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1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Angelo Marinelli Coordinatore.

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1 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Dal debito pubblico alla grande riforma Centro Studi Cisl Firenze 17 – 18 marzo 2014

2 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il paradosso di Samuelson “La formula della felicità, fino a questo momento, è consistita nell’eseguire l’operazione consumi fratto desideri. Ma questa è stata una ricetta per il consumismo. Se invece si azzerano i desideri, la felicità tende all’infinito” (Paul Samuelson).

3 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il debito pubblico: una questione inaggirabile Il debito pubblico è pari al valore nominale di tutte le passività lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, enti locali e istituti previdenziali pubblici). Il debito è costituito da biglietti, monete e depositi, titoli diversi dalle azioni – esclusi gli strumenti finanziari derivati – e prestiti, secondo le definizioni del SEC 95. Il valore si riferisce al 31 dicembre di ciascun anno. L’ammontare dei titoli di Stato in circolazione si riferisce invece a tutti i titoli emessi dallo Stato, sia sul mercato interno (BOT, CTZ, CCT, BTP, BTP€i e BTP Italia), sia sul mercato estero (programmi Global, MTN e Carta commerciale). Al 31 dicembre 2012 i titoli di Stato rappresentano circa l’82% del debito pubblico

4 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Relazione fra tassi di interesse, deficit e debito pubblico I titoli emessi dagli Stati sono obbligazioni a rendimento predeterminato (il tasso di interesse che lo Stato si impegna a pagare resta fisso anche in una situazione di miglioramento complessivo dell’economia fino a scadenza del titolo)I titoli emessi dagli Stati sono obbligazioni a rendimento predeterminato (il tasso di interesse che lo Stato si impegna a pagare resta fisso anche in una situazione di miglioramento complessivo dell’economia fino a scadenza del titolo) Se un soggetto ha più debiti e/o ha un elevato differenziale fra uscite e entrate è più rischiosoSe un soggetto ha più debiti e/o ha un elevato differenziale fra uscite e entrate è più rischioso Il tasso di interesse è il compenso che gli Stati corrispondono a fronte della rinuncia di liquidità degli investitori. Più gli Stati sono rischiosi, maggiore è il tasso di interesse da corrispondere.Il tasso di interesse è il compenso che gli Stati corrispondono a fronte della rinuncia di liquidità degli investitori. Più gli Stati sono rischiosi, maggiore è il tasso di interesse da corrispondere. Gli Stati sono “più rischiosi” se hanno un deficit elevato perché questo in prospettiva aumenta il livello del debito complessivo e riduce la “credibilità” di uno Stato nel restituire le somme prese a prestito.Gli Stati sono “più rischiosi” se hanno un deficit elevato perché questo in prospettiva aumenta il livello del debito complessivo e riduce la “credibilità” di uno Stato nel restituire le somme prese a prestito. Debito pubblico complessivo (DEB) = Deficit + Deb x iDebito pubblico complessivo (DEB) = Deficit + Deb x i

5 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Relazione fra tassi di interesse, deficit e debito pubblico Tassi alti implicano una maggior spesa per interessi Tassi alti implicano una maggior spesa per interessi DEB = Def + Deb×i DEB = Def + Deb×i Un aumento di i a parità di entrate fa crescere Def Un aumento di i a parità di entrate fa crescere Def + deficit= + spesa per interessi= +deficit + deficit= + spesa per interessi= +deficit + deficit + debito pubblico + deficit + deficit + debito pubblico + deficit

6 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il bilancio dello Stato Competenza o Cassa Competenza o Cassa Previsionale o Consuntivo Previsionale o Consuntivo Annuale o Pluriennale Annuale o Pluriennale

7 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il disavanzo (Deficit) Il deficit è il disavanzo del bilancio dello Stato, dato dalla differenza fra Spese ed entrate complessive o fra le spese al netto degli interessi sul Debito (Spesa primaria) e le Entrate complessive Il deficit è il disavanzo del bilancio dello Stato, dato dalla differenza fra Spese ed entrate complessive o fra le spese al netto degli interessi sul Debito (Spesa primaria) e le Entrate complessive  congiunturale: la quota del disavanzo pubblico che dipende dal ciclo economico;  strutturale: la quota del disavanzo pubblico che viene corretta dalle variazioni di tipo congiunturale, imputabili cioè alle fasi del ciclo economico

8 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il bilancio pubblico dello Stato Spese finali = spese correnti + spese in conto capitale Spese complessive = Spese finali + interessi sul debito pubblico Entrate correnti = entrate tributarie + entrate extratributarie Entrate finali = Entrate correnti + straordinarie Risparmio pubblico = Entrate correnti – spese correnti Saldo netto da finanziare = Entrate finali – Spese finali Avanzo primario = Entrate finali – spese finali (al netto degli interessi sul debito pubblico) Ricorso al mercato = Entrate finali – Spese complessive

9 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il debito pubblico: una questione inaggirabile DEBITO PUBBLICO: é il debito dello Stato nei confronti di altri soggetti, imprese, banche che hanno sottoscritto titoli pubblici destinati a finanziare il disavanzo del bilancio pubblico. Si ha un disavanzo nel bilancio pubblico quando le spese pubbliche sono maggiori delle entrate. DEBITO CONSOLIDATO: costituito da titoli obbligazionari per i quali la data del rimborso non è stabilita al momento dell’emissione, ma è lasciata alla discrezionalità dello Stato. DEBITO REDIMIBILE: costituito da titoli a medio e lungo termine per i quali è prevista una data di scadenza per il rimborso e il cui servizio è distribuito nel tempo secondo determinati piani di ammortamento DEBITO FLUTTUANTE: costituito da titoli di credito a breve scadenza, o da debiti nei confronti di istituzioni monetarie e finanziarie, ai quali non corrisponde un’emissione di titoli. Questa forma di debito viene utilizzata per il finanziamento a breve termine del settore Statale. Conto del Tesoro presso Banca d’Italia o Conti correnti con la Cassa Depositi e Prestiti, ed altri Istituti Finanziari Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) Prestito nazionale rendita 5% emesso nel 1935

10 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali I “mercati” del Debito pubblico I titoli del debito pubblico possono essere acquistati sia sul mercato primario che sul mercato secondario. In entrambi casi, chi intende acquistare titoli pubblici deve rivolgersi alla propria banca o a un intermediario finanziario. Nel MERCATO PRIMARIO sono negoziati i titoli di nuova emissione mediante il meccanismo dell’ASTA MISTA. Nel sistema di Asta Mista, il Tesoro stabilisce la quantità di Titoli da collocare sul mercato ed un prezzo minimo di offerta. Nel MERCATO SECONDARIO, si svolgono le negoziazioni dei titoli già in circolazione. In Italia nel 1988 è stato creato il mercato Secondario Telematico dei Titoli di Stato. ASTA COMPETITIVA: è il sistema di collocamento dei BOT. Tali titoli vengono assegnati al prezzo offerto da ciascun partecipante all’asta. ASTA MARGINALE: è il sistema di collocamento dei BTP e dei CCT. L’assegnazione di tali titoli viene effettuata ad un unico prezzo, il cosiddetto “prezzo marginale”.

