’è stato un susseguirsi di Confratelli che, pur essendo uomini come noi, hanno saputo vivere con una.

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1 Figure rilevanti Lungo gli anni della nostra storia c’è stato un susseguirsi di Confratelli che, pur essendo uomini come noi, hanno saputo vivere con una speciale fedeltà la chiamata del Signore. Perciò è cosa buona ricordare la loro vita e valorizzare ciò che hanno fatto. Molti di essi sono rimasti nell’anonimato. Altri sono entrati nella storia e di questi vogliamo presentare alcuni tratti caratteristici.

2 ANTÒN MARTiN (1500-1553) Nasce a Mira, nella provincia di Cuenca, è secondogenito e prende il cognome della madre ed aiuta il padre nel lavoro dei campi, fino alla sua morte, Quando la madre si risposa lascia Mira e diventa guardiano delle torri, vicino a Valencia, erette per avvistare le scorrerie dei saraceni. Poi cambia mestiere e diviene guardia doganale a Requena. Intanto il fratello, come lavoratore agricolo stava in un paese, Guadahortuna, vicino a Granada, ed era diventato uomo di fiducia del padrone, per cui era nata una forte simpatia con la sua figlia e si pensò alle nozze. Il parroco lo indusse invece a frequentare la propria figlia e lo convinse in tal senso. La famiglia ricca considerò tale comportamento un’offesa e così un giorno il suo cadavere venne trovato quasi irriconoscibile.

3 Antòn Martin, venuto a conoscenza del fatto, si dimise e partì per Granada, dove scoprì che l’assassino era il fratello della ragazza rifiutata, Pedro Velasco. Presentò denuncia e venne incarcerato in attesa del processo, Ma la sua famiglia intervenne per rallentare la giustizia e Antòn per vivere a Granada divenne protettore di prostitute. Tutti i tentativi di far ritirare la denuncia e l’accusa non erano andati in porto. Giovanni di Dio e Antòn MartIn si incontrarono varie volte ed il secondo gli aveva spesso dato dei denari per l’ospedale, ma in un successivo incontro avviene l’imprevedibile.

4 Inginocchiato e addittando il Crocifisso Giovanni disse: “Se vuoi che Lui ti perdoni i peccati, devi perdonare il tuo nemico”. Antòn convinto dall’atteggiamento e dalle parole, si ravvede, fa liberare il carcerato e chiede di essere il primo seguace del precursore dell’ospedale moderno. Con il capo raso, scalzo, con l’abito indicato dal Vescovo di Tùy, trasporta i malati in braccio, fa la questua. digiuna. fa penitenze e sostituisce Giovanni di Dio quando questi viaggia. ne diviene il suo successore. Porta a termine la costruzione del nuovo ospedale di Granada, lo inaugura nel 1552, viene ricevuto a Corte, gli viene offerto il terreno per quello che sarà l’ospedale di Nostra Signora dell’Amor di Dio di Madrid. Si logora alle intemperie per accelerare i lavori, muore il 24 dicembre del 1553.

5 PEDRO VELASCO (1512-1573?) Nasce a Guadahortuna (Granada) in una famiglia abbastanza ricca, ed è il primo maschio. Si sarebbe dedicato a controllare il lavoro agricolo degli altri. Durante tale periodo arrivò alla casa dei Velasco il fratello maggiore di Antòn Martin. Seguirono i fatti riferiti nella biografia precedente e nel 1538, dopo l’assassinio, scappa per nascondersi, ma viene arrestato, incarcerato, sottoposto a processo. In attesa del giudizio conclusivo, per gli sforzi che la famiglia faceva per ritardare l’evento, per proporre accordi, sempre rifiutati da Anton Martin. Nel 1539 viene perdonato da Antòn e liberato dopo il ritiro dell’azione penale e grato per l’intervento decisivo di Giovanni di Dio pensa di seguirlo e lo troviamo attivo nell’ospedale. insieme ad Antòn Martin.

6 Da allora si dedicherà alla questua. alla raccolta degli alimenti, all’assistenza dei malati: dimostrando umiltà e soprattutto una costante perseveranza nel suo operato. frutto di un sincero pentimento. Un giorno Giovanni di Dio lo volle accanto a sé in alcuni viaggi a piedi nell’Andalusia per raccogliere offerte e denaro e successivamente anche in Castiglia. Durante tale esperienza vide Giovanni di Dio donare parte delle elemosine che dovevano servire per i bisognosi di Granada, alle sue lamentele si sentì rispondere: “Dove incontriamo delle necessità dobbiamo soccorrere, perché dare l’elemosina qua o darla a Granada è la stessa cosa, in quanto tutto si fa per Dio, il quale è in ogni luogo”. Pedro dormiva sulla nuda terra e si racconta che quando ripensava all’esecuzione brutale che aveva commesso, si battesse sul petto, chiedendo misericordia a Dio.

