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PON Lingua, letteratura e cultura in una dimensione europea : ITALIANO

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Presentazione sul tema: "PON Lingua, letteratura e cultura in una dimensione europea : ITALIANO"— Transcript della presentazione:

1 PON Lingua, letteratura e cultura in una dimensione europea : ITALIANO
in presenza Corsi brevi 15 ore Esperto Maria Lina Tarricone Tutor Francesca Tritto

2 Componenti il gruppo: Giorgio Luisa – Mele Patrizia
ITIS ‘G: MARCONI’ -BARI Area tematica : ‘Storia della lingua italiana’ (F. Sabatini) Percorso di riferimento: ‘La scelta linguistica di Manzoni’ (Tiziana Bianconi) Titolo : “ L’ itinerario di Manzoni verso la creazione di una lingua ‘vera’ e ‘ viva’ “ (Percorso di confronto tra l’edizione ventisettana e quarantana de ‘I promessi sposi’) Destinatari Studenti: CLASSI II della zez.B del Liceo delle scienze applicate e del Liceo Tecnologico Tempi e scansioni 6 microunità nell’ambito della Macrounità della lettura integrale de ‘I promessi sposi’ di A. Manzoni

3 Obiettivi di apprendimento
1.Conoscere le motivazioni dell’impronta innovativa di Manzoni sulla lingua letteraria; 2. conoscere l’impegno di Manzoni nei confronti della lingua comune, parlata e scritta; 3. individuare l’innovazione manzoniana dell’avvicinamento dello scritto al parlato; 4. riflettere sul decrescimento della letterarietà fra l'edizione del 1827 (la cosiddetta "ventisettana") e l'edizione del (la cosiddetta "quarantana") Competenze attese 1. La capacità di usare la lingua in modo appropriato nel contesto attuale; la capacità di trasferire le competenze apprese in ambito linguistico generale nello studio di altre discipline; maggiore padronanza degli strumenti espressivi ed argomentativi,necessari per gestire l’interazione comunicativa la capacità di cogliere interconnessioni tra le discipline, grazie all’acquisizione della competenza linguistica. 5. imparare ad imparare attraverso la collaborazione,la partecipazione e la comunicazione Verifiche e valutazione Formativa, a medio termine : verifiche del lavoro di gruppo svolto con il metodo con la modalità di apprendimento Cooperative Learning confronto tra i passi della Ventisettana e della Quarantana (utilizzando le proposte contenute nel percorso di riferimento) Sommativa : verifica individuale di ‘riflessione sulla lingua’ ( morfosintassi) (utilizzando le proposte contenute nel percorso di riferimento) Valutazione : secondo la griglia di riferimento POF dell’ ITIS ‘G.Marconi’ Metodologia o Prassi didattiche utilizzate - lezione frontale - lezione dialogata interattiva - lavoro individuale - Cooperative Learning - Confronto dell’esperienza di lavoro tra classi parallele