11 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Relazione debito pubblico - banche  Le banche detengono nel proprio attivo molti titoli di Stato, tipicamente del proprio paese  Se uno Stato va in default non ripaga i propri creditori  Se il prezzo dei titoli detenuti in portafoglio dalle banche si riduce diminuisce cala l’attivo delle banche  Ciò può portare le banche ad essere insolventi  Il default di un Paese implica il rischio di default delle Banche  I mercati anticipano questo rischio per cui vendono azioni delle banche dei paesi a rischio  Il valore delle azioni delle banche crolla  il fallimento di molte delle sue banche amplifica i rischi di default di un Paese

12 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il debito in Italia Il calo del prezzo dei titoli dei PIGS rispetto a quelli tedeschi sul mercato secondario (operazioni di mercato aperto della Banca centrale) e l’aumento dei tassi di interesse per collocare titoli sul mercato delle nuove emissioni (titoli collocati tramite asta competitiva) determina l’aumento dello spread dei tassi italiani rispetto al Bund Il mercato secondario è quello in cui vengono scambiati titoli di stato che si trovano nei portafogli di famiglie, banche e imprese.

13 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Le agenzie di rating Le agenzie di rating valutano il rischio dei diversi soggetti economici (stati, operatori ed enti privati, ecc.) Le agenzie di rating valutano il rischio dei diversi soggetti economici (stati, operatori ed enti privati, ecc.) le agenzie di rating sono società private che emettono valutazioni sulla base della situazione economica e finanziaria dei diversi emittenti di titoli (privati o pubblici) e sulle loro prospettive future. le agenzie di rating sono società private che emettono valutazioni sulla base della situazione economica e finanziaria dei diversi emittenti di titoli (privati o pubblici) e sulle loro prospettive future. Il giudizio si riferisce anche alla capacità degli emittenti dei titoli di mantenere fede agli impegni assunti con i risparmiatori. Il livello di solvibilità è riassunto dalle lettere dell’alfabeto (AAA, AA+, BBB, ecc..) Il giudizio si riferisce anche alla capacità degli emittenti dei titoli di mantenere fede agli impegni assunti con i risparmiatori. Il livello di solvibilità è riassunto dalle lettere dell’alfabeto (AAA, AA+, BBB, ecc..)

14 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il fabbisogno finanziario della P.A. Il Fabbisogno della P.A. è positivo, qualora si configuri un Disavanzo di bilancio o negativo, se siamo in presenza di un Avanzo di bilancio. Il fabbisogno primario è dato dalla differenza fa la spesa pubblica e le entrate, al netto degli interessi sul Debito F= (Gt – Tt) + iDt-1 Gt = spesa pubblica al tempo t Gt = spesa pubblica al tempo t Tt = imposte, tasse e contributi i = interessi pagati sul Debito pubblico i = interessi pagati sul Debito pubblico Dt-1 = Debito pubblico al tempo “t-1”

15 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Le agenzie di rating Le agenzie di rating valutano il rischio dei diversi soggetti economici (stati, operatori ed enti privati, ecc.) Le agenzie di rating valutano il rischio dei diversi soggetti economici (stati, operatori ed enti privati, ecc.) le agenzie di rating sono società private che emettono valutazioni sulla base della situazione economica e finanziaria dei diversi emittenti di titoli (privati o pubblici) e sulle loro prospettive future. le agenzie di rating sono società private che emettono valutazioni sulla base della situazione economica e finanziaria dei diversi emittenti di titoli (privati o pubblici) e sulle loro prospettive future. Il giudizio si riferisce anche alla capacità degli emittenti dei titoli di mantenere fede agli impegni assunti con i risparmiatori. Il livello di solvibilità è riassunto dalle lettere dell’alfabeto (AAA, AA+, BBB, ecc..) Il giudizio si riferisce anche alla capacità degli emittenti dei titoli di mantenere fede agli impegni assunti con i risparmiatori. Il livello di solvibilità è riassunto dalle lettere dell’alfabeto (AAA, AA+, BBB, ecc..)

16 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il ruolo della Banca d’Italia nel finanziamento del debito: cronistoria dell’Italia economica 1976: MATRIMONIO FRA IL TESORO E LA BANCA D’ITALIA 1981: IL DIVORZIO TRA IL TESORO E LA BANCA D’ITALIA Nel 1993, ci fu la definitiva SEPARAZIONE FRA LA BANCA D’ ITALIA E IL TESORO, realizzata attraverso l’abolizione del conto corrente di Tesoreria. Il rapporto tra debito e pil subì un aumento dal 103,5% del 2007 al 115,8% del 2009 e nel 2010: il rapporto tra debito e pil sale fino al 119%. Il debito pubblico, nel 1996 e 1997, restava elevatissimo, raggiungendo un livello pari al 123%del PIL L’Italia accettò di entrare nell’UME, ma aveva nel 1991 un disavanzo del bilancio pubblico del 10% e un debito pubblico pari al 95% del PIL. Nel 1998, il debito pubblico diminuì di 5 punti, passando al 118% del PIL.

17 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali La crisi del debito in Europa Un altro aspetto che incide sul “rischio Paese” è dato dal grado di diffusione e di possesso dei titoli pubblici Il 70% del debito greco è detenuto da investitori esteri il 35% del totale di titoli emessi dallo Stato italiano sono detenuti da investitori esteri.

