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Politiche agricole regionali per l’attuazione del Protocollo di Kyoto. Le strategie della Regione Campania. Politiche agricole regionali per l’attuazione.

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Presentazione sul tema: "Politiche agricole regionali per l’attuazione del Protocollo di Kyoto. Le strategie della Regione Campania. Politiche agricole regionali per l’attuazione."— Transcript della presentazione:

1 Politiche agricole regionali per l’attuazione del Protocollo di Kyoto. Le strategie della Regione Campania. Politiche agricole regionali per l’attuazione del Protocollo di Kyoto. Le strategie della Regione Campania. Assessorato Agricoltura e Attività Produttive Settore SIRCA

2 Thomas S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche Le rivoluzioni politiche sono introdotte da una sensazione sempre più forte, spesso avvertita solo da un settore della società, che le istituzioni esistenti hanno cessato di costituire una risposta adeguata ai problemi posti da una situazioni che esse stesse hanno in parte contribuito a creare. In maniera più o meno identica, le rivoluzioni scientifiche sono introdotte da una sensazioni crescente, anche questa volta avvertita solo da un settore ristretto della comunità scientifica, che un paradigma esistente ha cessato di funzionare adeguatamente.

3 Con la “Riforma Fischler” (2003), la Comunità si è dotata degli strumenti normativi idonei ad ottenere un corretto equilibrio tra produzione agricola competitiva e il rispetto dell’ambiente. Con la “Riforma Fischler” (2003), la Comunità si è dotata degli strumenti normativi idonei ad ottenere un corretto equilibrio tra produzione agricola competitiva e il rispetto dell’ambiente. Agricoltura come attività per assicurare la produzione di cibo e con funzione sociale Agricoltura come sistema multifunzionale per lo sviluppo economico, ambientale e rurale Trattato di Roma (1957) Agenda 2000 Nuova PAC (2003) Ridimensionamento della missione alimentare. Conferma del sostegno con attenzione al tema ambientale (condizionalità)

4 Le variazioni climatiche rappresentano una delle maggiori minacce ambientali sociali ed economiche dell’intero pianeta (IPCC). Fattore è il riscaldamento dell’atmosfera terrestre con un conseguente aumento della temperatura media globale dell’aria e degli oceani, un largo scioglimento delle nevi e dei ghiacci e un aumento del livello medio globale dei mari. Le variazioni climatiche, assieme a uno sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali e all’abbandono delle aree non più produttive, sono sostanzialmente all’origine dei fenomeni di degrado del territorio; la cui persistenza nel tempo riduce progressivamente la fertilità dei suoli e conduce, in assenza di misure correttive, verso uno stato di desertificazione. Quest’ultimo aspetto è connesso al concetto di land-degradation, che comporta la riduzione della produttività [biologica ed economica] del suolo e colpisce gli ecosistemi irrigui e non irrigui, i pascoli e gli ambienti forestali (Grove e Rackham, 1996).

5 Protocollo di Kyoto [P.K], approvato nel 1997 ed entrato in vigore nel febbraio 2005, impegna i paesi industrializzati e quelli che si trovano in un processo di transizione verso un’economia di mercato a “ridurre il totale di emissioni gas ad effetto serra nalmeno del 5% rispetto ai livelli del 1990, nel periodo di adempimento 2008-2012”. Il P.K Introduce strumenti di regolazione e di mercato: -la Joint Implementation, attuazione congiunta di una diversa distribuzione degli obblighi purché venga rispettato l’obbligo complessivo; - la Emission Trading, trasferire e acquisire diritti di emissione; - il Clean Development Mechanism, per la collaborazione e la cooperazione tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo.

6 Con la decisione 2002/358/CE del 25 aprile 2002, è stata resa pubblica l’approvazione del Protocollo di Kyoto, che ha l’obiettivo di “stabilizzare le concentrazioni di gas ad effetto serra nell’atmosfera a un livello tale che escluda qualsiasi pericolosa interferenza antropica con il sistema climatico”. L’Italia ha recepito il P.K. con l’emanazione della legge n. 120 del 1° giugno 2002, che riporta le linee guida per le politiche e le misure nazionali di riduzione dei gas serra e che per tanto costituisce la ratifica e l’esecuzione del Protocollo. le delibere CIPE n. 123 del 19 dicembre 2002 e la successiva n. 135 dell’ 11 dicembre 2007 hanno provveduto a rivedere ed aggiornare le linee guida riportate dalla legge n. 120/2002.

7 La normativa che trasporta nella realtà agricola le problematiche dei cambiamenti climatici è costituita dal Reg. (CE) n. 1698 del 20 settembre 2005 inerente il sostegno da parte del Fondo Europeo Agricolo e la decisione 2006/144/CE del 20 febbraio 2006 che reca gli Orientamenti Strategici Comunitari per il periodo di attuazione 2007-2013.