7 SIMÒN DE AVILA (1506-1558) E’ nato a Granada, in una famiglia sicuramente danarosa, perché non esercitò alcuna professione e passava le sue giornate tra divertimenti e burle. Aveva un comportamento particolare, dotato di una notevole curiosità, voleva conoscere e sapere tutto ciò che succedeva per farne soggetto di critica e di derisione. Una delle sue vittime fu Giovanni di Dio, che cominciò a pedinare, cercando di ascoltare quanto da lui detto nelle visite a persone anziane e malate, a donne bisognose d’aiuto e in miserìa: attività incessante accanto alla questua. La stanza in cui viveva una di queste persone era in cortile, si trattava di una vedova con due bambine, ed era molto povera, un giorno Giovanni di Dio le portò cinque pani ed un’anfora d’olio. Simòn per vedere e sentire arrivò fino alla porta della stanza.

8 Qui ebbe una visione terrificante, ebbe l’impressione di vedere segnati sulla parete i suoi peccati, per cui cadde a terra e perse la conoscenza, che riprese dopo che Giovanni di Dio gli mise una mano sul capo e gli tracciò delle croci sul petto. Ripensò poi a questo avvenimento ed alle tante volte che aveva schernito tale personaggio, lo aveva anche gettato nella fontana del cortile del Palazzo di Giustizia. Desideroso di cambiare completamente il suo stile di vita, si presentò all’ospedale di via Lucena, e supplicò inginocchiato il suo perdono, divenendo così il terzo seguace. Giovanni di Dio apprezzando le qualità di Simòn gli affidò vari incarichi. Dopo una prolungata attività ospedaliera, nel 1558 Simòn de Àvila morì a Granada.

9 DOMENICO PI0LA (1492-1573?) Nacque a Genova, aveva intrapreso il mestiere di mercante di prodotti spagnoli: cuoi, velluti, argenti ed era venuto a Granada, grande centro di raccolta dei prodotti artigianali. Qui si sposò con una giovane di elevata condizione sociale e divenne uno dei maggiori commercianti della città: era un uomo avaro, nulla dava ai poveri ed anche per i prestiti chiedeva alti interessi. Così Giovanni di Dio ci lasciò descritta la sua attività ospedaliera: “essendo la città grande e molto fredda, specialmente adesso d’inverno, sono molti i poveri che giungono a questa casa di Dio: perché fra tutti, infermi e sani e gente di servizio e pellegrini, ce ne sono più di centodieci: ci sono qui rattrappiti, mutilati, lebbrosi, muti, pazzi. paralitici, tignosi ed altri molto vecchi e molti bambini abbandonati”,

10 Secondo la tradizione popolare, Giovanni di Dio trovandosi molto indebitato, in grosse ristrettezze finanziarie, si recò a casa di Domenico Piola e gli chiese una somma cospicua, al che il mercante disse: “Va bene fratello Giovanni..., ma chi sarà il garante di questo denaro che io vi presto?” Giovanni di Dio, in tutta risposta, trasse dalla manica del suo abito una statuetta del Bambino Gesù e disse: “Caro fratello, ecco qui Colui che si fa garante del mio debito!” Domenico Piola diede una somma maggiore di quella richiesta senza pretenderne la restituzione, Da allora cominciò a frequentare l’ospedale fornendo mezzi economici e aiutando i malati; ma dopo una breve malattia perdette la moglie, chiuse i suoi negozi, liquidati i servi e collaboratori, lasciò tutto il resto a Giovanni di Dio, chiedendogli di vestirlo con l’abito dei confratelli; sarebbe quindi entrato nell’ospedale di Gomeles dopo il 1542. Oltre che un aiuto pratico nel disimpegno delle faccende materiali, fu un bravissimo questuante, perché ad un uomo che era stato tra i più ricchi della città e che ora girava scalzo, in un misero saio, con sporte e bisacce, non si negava l’elemosina “e ne riceveva moltissima”. Fu anche Fratello Maggiore ed era ancora vivo nel 1573.