18 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il debito pubblico in europa Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Euro-indicators (22 aprile 2013)

19 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Spese, entrate, indebitamento in europa Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Euro-indicators (22 aprile 2013)

20 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il debito italiano

21 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il debito netto

22 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Composizione del Debito pubblico al 31/12/2012

23 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Cronistoria del debito pubblico Fino alla metà degli anni ’60 il rapporto Debito/Pil < 30%. Negli anni ’70 schizza in alto il disavanzo primario ma grazie al finanziamento monetario e al basso livello dei tassi di interesse (il cui tasso di crescita permane inferiore al tasso di crescita del Pil) il rapporto Debito/Pil cresce in modo più contenuto. Nel 1970 il livello Debito/Pil è già al 40%. Nel 1975 il disavanzo primario supera l’8% del Pil. Negli anni ’80 l’aumento dei tassi di interesse la cui crescita supera quella del Pil peggiora i disavanzi complessivi: il rapporto Debito/Pil schizza in alto Nel 1980 è quasi il 60%. Agli inizi degli anni ’90 si realizza una rinnovata attenzione agli equilibri di finanza pubblica (nel 1992 per la prima volta si registra un avanzo primario), ma diminuisce il tasso di crescita del Pil e aumentano i tassi di interesse. Nel 1991 supera la soglia del 100%; Nella seconda metà degli anni ’90 si raggiunge il 124%. I vincoli di finanza pubblica imposti dal Patto di stabilità riducono i margini di iniziativa per politiche anticicliche: la via fiscale diventa percorribile solo contestualmente alla riduzione della Spesa pubblica. Si avvia un percorso di rientro fino allo scoppio della crisi economica del 2011

24 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Distribuzione dei titoli pubblici per categorie di investitori dal 1951 al 1962 (miliardi di lire)

25 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Consistenza del debito di Stato ripartita per possessori dal 1963 al 1970 (valori percentuali)

26 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Consistenza dei titoli del debito dello Stato per possessori dal 1971 al 1980 (valori percentuali)

27 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Consistenza dei titoli del debito dello Stato per possessori dal 1981 al 1995 (valori percentuali)

28 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Debito/Pil (%) 1963 - 1980

29 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Debito/Pil (%) 1981 - 2000

30 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il debito pubblico: una questione inaggirabile

31 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Andamento spread tassi interesse titoli italiani - tedeschi

32 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Quanto pesa il debito pubblico (2)? La dinamica della spesa pubblica Quote di Pil 1951196019701980199020002009 Entrate complessive 20.227.929.634.441.846.547.2 Spesa netto interessi 22.527.631.836.943.241.047.8 Interessi passivi1.21.61.84.410.16.34.7 Spesa complessiva 23.629.233.641.453.347.352.5 Saldo di bilancio (indebitamento netto) -3,4- 1.3- 4.0- 7.0- 11.4- 0.8- 5.3 Saldo primario - 2,2+0.3- 2.2- 2.5- 1.35.5- 0,6% N.b.: le cifre si riferiscono a valori percentuali in rapporto al Pil

33 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali E’ tutta colpa del debito pubblico? 1951 - 60 1960 - 70 1970 - 80 1980 - 90 1990 - 00 2000 - 09 Spesa netto interessi, termini reali 8.07.15.54.50.72.1 Pil termini reali5.6 3.82.41.60.2 Deflatore consumi privati 2.54.514.810.04.22.4 N.b.: le cifre si riferiscono a valori percentuali Crescita media in valori % delle diverse grandezze (i dati sono riferiti a valori medi del decennio considerato

34 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali E’ tutta colpa del debito pubblico? Il disavanzo della P.A. nella storia della Repubblica italiana mostra una tendenza strutturale del Paese a vivere al di sopra delle proprie possibilità Il basso livello di indebitamento delle famiglie suggerisce, tuttavia, di tenere conto anche del livello di patrimonializzazione complessivo, ovvero della somma fra debito pubblico e debito privato Oltre al debito pubblico/Pil occorre tenere conto del rapporto Debito pubblico/entrate fiscali. Quantità e qualità delle entratefiscali qualificano, infatti, il grado di solvibilità di un Paese

35 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Entrate pubbliche - classificazione Il nuovo articolo 81 della Costituzione (1) Comma 1: Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico Principio del “pareggio di bilancio” in termini strutturali (a partire dal 1° gennaio 2014). Riflette l’impegno al risanamento delle finanze pubbliche in attuazione dei vincoli posti dal Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria (cd Fiscal Compact ) adottato dal Consiglio europeo nel gennaio 2012. Da leggere congiuntamente a nuovo art. 97 Cost.: Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico Vincolo di equilibrio di bilancio e sostenibilità del debito di tutte le pubbliche amministrazioni

36 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Debito pubblico ed oneri per interessi: 1990 - 2008 In 18 anni il Tesoro ha pagato interessi cumulati per ben 1.605 miliardi.

37 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Spesa per interessi nei principali Paesi dell’Unione europea

38 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Le regole del processo di bilancio

39 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il Fiscal compact Il fiscal compact introduce obiettivi e parametri funzionali a garantire un’adeguata sostenibilità del Debito attraverso: regola del pareggio di bilancio (prestiti in caso di difficoltà finanziarie solo in caso di “costituzionalizzazione del principio del pareggio di bilancio); parametri deficit/Pil e debito/Pil Deficit pubblico congiunturale non > 3% del Pil Deficit pubblico strutturale < o = 0.5% del Pil (per i Paesi con debito < 60% del Pil il deficit non deve superare l’1%); Paesi debito pubblico > 60% del Pil devono ridurre la loro eccedenza di 1/20° l’anno (salvo “fattori rilevanti”;

40 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali L’art. 81 Cost. R.I. Comma 1: Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico Principio del “pareggio di bilancio” in termini strutturali (a partire dal 1° gennaio 2014). Riflette l’impegno al risanamento delle finanze pubbliche in attuazione dei vincoli posti dal Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria (cd Fiscal Compact ) adottato dal Consiglio europeo nel gennaio 2012 Da leggere congiuntamente a nuovo art. 97 Cost.: Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico Vincolo di equilibrio di bilancio e sostenibilità del debito di tutte le pubbliche amministrazioni

41 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali L’art. 81 Cost. R.I. (2) Comma 2: Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi Eccezionali Comma 3: Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi Fronte Comma 4: Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo Comma 5: L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi

42 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali L’art. 81 Cost. R.I. (3) Comma 6 Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l'equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale => Legge n. 243/2012 “Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione”

43 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Legge 243/2012 Contenuti essenziali (applicazione dal 1° gennaio 2014) Regola sui saldi Obbligo per le amministrazioni pubbliche di assicurare l'equilibrio dei bilanci, specificando che tale equilibrio corrisponde all'obiettivo di medio termine (OMT) determinato in termini di saldo consolidato delle Amministrazioni pubbliche in termini strutturali, cioè corretto per tenere conto degli effetti del ciclo economico e al netto delle misure una tantum L'equilibrio dei bilanci si intende conseguito quando il saldo strutturale di consuntivo evidenzia uno scostamento dall'obiettivo di medio termine inferiore a quello considerato significativo ai sensi dell'ordinamento dell'Unione europea (pari, in sostanza, allo 0,5 per cento del PIL) L’obiettivo di medio termine per l'Italia coincide nel 2013 con il pareggio di bilancio calcolato in termini strutturali

44 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Legge 243/2012 (2) Scostamenti del saldo strutturale dall’OMT Scostamenti temporanei del saldo strutturale dall’OMT (che dunque permettono il ricorso all'indebitamento) sono consentiti esclusivamente in caso di eventi eccezionali. Per eventi eccezionali si intendono: i periodi di grave recessione economica relativi anche all'area dell'euro o all'intera Unione europea; gli eventi straordinari, al di fuori del controllo dello Stato, come gravi crisi finanziarie e gravi calamità naturali; lo scostamento deve essere autorizzato delle Camere a maggioranza assoluta