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9 La programmazione regionale per lo sviluppo rurale si colloca all’interno di complesso ed articolato quadro strategico: la Decisione del Consiglio relativa ad Orientamenti Strategici Comunitari per lo sviluppo rurale [Reg. (CE) 1698/05], detta gli indirizzi cui deve uniformarsi la programmazione dello sviluppo rurale nel territorio dell’UE per il periodo 2007–2013, in linea con gli obiettivi di sostenibilità fissati dal Consiglio europeo di Göteborg e alla luce della strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione; il Piano Strategico Nazionale, raccoglie ed esplicita le priorità comunitarie attraverso l’elaborazione di un quadro strategico generale articolato su tre obiettivi generali: 1) migliorare la competitività del settore agricolo e forestale; 2) valorizzare l’ambiente e lo spazio rurale attraverso la gestione del territorio; 3) migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche; il Documento Strategico Regionale per le politiche di coesione con il quale la Regione Campania ha definito, il quadro programmatico per il periodo 2007- 2013, nel quale sono previste – tra l’altro - specifiche linee di policy a sostegno delle strategie per lo sviluppo delle filiere agroalimentari e dei territori rurali.

10 Asse 1 - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale Asse 2 - Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale Asse 3 - Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale Asse 4 - Leader

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13 Emissioni totali dei principali gas in Campania (2002) fonte: “Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria” Regione Campania, novembre 2005

14 Un contributo sostanziale è quello fornito dalla copertura forestale che rappresenta parte rilevante dei carbon sink regionali. L’Inventario Forestale Nazionale e degli altri serbatoi di carbonio, secondo le stime effettuate con la metodologia del National GHG Inventory, disaggregati per regione, indicano in 248.849,27 Gg la quantità di anidride carbonica assorbita al 2004 dalle varie tipologie forestali presenti in Campania. Inoltre dal 1985 al 2004 si riscontra un aumento del 30% circa della quantità di CO 2 assorbita. Va segnalata l’azione avviata con i finanziamenti della Misura H del PSR 2000-2006 attraverso le tipologie: − “Impianti di boschi naturaliformi”; − “Impianti monospecifici con specie a rapido accrescimento coltivate a ciclo breve (pioppo ed eucalipto)”; − “Impianti monospecifici o misti con specie a ciclo lungo”; − “Impianti con specie autoctone micorrizate”. Tale azione di imboschimento ha permesso di ottenere circa 2.031 ettari di nuova superficie forestale.

15 Un contributo importante alla riduzione di emissioni di GHG può derivare dallo sviluppo di filiere bioenergetiche. Dalle stime effettuate, risultano rilevanti le potenzialità regionali:  751.194 mc/anno come materiale proveniente da interventi selvicolturali, manutenzioni forestali e da potatura;  938.819 t/anno come materiale vegetale proveniente da coltivazioni dedicate e da materiale vegetale derivante da trattamento meccanico di coltivazione agricole non dedicate. Una stima è stata effettuata anche per calcolare la quantità di liquami provenienti da pratiche zootecniche che potrebbe essere utilizzata per la produzione di biogas: partendo dal numero di capi di bovini, bufalini e suini allevati ed applicando dei coefficienti di trasformazione, è stata valutata in 1.407.869,12 mc/anno la quantità di liquame utilizzabile.

16 occorre incoraggiare e sostenere un uso più consapevole e sostenibile delle risorse territoriali, favorendo, nell’ottica di una diffusa applicazione del principio della condizionalità, l’adozione di pratiche a minor impatto (migliorando le performance ambientali delle attività agricole) ma anche un ruolo attivo nella difesa del territorio, nella gestione della risorsa idrica e nella bilancia energetica. Occorre sostenere investimenti non produttivi ed imboschimenti per il loro determinante ruolo in funzione ambientale, paesaggistica e di difesa del territorio da fenomeni di dissesto ed erosione. Asse 2 - “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale”

17 Articolazione del territorio regionale in macroaree omogenee

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21 Reg. (CE) n. 74/2009 - modifica Reg. (CE) n. 1698/2005 (art. 16 bis) Reg. (CE) n. 363/2009 - modifica Reg. (CE) n. 1974/2005 Determinano una le 5 Nuove Sfide di cui allo “Stato di Salute” (Health Chek) della PAC: a)cambiamenti climatici; b)energie rinnovabili; c)gestione delle risorse idriche; d)biodiversità; e)misure di accompagnamento della ristrutturazione del settore lattiero-caseario; f)innovazione connessa alle priorità di cui alle lettere a) - d). In coerenza con il libro bianco sui cambiamenti climatici e con la decisione 2009/61/CE, che modifica gli OSC, si rafforza la priorità attraverso il nuovo orientamento strategico, richiedendo al settore agricolo e forestale “un maggiore contributo alla limitazione dell’emissione di gas a effetto serra e all’aumento del sequestro del carbonio”.