11 JUAN GARCIA (1499-1569) E’ nato a Guadahortuna e si presume da genitori di un certo rango sociale. Aveva ricevuto l’abito da Giovanni di Dio e lo imitò sia nelle penitenze che nel servizio ai malati, Andava sempre scalzo, con la barba e i capelli rasati, Tutti i suoi averi erano un rosario e una disciplina, in ospedale non aveva un letto.Poggiava la testa su un giaciglio di un malato e pregava. Quando Antòn Martin era Fratello Maggiore l’Infermiere Maggiore era Juan Garcìa e durante qualche assenza, sostituì il superiore, in modo che al ritorno questi trovasse l’ospedale in perfetto ordine, Negli anni in cui era Fratello Maggiore diede l’abito a vari illustri confratelli: Rodrigo de Sigùenza, Sebastiàn Arias, Pedro Soriano, Melchor de los Reyes e Frutos de San Pedro, Morì a 70 anni e fu seppellito nella chiesa dell’ospedale di Granada,

12 Altri seguaci di Giovanni di Dio Accanto ai primi cinque compagni vanno ricordati: Fernando, inviato da Giovanni di Dio a Toledo nel 1548 a fondarvi un ospedale, che venne chiamato l’ospedale di Fernando, in quanto egli era “simile” al Fondatore “nell’abito, nello zelo e nella professione” Marin de Dios (Juan Marin), “uomo di santa vita”, che nel 1570 fondò l’ospedale di Còrdoba. Pedro Pecador, nato nel 1500, a 18 anni divenne eremita, fondò una specie di Tebaide, fu a Roma nel 1540 in pellegrinaggio, dove convertì un ebreo, che si unì alla sua comunità, fondò a Sevilla, nel 1543, l’ospedale de la Santa Cruz, ed altri ospedali tra i quali Màlaga, Antequera, Arcos de la Frontera e Ronda. Nel 1570 andò a Granada, conobbe l’ospedale di Giovanni di Dio e chiese d’entrare nella loro Comunità ospedaliera, proponendo successivamente l’a desione singola di tutto il suo gruppo, il che comportò un ampliamento di altri ospedali. Già anziano andò a Madrid ed ammalatosi, morì vicino alla città, ospite di nobili, ma fu subito dopo trasportato a Granada dove fu sepolto. “Angulo”, (Juan de Àvila), persona di fiducia assoluta di Giovanni di Dio, che sposato e con figli, lavorò accanto a lui, e ha buon diritto di essere ricordato come il primo collaboratore ospedaliero; morto nel 1583 fu sepolto nella chiesa di S. Justo e S. Pastor di Granada

13 SAN RICCARDO PAMPURI (1897-1930) Erminio Pampuri è nato a Trivolzio, un comune a 12 Km. da Pavia, decimo e penultimo figlio di una famiglia povera, restò a tre anni orfano dl madre e a 10 anni anche dl padre, per cui venne educato dagli zil materni. Seguì le scuole elementari nel paesi vicini, poi fu messo a convitto a Pavia per le medie ed il liceo, finito Il quale si Iscrisse alla facoltà dl medicina (Io zio Carlo, che l’aveva ospitato, era medico condotto a Trivolzio). Intanto nel 1912 Fu richiamato alle armi e nel giugno 1917 fu Inviato In zona dl guerra, come caporale dl Sanità (un suo fratello era caduto al fronte nel 1916), rimase poi coinvolto nella ritirata di Caporetto, in cui rimasto solo, si attardò a caricare tutto il materiale sanitario su un carro agricolo trainato da una mucca e dopo due giorni di viaggio poté raggiungere il suo reparto oltre il Tagliamento. Per questa iniziativa gli fu assegnata la medaglia di bronzo. Purtroppo tale fatica imprevista gli portò nocumento, e contrasse una pleurite tubercolare, che, una decina di anni dopo per una riacutizzazione della malattia, gli causerà la morte. I S A N T I

14 Si laureò nel 1921 e nel settembre dello stesso anno ottenne la condotta medica di Morimondo, dove rimase fino al 1927, quando entrò nell’Ordine. Di profonda fede, fin dall’infanzia e durante tutte le passate vicende, poté espletare professio- nalmente tutta la possibile carità: visite gratuite, soccorsi materiali ai parenti degli ammalati, dono delle medicine (a metà mese aveva consumato quasi tutto lo stipendio in questo impegno). Fondò e presiedette il Circolo della gioventù d’Azione Cattolica e patrocinò un corpo bandistico (Circolo Musicale Pio X); venne in conflitto con i fascisti, per cui diede le dimissioni dal sindacato dei medici condotti, divenuto di chiaro indirizzo politico. Vivendo in assoluta povertà elargiva aiuti, oltre ai poveri, anche alle attività parrocchiali e a molti istituti missionari. Entrato tra i FBF, prese il nome di Fra Riccardo, fece la professione il 24 ottobre 1928 e venne incaricato di dirigere l’ambulatorio dentistico gratuito dell’ospedale S. Orsola di Brescia. La salute peggiorò e morì il I° maggio 1930 a Milano all’età di 32 anni.