45 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Legge 243/2012 (3) Regola sul debito Obbligo per le amministrazioni pubbliche di concorrere ad assicurare la sostenibilità del debito pubblico: qualora il rapporto debito/PIL superi il valore di riferimento definito dall'ordinamento dell'Unione europea (60% del PIL) si devono adottare interventi per ridurlo in ciascun anno nella misura di almeno 1/20 dello scostamento rispetto a tale valore di riferimento nella media negli ultimi tre anni Regola sulla spesa pubblica Il tasso annuo programmato di crescita della spesa delle amministrazioni pubbliche non può superare quello del PIL potenziale

46 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il nuovo bilancio Circolare min. economia ai ministeri di spesa febbraio Documento di economia e finanza (DEF) 10 aprile Nota aggiornamento al DEF settembre Manovra di finanza pubblica Presentazione ddl bilancio a leg. vigente annuale 15 ottobre Presentazione a leg. vigente pluriennale ottobre Presentazione ddl di stabilità 15 ottobre Approvazione leggi di stabilità e di bilancio 31 dicembre Approvazione ddl collegati alla manovra di fin. pub. 31 gennaio Presentazione ddl rendiconto generale dello Stato (t-1) e e ddl assestamento bilancio dello Stato (t) 30 giugno

47 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il nuovo bilancio Documento di economia e finanza (DEF) (10 aprile) definisce la manovra di finanza pubblica per il periodo compreso nel bilancio pluriennale. Si inserisce nella nuova procedura di sorveglianza multilaterale dei bilanci nazionali. Mediante questo documento sono fissati: gli obiettivi di politica economica e le regole che dovrebbero consentire il raggiungimento di questi obiettivi. Il DEF viene inviato alle istituzioni comunitarie, che possono eventualmente invitare gli Stati Membri a rivedere il programma presentato Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (DEF) (20 settembre) Obiettivi: aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica in relazione alla maggiore stabilita e affidabilità delle informazioni disponibili aggiornare gli obiettivi programmatici, in considerazione delle eventuali raccomandazioni approvate dal Consiglio dell‘EU sull'Aggiornamento del PS Che cosa stabilisce? gli obiettivi di saldo netto da finanziare per il bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale i contenuti del Patto di stabilita interno, con le relative sanzioni da applicare, e del Patto di convergenza

48 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il nuovo bilancio Disegno di legge di stabilità (15 ottobre) Sostituisce il disegno di legge finanziaria e contiene le misure necessarie per realizzare per il triennio di riferimento gli obiettivi di finanza pubblica indicati nella DEF adeguando la legislazione vigente. In particolare definisce: il livello max del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato la variazione delle aliquote delle imposte l’importo complessivo destinato al rinnovo dei contratti pubblici altre regolazioni meramente quantitative Disegni di legge collegati Contengono la legislazione sostanziale relativa ad interventi nel settore previdenziale, sanitario, del pubblico impiego, di riforma del sistema fiscale

49 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Proposta Prodi – Quadrio Curzio La proposta prevede l’istituzione di un fondo finanziario europeo (Ffe) per l’emissione di Eurobond con 4 caratteristiche fondamentali: un capitale conferito dagli Stati membri in proporzione alle loro quote nel capitale della Bce garantito dalle riserve auree per un controvalore intorno ai 450 miliardi di euro; il Ffe con 1.000 miliardi di euro di capitale versato potrebbe emettere Eurobond con durata decennale al tasso del 3% per un valore pari a 3.000 miliardi. L'onere di interessi sarebbe di 90 miliardi di euro all'anno pari oggi a circa l'1% del Pil dell’Uem, pagabile sia con i profitti del conferimento delle partecipazioni mobiliari dei diversi Stati al Ffe, sia con una quota dell'Iva degli stessi; il Ffe potrebbe utilizzare i 3.000 miliardi raccolti in due modi:  facendo scendere la media del debito dei Paesi dell’Eurozona dall'attuale 85% al 60%, mediante la sostituzione dei titoli del debito degli Stati membri per un valore pari a 2.300 miliardi di euro  utilizzando i restanti 700 miliardi per grandi investimenti europei finalizzati allo sviluppo, mediante la ricapitalizzazione di importanti imprese multinazionali; le quote di partecipazione al Fondi finanziario europeo degli Stati membri dell’Eurozona verrebbero periodicamente riviste a favore dei vari Paesi tenendo conto della parte che eccede il 60% del rapporto debito pubblico/Pil dei singoli Stati.

50 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali La proposta Roubini L’economista Nouriel Roubini ritiene che una massiccia riduzione dello stock di debito sia necessaria per scongiurare il default degli Stati con elevato debito. Per il nostro Paese la proposta prevede una riduzione dello stock dal 120% al 90% del Pil, attraverso due possibili strade:  la prima, meno preferibile, ridurrebbe del 25% il valore nominale di tutti i titoli in circolazione;  la seconda consisterebbe nel dilazionare la scadenza dei buoni del tesoro in circolazione spostandola a 20 30 anni contestualmente ad una riduzione delle cedole.

51 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali La proposta di Monorchio e Salerno - Aletta La proposta si sviluppa attraverso due distinte misure: la prima è finalizzata ad una riduzione strutturale della spesa pubblica pari al 10%, tramite l’emissione di titoli obbligazionari pubblici da corrispondere ai creditori della Pubblica amministrazione in luogo dei pagamenti in contanti; l’operazione consentirebbe di realizzare un risparmio pari a circa 200 miliardi di euro in venti anni e di saldare il debito in 20 anni, ad un tasso di sconto pari a quello in vigore computato sul debito residuo.

52 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali La proposta di Monorchio e Salerno – Aletta (2) La seconda misura prevede che proprietari di immobili destinabili ad uso abitativo non gravati da garanzie ipotecarie, possano sottoscrivere titoli del debito pubblico di durata ventennale. Le somme necessarie alla sottoscrizione sarebbero anticipate da Banche, previa accensione di una garanzia ipotecaria sugli immobili posseduti, per un importo non superiore alla meta' del loro valore commerciale Il tasso di interesse dell'1% verrebbe corrisposto alle persone fisiche e giuridiche garanti, mentre quello relativo al tasso di sconto sarebbe versato alla Banca agente a fronte dell’onere della provvista di liquidità corrisposta per l'acquisto dei titoli non commercializzabili. I titoli verrebbero rimborsati ogni anno, per un ventesimo del loro valore con un rendimento annuo pari al tasso di sconto stabilito dalla Bce, aumentato dell'1%. La garanzia si ridurrebbe annualmente nella stessa misura dell'ammortamento dei titoli sottoscritti e sarebbe riscattabile in qualsiasi momento mediante il pagamento alla Banca della somma corrispondente al valore residuo del debito.