22 Nel PSR 2007-2013 della Regione Campania il tema dei cambiamenti climatici è trattato con una certa attenzione ed a questo sono associate specifiche linee d’indirizzo, non solo nell’ambito dell’Asse 2, destinate a migliorare il contributo delle politiche di sviluppo rurale regionali al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. I nuovi scenari e recenti evoluzioni normative evidenziano la necessità di apportare alcune integrazioni al PSR, sia sul versante delle analisi e delle diagnosi, sia sugli indirizzi strategici, sia, infine, sulla strumentazione (misure) con la quale si intende raccogliere tale sfida.

23 I nuovi orientamenti rafforzano le impostazioni strategiche già esistenti e sottolineano soprattutto la trasversalità dell’obiettivo, indicando in modo più chiaro rispetto alla versione 2006, che la priorità cambiamenti climatici va affrontata con misure relative a tutti gli assi [allegato II del Regolamento 74/2006, che individua molte azioni relative ai cambiamenti climatici all’interno dell’asse 1].

24 In coerenza con le priorità strategiche degli orientamenti 2006, l’attuale versione del PSR della Campania prevede un’articolata strategia di intervento in materia di cambiamenti climatici, che risulta, nella sua impostazione generale, soddisfacente anche alla luce del rafforzamento della priorità comunitaria. I principali aspetti sui quali appare opportuno un’integrazione sono:  prevedere un intervento esplicito in favore dell’adattamento agli effetti ei cambiamenti climatici, problema che l’attuale strategia non enfatizza;  prevedere la trasversalità di intervento sulla priorità cambiamenti climatici. L’obiettivo prioritario riferito ai cambiamenti climatici, pur inserito strutturalmente nell’asse 2, è perseguito in modo determinante attraverso gli obiettivi e le misure degli assi 1 e 3 anche per effetto di un loro utilizzo nell’ambito dei Piani di sviluppo locale dell’asse 4.

25 Ciò impone alcune integrazioni al PSR 2007-2013 della Campania volte a:  enfatizzare la centralità della questione dei cambiamenti climatici nelle strategie del PSR, sottolineandone la trasversalità rispetto agli assi prioritari;  rivedere la descrizione delle priorità e degli obiettivi per asse, specificando le nuove azioni.

26 Molte sono le misure del PSR della Campania che partecipano direttamente alla sfida “Cambiamenti climatici”, (soprattutto nell’ambito dell’Asse 2). Parteciperanno in modo diretto principalmente: - le misure 111 [formazione professionale e dell’informazione], 114 [Servizi di consulenza] e 331 [diversificazione in attività non agricole] (attraverso l’introduzione di specifici moduli didattici e/o azioni informative nell’ambito delle attività già programmate, o i servizi di consulenza e assistenza); - le misure 121 [ammodernamento aziendale], 123 [accrescimento valore aggiunto prodotti agro-forestali], 124 [cooperazione di nuovi prodotti, processi e tecnologie] e 311 (che trovano una specifica integrazione, nonché risorse finanziarie, nell’ambito di altre sfide). Queste prevedono la realizzazione di interventi, materiali e/o immateriali, che promuovono l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili, il risparmio energetico e/o idrico, la corretta gestione dei reflui, ecc.

27 Innovazione nuove sfide 124 Lattiero caseario Gestione risorse idriche 121 123 331 111 Energie Rinnovabili 111 121 123 311 331 Health check e Recovery Package: le strategie della Regione Campania Banda Larga 321 Biodiversità Cambiamenti climatici 123 121 124 214 331 323 227 111 114 331 124 121 123

28 Attività di Sperimentazione Ricerca e Informazione Attività di Sperimentazione Ricerca e Informazione

29  Pubblicazione atti del convegno “Progetto interregionale compost”  “Progetto interregionale sull’utilizzo del compost da FORSU”  “Indagine per la caratterizzazione dei rifiuti dei 30 mercati all’ingrosso della Campania”  “Prove agronomiche sull’utilizzo del compost su colture orticole nell’ambito del Centro Orticolo Campano”  “Progetto compostaggio reflui oleari e valorizzazione agronomica e merceologica del compost ottenuto”  Opuscolo “Alla scoperta del compostaggio domestico”  “Finanziamento per l’acquisto di compostiere e biotrituratori alle aziende agricole”  “Azioni per la promozione di accordi e contratti di programma per contribuire alla riduzione dell’incidenza dei rifiuti nel comparto agricolo”  Opuscolo “Raccolta e smaltimento di alcune tipologie di rifiuti dell’azienda agricola” (in stampa)  PSR 2007-2013 Misura 214 Azione c) “Incremento e mantenimento dei livelli di sostanza organica attraverso l’utilizzo di compost di qualità” 2003 2008 2006 2009