15 SAN BENEDETTO MENNI (1841-1914) Nasce a Milano, quinto figlio di una famiglia agiata, ottiene la licenza ginnasiale e subito dopo un posto in una banca, da cui si licenzia per non avallare un’operazione finanziaria sospetta, Nel 1859 è volontario alla stazione centrale e vede i FBF accogliere i numerosi feriti, che arrivavano dalla battaglia di Magenta. Chiede di entrare nell’Ordine nel 1860, e accettato prende il nome di Benedetto, per passare a Lodi, dove fu iscritto al seminario e contempora- neamente lavorava in ospedale. Divenne professo nel 1864, e l’anno dopo fu chiamato a Roma dal Padre Generale G.M. Alfieri, e il 14 ottobre 1866 diventa sacerdote, rimanendo un breve periodo vicino al Generale. lI 14 gennaio, presentato dall’ Alfieri, incontrò il Papa Pio IX, e si senti dire: “Va, figlio mio, in Spagna con la benedizione del cielo, a restaurare l’Ordine ospedaliero nella sua stessa culla”, P Menni parti subito per Lione e Marsiglia, ma in aprile era già a Barcellona, dove il 14 dicembre 1867 inaugurò, con 12 letti, un ospedale per bambini handicappati.

16 . Nel 1873 affrontò il rischio di morte, e subito dopo fu espulso dalla Spagna, ma da Marsiglia ottenne di rientrare nei paesi baschi per soccorrere i feriti della guerra carlista (1873- 1876). Nello stesso anno era a Madrid, dove acquistò, a Ciempozuelos, un vasto terreno a 30 Km. dalla capitale, costruendo un ricovero per i malati mentali nel 1877 e che, con Il noviziato trasferito da Barcellona, diventerà la casa madre della restaurata provincia spagnola, sotto le spoglie di un’associazione dl Infermieri Fratelli della Carità, per aggirare le norme anticlericali In vigore. Nel 1878 riotteneva l’affidamento della basilica di S. Giovanni di Dio di Granada e nello stesso anno conobbe in quella città Maria Josefa Recio e Maria Angustlas Glménez, che dovevano diventare con Benedetto Menni le cofondatrici della futura congregazione delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore dl Gesù.

17 Queste sorelle si dedicheranno alle malate mentali, ricoverando Il I° maggio 1882 la prima Inferma. Intanto, P. Menni fondava ospedali a Granada, Sevilla, Màlaga, Gibilterra, Madrid, Carabanchel Alto, GuadalaJara (Messico), Llsboa, Aldeya de Ponte e Telhal (Portogallo), per cui nel 1903 lascia dietro a sé numerose Istituzioni ospedaliere per I FBF e si dedica alle Suore Ospedaliere. Nel 1909 venne nominato Visitatore Apostolico e nel 1911 Priore Generale, L’anno successivo diede le dimissioni e trovò residenza a Parigi, ma dopo un ictus cerebrale, venne trasferito a Dinan, dove morì il 24 aprile 1914. La salma fu trasferita a Ciempozuelos, dove è venerata. È stato beatificato il 23 giugno 1985 e canonizzato il 21 novembre 1999. Benedetto Menni si è incarnato in un vivente messaggio di ospitalità, dalla lotta alle epidemie ai feriti di guerra. Divenne un pioniere della psichiatria moderna, fu un deciso ed instancabile restauratore dell’Ordine ospedaliero e amorevole fondatore delle Suore Ospedaliere, si dedicò alla crescita dei collaboratori e al miglioramento dei servizi, sotto il profilo tecnico ed umano. Dimostrò la sua santità, accettando con fede incrollabile le difficoltà che si moltiplicarono negli ultimi vent’anni della sua esistenza terrena. Concludiamo con una sua frase: “al di fuori di questo amore, la terra è un esilio, una desolazione, una prigione; mentre questo amore trasforma i dolori, le sofferenze, le croci, i disprezzi, la prigionia, in sommo bene”