53 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali La proposta di Monorchio e Salerno – Aletta (3) Il vantaggio per lo Stato consisterebbe in un risparmio degli oneri per il servizio del debito, attraverso nuove emissioni realizzabili a tassi Bce, grazie alla garanzia del patrimonio immobiliare privato. Lo Stato potrebbe cosi contrarre 450 miliardi di debito pubblico a un tasso ridotto, con un risparmio di almeno due punti percentuali, stabilizzando il debito e il relativo onere per la provvista, riducendo la quota in mano agli investitori esteri, al riparo da possibili speculazioni. Sugli immobili offerti in garanzia si applicherebbero per tutto il periodo corrispondente le sole imposte e tasse vigenti all'atto della costituzione della garanzia, nella misura vigente in quel periodo d'imposta. I privati verrebbero parzialmente compensati del loro sacrificio mediante la corresponsione del tasso di interesse dell’1% e i titoli sarebbero comunque esenti da qualsiasi imposta e prelievo presente e futuro

54 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali I punti critici dell’economia italiana Elevato livello del debito pubblico Elevata elasticità della spesa pubblica in rapporto al reddito; Bassa crescita; Elevato cuneo fiscale e contributivo e livello insufficiente del reddito disponibile per finanziare la domanda aggregata interna Basso tasso di produttività; Quote distributive squilibrate a beneficio dei profitti non reinvestiti Elevata elasticità delle importazioni rispetto alla domanda interna Elevato livello dell’economia sommersa e dell’evasione fiscale Crisi finanziaria e rallentamento economico inducono un calo delle entrate ed un aumento delle spese sociali (ad es. i sussidi di disoccupazione) Scarsa propensione all’innovazione e agli investimenti

55 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali 55/ 37 Come uscire dalla crisi?  Riprendere il sentiero della crescita (investimenti produttivi, innovazione, crescita dimensionale imprese italiane, ecc.), sostenendo la domanda interna  Abbattere lo stock di debito pubblico senza depauperare le potenzialità di crescita dell’economia italiana: isolare la spesa pubblica improduttiva privatizzare ciò che non è essenziale gestisca lo Stato valorizzando il patrimonio immobiliare e mobiliare dismesso; recuperare le risorse occultate (evasione fiscale e economia sommersa)

56 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali 56/ 37 Cosa ci aspetta nei prossimi anni? (5) Intervenire sulla spesa pubblica improduttiva Gli sprechi si localizzano in tre grandi comparti: Sprechi nella produzione o organizzazione delle attività e dei beni pubblici (fattori produttivi in eccedenza rispetto alle necessità); Sprechi in attività utili per la collettività ma i cui benefici sono inferiori ai costi di produzione; (funzione di produzione errata, mal funzionamento del processo produttivo) Sprechi nelle allocazioni settoriali della spesa all’interno del bilancio pubblico Ovvero pagamenti di fattori della produzione a prezzi superiori al loro prezzo di mercato (farmaci o materiali nella sanità a prezzi diversi nelle diverse asl)

57 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Spesa pubblica per funzioni

58 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Entrate pubbliche - classificazione

59 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Elasticità media della spesa per consumi pubblici/Pil 1995 - 2007 Fonte Mef – Riunione 13/01/2011 – Gruppo lavoro Parti sociali Analisi bilancio pubblico

60 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Tassi di crescita della spesa per pensioni in termini monetari nei tre decenni dal 1980 al 2009

61 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali La sfida demografica La crisi economica Sostenibilità dei sistemi di welfare Adeguatezza delle prestazioni previdenziali 61 Il contesto socio – economico - demografico

62 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Garantire la sostenibilità del sistema sul lungo periodo 8 paesi (Austria, Finlandia, Germania, Italia, Giappone, Corea, Portogallo, Turchia) hanno ridotto le prestazioni in modo quasi uniforme a prescindere dal livello di retribuzione del lavoratore/trice. La riduzione media delle prestazioni è pari al 22%; 3 paesi (Francia, Messico, Svezia) hanno ridotto le prestazioni ma salvaguardato i lavoratori/trici con basse retribuzioni; 3 paesi (Ungheria, Polonia, Slovacchia) hanno, al contrario, abbassato il livello di ridistribuzione e le pensioni dei lavoratori con bassi redditi sono state significativamente ridotte (-25% Polonia, -13% Slovacchia); Un quarto gruppo di paesi ha agito (in vari modi) per aumentare le prestazioni pensionistiche (Australia e Norvegia hanno reso obbligatorie piani pensionistici privati, Nuova Zelanda, UK e Repubblica Ceca hanno aumentato l’età pensionabile quindi si dovranno versare più contributi). 62 Le riforme pensionistiche

63 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali La Spesa pubblica connessa all’età (pensioni, sanità, long term care) aumenterà in media:  del 4,75% sul PIL in EU  oltre il 5% sul PIL in area Euro =+ 7% sul PILDa 4% a 7% sul PIL =- 4% sul PIL Lussemburgo, Grecia, Slovenia, Cipro, Malta, Olanda, Romania, Spagna, Irlanda Belgio, Finlandia, Repubblica Ceca, Lituana, Slovacchia, UK, Germania, Ungheria Bulgaria, Svezia, Portogallo, Austria, Francia, Danimarca, Italia, Lettonia, Estonia, Polonia. Fonte: Ageing Report 2009- European Economy 63 Le conseguenze sul pil delle riforme pensionistiche

64 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Spesa pubblica per pensioni - Scenario nazionale base Spesa in rapporto al PIL e sua scomposizione

65 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Pil e spesa previdenziale Spesa pubblica per pensioni dopo D.L. 201/2011 N.B.: Lo scenario adottato assume un tasso di crescita del PIL reale dell’1,4%, un deflatore del 2% ed un tasso di crescita annuo della produttività dell’1,3%

66 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Obiettivi programmatici (Nota di aggiornamento DEF 2013, 20/09/2013)

67 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Prodotto interno lordo nel Mondo

68 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Spese, entrate, pressione fiscale, indebitamento e debito delle P.A. nei paesi UeM (2010- 2012)

69 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Composizione entrate fiscali: EU (% Pil)