30 Progetto triennale “Collaudo di un modello operativo per l’utilizzazione in agricoltura di compost proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Interventi di filiera per lo studio e la messa a punto di un sistema chiuso di rigenerazione e riutilizzo delle materie organiche di scarto per una agricoltura sostenibile” Messa a punto di tecniche per l’ottenimento di un compost di qualità Sperimentazione agronomica del compost su colture ortive, in pieno campo e sotto tunnel; Studio degli effetti dell’uso del compost sul recupero della fertilità biologica dei terreni e sul rischio di accumulo dei metalli pesanti; Caratterizzazione pedologica dei siti sperimentali; Formazione e aggiornamento dei tecnici sull’utilizzo del compost; Attività divulgative. Campi d’intervento

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32 Promuovere la diffusione del compostaggio domestico, anche presso le aziende agricole, ed in particolare in: Finalità “Bando pubblico per il finanziamento di compostiere e biotrituratori alle aziende agricole”  fattorie didattiche  aziende agrituristiche

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34  La promozione degli interventi per ridurne i quantitativi;  L’incentivazione delle attività di recupero e di riutilizzo dei rifiuti mercatali Finalità “Indagine per la caratterizzazione dei rifiuti dei 30 mercati all’ingrosso della Campania” incentivare la riduzione della produzione di rifiuti e il loro recupero, attraverso:

35 FORSU Sostanza organica nel suolo Compostaggio Agroecosistema PSR 2007-2013 Misura 214 - Azione C Incremento e mantenimento dei livelli di sostanza organica nei suoli della Campania L’azione prevede che le aziende adottino sistemi conservativi della sostanza organica e/o incrementino la stessa, impegnandosi a apportare al terreno ammendanti organici naturali appartenenti alla tipologia dell’ammendante compostato verde e dell’ammendante compostato misto

36  trattamento dei reflui oleari al fine di renderli riutilizzabili in agricoltura  recupero di biomasse che escono dagli agroecosistemi  definizione delle modalità corrette di utilizzazione agronomica di tali biomasse e dei comparti agricoli in cui possono essere validamente impiegate  sensibilizzazione degli operatori agricoli sulle caratteristiche e sui vantaggi derivanti da biomasse riciclate Finalità Progetto “Compostaggio dei reflui oleari e valorizzazione agronomica e merceologica del compost ottenuto”

37 GOVERNO DEL TERRITORIO CONOSCENZA Agroecosistema Esigenze collettività Esigenze collettività Obiettivi Finali e intermedi Obiettivi Finali e intermedi ATTIVITÀ AGRICOLA EFFETTI produzioni costi ambiente INTERVENTI strutturali normativi pianificatori DECISORE stabilisce modificano produce verifica

38 Progetto Carta dei Suoli della Campania Il rilevamento dei suoli si articola essenzialmente in due aspetti principali: Il riconoscimento e la definizione degli orizzonti o strati genetici (il rilevamento) la delineazione sul terreno dei limiti tra suoli diversi (la cartografia)

39 Il progetto Carta dei Suoli della Campania prende avvio nel 1997 attraverso un programma che prevede il rilevamento e la cartografia secondo tre livelli di dettaglio: Carta dei Suoli della Campania 1:250 000 Carta dei Suoli della Campania 1:50 000 Carta dei Suoli Aziendali definire un quadro conoscitivo della risorsa suolo, assicurando un suo costante aggiornamento; attivare servizi di informazione e consulenza rivolti agli operatori agricoli per favorire la più razionale utilizzazione della risorsa suolo; fornire alle altre strutture dell'Area Agricoltura, come alle altre Aree regionali, collaborazione specialistica, ai fini della pianificazione territoriale e della programmazione delle attività che sono influenzate dalla variabile suolo. Obiettivi

40 Progetto Carta dei Suoli della Campania Tre livelli conoscitivi Valutare l’impatto dei cambiamenti climatici sui suoli e sulla loro gestione PSR Individuare modelli agricoli gestionali a “basso consumo di Carbonio organico” Consulenza tecnica In agricoltura

41 Carta dei Suoli della Piana in dx Sele 1:50 000

42 Stralcio della Carta dei Sistemi di Suolo della Campania in scala 1:250.000

43 Stralcio della Carta dei Sistemi di Suolo della Campania in scala 1:250.000

44 Progetto SIAS (Sviluppo di Indicatori Ambientali sul Suolo in Italia). Stock di carbonio organico con gli attuali standard di riferimento internazionali

45 Progetto SIAS (Sviluppo di Indicatori Ambientali sul Suolo in Italia). Stock di carbonio organico con gli attuali standard di riferimento internazionali

46 La ragione è un lume; la Natura vuol essere illuminata dalla ragione, non incendiata. Giacomo Leopardi, Zibaldone (1817-1818)

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