4 Il ‘Narratore’ e la scrittura del ‘600 lettura e commento del brano dell’Introduzione de ‘ I Promessi sposi ‘ sulla ‘questione della lingua’ “Ma, quando io avrò durata l'eroica fatica di trascriver questa storia da questo dilavato e graffiato autografo, e l'avrò data, come si suol dire, alla luce, si troverà poi chi duri la fatica di leggerla?" Questa riflessione dubitativa, nata nel travaglio del decifrare uno scarabocchio che veniva dopo accidenti, mi fece sospender la copia, e pensar più seriamente a quello che convenisse di fare. "Ben è vero, dicevo tra me, scartabellando il manoscritto, ben è vero che quella grandine di concettini e di figure non continua così alla distesa per tutta l'opera. Il buon secentista ha voluto sul principio mettere in mostra la sua virtù; ma poi, nel corso della narrazione, e talvolta per lunghi tratti, lo stile cammina ben più naturale e più piano. Sì; ma com'è dozzinale! com'è sguaiato! com'è scorretto! Idiotismi lombardi a iosa, frasi della lingua adoperate a sproposito, grammatica arbitraria, periodi sgangherati. E poi, qualche eleganza spagnola seminata qua e là; e poi, ch'è peggio, ne' luoghi più terribili o più pietosi della storia, a ogni occasione d'eccitar maraviglia, o di far pensare, a tutti que' passi insomma che richiedono bensì un po' di rettorica, ma rettorica discreta, fine, di buon gusto, costui non manca mai di metterci di quella sua così fatta del proemio. E allora, accozzando, con un'abilità mirabile, le qualità più opposte, trova la maniera di riuscir rozzo insieme e affettato, nella stessa pagina, nello stesso periodo, nello stesso vocabolo. Ecco qui: declamazioni ampollose, composte a forza di solecismi pedestri, e da per tutto quella goffaggine ambiziosa, ch'è il proprio carattere degli scritti di quel secolo, in questo paese. In vero, non è cosa da presentare a lettori d'oggigiorno: son troppo ammaliziati, troppo disgustati di questo genere di stravaganze. Meno male, che il buon pensiero m'è venuto sul principio di questo sciagurato lavoro: e me ne lavo le mani". Nell'atto però di chiudere lo scartafaccio, per riporlo, mi sapeva male che una storia così bella dovesse rimanersi tuttavia sconosciuta; perché, in quanto storia, può essere che al lettore ne paia altrimenti, ma a me era parsa bella, come dico; molto bella. "Perché non si potrebbe, pensai, prender la serie de' fatti da questo manoscritto, e rifarne la dicitura?" Non essendosi presentato alcuna obiezion ragionevole, il partito fu subito abbracciato. Ed ecco l'origine del presente libro, esposta con un'ingenuità pari all'importanza del libro medesimo. Taluni però di que' fatti, certi costumi descritti dal nostro autore, c'eran sembrati così nuovi, così strani, per non dir peggio, che, prima di prestargli fede, abbiam voluto interrogare altri testimoni; e ci siam messi a frugar nelle memorie di quel tempo, per chiarirci se veramente il mondo camminasse allora a quel modo. Una tale indagine dissipò tutti i nostri dubbi: a ogni passo ci abbattevamo in cose consimili, e in cose più forti: e, quello che ci parve più decisivo, abbiam perfino ritrovati alcuni personaggi, de' quali non avendo mai avuto notizia fuor che dal nostro manoscritto, eravamo in dubbio se fossero realmente esistiti. E, all'occorrenza, citeremo alcuna di quelle testimonianze, per procacciar fede alle cose, alle quali, per la loro stranezza, il lettore sarebbe più tentato di negarla. Ma, rifiutando come intollerabile la dicitura del nostro autore, che dicitura vi abbiam noi sostituita? Qui sta il punto”…

5 Riflessioni guidate sulla questione della lingua nell’800
Lettura guidata , analisi e commento di alcuni passi della ‘STORIA LINGUISTICA D’ITALIA ‘ di Francesco Sabatini ( lavoro con la LIM) Esempio: La questione della lingua in assenza dell’unità politica Dall’inizio del ’500 si era dunque aperta in Italia la ben nota “questione della lingua”, che si protrasse nei secoli successivi (fin nel nostro, pur se in termini diversi). Il dibattito, che impegnò in ogni epoca i massimi scrittori e molti ingegni di alta levatura, portò spesso ad affrontare anche impor-tanti temi teorici (i caratteri del parlato, la struttura fonologica della lingua, la rappresentazione grafica dei suoni, i valori della punteggiatura), ma per molto tempo fu del tutto privo di effetti sulla realtà generale dell’uso linguistico. E ciò per il semplice motivo che qualsiasi proposta a favore dell’uso vivo, e naturalmente mutevole, della lingua incontrava l’ostacolo materiale della mancanza di una società politicamente e complessivamente unificata, che permettesse di far circolare intensamente, nei più diversi ambienti e non solo per tramite scritto, le innovazioni irradiate dai centri propulsori, come avveniva invece nelle altre realtà nazionali già costituite. Del peso negativo che sui fatti linguistici aveva la mancata unità politica ci si cominciò a rendere conto solo molto più tardi, nell’età illuministica e in quella successiva, quando la cultura italiana si collegò più strettamente con la vita europea. Ma anche allora, negli ambienti che riflettevano ancora il lungo passato di immobilismo sociale e culturale, vi fu chi teorizzò apertamente un principio opposto a quello valido per gli altri popoli ……..