70 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali 70/ 37 Cosa ci aspetta nei prossimi anni? (4) Privatizzare si, ma attenti ai falsi miti…. Le privatizzazioni costituiscono una grande opportunità per l’Italia ma esse richiedono un notevole cambiamento nei mercati e nelle istituzioni: Un domanda capace di intercettare le dismissioni dell’enorme patrimonio immobiliare Una industria privata in grado di partecipare alle privatizzazioni; Un mercato dei capitali capace di controllare gli amministratori delle imprese cedute; Un sistema di pesi e contrappesi nel governo dell’impresa; Un quadro regolamentare per le dismissioni poco discrezionale ed indipendente dalla politica e dagli amministratori pubblici; Una regolamentazione che eviti abusi e corruzione

71 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali 71/ 37 Cosa ci aspetta nei prossimi anni? Patrimonio immobiliare pubblico, a quanto ammonta quello effettivamente privatizzabile? il patrimonio immobiliare complessivo del settore pubblico allargato, dello Stato, degli enti previdenziali e delle AA.RR. e AA.LL. ammonta a 191 mld di Euro, con una stima del valore di mercato di circa 420 miliardi di euro pari a circa il 22% del debito pubblico. Del patrimonio fruttifero quello dello Stato gestito dall’Agenzia del demanio ammonta a circa 42 miliardi di euro, per un valore di circa 72 miliardi (il valore dei beni disponibili e parzialmente manovrabili, ovvero di cui è venuto meno l’uso governativo è complessivamente inferiore ai 60 miliardi di euro) Gli altri sono beni del demanio storico o artistico o ceduti ad uso perpetuo ad enti o ad altre istituzioni (Università, enti pubblici, enti ecclesiastici, ecc.);

72 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali 72/ 37 Cosa ci aspetta nei prossimi anni? (2) Privatizzare o gestire meglio AmministrazioneValore di libro Valore di mercato Rendimento attuale Rendimento obiettivo Costi di gestione per la PA Stato176215 Partecipazioni635.4%7.4%0 Immobili42720.1%6%3% Concessioni500.5%6.3%0.1% Crediti12130000.2% AA.RR.LL.149460 Partecipazioni173.0%4.0%0 Immobili1493490.5%6.0%3.0% Concessioni200.5%6%0.1% Crediti74000.3% Totale amministrazioni pubbliche 3256750.9%5.7%1.9% N.b.: le cifre in valore assoluto si riferiscono ad importi espressi in miliardi di Euro Piero Giarda, Dinamica, struttura e criteri di governo della spesa pubblica: un rapporto preliminare, 2011

73 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali L’evasione (senza economia criminale) sottrae alla tassazione enormi risorse. Le stime prudenziali la valutano pari a circa 1/3 della intera ricchezza nazionale prodotta annualmente: per una base imponibile evasa pari a circa 300 miliardi sulla base del Pil 2008 (Ag. Entrate) pari a 100 e i 150 miliardi di mancate entrate fiscali L’Ire è essenzialmente un’imposta sul lavoro dipendente e sui redditi da pensione e che per vari motivi non riesce a colpire i redditi derivanti da altra fonte: Dipendenti e pensionati rappresentano l’86% dei dichiaranti e il 90% dei redditi dichiarati: Il 35% dei contribuenti dichiara un reddito inferiore ai 10.000 euro; solo lo 0,9% dichiara redditi superiori a 100.000 euro all’anno. Il 24% dei dipendenti denuncia un reddito inferiore ai 10.000 euro a fronte del 31,6% degli imprenditori. Per quanto riguarda l’Ires poco meno della metà delle società di capitali è in perdita, dunque non paga imposta. L’insostenibile peso dell’evasione

74 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Le proposte della Cisl in materia fiscale: le 5 direttrici di manovra Riduzione del carico fiscale su lavoratori dipendenti e pensionati Sostegno alla famiglia con il Nuovo Assegno Familiare Dalle imposte personali alle imposte reali Contrasto all’evasione fiscale Fiscalità locale: riequilibrio del carico fiscale decentrato

75 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il rapporto fra Fisco, crescita e debito pubblico La concezione tradizionale del debito pubblico (Keynes, Solow, Tarantelli) Riduzione delle imposte sui redditi Nel breve periodo l’aumento della spesa per consumi determina un aumento della domanda aggregata di beni e servizi e quindi un aumento di Pil e occupazione. L’aumento della propensione al consumo, rispetto alla mancata crescita dei risparmi, produce un aumento dei tassi di interesse L’aumento dei tassi di interesse scoraggia gli investimenti e induce un maggiore afflusso di capitali all’estero (anche per effetto dell’elevata elasticità italiana delle importazioni al Pil) Aumento del deficit della bilancia dei pagamenti Aumento del debito pubblico

76 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il rapporto fra Fisco, crescita e debito pubblico La concezione “ricardiana” del debito pubblico (Modigliani, Friedman, ecc.) Il consumatore che guarda al futuro è alla base dell’ipotesi del “ciclo vitale” elaborata dal premio nobel Modigliani e dell’ipotesi del reddito permanente di Milton Friedman. Il Governo diminuisce le imposte sui redditi una tantum o senza formulare un piano di riduzione strutturale della spesa pubblica Il consumatore “razionale” tiene conto delle condizioni future (riduzione imposte attuale = aumento indebitamento = aumento imposte future) Una politica di questo tipo nella concezione “ricardiana del debito pubblico” non innalza il reddito permanente del consumatore e non accresce i consumi L’aumento del reddito finanziato da una diminuzione delle imposte determina un incremento del risparmio attuale l’aumento del risparmio può avere un effetto controverso sull’incremento degli investimenti (aumentano i profitti non reinvestiti/”Tarantelli” o determinare un eccesso di offerta di capacità produttiva…) Per innalzare il reddito in maniera permanente occorre ridurre le imposte attraverso la diminuzione della Spesa pubblica improduttiva

77 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Una scelta fra concezione tradizionale e “ricardiana” Nel 1981 Ronald Reagan decise di tagliare le imposte, finanziando questo intervento con un aumento del deficit di bilancio Si verificò una diminuzione del saggio di risparmio nazionale ed un peggioramento delle partite correnti (teoria tradizionale) Il basso saggio di risparmio per alcuni economisti fu dovuto ad aspettative ottimistiche dei consumatori sulla crescita economica, in gran parte frutto del boom azionario e delle promesse di Reagan di una riduzione della spesa pubblica Il Governo diminuisce le imposte sui redditi una tantum o senza formulare un piano di riduzione strutturale della spesa pubblica Teoria tradizionale e teoria ricardiana del debito pubblico possono coesistere quando non c’è un’interpretazione univoca degli eventi economici L’economia non è una scienza esatta