18 SAN GIOVANNI GRANDE (1546-1600) Nasce a Carmona, secondo di sette figli, frequenta qualche anno di “scuola parrocchiale”, a 11 anni di età muore il padre, e Giovanni viene inviato a Sevilla, per un apprendistato di mercante. Ritorna nella città natale per mettersi a lavorare in proprio, ma nel 1566 lo troviamo ad accogliere malati nell’ospe- dale di N.S. dei Rimedi a Jerez de la Frontera. Due anni prima si era ritirato a Marchena, per consacrarsi a Dio in castità e povertà (vestirà tela di sacco, sarà scalzo e si farà chiamare Giovanni Peccatore) per dedicarsi al servi zio dei poveri e dei malati; nell’anno successivo si stabilirà a Jerez, dove aiuterà anche i carcerati. Nel 1567 si prende carico dell’ospedale 5. Giovanni Laterano, nel 1572 inizia la costruzione del l’ospedale di N. S, della Candelora che, unito tre anni dopo al ricovero di S. Sebastiano, diviene un efficiente ospedale generale. Ma già nell’anno precedente si era recato a Granada dove aveva chiesto di entrare nell’Ordine ospedaliero di Giovanni di Dio (che era stato approvato come Congregazione dalla Santa Sede nel 1571), a cui apporta il suo ospedale ed i collaboratori.

19 Apre quindi un noviziato e fonda negli anni 80-90 gli ospedali di Medina Sidonia, di Arcos de la Frontera, di Villamartin e di Sanlùcar de Barrameda, (dove operò la fusione e la riorganizzazione del settore ospedaliero), a cui seguirà nel 1592-93 la riduzione degli ospedali di Jerez, su incarico del l’arcivescovo di Sevilla e su suo progetto ed esecuzione. Nel 1596 accoglie i fuggitivi di Càdiz, dopo la conquista inglese e nel 1599 un suo discepolo dirige l’ospedale di S. Lucia del Puerto de Santa Maria. Nel 1599 arriva una grave epidemia di peste (in passato, nel 1574 Fra Giovanni aveva diretto la lotta contro la malattia e l’assistenza agli appestati) e di nuovo egli si trova impegnato in prima persona, offrendosi a Dio come vittima di espiazione per la cessazione del terribile morbo. Ma il 3 giugno 1600, dopo otto giorni di sofferenze, muore di peste e viene sepolto in fretta nel giardino dell’ospedale. Nel 1853 diventa Beato, nel 1986 viene riconosciuto patrono delle diocesi di Jerez e infine il 2 giugno 1996 è proclamato Santo, Oggi riposa nella chiesa “Santuario diocesano” dell’ospedale dell’Ordine nella sopraddetta città. Personalità preminente della seconda metà del Cinquecento dedicò la sua vita ai malati abbandonati, che morivano per le strade per mancanza di ricoveri.

20 . Divenne un grande organizzatore ospedaliero ed un leader nella lotta alle epidemie terrificanti dell’epoca, ma contemporaneamente con sublime umiltà, invece di fondare una congregazione, entrò nel l’Ordine di 5. Giovanni di Dio, favorendo così l’apporto di altri confratelli e di ospedali, Così scriveva il santo: “curare malati di ogni infermità e i poveri incurabili che non sono accolti da nessun’altra parte. E a ognuno di questi malati viene dato il suo letto, il pasto, il medico e le medicine finché guariscono o muoiono”,

21 Beato Eustachio Kugler, servo di Dio, per molti anni Provinciale della Provincia Bavarese che seppe guidare con grande semplicità e forza d’animo, in un momento politico particolarmente grave.

22 a Cuba nella città di Camaguey seppe resistere da solo per ben 23 anni nel suo ospedale, da cui riuscì a strapparlo soltanto la morte nel 1889. Potremmo continuare ancora a lungo. Ci piacerebbe tanto saper leggere nella storia, nella nostra storia per illuminare il presente. Beato José Olallo Valdés

23 Altri Confratelli Sarebbe senz’altro una bella cosa, se potessimo narrare qui la vita e le azioni di molti altri nostri Confratelli. Ma purtroppo lo spazio ce lo vieta. Pertanto ci limiteremo a segnalarne alcuni iniziando da Fra Francesco Camacho, il quale, convertitosi all’ideale di San Giovanni di Dio, dedicò poi tutta la sua vita alla nostra causa nella città di Lima (Perù). Fra Gabriele Ferrara, grande chirurgo e fondatore della Provincia Germanica, insignito con diverse decorazioni dall’imperatore d’Austria. Fra Manuel Chaparro, religioso ospedaliero illuminato, del Cile, professore di filosofia all’università di Santiago, prima inventore di una mistura propria contro il vaiolo, poi propagatore del vaccino che era stato appena scoperto. Fra Giovanni Maria Alfieri, uomo di grande co­raggio, promotore della restaurazione in Spagna e del rinvigorimento morale dell’Ordine in Italia..


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