6 L’impegno di Manzoni per una lingua ‘viva’ e ‘vera’
Lettura guidata , analisi e commento di alcuni passi che evidenziano la lunga riflessione e il travaglio di Alessandro Manzoni nell’affrontare la ‘questione della lingua’ ( lavoro con la LIM) Esempio : dalla Lettera a Claude Fauriel (Milano, 3 novembre 1821) Per indicarvi in breve la mia idea fondamentale circa  romanzi storici, e mettervi così sulla via  per rettificarla, vi dirò che concepisco tali romanzi come la rappresentazione di una data condizione della società fatta attraverso vicende e caratteri così simili alla realtà che essa possa apparire una storia vera appena appena scoperta. Quando sono ad essa mescolati avvenimenti e personaggi storici, credo che si debba rappresentarli nel modo più rigorosamente storico: perciò, ad esempio, in Ivanhoe, Riccardo cuor di leone mi sembra figura difettosa. Quanto poi alle difficoltà opposte dalla lingua italiana alla trattazione di questi argomenti, esse sono reali e grandi, ne convengo; ma penso che derivino da un fatto generale, che purtroppo vale per ogni genere di componimenti. Questo fatto è ( mi guardo intorno per assicurarmi che nessuno mi ascolti ), questo triste fatto è, a mio parere, la povertà della lingua italiana. Quando un francese cerca di rendere il meglio possibile le sue idee, vedete che abbondanza e che varietà di modi trova in questa lingua che va formandosi da tanto tempo e giorno per giorno: in tanti libri, in tante conversazioni, in tanti dibattiti di ogni genere. Così un francese ha una regola per scegliere le sue espressioni, e questa regola la trova nei suoi ricordi, nelle sue abitudini, che gli danno un senso quasi sicuro della conformità del suo stile con lo spirito generale ella sua lingua; non deve consultare il dizionario per sapere se una parola urterà o sarà accettata; si domanda se essa è francese o no, ed è pressochè sicuro della risposta. […]   Immaginate invece un italiano che, se non è toscano, scrive in una lingua che non ha quasi mai parlato, e che ( anche se è nato nel paese privilegiato ) scrive in una lingua che è parlata da un piccolo numero di abitanti d’Italia, una lingua nella quale non vengono discussi oralmente grandi problemi, una lingua in cui le opere relative alle scienze morali sono assai rare e distanziate nel tempo […]  Manca del tutto a questo povero scrittore quel sentimento per così dire di comunione col suo lettore, quella certezza di maneggiare uno strumento ugualmente conosciuto da entrambi.

7 Dal ‘Fermo e Lucia’ all’edizione de ‘I promessi sposi ‘del 1840
Attraverso la modalità di apprendimento Cooperative Learning, la classe viene suddivisa in piccoli gruppi per lavorare sul confronto tra l’edizione del’27 e quella del’40 de ‘I promessi sposi’ L’esercitazione guidata si serve prevalentemente del materiale contenuto nel percorso di riferimento dell’offerta formativa, La scelta linguistica di Manzoni di Tiziana Bianconi. Le indicazioni provenienti dall’attività di approfondimento teorico e da un confronto esemplificativo commentato, spingono il lavoro nella direzione: di ricercare come, nel tessuto di fondo del toscano letterario con la compresenza del regionalismo lombardo dell’edizione del ‘20-’21 e del ‘27,si vada sempre più stemperando , fino a cadere in larga misura, in quella del ‘40,la componente regionale lombarda a vantaggio del fiorentino parlato dalle classi colte; di individuare in quali ambiti morfo-sintattico e lessicali si rilevino le più significative differenze; di attualizzare la lingua manzoniana. Il percorso di confronto si conclude con una verifica individuale di carattere morfosintattico sull’uso dei pronomi personali nel romanzo manzoniano

8 Lavoriamo insieme...

9 ...... e adesso ‘ CONFRONTIAMO I RISULTATI’
Le due classi che hanno compiuto la sperimentazione si incontrano per mettere in comune gli esiti del lavoro di gruppo e aprire un dibattito, che si rivela vivace e molto costruttivo. I più significativi risultati delle esercitazioni di confronto testuale tra le varie edizioni sono i seguenti: le differenze più frequenti appaiono a livello lessicale; sul piano fonologico e morfologico le differenze riguardano, in particolare, la riduzione dei dittonghi, la sostituzione, nelle voci verbali, dell’uscita in –a della prima persona dell’imperfetto indicativo con quella i –o, l’uso degli articoli e delle preposizioni. Sul piano sintattico, nell’adeguamento del registro espressivo alle varie situazioni narrative e ai personaggi, si è notato un avvicinamento tra scritto e parlato a livello di grammatica (legame nome-pronome), di lessico e di stile (frequente ricorso all’anacoluto, all’interiezione) In particolare, l’esercizio di attualizzazione della lingua manzoniana è servito: a sviluppare il senso della lingua come realtà in costante evoluzione nel tempo e nello spazio a potenziare la consapevolezza, da parte degli alunni, di quanto l’efficienza e l’efficacia del codice di una lingua sia indispensabile per gestire l’interazione comunicativa nei vari contesti e di quanto sia indispensabile, quindi, padroneggiare adeguatamente gli strumenti espressivi.


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