78 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Per Tarantelli l’idea di finanziare gli investimenti produttivi attraverso la destinazione degli incrementi di produttività ai profitti è perdente a causa della maggiore elasticità delle importazioni, rispetto alle esportazioni, in rapporto alla domanda interna; Ogni incremento della domanda interna, provocando ulteriori pressioni sul saldo delle partite correnti, determinerebbe un immediato riassorbimento della domanda, prima dell’adeguamento dell’offerta, attraverso l’intervento della politica monetaria per evitare effetti perversi sul debito pubblico Tarantelli individuava nel recupero dell’evasione fiscale lo strumento necessario per finanziare gli investimenti produttivi necessari a recuperare il gap di capacità produttiva e la competitività delle imprese italiane, in modo da determinare un incremento, nel medio periodo, dell’offerta aggregata; L’eredità di Tarantelli: il recupero dell’evasione fiscale come volano per la crescita economica

79 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali La crescita dei consumi è condizione fondamentale per la stabilizzazione dei redditi e la ripresa della nostra economia. L’aumento del reddito disponibile può indurre un incremento della propensione al consumo solo se l’intervento di riduzione fiscale è strutturale e credibile secondo le aspettative dei contribuenti Nel medio periodo per evitare il peggioramento della bilancia dei pagamenti è necessario adeguare l’offerta di capacità produttiva, al fine di intercettare l’incremento della domanda interna Ridurre il cuneo non basta ma oltre la domanda bisogna adeguare l’offerta

80 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Obiettivi di riduzione del cuneo contributivo: 1.aumentare la competitività delle imprese e quindi il potenziale di crescita dell’economia (produttività?) 2.ridurre il costo del lavoro per le imprese riduzione generalizzata cuneo contributivo per tutte le imprese, o varianti tipo: riduzione solo oneri impropri, solo quelli di natura previdenziale. 3. realizzare obiettivi sociali e di redistribuzione aumentare retribuzioni dei lavoratori, sostenere il reddito di alcune fasce di lavoratori, in particolare lavoro dip. o nuove figure professionali 4. contribuire a stabilizzare il mercato del lavoro, con il rafforzamento delle assunzioni stabili e la riduzione dell’incentivo all’occupazione temporanea e irregolare 5. riforma aliquote contributive pensionistiche per realizzare maggiore uniformità ed equità Gli obiettivi della riduzione del cuneo contributivo

81 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Le proposte della Cisl per una riforma fiscale strutturale Rimodulare verso il basso le aliquote Irpef; estendere la no tax area, parificandola per lavoratori dipendenti e pensionati; aumentare congiuntamente le detrazioni da lavoro dipendente e da pensione, spostandole ad un limite superiore rispetto a quello attuale; riconoscere le detrazioni sui redditi da lavoro e da pensione in forma di imposta negativa per eliminare il problema dell’incapienza.

82 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Impostare una diversa tassazione che colpisca le manifestazioni mediate della ricchezza (i consumi), per far emergere più efficacemente le capacità economiche dei contribuenti oggi in gran parte occultate per effetto dell’evasione, dell’elusione fiscale e della complessità del sistema tributario; Verificare la possibilità e le modalità d’introduzione di un’imposta patrimoniale o di un’imposta sui trasferimenti di ricchezza per redistribuire le dotazioni patrimoniali iniziali delle persone; Colpire le rendite finanziarie per ridurre la forbice del prelievo che oggi sussiste fra capitale, lavoro e profitti reinvestiti Spostare la tassazione dalle persone alle “cose”

83 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Aliquote Iva: se aumentano le indirette devono ridursi le imposte dirette PaesiAliquota ridotta dal 1/01/2010 Aliquota ridotta dal 1/01/2012 Aliquota ordinaria dal 1/01/2010 Aliquota ordinaria dal 1/01/2012 AUSTRIA10/12 20 BELGIO6/12 21 REPUBBLICA CECA101420 GERMANIA7719 DANIMARCA--25 SPAGNA4/74/816 (18 DAL 1/07/2010)18 FRANCIA2.1/5.5 19.6 REGNO UNITO5517.523 GRECIA4.5/9 (6.5/13 DAL 1/01/2011) 6.5/1319 (21 DAL 15/03/2010 E 23 DAL 1/07/2010) 21 ITALIA410 4/11 dal 1° gennaio 2014 20 (21 DAL 17/09/2011)21 22 (DAL 1/10/2013) OLANDA4.8/13.5 (4.8/9/13.5 DAL 1/07/2011) 619 PORTOGALLO5/12 (6/13 DAL 1/07/2010) 6/132023 POLONIA3/7 (5/8 DAL 1/01/2011)5/82223 ROMANIA5/9 1924 SVEZIA6/12 25

84 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il Nuovo Assegno Familiare Il sostegno alla famiglia deve essere basato su due capisaldi: più basso è il reddito della famiglia e più alto deve essere il sostegno economico da parte dello Stato; il sostegno economico deve crescere all’aumentare dell’ampiezza del nucleo familiare. Lo strumento più idoneo che abbiamo ipotizzato e che soddisfa i due capisaldi è il Nuovo Assegno Familiare (NAF), che assume la famiglia come punto di riferimento per realizzare l’equità sociale e supera, accorpandoli, le detrazioni vigenti per figli a carico e l’attuale assegno al nucleo familiare, ferme restando le detrazioni per il coniuge a carico: Il NAF va nella direzione della semplificazione, della trasparenza e del sostegno alle famiglie, e viene corrisposto al contribuente tramite assegno; il NAF equipara il trattamento fiscale dei figli a carico tra le famiglie monoreddito e bireddito; il NAF consente di modulare il beneficio in maniera più specifica a favore delle famiglie con redditi medio bassi, poiché il supporto economico decresce al crescere del reddito; Il NAF prevede anche un cospicuo sostegno aggiuntivo per le famiglie che presentano componenti in particolare difficoltà, ad esempio portatori di handicap e non autosufficienti.

85 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Patrimoniale si o patrimoniale no? Gli squilibri esistenti nel nostro sistema fiscale e l’elevato debito pubblico implicano che la diminuzione della tassazione sul lavoro e gli aiuti alla famiglia debbano essere almeno in parte finanziati con uno spostamento del prelievo su manifestazioni di ricchezza diverse dal reddito (rendite mobiliari? Ma il Governo Renzi ha già annunciato l’aumento dell’imposta sostitutiva sulle attività finanziarie al 26%). Una tassazione sui patrimoni di natura ordinaria e progressiva potrebbe finanziare in modo strutturale la riduzione dell’Irpef (da realizzaresu tutti i cespiti immobiliari e mobiliari delle persone fisiche e delle persone giuridiche, escludendo i soli beni “strettamente funzionali all’attività d’impresa”). L’introduzione di un imposta sui patrimoni andrebbe coordinata con la normativa riguardante l’IMU, al fine di salvaguardare l’abitazione principale e di tassare progressivamente (più che proporzionalmente diversamente da quanto accade oggi) chi possiede più case. Anche in concomitanza con l’avvio del federalismo fiscale è necessario procedere alla revisione degli estimi catastali, in modo che la tassazione sul patrimonio immobiliare venga effettuata su valori aggiornati il più possibile a quelli di mercato, riducendo contestualmente il peso delle aliquote della tassazione immobiliare.

86 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Lotta all’evasione: il contrasto d’interessi “selettivo” e a turnazione Introdurre meccanismi di “contrasto di interessi fra acquirenti e venditori” che rendano “svantaggiosa” anche per i consumatori la mancata emissione delle ricevute o delle fatture: concedendo ai contribuenti deduzioni o detrazioni prioritariamente sulle spese più sensibili sul piano sociale e familiare (spese medico – sanitarie, spese per asili nido, spese per l’assistenza domiciliare e lavoro di cura); con detrazioni e deduzioni sulle altre spese, individuando “a turno” per un certo periodo i settori interessati, scegliendo quelli a più alto rischio di evasione (servizi “professionali”, alcuni settori di distribuzione di beni e servizi al dettaglio). L’obiettivo è quello di far emergere il reale giro d’affari delle diverse categorie coinvolte, adeguando conseguentemente i parametri degli studi di settore, prima di spostare il contrasto su altre tipologie di spesa

87 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il fondo taglia tasse (1) Con la legge di stabilità per il 2014 è stato istituito il Fondo per la riduzione della pressione fiscale finanziato, a partire dal 2014, con i risparmi derivanti dalla razionalizzazione della spesa pubblica eccedenti quelli già contabilizzati nel bilancio pubblico e con le maggiori entrate rispetto all’anno precedente rinvenienti dall’attività di contrasto all’evasione fiscale, al netto di quelle derivanti dall’attività di recupero delle regioni, delle province e dei comuni. Il Fondo verrà utilizzato per la metà per ridurre il carico fiscale che grava sulle imprese (principalmente agendo sulle deduzioni Irap) e sul lavoro autonomo e per l’altra metà per aumentare le detrazioni per i lavoratori dipendenti e i pensionati.

88 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il fondo taglia tasse (2) La procedura prevede che ciascun anno il Def (entro il 10 aprile) indichi l’ammontare del’evasione fiscale recuperata nell’anno precedente, le maggiori entrate derivanti rispetto e quelle previste per l’anno in corso e negli anni successivi, relative sia alla razionalizzazione della spesa pubblica, sia all’attività di contrasto dell’evasione. In occasione della presentazione della nota di aggiornamento al DEF (entro il 20 settembre di ogni anno) il Governo effettua una valutazione circa l’andamento della spesa primaria e degli incassi derivanti dal contrasto all’evasione fiscale, rispetto alle relative previsioni di bilancio riferite all’anno in corso. Le eventuali maggiori risorse che si renderanno disponibili verranno iscritte al Fondo per la riduzione della pressione fiscale.

89 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il fondo taglia tasse (3) Dal 2014, al Fondo verranno destinate le risorse derivanti: dai risparmi conseguiti con i processi di razionalizzazione della spesa pubblica che eccedono gli obiettivi già indicati con la legge di stabilità; dall’ammontare delle risorse derivanti dall’attività di contrasto all’evasione fiscale che, per il biennio 2014 – 2015, in sede di Nota di aggiornamento del DEF, si stima di incassare quali maggiori entrate rispetto alle previsioni iscritte nel bilancio dell’esercizio in corso, al netto di quelle derivanti dall’attività di recupero fiscale svolta dalle regioni, dalle province e dai comuni.

90 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Obiettivi da realizzare con precedenza rispetto al Fondo per la riduzione della pressione fiscale Gli obiettivi già indicati sono: la riduzione della spesa delle pubbliche amministrazioni per l’acquisto di beni e servizi e per l’ottimizzazione dell’uso degli immobili in misura non inferiore a 600 milioni di euro nell’anno 2015 e 1.310 milioni di euro negli anni 2016 e 2017. A valere sui risparmi connessi alle predette misure partecipano agli obiettivi di finanza pubblica: le regioni e le province autonome, per il triennio 2015 – 2017, con un contributo pari a 344 milioni di euro annui; i comuni, per gli anni 2016 e 2017, con un contributo pari a 275 milioni di euro annui e le Province, per lo stesso biennio, con un contributo pari a 69 milioni di euro annui; la riduzione delle agevolazioni fiscali e delle detrazioni vigenti indicate nel comma 430 (taglio dei sistemi di “tax expenditures” pari a 3 miliardi a partire dal 2015, 7 miliardi dal 2016 e 10 miliardi a decorrere dal 2017); le risorse da destinare ad esigenze prioritarie di equità sociale ed impegni inderogabili

91 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il fondo taglia tasse (4) Per il 2014 le maggiori entrate derivanti dalle misure di contrasto dell’evasione fiscale, che non risultino già computate nei saldi di finanza pubblica verranno destinate in corso d’anno alla riduzione della pressione fiscale, mediante rassegnazione al Fondo per la riduzione della pressione fiscale ed utilizzate, secondo le modalità indicate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, fermo restando il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, per incrementare le deduzioni Irap a beneficio delle imprese e le detrazioni per lavoro dipendente ed autonomo. Restano quindi escluse dai benefici, limitatamente al 2014, le detrazioni a favore dei pensionati.

92 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Il fondo taglia tasse (5) A decorrere dal 2016, verranno assegnate al fondo le maggiori entrate incassate rispetto all’anno precedente derivanti dall’attività di contrasto all’evasione fiscale, sempre al netto di quelle derivanti dall’attività di recupero fiscale svolta dalle regioni, dalle province e dai comuni; Le risorse assegnate al Fondo sono utilizzate annualmente, nell’esercizio successivo dopo esserne stata accertata l’effettiva disponibilità in sede di consuntivo per incrementare in egual misura: 1.le deduzioni dalla base imponibile IRAP a beneficio delle imprese; 2.le detrazioni Irpef per lavoro autonomo (comma 5, T.U.I.R.R.), le detrazioni per lavoro dipendente e assimilato (comma 1, T.U.I.R.R.), le detrazioni per i pensionati (comma 3, T.U.I.R.R) e le detrazioni per i pensionati di eta' non inferiore a 75 anni ( comma 4, T.U.I.R.R).

93 1/ 37 Angelo Marinelli Coordinatore Dipartimento Democrazia economica, Economia sociale, Fisco e Previdenza e Riforme istituzionali Un messaggio di speranza… “La scienza è un parassita: maggiore è il numero degli ammalati e più la fisiologia e la patologia fanno progressi; e dalla patologia nasce la terapia. L’anno 1932 fu la gola della grande depressione e da quel suolo marcio spuntò poi una nuova disciplina che noi oggi chiamiamo macroeconomia” (Paul Samuelson)


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